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Piazza Affari apre in calo, Ftse Mib -0,79%

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Furlan (Uilca) “Il settore del credito è centrale, Governo cambi rotta”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Come Uil abbiamo fatto uno sciopero generale con la Cgil perchè la manovra, complessivamente, è contraria per molti motivi a ciò che vogliamo: ovvero, un Paese che metta al centro la giustizia sociale, l’attenzione ai più deboli, un’equa distribuzione della ricchezza e il rinnovo dei contratti con la detassazione degli aumenti. Noi chiediamo che il Governo cambi rotta completamente: crediamo che del nostro settore la politica si occupi troppo poco: non si coglie che il settore del credito è centrale per la vita del Paese”. Lo dice in un’intervista all’Agenzia Italpress il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan, sottolineando che in seno al Governo, davanti a operazioni come l’Offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit su BancoBpm, si facciano però “affermazioni un pò avventate, tipo sostenere che Unicredit non è italiana, mentre noi abbiamo lavorato per anni perchè Unicredit consolidasse la sua italianità e con questo management ciò sta avvenendo. Dire certe cose mette in dubbio un lavoro che è stato fatto e che impatta sulla vita e il lavoro di migliaia di persone”.
In merito alla questione Unicredit-Banco Bpm, “non facciamo mai il tifo per una banca o per un’altra, e nemmeno per le aggregazioni in sè: però come sindacato – osserva Furlan – riteniamo che sia indispensabile che operazioni societarie di questa portata debbano avere una finalità industriale, una logica di continuità aziendale e di sviluppo delle aziende, in modo che non vengano negate le identità che si fondono, ma siano funzionali a costruirne una più virtuosa. E’ necessario inoltre che si metta al centro la tenuta occupazionale e il bene delle persone che lavorano in banca. Non so come finirà questa vicenda, ma faremo un presidio fortissimo dal punto di vista sindacale per capire come e se si realizzerà questa situazione e per gestire i passi successivi nel caso l’operazione si concludesse: per noi è fondamentale che venga salvaguardato il ruolo centrale delle banche; ma è fondamentale anche che le persone che lavorano in banca non abbiano penalizzazioni per scelte societarie che possano essere da parte di qualcuno vissute solo come logica finanziaria; devono avere invece una logica industriale”.
Dal ricambio generazionale a quello del benessere lavorativo fino alla “desertificazione bancaria”: per la Uilca sono tanti i temi al centro della propria azione. “Noi crediamo che ci sia necessità, come detto con il rinnovo del Contratto nazionale, di migliorare la qualità della vita dei lavoratori e ridurre le pressioni commerciali, anzi azzerarle se possibile – sottolinea Furlan -. L’obiettivo è ridurre i carichi di lavoro e dare tutta una serie di strumenti che facciano lavorare meglio le persone e allo stesso tempo rispondano al crescente stress da lavoro correlato che colpisce la categoria e diano anche la possibilità di vivere di più la loro dimensione come persone, con più tempo libero e vicini alle famiglie. Per questo – continua – abbiamo inserito nel contratto una serie di strumenti per la conciliazione tempi vita-lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro: per fare questo serve però anche un adeguato livello occupazionale. Crediamo che se le banche fanno uscire personale, questo personale deve essere sostituito con l’ingresso di giovani, in modo che i livelli occupazionali rimangano gli stessi”.
Su questo tema, precisa, “abbiamo inserito degli strumenti nel Contratto nazionale, come la staffetta generazionale e l’aumento del fondo per l’occupazione”.
Quello della desertificazione bancaria “è un problema che riguarda tutti: ha aspetti di legalità, di mancanza di servizi che colpisce soprattutto i più deboli, ha aspetti che riguardano la mancanza di soggetti come le banche che favoriscono lo sviluppo economico”. Da qui la campagna “Chiusura filiali? No, grazie” promossa da Uilca. “Far parlare i cittadini e le istituzioni è un modo per convincere le banche a cambiare rotta: capiamo che fanno ragionamenti di natura economica, ma devono anche recuperare il loro ruolo sociale – sottolinea Furlan -. Credo che abbiamo raggiunto un buon risultato, ora di desertificazione si parla di più, e siamo riusciti anche a fare aprire un tavolo di lavoro al Cnel, al quale partecipano Anci, Conferenza delle Regioni, Abi e organizzazioni sindacali: un luogo di dibattito per delle proposte che, com’è nella natura del Cnel, possono essere tramutate in legge per favorire un cambio di rotta, considerando le esigenze di tutti”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Spese di Natale, per 1 italiano su 5 budget fino a 500 euro

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ROMA (ITALPRESS) – Siamo ormai entrati nel cuore del clima natalizio. Un periodo con un’atmosfera particolare in cui case, strade e città si riempiono di luci, addobbi e decorazioni, ma anche un momento per passare del tempo con le persone più care e dedicare loro un piccolo pensiero. Tra pranzi, cene, regali e tanto altro, complessivamente, la metà degli italiani dichiara di mantenere sostanzialmente invariato il livello di spesa rispetto agli anni precedenti, con un budget che, nel 27% dei casi, varia tra i 100 e i 300 euro e circa 1 italiano su 5 si spinge, invece, fino a 500 euro. I regali più gettonati destinati ad amici e parenti riguardano in particolare i generi alimentari come cesti, vini e altre specialità enogastronomiche e i prodotti di abbigliamento. Non mancano, poi, i giocattoli destinati ai più piccoli o un buon libro per i più grandi. Nonostante viviamo in un mondo che va sempre più veloce, dove la tecnologia permette di ricevere i propri acquisti direttamente a casa anche nel giro di poche ore, nello specifico degli acquisti natalizi i negozi fisici prevalgono ancora su quelli online. Un modo per toccare con mano e vivere a pieno l’esperienza natalizia e godersi le luci, i colori e i profumi della città.

Dati Euromedia Research – Realizzato il 03/12/2024 con metodologia CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne

– foto Euromedia Research –
(ITALPRESS).

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Stellantis intende aderire ad Acea “Unire le forze”

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ROMA (ITALPRESS) – Stellantis N.V. intende aderire all’Associazione Europea dei Produttori di Automobili (ACEA).
“L’industria automobilistica europea si trova in un momento critico, con una profonda trasformazione in corso verso la mobilità a zero emissioni, con nuove forze competitive e un ambiente internazionale in rapida evoluzione – si legge in una nota -. In questo importante momento, Stellantis ritiene fondamentale dialogare e sviluppare una comprensione condivisa delle sfide e dei modi per affrontarle insieme. Stellantis ritiene che ACEA sia la piattaforma giusta per farlo.
Stellantis è impaziente di collaborare con gli altri membri dell’associazione e di unirsi a un approccio comune, che preservi la transizione, la sostenibilità e la competitività dell’industria automobilistica e gli interessi delle sue comunità”.
“L’impegno di Stellantis nella transizione verso l’elettrificazione è profondo, grazie alla nostra tecnologia multi-energia, e affrontiamo con grande responsabilità le sfide dell’industria automobilistica europea. Riteniamo che l’ACEA sia il forum giusto per dialogare con i nostri colleghi e gli stakeholder e costruire insieme un piano di azione a sostegno dell’intera catena del valore”, ha dichiarato Jean-Philippe Imparato, COO di Stellantis Enlarged Europe.
Con riserva di approvazione da parte del Consiglio dell’ACEA, l’adesione diventerà effettiva a partire dal 1° gennaio 2025.

– Foto ufficio stampa Stellantis –

(ITALPRESS).

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