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Cronaca

Mattarella “La mafia può essere vinta, dipende da noi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il 21 marzo rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità. L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

“Ricorrono trent’anni da quando Libera e altre associazioni hanno intrapreso un percorso importante di sensibilizzazione e mobilitazione civile fino a far sì che una legge dello Stato istituisse la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafiè, per esprimere doverosa solidarietà nei confronti delle vittime innocenti uccise dalla mano mafiosa”, aggiunge il capo dello Stato.

“Ogni ambito è stato colpito da questo flagello: servitori della Repubblica, donne e uomini che si battevano per migliorare la società, imprenditori e cittadini che hanno respinto il ricatto del crimine, persone semplici finite sotto il tiro degli assassini. I loro nomi sono parte della nostra memoria collettiva, ed è nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori. La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano”, conclude Mattarella.

-Foto: Quirinale-

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(ITALPRESS).

Cronaca

UNA SPETTACOLARE MILANO-SANREMO PARTITA SOTTO LA PIOGGIA DA PAVIA, VINCE VAN DER POEL IN VOLATA

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Mathieu van der Poel conquista la Milano – Sanremo 2025, sicuramente la più spettacolare e avvincente di questi ultimi anni. Il portacolori della Alpecin – Deceuninck conquista la corsa per la seconda volta (dopo il 2023) e la terza consecutiva per il team al termine di un finale mozzafiato iniziato con lo scatto di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) sulla Cipressa, seguito dall’ex iridato e da Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). Alla fine in volata vince Van der Poel, secondo Ganna e Pogacar al terzo posto. Partenza da Pavia sotto la pioggia, scesa abbondante soprattutto nella parte dell’Oltrepo Pavese, dove però la gente è scesa in strada ugualmente a fare il tifo per i propri beniamini. Le immagini dall’elicottero hanno mostrato in diretta prima su Rai Sport e poi su Rai 2 un territorio spettacolare, quello Pavese e Oltrepadano, sul quale occorre investire in futuro per poter portare manifestazioni come queste, in grado di valorizzare al meglio le nostre città e i nostri borghi. Oggi i tre grandi campioni simbolo di questa generazione hanno offerto a migliaia di tifosi il meglio di sé, hanno fatto capire che cosa sia veramente il ciclismo, uno sport di fatica ma in grado di coinvolgere tutti: forse qualcuno, dopo questa Milano-Sanremo, si ricrederà sulle due ruote, avviando i nostri giovani ad una disciplina sportiva che non ha eguali.

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Cronaca

Crosetto “Truppe Onu in Ucraina, l’Italia potrebbe starci”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sono contento. Dopo solo tre mesi che lo dico in ogni sede hanno preso atto che l’unica soluzione possibile sia l’Onu o comunque una forza multinazionale”. Così, in una intervista a la Repubblica, il ministro della Difesa Guido Crosetto, in merito al piano a 4 livelli di interposizione per l’Ucraina, con in prima linea l’Onu.

“Addirittura l’ambasciatore cinese all’Onu ha detto che, sostanzialmente, condivide la proposta del governo italiano che Giorgia Meloni sostiene da tempo: una missione internazionale o dell’Onu. Il punto è che non può essere una missione solo ‘occidentalè. Credo, però, che l’Onu possa dare un framework, cioè una copertura, giuridica. Il che non significa missione Onu in senso stretto, ma anche solo sotto ‘l’egidà dell’Onu. Possono apparire sofismi da diplomatici, non lo sono. Ciò detto, le condizioni in cui potrà operare una missione devono essere scritte prima nell’accordo di pace, poi vanno rese operative. E’ inutile discuterne adesso. E si esprimerà il Parlamento”.

Il piano per la sicurezza nazionale, che prevede l’aumento del numero degli uomini delle forze armate “è pronto, ci abbiamo lavorato e ragionato a lungo – spiega Crosetto -. Abbiamo analizzato quali sono le risorse, le criticità e, soprattutto, purtroppo, i tanti pericoli che abbiamo di fronte. Dobbiamo prevedere anche gli scenari peggiori, mettendo in sicurezza il Paese davanti a diversi tipi di minaccia, anche cyber. E’ un piano che chiaramente richiederà 8-10 anni per sviluppare una capacità difensiva adatta ai tempi. Dunque vuol dire: infrastrutture, addestramento, aumento del numero delle forze armate, integrazioni di vario tipo”.

“Ad esempio – aggiunge -, per i carabinieri: in caso di guerra, una parte di loro potrebbe attivarsi come forza aggiuntiva alle forze armate. Con questa strategia, nel suo complesso, andremo incontro alle richieste della Nato”. In merito a quando porteremo le spese militari al 2% del Pil, dichiara: “Al prossimo vertice Nato di giugno, decisivo ed epocale, probabilmente chiederanno di portare l’asticella al 3,5%, come dice Rutte. Trump, invece, ci chiederà il 5%, dicendoci: siccome siete rimasti indietro, dovete recuperare. Anche perchè, in ambito Nato, è prevedibile una sostanziale riduzione della presenza militare americana in Europa. Un piano chein realtà era già stato previsto da Biden, ma ora il tema si ripropone con Trump, molto concentrato sul quadrante Est-asiatico. Perciò deve aumentare il contributo delle nazioni europee. Stiamo lavorando su questo tema, non è facile, ma a giugno avremo fatto passi avanti”.

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E per quanto riguarda la difesa comune, secondo Crosetto non c’è bisogno di cambiare i trattati Ue, per un esercito comune: “Non ce n’è bisogno – sottolinea -. Lo schema è quello della Nato, che è efficientissimo. Se fotocopiamo quel modello, già domani avremmo la difesa europea. L’ho detto anche a Parigi: creiamo intanto un centro di comando e controllo unico, sovrapposto a quello Nato”.

– foto IPA agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Sul tir con 90 chili di marijuana, due arresti nel bergamasco

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MILANO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Milano ha arrestato un cittadino rumeno di 35 anni e un cittadino albanese di 39, entrambi incensurati, per detenzione a fini di spaccio di oltre 90 chili di marijuana. Nell’area di Brignano Gera d’Adda, in provincia di Bergamo, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Milano hanno notato un’auto avvicinarsi a un autoarticolato in sosta e consegnare delle grosse buste di plastica a due uomini, prima di allontanarsi frettolosamente. Subito dopo, i due uomini hanno fatto accesso al rimorchio telonato del tir dove sono rimasti per diversi minuti.

Giudicata la condotta sospetta, gli agenti hanno deciso di procedere al controllo del tir con targa rumena e dei due uomini, un cittadino rumeno ed un cittadino albanese, entrambi incensurati. Entrati nel rimorchio telonato, i poliziotti hanno constatato la presenza del bustone poco prima consegnato dall’uomo a bordo dell’auto e una porzione della pavimentazione dell’autoarticolato priva di viti.

È apparso subito evidente come i due stessero accedendo a un vano imbosco per prelevare qualcosa da inserire in quella busta: smontando tutte le assi del pavimento del rimorchio, infatti, gli agenti della Squadra Mobile milanese hanno rinvenuto numerose confezioni di marijuana per un peso complessivo di circa 90 chili. Nella motrice, inoltre, sono stati trovati oltre 20 mila euro in contanti in banconote di diverso taglio, verosimile provento dell’attività illecita. I due cittadini stranieri sono stati arrestati e accompagnati nel carcere di Bergamo.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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(ITALPRESS)

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