Economia
Nel 2023 migliorano i conti degli Enti locali anche grazie al Pnrr
Pubblicato
8 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2023, superati gli effetti recessivi pandemici, la finanza locale ha intrapreso un percorso di crescita, con una ripresa delle entrate e del sostegno agli investimenti, soprattutto in conseguenza dell’attuazione del PNRR, che coinvolge significativamente gli enti locali, in uno scenario complessivo di finanza pubblica che vede un miglioramento dell’indebitamento, seppur in misura inferiore a quanto stimato dal DEF. In prospettiva, la prossima manovra si profila, invece, restrittiva, in virtù dell’avvio della procedura di infrazione per deficit eccessivo legata alla reintroduzione del Patto di Stabilità. E’ quanto si legge nella “Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2021-2023”, approvata dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti con delibera n. 13/SEZAUT/2024/FRG, che esamina, tra l’altro, i rendiconti di 7441 enti (di cui, 7343 Comuni), presenti nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato, e riferiti al biennio 2021-2022.
I dati di cassa 2023 (SIOPE) – si specifica nel documento – confermano, sul 2021, l’impulso alla ripresa, con una tenuta dei bilanci dei Comuni e un ampliamento del saldo positivo di cassa. Sul versante degli incassi, la riduzione dei trasferimenti correnti è bilanciata dalla ripresa delle entrate proprie, mentre, sul versante dei pagamenti, a fronte di una riduzione dei tempi di liquidazione delle fatture per debiti commerciali – non ancora, tuttavia, in linea con l’obiettivo PNRR -, aumentano i pagamenti per le opere pubbliche, legati ai maggiori finanziamenti e alla semplificazione delle procedure di affidamento. In incremento sia gli investimenti fissi lordi, che raggiungono quota 16,3 miliardi circa (+40,3%), a causa soprattutto dei progetti PNRR e dei conseguenti esborsi per cassa (a SAL) in favore dei soggetti appaltatori, sia gli investimenti complessivi, considerati i flussi di cassa del primo semestre 2024, che registrano un +22% sullo stesso periodo dello scorso anno.
I saldi complessivi di competenza dei rendiconti 2022 appaiono in generale miglioramento, con un risultato di amministrazione che, per i Comuni, è ampiamente positivo (56,93 miliardi di euro), segnando una riduzione del disavanzo (2,18 miliardi).
Se gli interventi statali – prosegue la magistratura contabile – vengono soprattutto reindirizzati al sostegno alla spesa per acquisto di beni e servizi, a fini compensativi degli effetti dei rincari energetici, sul fronte spesa in conto capitale si registra un aumento del 9,2% per gli impegni e del 19% per il fondo pluriennale vincolato (FPV), la cui dotazione, in tendenziale crescita, non esitando in erogazioni di spesa, ha generato dubbi sulla corretta alimentazione.
Nel complesso, il documento registra un 2022 in avanzo anche per le Province (che chiudono a 325,9 milioni di euro) e per le Città metropolitane (475,8 milioni di euro), con una ripresa delle entrate (+25,3%) e delle spese in conto capitale (+19,4%) soprattutto in termini di FPV.
Per tutti gli enti, ad esclusione delle Province, in cui il dato nazionale resta sostanzialmente stabile, lo stock del debito complessivo aumenta lievemente, permanendo una elevata tendenza alla patrimonializzazione.
L’andamento dei debiti fuori bilancio riconosciuti appare in diminuzione per i Comuni e in decisivo aumento per le Province e le Città metropolitane, in particolare per la quota legata alle sentenze esecutive e agli acquisti di beni e servizi. In crescita gli stanziamenti all’apposito fondo a copertura del debito legato alle soccombenze.
Nell’ultimo triennio – conclude la Corte – il ricorso alle procedure di dissesto e di riequilibrio finanziario pluriennale ha subito un’accelerazione nei Comuni, specie di Sicilia, Calabria e Campania, con valori vicini a quelli pre-pandemici; è migliorata, invece, sensibilmente la situazione delle Province.
– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Cdm approva DDL delega sulla riforma delle amministrazioni straordinarie
Pubblicato
12 ore fa-
28 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il disegno di legge delega sulla riforma delle amministrazioni straordinarie e degli enti cooperativi e mutualistici.
Si tratta di un provvedimento che, da un lato, semplifica la disciplina dell’amministrazione straordinaria e ne rende più efficiente la gestione e, dall’altro, aggiorna il quadro legislativo per gli enti cooperativi e mutualistici, adattandolo alle nuove dinamiche dell’attuale contesto economico e sociale. Il provvedimento è un tassello importante di un intervento complessivo messo in campo in questi due anni di Governo per riformare le Amministrazioni Straordinarie, un’area grigia che invece di essere uno strumento di politica industriale era contraddistinta da situazioni complesse che svantaggiavano le imprese.
Nello specifico, il disegno di legge delega prevede la revisione e la semplificazione della disciplina dell’Amministrazione Straordinaria, con l’obiettivo di prevenire l’insolvenza, rendere più efficace e tempestiva la gestione delle crisi aziendali e rilanciare le imprese strategiche attraverso misure specifiche per la composizione negoziata. Nell’esercizio della delega è prevista l’istituzione di un elenco speciale di professionisti in possesso di adeguata esperienza, competenza e professionalità: tra questi sarà individuato l’esperto incaricato di informare il Ministro delle Imprese e del Made in Italy sull’andamento della composizione negoziata, secondo uno schema che riprende e formalizza i tavoli di crisi che il Mimit oggi gestisce con una percentuale di risoluzione crescente.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Terna, con l’ora legale l’Italia risparmierà circa 100 milioni di euro
Pubblicato
14 ore fa-
28 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, durante i sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà circa 100 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 330 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 160 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
L’ora legale sarà in vigore da domenica 30 marzo, quando alle due di notte le lancette saranno spostate in avanti di sessanta minuti, e terminerà domenica 26 ottobre, con il ritorno all’ora solare.
Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2025 è calcolato considerando che il costo del kilowattora medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, per il primo trimestre 2025, pari a circa 29,9 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 330 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 125 mila famiglie. Dal 2004 al 2024, secondo l’analisi della società guidata da Giuseppina Di Foggia, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di oltre 11,7 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,2 miliardi di euro.
-Foto ufficio stampa Terna-
(ITALPRESS).
Economia
A gennaio 2025 cresce il fatturato dell’industria, i dati Istat
Pubblicato
14 ore fa-
28 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A gennaio 2025 si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti in termini congiunturali del 3,8% in valore e del 4,0% in volume.
Si registrano incrementi sia sul mercato interno (+3,9% in valore e in volume) sia su quello estero (+3,6% in valore e +4,4% in volume). Per il settore dei servizi si stima un aumento in termini congiunturali sia in valore (+1,2%) sia in volume (+0,9%), con una dinamica positiva sia nel commercio all’ingrosso (+0,9% in valore e +0,3% in volume) sia negli altri servizi (+1,6% in valore e +1,3% in volume). Lo rileva l’Istat.
Gli indici destagionalizzati del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano a gennaio un marcato aumento congiunturale per i beni intermedi (+4,2%), per i beni strumentali (+4,0%) e per i beni di consumo (+3,8%) e una crescita più contenuta per l’energia (+0,3%).
Nel trimestre novembre 2024-gennaio 2025, in termini congiunturali, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenta sia in valore (+1,2%) che in volume (+1,1%). Positivo l’andamento dei servizi nello stesso arco temporale, con incrementi dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume.
Su base tendenziale, a gennaio 2025, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, registra un aumento dell’1,7% in valore (+1,3% sul mercato interno e +2,5% su quello estero) e dello 0,9% in volume (con una variazione nulla sul mercato interno e un incremento del 2,9% su quello estero). I giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2024.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano, su base annua, un marcato incremento per i beni di consumo (+5,6%) e per i beni intermedi (+2,0) mentre si osservano flessioni contenute per i beni strumentali (-2,0%) e per l’energia (-2,9%).
Nei servizi si osservano incrementi tendenziali del 3,0% in valore e dello 0,7% in volume. Nel commercio all’ingrosso cresce il fatturato in valore (+1,1%) e si registra una variazione nulla in volume. Si osservano incrementi tendenziali per gli altri servizi (+5,1% in valore e +0,9% in volume). Con il presente comunicato si rilasciano i dati relativi alla revisione annuale delle serie storiche degli indici grezzi per l’anno 2024.
-Foto screenshot Istat-
(ITALPRESS).


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