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Economia

Effetto dazi, profondo rosso per le borse europee dopo il crollo dei mercati asiatici

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ROMA (ITALPRESS) – Non si ferma il crollo dei mercati azionari dopo l’annuncio dei dazi da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Dopo che le piazze finanziarie europee hanno perso oltre 1.241 miliardi di capitalizzazione in due giorni alla fine della scorsa settimana, le aperture di oggi sono in forte calo: a Milano il FTSE MIB fa segnare -6,31%, giù anche il DAX 40 di Francoforte (-6,32%), il CAC 40 di Parigi (-5,96%), l’AEX di Amsterdam (-6,30%) e l’IBEX 35 di Madrid (-5,97%). Il tutto dopo il crollo delle Borse asiatiche: a Hong Kong il calo è stato del 13,22%, il Nikkei di Tokyo ha fatto segnare -7,82%.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Cybersecurity, Urso firma intesa Mimit-Acn a tutela di imprese e pubblica amministrazione

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ROMA (ITALPRESS) – Migliorare la capacità di sicurezza informatica del tessuto imprenditoriale, rafforzare la resilienza delle filiere produttive, rendendole più competitive nell’era digitale, e potenziare lo sviluppo delle competenze per aumentare la consapevolezza dei rischi cyber.

Con questi obiettivi è stato firmato a Palazzo Piacentini, dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, prefetto Bruno Frattasi, un protocollo d’intesa tra il Mimit e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) per avviare una collaborazione strutturata e continuativa sugli European Digital Innovation Hub: strutture selezionate dalla Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri, con il compito di accompagnare la transizione digitale dell’industria – in particolare delle PMI – e della pubblica amministrazione.

“Come Governo, promuoviamo l’innovazione e mettiamo la resilienza cibernetica del tessuto imprenditoriale al centro della nostra strategia di politica industriale, con l’obiettivo di renderlo più sicuro e competitivo. Questo accordo permette di massimizzare il valore della collaborazione tra pubbliche amministrazioni per accompagnare la transizione digitale delle imprese, riconoscendo un ruolo cruciale agli European Digital Innovation Hubs, catalizzatori per la diffusione e l’adozione di tecnologie digitali avanzate”, ha dichiarato il ministro Urso.

Nel dettaglio, il protocollo, ha l’obiettivo di facilitare azioni di intervento mirate sui territori che consentano al Mimit di rafforzare le filiere strategiche e le loro supply-chain locali in materia di cybersicurezza, rendendo stabile e continuativa l’interazione con la rete degli EDIH. L’intesa prevede anche l’avvio di un percorso di monitoraggio puntuale della domanda e dell’offerta di tecnologie e servizi nel settore della sicurezza informatica.

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Sul fronte competenze, l’accordo promuove la collaborazione con Università, istituti tecnici e centri di ricerca al fine di sviluppare iniziative nel settore della cybersicurezza e percorsi formativi specializzati per la PA e per le aziende mirati alla protezione dei dati e all’adozione di tecnologie innovative.

Per ottemperare a questi obiettivi, nasce un Comitato paritetico con funzioni di monitoraggio al fine di agevolare la collaborazione strategica tra Mimit e ACN, costituito da 6 componenti: 3 appartenenti al Ministero e 3 appartenenti all’Agenzia, con il coordinamento di un rappresentante del Dicastero.

Il protocollo impegna anche il Mimit e l’ACN alla redazione di un Accordo Quadro entro un anno corredato di Piano Attuativo che renda operativa e continuativa nel tempo una sinergia di mutuo vantaggio.

-Foto ufficio stampa Mimit –
(ITALPRESS).

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Economia

Enav, Monti “Entrati in alcuni mercati esteri grazie a Premier e Governo stabile e credibile”

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ROMA (ITALPRESS) – “La nostra capacità di vendere all’estero segue una linea partita dal Governo. Debbo dire che siamo arrivati sempre dopo il Premier e l’attività di un Governo stabile e credibile ci ha molto aiutati ad entrare in mercati nei quali prima non riuscivamo ad entrare. Adesso stiamo aprendo tre sedi. La prima, nel primo semestre di quest’anno, in India, poi subito dopo in Arabia Saudita, e in Brasile”. Così Pasqualino Monti, amministratore delegato di ENAV, ai microfoni di Sky Tg24 da Londra durante il roadshow della società per presentare i risultati del 2024 e il nuovo piano industriale 2025-2029. Monti ha anche parlato della situazione futura del traffico aereo in Italia: “Siamo molto soddisfatti anche per quello che è l’andamento non solo per il 2025 ma anche per i futuri anni in termini di traffico sia passeggeri che cargo. I voli cargo stanno crescendo molto, soprattutto in alcuni aeroporti del nord Italia”.

Per quanto riguarda i risultati 2024, Monti ha posto l’accento sui record raggiunti da ENAV lo scorso anno. “Il 2024 ha fatto segnare dei record in ogni singola voce del nostro conto economico con i migliori risultati di sempre, in termini di marginalità, di utile netto, di fatturato e anche in termini di dividendo, il più alto che la nostra società abbia mai staccato per i suoi azionisti e di questo siamo molto contenti – ha spiegato l’Ad di Enav -. Lo abbiamo fatto proprio grazie alla spinta sul mercato non regolato e sui mercati internazionali”.

– foto enav.it –

(ITALPRESS).

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Economia

Orsini “Usiamo i fondi del Pnrr per aiutare le imprese”

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ROMA (ITALPRESS) – “E’ qualcosa che ci preoccupa, i dazi possono incentivare certe scelte. Ne parlo dal mio discorso d’insediamento, prima che arrivassero i dazi: è logico che un imprenditore vada dove trova meno complicato lavorare”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in merito al rischio di delocalizzazione delle imprese verso gli Stati Uniti per evitare le barriere tariffarie.

“Qualcuno ci potrà anche pensare – aggiunge -. Ma ai nostri associati pesano più le difficoltà in Italia e in Europa che ci creiamo da soli: burocrazia, costo dell’energia, regolamentazione. Per il resto in Italia c’è ancora tanta capacità di fare prodotti unici: trasferirsi negli Stati Uniti in molti casi semplicemente è impossibile. Pensi alla meccanica di precisione, alla moda, all’agrifood, all’alimentare e altri. Sono convinto che ce la potremo fare iniziando a ridurre le barriere interne”.

Sul rischio recessione, dice: “A Confindustria abbiamo rivisto le stime di crescita dell’Italia nel 2025 dallo 0,8% allo 0,6%. Banca d’Italia ha fatto lo stesso. Ma recessione, credo di no. Abbiamo una capacità di adattamento molto forte, se l’Italia reagisce e facciamo ciò che serve”.

“Veniamo da 24 mesi di caduta della produttività, a cui ora si aggiunge l’incertezza generata dalla guerra commerciale – spiega -. Come fa un imprenditore a investire così? Il primo punto, quindi, è che il governo presenti un piano industriale straordinario a due anni per gli investimenti dove si dica dove vogliamo andare. Come salvaguardiamo i prodotti che funzionano? Come assicuriamo la trasformazione delle imprese mature che hanno difficoltà dettate da norme sbagliate del passato recente? Come apriamo nuovi mercati in America Latina, in India, in Africa?”.

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Alla domanda su quali proposte porta a Palazzo Chigi, dove martedì incontrerà la premier Giorgia Meloni, risponde: “Credo che in Europa un pò di sveglia serva. L’Unione europea pesa per il 13,4% del Pil mondiale e per il 7% delle emissioni. Intanto altre grandissime economie non si impegnano come noi e non praticano la nostra responsabilità sociale d’impresa. Io sono per la tutela dell’ambiente e la mia stessa azienda ci lavora molto. Ma sull’auto elettrica o i certificati verdi, su cui si è creata una speculazione finanziaria, è chiaro che c’è molto da cambiare”.

“Nessuno – aggiunge – chiede a chi ha investito di tornare indietro. Ma come si fa a lasciare tutta questa incertezza in Europa sulle multe per l’auto elettrica? Così gli investimenti non arrivano. Quindi penso che l’Europa debba fare un passo indietro, dev’essere velocissima nel dare linee chiare: che ci si fermi, che gli obiettivi verdi oggi sono sospesi. Il tempo è scaduto”.

“La Spagna – fa osservare il presidente di Confindustria – ha meno debito e cresce più di noi. Ma dobbiamo fare un provvedimento analogo, in modo che i nostri imprenditori abbiano delle certezze e rinizino a investire”. “Ormai si è capito che il piano Industria 5.0 (6,3 miliardi di incentivi del Pnrr agli investimenti in digitale e ambiente) non funziona – dichiara -. E’ inutile che continuiamo a spingere su una misura che, se siamo fortunati, assorbirà due miliardi in tutto. Il Pnrr è stato pensato per abbattere le emissioni, ora invece l’obiettivo è salvare l’industria europea. Quindi con i soldi rimasti del Pnrr, come con quelli dei fondi di coesione – e sono davvero tanti – serve il coraggio di puntare sulle priorità di attuali”.

Alla domanda se pensa a un nuovo piano di incentivi agli investimenti, risponde: “Sì. Ma non al 5% o al 10%. Almeno al 30%. E con meccanismi di credito d’imposta semplici, senza troppa burocrazia, automatici. Altrimenti tante imprese medio-piccole non seguiranno”.

“Per ora – aggiunge – non ho visto proposte. Credo che lo spazio per negoziare ci sia, se si pensa alle forniture americane all’Europa nell’energia o nella difesa. Queste ultime ci saranno ancora indispensabili per anni. Come lo sono i satelliti e le licenze software americane. Sul tema fiscale delle Big Tech si può riflettere. Ma non credo che un negoziato muscolare abbia molto senso”. “In questa partita quelli che hanno più da perdere sono due: Germania e Italia. Non ce lo scordiamo”, conclude il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.

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– foto Ipa agengy –

(ITALPRESS).

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