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Cronaca

Bce, tassi invariati e acquisti Pepp almeno fino a marzo 2022

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FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo della Bce continua a ritenere che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Pepp, moderatamente inferiore rispetto al secondo e al terzo trimestre dell’anno. Il Consiglio ha inoltre confermato le altre misure, ovvero il livello dei tassi di interesse di riferimento della Bce, le indicazioni prospettiche sulla loro probabile evoluzione futura, gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto di attività (PAA), le politiche di reinvestimento e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. Nello specifico, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Gli acquisti netti nell’ambito del PAA proseguiranno a un ritmo mensile di 20 miliardi. Il Consiglio intende inoltre continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce e, in ogni caso, finchè sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.
Il Consiglio direttivo seguiterà a condurre gli acquisti netti di attività nell’ambito del Pepp, con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi, almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finchè non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus. Il Consiglio direttivo seguiterà a reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Pepp almeno sino alla fine del 2023.
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Cronaca

Regione Lombardia porta i propri beni artistici in piazze e municipi

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MILANO (ITALPRESS) – Opere d’arte nelle piazze, all’interno dei municipi lombardi o in spazi pubblici di proprietà comunale, così da valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale e artistico della Lombardia, avvicinandolo ai cittadini. È questo l’obiettivo dell’accordo firmato oggi al Teatro alla Scala di Milano tra Regione Lombardia, Ministero della Cultura e Anci Lombardia.

Il progetto, denominato ‘L’Arte in Comune’, riguarderà tutto il territorio regionale portando la cultura nel cuore delle comunità, in modo da favorire una fruizione più diffusa e capillare. Il protocollo è stato siglato nel corso dell’evento ‘Futura. Nuovi sguardi per la cultura’, organizzato dall’assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Francesca Caruso, come occasione di confronto tra istituzioni, enti nazionali e internazionali, esperti, artisti e curatori sulle prospettive del settore.

All’appuntamento, una sorta di ‘Stati Generali’ della Cultura, hanno partecipato, tra gli altri, anche il governatore lombardo Attilio Fontana, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala Fortunato Ortombina.

Gli spazi espositivi allestiti nei Comuni ospiteranno opere attualmente conservate nei depositi museali o che presentano una significativa connessione col territorio. Saranno attivate collaborazioni tra istituzioni, scuole, biblioteche e realtà culturali per realizzare iniziative condivise e percorsi mirati. Un nuovo modello di gestione dei beni artistici che pone la Lombardia come avanguardia anche in ambito culturale.

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La sperimentazione attuata in regione potrà essere poi estesa a livello nazionale: “La cultura deve essere di tutti e per farlo è necessario portarla anche al di fuori dei luoghi tradizionali, così da raggiungere il più ampio pubblico possibile. La cultura deve vivere nella quotidianità delle persone: educa al bello, trasmette valori, ed è un antidoto al disagio sociale e giovanile” ha spiegato l’assessore Caruso. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto l’assessore – è andare avanti con determinazione nel percorso avviato per fare della Lombardia, sempre più, la ‘Casa della cultura’”.

“La Lombardia – ha detto il governatore Fontana – è una ‘regione-guida’ per quanto concerne la cultura. Gli investimenti e le politiche messe in campo offrono un contributo importante a un comparto che genera valore aggiunto e occupazione. Il progetto studiato con Ministero della Cultura e Anci darà ulteriore linfa a un sistema di efficaci sinergie coi territori”. “Con ‘L’Arte in Comune’ – ha affermato Mauro Guerra, presidente Anci Lombardia – offriamo ai Comuni un’opportunità strategica per rafforzare il proprio ruolo nella valorizzazione del patrimonio culturale, rendendo fruibili opere oggi non accessibili al pubblico. Puntiamo a generare una rete virtuosa tra Comuni, istituzioni museali e realtà locali”.

“Esprimo grande soddisfazione per questa iniziativa che – ha evidenziato Rosario Maria Anzalone, direttore della Direzione regionale Musei Lombardia – costituisce un esempio virtuoso e lungimirante di sinergia interistituzionale. Un progetto volto a promuovere un’autentica restituzione diffusa del patrimonio culturale ai legittimi proprietari, affinché funga da veicolo efficace di crescita morale e civile”.

L’evento è stata l’occasione per ribadire ‘l’idea di cultura’ promossa dalla Regione e in particolare dall’assessore Caruso: “Abbiamo lanciato un bando da 5 milioni di euro per ripristinare le infrastrutture culturali attualmente inutilizzate, oltre ai 7 milioni stanziati con l’Avviso Unico per sostenere centinaia di iniziative in tutte le province lombarde. Senza dimenticare i concerti di grande musica classica organizzati nei quartieri popolari. Vogliamo alimentare la rete sui territori, con particolare riferimento ai luoghi periferici dove si registra una carenza di offerta culturale”. Grande attenzione, inoltre, alle politiche destinate ai giovani: “Con i progetti ‘Palchi di classe e ‘Schermi di classe’ abbiamo portato al cinema e in teatro decine di migliaia di studenti lombardi, mentre con ‘Un due tre Musei’ abbiamo messo a disposizione abbonamenti per i minori dai sei ai tredici anni”.

– Foto Regione Lombardia –

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Cronaca

G. La Russa “Pronti a ospitare le opere d’arte anche nelle nostre sedi”

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MILANO (ITALPRESS) – “Un’iniziativa utile e importante“. Così Geronimo La Russa, presidente eletto di ACI Italia e presidente dell’Automobile Club Milano, dal palco del Teatro alla Scala, commenta il progetto promosso oggi dall’assessore alla Cultura della Regione Lombardia Francesca Caruso, di mettere a disposizione delle piazze, degli spazi comunali e delle sedi dei municipi della Lombardia, e in prospettiva anche dell’intero Paese, opere d’arte che attualmente non trovano spazio nei musei o in altri luoghi specificatamente dedicati all’arte.

“Per questo – aggiunge Geronimo La Russa – non solo plaudo all’iniziativa ma, fin dalle prossime settimane, mi attiverò per verificare con il presidente Fontana e l’assessore Caruso, in che modo anche le sedi provinciali ACI della Lombardia, possano condividere questo progetto aggiungendosi ai luoghi deputati a ospitare le opere d’arte”.

Il presidente dell’ACI ha quindi spiegato come il mondo delle auto e dei motori “apparentemente lontani abbiano molto in comune”. “Penso, ad esempio – aggiunge Geronimo La Russa – alla recente esperienza condivisa, in veste di presidente dell’Automobile Club Milano, in occasione del Gran Premio di Monza, con Pininfarina. Ecco, la genialità di un brand e di un’azienda come questa, identificano e sintetizzano al meglio come economia e cultura possano convivere e diventare motivo d’orgoglio per un intero Paese. Il settore dei motori, e in particolare quello dell’auto, può diventare un modello che può esprimere potenzialità vincenti nel connubio tra economia e cultura. Un binomio che, restando sempre nell’ambito dell’esaltazione del rombo dei motori, trova moltissime declinazioni vincenti nella storia del nostro Paese. Pensate al Gran Premio d’Italia di Formula 1 di Monza oppure alla Mille Miglia, molto di più di un evento sportivo, ma veri e propri eventi che fanno parte della storia, della tradizione e della cultura italiana”.

– Foto ufficio stampa Automobile Club Milano –

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Cronaca

Parole a scuola 2025, oltre 2.000 partecipanti all’Università Cattolica di Milano

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MILANO (ITALPRESS) – Alle ragazze e ai ragazzi servono adulti capaci di stare in relazione. Se non lo facciamo noi, lo chiederanno all’AI. È questa la consapevolezza che emerge da Parole a scuola 2025, un’occasione per riflettere sul ruolo educativo degli adulti in un tempo in cui la tecnologia offre risposte immediate, ma non relazioni autentiche. La scuola torna al centro come luogo di ascolto, incontro e responsabilità condivisa. Oltre 2.000 partecipanti hanno preso parte oggi, in Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, alla terza edizione di Parole a scuola: una giornata di formazione gratuita organizzata da Parole O_Stili, associazione che da anni si impegna a contrastare il fenomeno della violenza delle parole off e online, Università Cattolica del Sacro Cuore e Istituto Giuseppe Toniolo. Un appuntamento atteso, che ha riunito insegnanti, educatori, educatrici e famiglie da tutta Italia per riflettere sul potere delle parole nell’educazione e nella costruzione di relazioni autentiche.

Nel corso della giornata si sono alternati più di quaranta momenti di formazione tra panel, lezioni e laboratori, che hanno esplorato temi fondamentali per la scuola e la società di oggi: il rapporto tra intelligenza artificiale ed educazione, la collaborazione tra scuola e famiglia, l’uso consapevole dei social media e l’orientamento dei giovani nelle scelte per il futuro. Ad aprire la giornata Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’On. Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito.

“L’Università Cattolica del Sacro Cuore è impegnata costantemente a ribadire la forza dell’education power, ossia del ruolo dell’educazione come motore per una crescita inclusiva e solidale. Il legame tra studio, benessere psicologico, canali digitali, intelligenza artificiale è il tema sul quale riflettere quando pensiamo la didattica di domani – ha detto Beccalli -. E un ponte tra le scuole primarie e secondarie e l’università può aiutare molto nel ripensare la didattica. Queste sono le ragioni che mi hanno portato a proporre un Patto educativo per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. Il presupposto del Patto è che l’educazione può trarre benefici dalle nuove tecnologie quando queste fungono da mediatori, senza che esse diventino un fine in sé. L’idea che l’AI possa essere considerata un sostituto del parere degli esperti chiama in causa il tema dell’autorevolezza delle autorità epistemiche, dei luoghi di formazione come le università e le scuole. Sappiamo bene quali sono i rischi che una propensione del genere comporta, primo tra tutti la perdita progressiva di fiducia nei confronti degli insegnanti, che potrebbero essere visti come mediatori di conoscenza ormai obsoleti (anche perché ritenuti fallibili, essendo esseri umani, al contrario della AI illusoriamente infallibile). È un tema, questo, che tocca la radice profonda dell’educazione. Il compito arduo degli educatori è, dunque, quello di assumersi l’onere di “guidare” e di aiutare le studentesse e gli studenti a sviluppare un senso critico e un’apertura mentale capaci di renderle cittadine e cittadini consapevoli”.

“Porto il contributo del Ministero dell’Istruzione e del Merito a questo importantissimo evento organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’ Istituto Toniolo. Le parole sono importanti nella crescita delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e credo che “Rispetto” sia la parola chiave per l’educazione dei nostri studenti fin dalla scuola dell’Infanzia – ha sottolineato Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito -. Per quanto riguarda il rapporto tra scuola e AI, penso che la parola più indicata sia responsabilità. L’Intelligenza Artificiale deve essere un’opportunità e non un rischio, deve accompagnare e supportare il docente e non sostituirlo. La responsabilità di guidare i giovani in questi processi cognitivi verso le innovazioni tecnologiche e digitali è fondamentale”.

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Particolarmente partecipato è stato l’approfondimento dedicato al progetto Patti Chiari, pensato per promuovere un utilizzo consapevole, responsabile e trasparente dell’intelligenza artificiale nella didattica. Il tema ha assunto ulteriore rilievo alla luce dei dati emersi dalla ricerca “AI: tra informazione e formazione”, a cura dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, in collaborazione con il dipartimento di Alta scuola in media comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica e Credem. Secondo l’indagine, condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana, oltre il 90% dei giovani tra i 18 e i 25 anni utilizza strumenti di intelligenza artificiale in modo attivo, creativo e multifunzionale, ben oltre la semplice ricerca tematica. A differenza delle generazioni più mature, che tendono a servirsi dell’AI come di un motore di ricerca avanzato, i più giovani la impiegano anche per schematizzare contenuti complessi (50%) e approfondire argomenti specifici (45%), rivelando un potenziale innovativo non ancora pienamente valorizzato nel contesto scolastico.

Tuttavia, perché questa risorsa si trasformi davvero in un’opportunità educativa, la tecnologia da sola non basta. Le nuove generazioni dispongono infatti delle condizioni ideali per sviluppare una cultura informativa e formativa innovativa, fondata sul senso critico e sulla capacità di narrazione e interpretazione. Ma, affinché questa potenzialità si concretizzi, è necessario rafforzare anche le competenze riflessive, analitiche e creative. Solo così sarà possibile affrontare in modo costruttivo l’evoluzione dell’AI e del contesto digitale contemporaneo. Nel corso dell’evento, accademici, divulgatori, content creator e professionisti della comunicazione hanno dialogato con il pubblico portando esperienze e visioni differenti, ma unite da un obiettivo comune: promuovere una scuola capace di educare attraverso la relazione. “Le ragazze, i ragazzi e il grande utilizzo delle chat di AI lo dimostrano: fanno lì le domande che non riescono a fare a noi. Parlano di amicizia, sessualità, futuro, visioni del mondo. Cercano ascolto e risposte perché spesso noi adulti non abbiamo tempo, abbiamo pregiudizi o semplicemente non sappiamo cosa dire. Quando forse basterebbe semplicemente “stare” – ha spiegato Rosy Russo fondatrice e presidente di Parole O_Stili -. “Parole a scuola” è nato proprio per questo: per offrire agli insegnanti e ai genitori strumenti concreti per entrare in dialogo con loro. Oggi, con oltre 2000 partecipanti, 40 panel e 130 speaker, il nostro impegno è un gesto di bene verso i più giovani – e verso noi adulti, perché possiamo imparare ad aiutarli davvero”. Anche quest’anno, la partecipazione all’evento è stata gratuita e aperta al pubblico.

– Foto ufficio stampa Università Cattolica –

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