Economia
Banche, Uilca “9 italiani su 10 insoddisfatti da chiusura filiali”
Pubblicato
3 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il risiko bancario, tra le sue molteplici implicazioni, comporta anche la ridefinizione della presenza delle banche nei territori, “con chiusure di filiali che limitano la possibilità di accesso per i clienti ai servizi finanziari e assicurativi e impattano sull’aspetto occupazionale del settore. Le possibili aggregazioni bancarie annunciate nelle ultime settimane avrebbero implicazioni molto rilevanti, con impatti anche nel settore assicurativo, il coinvolgimento di grandi investitori privati e rilievi di natura politica”, spiega la Uilca in una nota.
“Il risiko bancario in corso può ridisegnare nuovi equilibri nel mondo finanziario e non solo: come Uilca da sempre crediamo che le aggregazioni bancarie, se devono esserci, debbano basarsi su una logica industriale di lungo periodo e non rispondere a motivazioni di natura politica o legate solo al profitto o agli interessi dei grandi azionisti. Resta prioritario salvaguardare e favorire l’occupazione, preservare il ruolo sociale della banca e la sua funzione per lo sviluppo del Paese, a sostegno delle comunità, delle famiglie e delle imprese”, commenta il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. “Come Uilca, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, continueremo a monitorare ogni risvolto di queste operazioni societarie, a partire da quello occupazionale”, aggiunge.
In Italia, negli ultimi cinque anni, ogni mese sono stati chiusi 76 sportelli bancari. Dal 2019 al 2024, infatti, si contano 4.557 filiali in meno. Nel 2024 le filiali bancarie sono scese sotto la soglia delle ventimila unità (19.755). Rimane alta l’insoddisfazione degli italiani per la chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune: scontente nove persone su dieci intervistate. Il rapporto umano si conferma determinante per accedere ai servizi bancari: per nove su dieci il bancomat non può sostituire il contatto umano. L’assenza di una banca impatta negativamente sull’inclinazione a investire e influisce nella scelta di vivere o meno in un territorio: per sette persone su dieci la prossimità di una filiale bancaria influisce “molto” o “abbastanza” nella “propensione all’investimento in prodotti finanziari”; per otto persone su dieci la banca rappresenta “un luogo utile per avere supporto e assistenza per quanto riguarda risparmi, investimenti e prestiti”; due intervistati su dieci dichiarano di conoscere persone che hanno lasciato il proprio comune di residenza per l’assenza di sportelli/filiali bancarie e altri servizi essenziali; le banche si confermano un presidio di legalità e supporto a imprese e territori: per sette persone su dieci la mancanza di una banca o di un servizio essenziale analogo influisce molto nella scelta di vivere o abbandonare un comune.
Aumenta il numero di quanti hanno percepito la mancanza/riduzione dello sportello bancario: da sei a sette su dieci. Queste le maggiori evidenze del secondo Rapporto Uilca Chiusura filiali? No, grazie, la sentiment analysis volta a misurare il livello di insoddisfazione degli italiani a causa della desertificazione bancaria e le ricadute occupazionali, sociali ed economiche del problema nel Paese.
“La desertificazione bancaria è un fenomeno in corso da tempo, ma le sue tante conseguenze sociali ed economiche erano sconosciute o del tutto sottovalutate. I dati del nostro secondo Rapporto ne confermano la gravità: è un problema reale, sentito dalle persone. La chiusura delle filiali ha impatti sociali, riduce la propensione agli investimenti e influenza la scelta di vivere o meno in un territorio, con un aggravio dello spopolamento dei piccoli centri”, così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan commenta gli esiti emersi dal Rapporto.
Da quanto registrato, inoltre, la presenza di una filiale non può essere sostituita dalla banca online: sette su dieci, in caso di chiusura della propria filiale bancaria, si recherebbero in un ufficio fisico, banca o posta.
“Nel 2023, con la campagna Chiusura filiali? No, grazie, ci siamo posti l’obiettivo di evidenziare i rischi della desertificazione bancaria e coinvolgere istituzioni, banche e Organizzazioni Sindacali per trovare, insieme, una soluzione in grado di coniugare le necessità di tutti i soggetti coinvolti, per prime quelle delle lavoratrici e dei lavoratori sotto il profilo occupazionale. Nelle varie realtà dove siamo stati presenti si è aperto un dibattito importante. Soprattutto abbiamo contribuito all’apertura di un tavolo al Cnel che vede tutte le parti interessate partecipare e impegnate a trovare soluzioni condivise, con l’obiettivo di proporle alla politica e renderle concrete, anche attraverso un disegno di Legge. L’apertura dei primi osservatori regionali va in questa direzione”, continua Furlan.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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Economia
Istat, ad aprile in calo la fiducia di consumatori e imprese
Pubblicato
5 ore fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Ad aprile 2025 sia il clima di fiducia dei consumatori, che l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in diminuzione (da 95,0 a 92,7 e da 93,2 a 91,5 rispettivamente).
Lo rende noto l’Istat. Tra i consumatori, si evidenzia un diffuso peggioramento delle opinioni, soprattutto quelle sulla situazione economica generale: il clima economico scende da 93,2 a 89,6, il clima personale diminuisce da 95,7 a 93,9, quello corrente flette da 97,9 a 95,4 e quello futuro cala da 91,1 a 89,1.
Con riferimento alle imprese, la flessione risulta più marcata nei servizi che nell’industria. In particolare, il clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato scende da 94,3 a 91,4 e l’indice del commercio al dettaglio cala da 103,8 a 101,8; nelle costruzioni la fiducia diminuisce da 104,6 a 103,6, mentre nel settore manifatturiero il calo è meno accentuato, da 86,0 a 85,7.
Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura migliorano i giudizi sugli ordini mentre calano le attese sulla produzione e le scorte sono giudicate invariate. Nelle costruzioni si registra un peggioramento delle attese sull’occupazione presso l’impresa in presenza di una stabilità dei giudizi sugli ordini.
Passando al settore dei servizi di mercato, si evidenzia un diffuso peggioramento di tutte le componenti del clima di fiducia. Il deterioramento dell’indice del comparto è influenzato, principalmente, dal crollo nel settore del turismo. Nel commercio al dettaglio, il calo della fiducia è dovuto ai giudizi sulle vendite e dalle scorte di magazzino giudicate in accumulo; le attese sulle vendite, invece, aumentano moderatamente. A livello di circuito distributivo, l’indice scende solo nella grande distribuzione mentre in quella tradizionale si registra una crescita.
“Ad aprile 2025 l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il terzo mese consecutivo, portandosi al livello più basso da marzo 2021 – sottolinea l’Istituto di Statistica -. Il calo è dovuto ad un peggioramento diffuso a tutti i settori; gli unici segnali debolmente positivi di questo mese provengono dal giudizio sugli ordini nella manifattura e dalle attese sulle vendite nel commercio al dettaglio. Il secondo calo consecutivo della fiducia dei consumatori esprime un generalizzato peggioramento delle opinioni dei consumatori, in particolare delle attese sulla situazione economica dell’Italia e delle valutazioni sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
Amplifon cresce negli Usa, acquisite due aziende in Arizona
Pubblicato
5 ore fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Amplifon ha perfezionato l’acquisizione di due aziende, Safe in Sound Hearing, LLC e SISH Tucson, LLC, che possiedono complessivamente 24 negozi in Arizona, negli Stati Uniti, il più grande mercato mondiale nel settore hearing care.
“Entrambe le aziende, appartenenti alla stessa proprietà, rappresentano il quarto maggiore franchisee di Miracle-Ear, il marchio attraverso il quale il Gruppo Amplifon opera negli Stati Uniti tramite negozi diretti e in franchising. Le due società hanno ricavi annui combinati superiori ai 15 milioni di dollari e impiegano complessivamente 65 persone”, si legge in una nota.
“Questa acquisizione si inquadra nella nostra strategia di continuare a crescere nel più importante mercato globale del nostro settore rafforzando una rete di negozi diretti da affiancare al nostro consolidato network in franchising – commenta il CEO di Amplifon Enrico Vita -. Questo modello di business nel retail, sviluppato negli ultimi anni, si è rivelato di grande successo e ci consente di servire in modo eccellente un numero crescente di persone in tutti e 50 gli stati americani”.
A seguito di questa acquisizione, il network di Miracle-Ear negli Stati Uniti supera i 420 punti vendita diretti, che si aggiungono ai circa 1.200 franchisee. Nel 2024 gli Stati Uniti sono diventati il primo mercato del Gruppo Amplifon in termini di ricavi.
– Foto Ufficio stampa Amplifon –
(ITALPRESS)
Economia
Rapporto Bce, l’inflazione è in discesa ma l’economia frena
Pubblicato
20 ore fa-
28 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Mentre l’inflazione nell’area euro continua a rallentare, grazie anche alla politica monetaria della Bce, la ripresa economica resta fragile e ostacolata da un contesto globale instabile. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato da Luis de Guindos, vicepresidente della Banca centrale europea, durante la sua audizione alla Commissione Economia del Parlamento europeo, dove ha presentato il rapporto annuale della Bce.
Tuttavia, ci sono anche alcuni elementi che potrebbero sostenere l’economia nel medio termine. Tra questi, de Guindos ha citato un mercato del lavoro ancora resiliente, redditi reali in aumento e gli effetti dell’allentamento della politica monetaria. A questi si aggiungono le nuove politiche pubbliche volte a stimolare gli investimenti, in particolare nei settori della difesa e delle infrastrutture, sia a livello nazionale che europeo.
Per quanto riguarda l’inflazione, il vicepresidente della Bce ha dichiarato che i dati più recenti mostrano un ulteriore rallentamento, con i prezzi in discesa verso l’obiettivo del 2% stabilito dalla banca centrale. “Il processo disinflazionistico è ben avviato e ci aspettiamo che continui”, ha detto de Guindos, sottolineando che l’effetto combinato della politica monetaria restrittiva, del calo dei prezzi dell’energia e di una crescita più contenuta sta contribuendo a moderare le pressioni inflazionistiche. Ma le incognite restano molte. “Le perturbazioni del commercio globale stanno aggiungendo incertezza alle prospettive di inflazione”, ha spiegato. “Un euro più forte, una ulteriore moderazione salariale e una domanda estera più debole potrebbero contribuire a raffreddare ulteriormente i prezzi. Al contrario, la frammentazione delle catene di approvvigionamento potrebbe invece generare nuove pressioni al rialzo”.
“Di fronte a un contesto complesso e incerto, la banca centrale rimane fermamente impegnata nel suo mandato primario di mantenere la stabilità dei prezzi. Questo è il contributo più importante che possiamo dare per promuovere un’Europa forte e prospera”, ha detto de Guindos aprendo il suo intervento. Il vicepresidente ha spiegato che l’attività economica nell’Eurozona ha iniziato a mostrare timidi segnali di ripresa nel 2024, ma la crescita osservata nel primo trimestre del 2025 è rimasta “modesta”. La situazione, ha chiarito, è resa più delicata dall’incertezza eccezionale che grava sull’economia globale, in particolare a causa delle tensioni commerciali internazionali, che stanno incidendo pesantemente sugli scambi. “Ora gli esportatori dell’area euro fronteggiano nuove barriere, mentre è probabile che le tensioni nei mercati finanziari e geopolitiche pesino sugli investimenti delle imprese. In questo contesto, i consumatori potrebbero diventare più cauti riguardo al futuro e limitare le spese”, ha avvertito.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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