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Meloni “Il destino ci sfida, ma l’Italia è pronta a fare la sua parte”

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – ‘E’ un’epoca molto complessa quella nella quale viviamo, e il carattere comune delle sfide del nostro tempo ci impone di ragionare in un modo completamente nuovò. Ha esordito così la premier Giorgia Meloni, nel suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu. Un intervento di 13 minuti nel corso del quale ha spaziato su molti temi.
‘La ferita inferta al sistema internazionale fondato sulle regole dalla guerra d’aggressione russa all’Ucraina – ha sottolineato – sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, e come un domino sta contribuendo a riaccendere, o far detonare, altri focolai di crisi. I sistemi politici democratici affrontano insidie inedite. La frammentazione geo-economica cresce con conseguenze con le quali tutti dobbiamo fare i conti, soprattutto le Nazioni più fragili. Il cammino per la riduzione delle emissioni ambientali è ad un bivio, stretto tra approcci ideologici e scarsa solidarietà, soprattutto dei principali emettitori di gas a effetto serra.
La scarsità di acqua e di energia incidono sempre più profondamente sullo sviluppo, sulla sicurezza alimentare e sulla stabilità sociale di intere comunità’.
‘L’utilizzo strumentale della fede religiosa – ha aggiunto – diventa fattore di tensione o, peggio, fattore di persecuzione: sono milioni nel mondo le persone che soffrono a causa della loro professione di fede, e al primo posto come vittime ci sono i cristianì.
‘Assistiamo – ha proseguito la Presidente del Consiglio – al dirompente avvento dell’intelligenza artificiale generativa, una rivoluzione che pone interrogativi del tutto inediti. Anche se non sono certa che sia corretto chiamarla intelligenza. Perchè intelligente è chi fa le domande, non chi dà le risposte processando i dati. In ogni caso, si tratta di una tecnologia che, a differenza di tutte quelle che abbiamo visto nel corso della storia, disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le competenze umane, ma può sostituirle, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto nel mercato del lavoro, verticalizzando e concentrando sempre di più la ricchezza. Non a caso l’Italia ha voluto che questo tema fosse al centro dell’agenda della sua presidenza del G7, perchè vogliamo fare la nostra parte nella definizione di una governance globale dell’intelligenza artificiale, capace di conciliare innovazione, diritti, lavoro, proprietà intellettuale, libertà di espressione, democrazià.
‘Questa complessità – ha evidenziato -, animata da sfide profondamente interconnesse, ci dice prima di tutto una cosa: i problemi del Sud Globale sono anche i problemi del Nord del mondo, e viceversa. Non esistono più blocchi omogenei, e l’interdipendenza dei nostri destini è un fatto. Per questo siamo chiamati a ragionare fuori dagli schemi che abbiamo conosciuto nel passato. La sfida è un cambio deciso di paradigma nei rapporti tra le Nazioni e nel funzionamento degli organismi multilaterali, l’obiettivo è costruire un modello di cooperazione completamente nuovò.
‘Personalmente sono convinta – ha spiegato Giorgia Meloni – che questo nuovo modello possa e debba fondarsi su alcuni, purtroppo non scontati, principi: il rispetto reciproco, la condivisione, la concretezza. Significa relazionarsi con l’altro da pari a pari, recuperare quella capacità di saper ascoltare per comprendere le ragioni dell’altro che è alla base di qualsiasi fiducia reciproca. Proprio perchè crediamo in questo approccio, l’Italia ha concepito tutti gli appuntamenti del suo anno di Presidenza G7 in formato aperto, con un outreach molto ampio, che ha coinvolto tutti i Continenti, il G20, l’Unione Africana, le Istituzioni economiche finanziarie e le Banche multilaterali di sviluppo. Abbiamo dimostrato che il G7 non è una fortezza chiusa, che vuole difendersi da qualcuno, ma un’offerta di valori aperta al mondò.
‘Penso poi alla svolta che l’Italia ha impresso ai propri rapporti con l’Africa – ha aggiunto -. Abbiamo reso operativo, a livello bilaterale, il nostro piano di investimenti per l’Africa, il Piano Mattei, con progetti pilota in nove Nazioni del continente, creando partenariati strategici con ognuna di esse. Abbiamo strutturato sinergie operative con il Global Gateway dell’Unione Europea e la Partnership for Global Infrastructure and Investment del G7’.
‘Abbiamo costruito strumenti finanziari nuovi con la Banca Africana di Sviluppo e con la Banca Mondiale, per permettere l’afflusso di risorse pubbliche e private – ha ricordato -. Abbiamo immaginato soluzioni innovative, come l’Apulia Food Security Initiative, per rafforzare la produzione agricola e la sicurezza alimentare, o l’Energy for Growth in Africa, per sostenere la produzione e la distribuzione di energia pulita. Abbiamo deciso di sostenere progetti strategici per l’Africa, come il corridoio di Lobito. Abbiamo fatto tutto questo senza mai smettere di coinvolgere e confrontarci con i nostri interlocutori africani. Perchè il nostro intento non è imporre, ma condividere. E, insieme, scegliere priorità, settori di intervento, ambiti di azione. Dove potevamo essere un valore aggiunto, lì abbiamo offerto il nostro punto di vista e la nostra collaborazione. Con progetti concreti che già stanno dando i loro frutti. In Algeria, dove renderemo fertili 36 mila ettari di terreno desertico per la coltivazione e costruiremo una filiera locale di trasformazione e produzione. In Kenya, con lo sviluppo di una filiera di biocarburanti che arriverà entro la fine del 2025 a sostenere fino a duecentomila piccole imprese agricole. In Etiopia, con un vasto intervento di recupero ambientale dell’area del lago Boye, nell’ovest del Paese. Perchè, voglio ribadirlo ancora una volta, il nostro obiettivo, di fronte di decine di migliaia di persone che affrontano viaggi disperati per entrare illegalmente in Europa, è garantire prima di tutto il loro diritto a non dover emigrare, a non dover recidere le proprie radici semplicemente perchè non hanno altra scelta. Una disperazione sulla quale lucrano organizzazioni di criminali senza scrupoli sempre più potenti e ramificate. Proposi un anno fa, da questo stesso podio, di dichiarare una guerra globale ai trafficanti di esseri umani, e sono felice che quell’appello non sia caduto nel vuoto, e che in primis a livello G7 si sia trovata l’intesa per dare vita ad un coordinamento internazionale per smantellare queste reti criminali. Ma bisogna fare di più. Le Nazioni Unite devono fare di più, perchè queste organizzazioni criminali stanno riproponendo, sotto altre forme, una schiavitù – intesa come mercificazione dell’essere umano – che questa Assemblea, in altri tempi, ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente. Non si torna indietrò.
‘Sconfiggere gli schiavisti del Terzo millennio è possibile – ha sottolineato Giorgia Meloni -, e possiamo farlo se uniamo le forze, con una maggiore cooperazione e iniziative congiunte tra le nostre Forze di polizia, i servizi di intelligence e le autorità giudiziarie, e adottando la formula ‘follow the money’. Una intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che è diventata un modello, anche a livello internazionale, per contrastare le organizzazioni criminali.
E’ un metodo con il quale l’Italia intende rafforzare la sua cooperazione anche con le Nazioni dell’America Latina. Perchè c’è un filo rosso che lega le organizzazioni che speculano sulla tratta di esseri umani in Africa e chi gestisce il traffico di stupefacenti in America Latina, o l’abominio di chi rapisce i bambini per renderli schiavi del sesso di uomini ricchi senza scrupoli, privandoli del loro presente e del loro futuro. America Latina dove, come purtroppo accade in diverse regioni del mondo, le legittime aspirazioni di libertà e democrazia di decine di milioni di persone continuano a rimanere disattese. Penso in particolare al popolo venezuelano, a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno. La comunità internazionale non può rimanere a guardare mentre, a distanza di quasi due mesi dalle elezioni del 28 luglio scorso, ancora non è stato riconosciuto il risultato elettorale, ma nel frattempo si è consumata una brutale repressione, la morte di decine di manifestanti, l’arresto arbitrario di migliaia di oppositori politici, l’incriminazione e l’esilio del candidato presidente dell’opposizione democratica. E’ nostro dovere alzare la vocè.
‘Cari amici – ha proseguito -, nel 2025 celebreremo l’ottantesimo anniversario della Carta delle Nazioni Unite. Carta che sancisce principi e valori che in questo tempo sono stati messi in discussione addirittura da un membro permanente del Consiglio di sicurezza, ma sulla cui difesa non l’Italia non intende arretrare. Perchè sono principi e valori posti a garanzia di tutti, soprattutto delle Nazioni che hanno meno strumenti per difendersi. Come sempre la legge deve essere uguale per tutti, ma perchè questo serve soprattutto a difendere i più deboli.
E’ per questo che non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte al diritto dell’Ucraina a difendere le sue frontiere, la sua sovranità, la sua libertà. Così come affermiamo il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttivè.
‘E seguendo lo stesso ragionamento – ha spiegato – sosteniamo, ovviamente, anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Ma affinchè questo possa vedere presto la luce è necessario che i palestinesi lo affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all’autonomia. Gli Accordi di Abramo hanno dimostrato la possibilità di convivere e cooperare vantaggiosamente sulla base del mutuo riconoscimento. Se questa è la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare, e lo è, oggi l’imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani. Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambinì.
‘Detto questo – ha aggiunto -, l’anniversario del prossimo anno impone a tutti noi un’occasione storica. Essere finalmente consapevoli che, piaccia o no, i problemi di oggi ci coinvolgono e riguardano tutti. Dobbiamo saperci mettere in discussione, con umiltà e consapevolezza. E questo impone anche una riflessione seria sul multilateralismo, sulla capacità delle organizzazioni internazionali di essere all’altezza di questa epoca e delle sfide che ci pone di fronte. Parlo ovviamente, anche delle Nazioni Unite, della sua capacità di riformarsi partendo da ciò che è utile e necessario, e non da ciò che è più facile. L’Italia è convinta che qualunque revisione dell’architettura di funzionamento delle Nazioni Unite, a partire dal Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività. Sarebbe un errore creare nuove gerarchie, con nuovi seggi permanenti. Siamo aperti a discutere la riforma senza alcun pregiudizio, ma vogliamo una riforma che serva a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcunì.
‘Colleghi, delegati, signore e signori, è un tempo difficile quello nel quale siamo stati chiamati a governare le nostre Nazioni – ha concluso -. Tutto intorno a noi sembra cambiare, tutto viene messo in discussione, e le poche certezze che pensavamo di avere non sono più tali. Il destino ci sfida, ma in fondo lo fa per metterci alla prova. Nella tempesta, possiamo dimostrare di essere all’altezza del compito che la storia ci ha dato. Dimostrarlo ai cittadini che governiamo, dimostrarlo ai nostri figli. Dimostrarlo a noi stessi, forse soprattutto a noi stessi, perchè come diceva un grande patriota italiano, Carlo Pisacane, protagonista di quel Risorgimento che fece dell’Italia una Nazione unita, ‘ogni ricompensa la troverò nel fondo della mia coscienzà. Affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ciò che è giusto a ciò che è utile, questo è il nostro compito, difficile ma necessario. L’Italia, come sempre, è pronta a fare la sua partè.
– foto ufficio stampa Palazzo Chigi –
(ITALPRESS).

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Piantedosi “Magistratura accerterà se c’è regia dietro disordini”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sarà l’autorità giudiziaria ad accertare se esiste una regia dietro ai disordini verificatisi nei giorni scorsi in occasione di manifestazioni a sostegno della causa palestinese. In ogni caso le strutture specialistiche del Ministero dell’Interno sono costantemente impegnate nelle attività di analisi e prevenzione riguardo a quelle iniziative che rischiano di degenerare in comportamenti violenti e alimentare ignobili episodi di antisemitismo”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel corso del Question Time alla Camera.

“Questo governo anche grazie ai più recenti strumenti normativi introdotti, continuerà a garantire l’incolumità dei cittadini e la piena libertà di riunirsi e manifestare pacificamente le proprie idee, senza rinunciare a valutare ogni altra misura in grado di migliorare ulteriormente la cornice di sicurezza in occasione delle manifestazioni di piazza”, ha aggiunto il titolare del Viminale.

“La libertà di manifestare legata alla mobilitazione di solidarietà con il popolo palestinese è certamente legittima. E’ stata in più di un’occasione strumentalizzata da gruppi che hanno posto in essere atti di puro e indiscriminato vandalismo e assalti violenti contro le forze dell’ordine – ha spiegato Piantedosi -. Ricordo che dall’inizio dell’anno al 7 ottobre si sono tenute 8.674 manifestazioni di rilievo e in 242 casi sono state registrate criticità per l’ordine pubblico, con 330 feriti tra le forze dell’ordine. Nello stesso periodo, rispetto a questo totale delle manifestazioni, 2.304 sono state a carattere pacifista su questi temi e in 84 casi ci sono stati problemi di ordine pubblico con 242 feriti tra gli operatori di polizia di cui 146 soltanto negli ultimi 10 giorni”.

“Nell’anno 2024 sono state 2.069 le persone denunciate, oltre alle 16 arrestate nell’immediatezza delle manifestazioni. Nel 2025 le persone denunciate in tutte queste manifestazioni sono 1.460 di cui 20 quelle arrestate nell’immediatezza – ha aggiunto il ministro -. Sono dati che consentono di affermare che non deve in alcun modo passare l’idea che si possano vandalizzare impunemente le nostre città, danneggiando la proprietà pubblica e privata e mettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini. E del resto è parso evidente come i disordini dei giorni scorsi avessero ben poco a che fare con le sorti del popolo palestinese”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Quasi un italiano su due teme lo scoppio di una terza guerra mondiale

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ROMA (ITALPRESS) – Lo scenario geopolitico internazionale sta vivendo ormai da alcuni anni una situazione complessa ed altalenante che mette in crisi diversi Paesi in diversi contesti, passando dai dialoghi e alle trattative di pace al rischio di escalation e inasprimento di conflitti e ostilità. Uno scenario che porta quasi la metà della popolazione italiana (il 47,9%) a temere per lo scoppio di una terza guerra mondiale e il conseguente coinvolgimento diretto del nostro Paese. E proprio in riferimento all’Italia, le parole del Presidente ucraino Zelensky su un ipotetico rischio di attacco di droni russi nel nostro Paese hanno preoccupato e preoccupano quasi 4 italiani su 10. In tutto questo contesto si inserisce anche la figura di Donald Trump che, nonostante i tentativi di mediazione e i dialoghi per la pace, per le sue azioni e le sue dichiarazioni viene considerato da quasi due terzi della popolazione un pericolo che mette a rischio i principi della democrazia.

Infine, uno scenario internazionale di questo tipo ha delle ripercussioni anche dal punto di vista economico e 1 italiano su 3, a causa del conflitto in Ucraina e della situazione in Medio Oriente, teme per i propri risparmi, mentre oltre 1 su 4, vista anche l’attuale situazione non riesce a risparmiare a fine mese.

Dati Only Numbers – Realizzato il 29-30/09/2025 con metodologia CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.

– foto screenshot Euroweek –

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(ITALPRESS).

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Via libera dal Senato al ddl Semplificazioni

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ROMA (ITALPRESS) – Con 86 voti favorevoli, 48 contrari e sette astensioni, l’Aula del Senato ha approvato il ddl recante disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese, collegato alla legge di bilancio e incardinato nel testo proposto dalla 1a commissione. Il ddl passa all’esame della Camera. Il provvedimento, a seguito dell’esame, si compone di 73 articoli e contiene interventi in diversi settori, con benefici evidenti per i cittadini e le imprese. Tra le principali misure viene estesa la possibilità per le farmacie di offrire ulteriori servizi come la somministrazione dei vaccini a coloro che hanno più di 12 anni e la possibilità di scegliere il proprio medico curante e il pediatra di libera scelta tra quelli convenzionati con il servizio sanitario regionale.

Ulteriori misure sono previste per agevolare il settore del turismo: soprattutto nei periodi dell’anno con maggiori flussi turistici, sono previste misure che agevolano il reclutamento del personale marittimo, l’imbarco, lo sbarco e il suo trasbordo. Novità anche sul fronte della scuola permettendo per l’iscrizione al primo e secondo ciclo di acquisire attraverso una piattaforma unica dati e documenti dal medesimo sistema informatico. Novità anche per i dehors consentendo con una proroga fino al 31 dicembre 2026 di continuare ad utilizzare gli spazi esterni prevedendo, inoltre, una delega per la revisione dell’intera disciplina.

IL COMMENTO DI ZANGRILLO

“Si tratta di un passaggio importante per rendere la Pubblica amministrazione più veloce ed efficiente e contribuire alla crescita del Paese”. Così il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sull’approvazione del Ddl Semplificazioni al Senato. “Fino ad oggi abbiamo semplificato circa 400 procedure intervenendo in settori strategici per cittadini e imprese. In questo modo il Dipartimento della Funzione pubblica è in linea con gli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un risultato importante che abbiamo raggiunto con un metodo di lavoro innovativo, abbandonando logiche autoreferenziali per avviare un confronto costante con tutte le amministrazioni, le associazioni di categoria e i nostri utenti”, ha aggiunto.

“Si inserisce in questa direzione il portale ‘Italia semplice’ che permette a tutti i cittadini di conoscere con pochi click le semplificazioni realizzate suddivise per settori. Un passaggio importante che ci consente, per la prima volta, di raccontare in modo chiaro come stiamo semplificando le procedure”, ha sottolineato il ministro. “Un lavoro inteso che deve andare oltre le scadenze fissate dal Pnrr e che stiamo portando avanti grazie alle 600 segnalazioni che abbiamo ricevuto attraverso la consultazione pubblica ‘La tua voce conta’ in cui cittadini, dipendenti pubblici e imprese hanno potuto inviare i loro suggerimenti sulle procedure da semplificare. È solo così che la Pubblica amministrazione diventa alleata per lo sviluppo del Paese”, ha concluso Zangrillo.

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– foto IPA Agency –

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