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Economia

Sachs “Manifesto per la Nuova Economia strumento fondamentale”

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PERUGIA (ITALPRESS) – Nella sessione plenaria pomeridiana del convegno internazionale “Manifesto e frontiere della ricerca per un Rinascimento economico”, sono stati discussi i punti fondamentali del Manifesto per la Nuova Economia, il cui testo è stato presentato nella mattinata in occasione della prima giornata dell’evento, in corso il 20 e 21 giugno al Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia. L’evento si pone come il momento di presentazione del Manifesto alla comunità internazionale, proponendo a tutti i professori e professoresse di portarne i principi e i temi dell’economia civile nelle loro università.
La Conferenza – organizzata da Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, Federcasse BCC, Confcooperative e NeXt Economia, con il sostegno di Fondosviluppo e il contributo di Assimoco, Fondazione Giorgio Fuà, Fondazione Perugia e Gioosto e con il patrocinio di Sites, Sied, Siecon, Aissec – sarà una tappa fondamentale di avvicinamento alla 6^ edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma a Firenze dal 3 al 6 ottobre 2024.
“Il Manifesto per la Nuova Economia è estremamente importante, è un’iniziativa enorme per l’economia italiana e mondiale – ha detto Jeffrey Sachs, professore della Columbia University, prima dell’apertura dei lavori della conferenza -. Abbiamo bisogno di una nuova economia per il XXI Secolo, per apportare prosperità e benessere, per affrontare la crisi ambientale, portare giustizia sociale e pace nel mondo. L’attuale modello economico non funziona, perciò abbiamo bisogno di un nuovo modello”.
Nel proprio intervento pubblico, Sachs ha ricordato che Antonio Genovesi, padre dell’economia civile nel XVIII Secolo, “non viene tradotto in inglese e quindi il contesto anglosassone non prende nemmeno in considerazione la sua lezione”. Commentando il Manifesto, Sachs ha parlato di sviluppo sostenibile coniugato al concetto di andare oltre il concetto di PIL per misurare benessere e felicità “come la risposta che abbiamo per vivere in un mondo decente”.
“Nel mondo anglosassone – ha aggiunto – non ci sono i diritti economici. Perchè come diceva Locke: bisogna proteggere la proprietà. Abbiamo invece bisogno di una società multilivello, ma manca una governance mondiale, dal momento che coltiviamo solo una visione di Stato-Nazione. L’Unione europea, ad esempio, è un esperimento di potere a livello regionale, ma gli Stati-Nazione hanno troppo potere e quindi è come se non esistesse. Gli Usa invece, sono il Paese meno multilaterale: non firma i trattati, rovescia i Governi, è sempre in guerra”.
Per Sachs, la soluzione ai problemi globali quali cambiamento climatico, povertà estrema, uso sostenibile delle risorse, passa per l’interdisciplinarietà giocata in accordo al problem solving.
“La previsioni vanno bene per l’astrologia, ma non per l’economia. La logica delle previsioni in economia ci relega al ruolo di osservatori, mentre invece dobbiamo agire, – è la sollecitazione di Sachs – perchè essere cittadini è una virtù e una competenza che si possono sviluppare e che dobbiamo insegnare”.
Per dare una consacrazione globale al Manifesto presentato a Perugia, Sachs ha suggerito la platea del Summit mondiale sociale del 2025 e quello per la Finanza per lo sviluppo. In chiusura del proprio intervento, il professore dell’università statunitense ha sottolineato la necessità che nel dialogo globale tutte le componenti, dalla Cina, all’Africa, alla comunità musulmana, si siedano attorno allo stesso tavolo, anche perchè “il mondo è troppo interconnesso per lasciare la responsabilità etica al solo individuo”.
Jayati Ghosh, professoressa della Jawaharlal Nehru University, ha concentrato il proprio intervento sul concetto di “beyond Gdp” e cioè “oltre il Prodotto interno lordo”, “le statistiche al di là del PIL” come indicatore di benessere e felicità di una comunità. “Significa – ha detto – pensare alla crescita in modo diverso e soprattutto coniugarla con il concetto di sviluppo, in modo non alternativo ma complementare. Questo vuole dire anche pensare a degli indicatori alternativi, pensando anche ai dati che servono per costruirli”.
Robert H. Frank, professore della Cornell University, ha presentato diversi esempi su come alcuni atteggiamenti possano avere senso e portare vantaggio al singolo, ma non ne abbiano alcuno per la collettività. Nell’ottica dell’economia civile, l’accademico ha sottolineato come “le nazioni in cui si vive meglio sono quelle in cui la tassazione nei confronti dei ricchi è più elevata”. Nell’auspicio di una rivoluzione nel comportamento economico, Frank ha documentato il concetto che vuole il livello di felicità non direttamente proporzionale alla disponibilità di spesa delle persone. “Nel 2019, ultimo anno pre Covid, – ha detto – negli Stati Uniti il PIL era cresciuto di 3 mila miliardi di dollari rispetto al 2012. Si spendeva di più, si costruiva di più, si avevano case più grandi, ma il livello di felicità era rimasto fermo a sette anni prima”.
Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e Co-fondantore di NeXt Economia lancia ufficialmente la nuova pagina del Manifesto internazionale, i cui primi aderenti a livello internazionale sono stati gli stessi Sachs, Ghosh e Frank. Nella pagina sarà possibile raccogliere le nuove adesioni e scaricare le slide create per essere utilizzate come “lezione 0” dalle università sui temi dell’Economia Civile e della Sostenibilità integrale.

– foto ufficio stampa NeXt Economia –
(ITALPRESS).

Economia

Accordo tra Stellantis e i sindacati sul Ccsl, Manca “Trovate le soluzioni insieme”

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TORINO (ITALPRESS) – Stellantis Italia ha firmato con Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr l’accordo sulla parte economica del secondo bienno del contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) siglato l’8 marzo di due anni fa e valevole per il quadriennio 2023-2026. L’intesa ha alla base un forte impegno tra l’azienda e i sindacati maturato negli anni che, con la firma di oggi, vede riconfermato il sistema partecipativo previsto dal contratto.

“Come due anni fa – ha sottolineato Giuseppe Manca, Responsabile HR per Stellantis Italia – le parti hanno dimostrato un forte impegno per raggiungere l’intesa nello spirito delle relazioni sindacali basate sulla partecipazione che hanno già contraddistinto i precedenti rinnovi del Ccsl. Con il contesto nazionale e internazionale che stiamo vivendo, in cui permangono perplessità da parte dei consumatori sui tempi della transizione energetica e incertezze sui passi da compiere a livello europeo per il rilancio del settore automotive, abbiamo trovato insieme le soluzioni per proteggere in modo adeguato gli interessi dei lavoratori garantendo al contempo la competitività dell’azienda nel Paese”.

I punti centrali dell’accordo riguardano aumenti salariali per i lavoratori, miglioramento degli indicatori del premio di risultato e ripresa dell’attività del gruppo di lavoro sull’inquadramento. In particolare, sul fronte salariale, l’aumento medio previsto è di circa 135 euro nel biennio e ci sarà inoltre l’erogazione di due somme una tantum dell’importo di 240 euro lorde ciascuna, a giugno 2025 e ad aprile 2026.

Si tratta di cifre che si sommano a quelle già erogate nei due anni precedenti nell’ambito dell’accordo di rinnovo siglato l’8 marzo 2023. Stellantis ha inoltre rimodulato la definizione degli indicatori del nuovo premio di risultato introdotto nel 2023, eliminando la soglia per il pagamento del free cash flow mondo, cioè il flusso di cassa generato dall’azienda dalle sue attività operative.

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Sul fronte dell’inquadramento, il gruppo di lavoro già costituito formulerà una proposta per definire e premiare specifiche professionalità e competenze sulle tre aree professionali, a partire da coloro che lavorano sulle linee produttive, al fine di istituire, in occasione del prossimo rinnovo contrattuale, un elemento economico sperimentale sulla base di criteri oggettivi e misurabili. Per Stellantis l’accordo è “un ulteriore tassello per rafforzare, anche attraverso la partecipazione di tutti i propri dipendenti italiani, l’impegno a diventare un’azienda tecnologica di mobilità sostenibile”

– foto ufficio stampa Stellantis –

. (ITALPRESS).

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Economia

Pil in crescita dello 0,6% nel 2025, trend positivo atteso anche nel 2026

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ROMA (ITALPRESS) – Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, dopo essere aumentato dello 0,7% nei due anni precedenti. L’aumento del Pil, nel biennio di previsione, verrebbe sostenuto interamente dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,8 e +0,9 punti percentuali rispettivamente), mentre la domanda estera netta fornirebbe un contributo negativo in entrambi gli anni (-0,2 e -0,1 p.p.).

Lo rileva l’Istat spiegando che “lo scenario previsivo per la domanda estera netta sconta l’ipotesi di un’attenuazione nella seconda parte del 2025 del clima di incertezza relativo all’indirizzo della politica commerciale statunitense. Si ipotizza comunque un impatto negativo dei dazi sul commercio mondiale e sulle prospettive di crescita internazionali”.

Si prevede che i consumi privati continuino a crescere a ritmi moderati ma stabili (+0,7% in entrambi gli anni) da un lato favoriti dalla prosecuzione della crescita delle retribuzioni e dell’occupazione, dall’altro frenati da un incremento della propensione al risparmio.

La crescita degli investimenti, nel 2025 (+1,2%), in accelerazione dal +0,5% del 2024, sarebbe favorita dal buon andamento registrato nel primo trimestre per poi segnare nel 2026 una ulteriore leggera accelerazione (+1,7%) in concomitanza con la fase conclusiva del PNRR.

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L’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), segnerebbe un aumento superiore a quello del Pil (+1,1% nel 2025 e +1,2% nel 2026), ma in decelerazione rispetto agli anni precedenti a cui si accompagnerebbe un ulteriore calo del tasso di disoccupazione (6,0% quest’anno e 5,8% nel 2026).

Dopo la risalita dei prezzi tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025, nel corso dell’anno ci si attende una dinamica più moderata dell’inflazione, favorita dalla discesa dei listini dei beni energetici e dall’indebolirsi delle prospettive di domanda. L’aumento del deflatore della spesa delle famiglie residenti nel 2025 sarebbe in linea con tali andamenti (+1,8%), con una nuova leggera riduzione nel 2026 (+1,6%).

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Economia

La Bce taglia i tassi d’interesse di 25 punti base

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FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare di 25 punti base i tassi d’interesse. Quelli sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025.

“L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027 – spiega la Bce -. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo”.

Per quanto riguarda la crescita del PIL in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno. Benchè ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali.

“In un contesto di elevata incertezza – sottolinea la Bce -, i nostri esperti hanno anche valutato alcuni meccanismi attraverso i quali politiche commerciali differenti potrebbero influire su crescita e inflazione in alcuni scenari alternativi formulati a scopo illustrativo. Tali scenari saranno pubblicati unitamente alle proiezioni degli esperti sul sito Internet della BCE. In questa analisi di scenario, un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica salariale, seppur ancora elevata, continua a mostrare un’evidente moderazione e i profitti ne stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione. Si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento”.

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Il Consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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