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Cronaca

Cybersecurity, Biffi “Oggi perimetro d’attacco più vasto, Ia a supporto”

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MILANO (ITALPRESS) – “Secure Network, società di cui sono amministratore delegato, è stata fondata con Stefano Zanero nel 2004, poco dopo la laurea”. Si tratta di “un’azienda specializzata nell’offensive cybersecurity”, ovvero “l’attacco dei sistemi dei nostri clienti per verificare quelle che sono le criticità dal punto di vista della cybersicurezza. Pensavamo fosse il futuro e avevamo ragione”.

Lo ha detto Alvise Biffi, amministratore delegato di Secure Network (BV TECH) e vicepresidente di Assolombarda, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress.

L’idea “è nata dal mio socio che stava facendo il dottorato al Politecnico di Milano, era il suo argomento di ricerca. Era l’epoca in cui partiva il primo testo unico sulla privacy, c’era una prima attenzione sulla riservatezza dei dati” e abbiamo pensato che “l’Italia avesse molto da dare nella dimensione digitale e quindi, di conseguenza, anche sui temi della cyber security”.

Oggi BVTECH si occupa di “sicurezza end to end a 360 gradi, di risk assessment e compliance, di auditing e security assessment”, con oltre “un migliaio di persone che lavorano su tutti questi aspetti, anche per lo sviluppo delle infrastrutture, la pubblica amministrazione e il mondo trasversale dei servizi”, ha spiegato.

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Al giorno d’oggi “non si tratta di trovare la ‘magic box’, il prodotto che compro e che magicamente mi sistema la cyber security. Vent’anni fa il problema era il virus: compravo l’antivirus e risolvevo il problema della sicurezza. Oggi il perimetro d’attacco è assolutamente molto più vasto e molto più interconnesso tra diverse organizzazioni aziendali”.

BVTECH ha “lanciato un nuovo prodotto, ExplicAI, un engine di intelligenza artificiale che risolve uno dei macro-problemi delle aziende, che sono le frodi. Le aziende vengono massacrate dalle frodi, nel primo semestre del 2024 in Italia ci sono stati 80 milioni di euro di frodi sulla deviazione bonifico nei pagamenti cliente e fornitore. Questa soluzione rileva le anomalie nei processi aziendali segnalando anche i bonifici fraudolenti, facendo risparmiare sicuramente i soldi dalla frode e anche assolvendo delle compliance sul monitoraggio frodi delle aziende. E’ molto utile per semplificare i processi, abbassa di molto i costi e previene le frodi per le aziende”.

Biffi si è soffermato anche sui macrotemi che interessano, oggi, a tutte le aziende: “Sono la transizione digitale – di cui la sfumatura cyber security è uno degli asset – e l’intelligenza artificiale, un elemento che trasformerà necessariamente le organizzazioni”.

Poi “le competenze e il cambiamento demografico: c’è un fabbisogno di trasformazione e di re-skilling” e “ci sono pochi giovani rispetto alla quantità di profili che servono. I numeri non sono incoraggianti”.

Biffi si è espresso anche sui dazi. L’Italia ha “un tessuto manifatturiero ancora molto vivo” che rappresenta un punto di forza da preservare”, ha sottolineato. “Possiamo e dobbiamo fare due cose: ribilanciare nelle negoziazioni bilaterali parti di import e parti di servizi, in modo da avere con gli Stati Uniti una negoziazione positiva e virtuosa, necessariamente nell’alveo del discorso europeo, e sviluppare nuovi mercati. Il problema è che per le medie aziende e filiere a loro collegate andare su altri mercati è un investimento molto importante, che rischia anche di creare uno sbilanciamento sui conti”. Occorre, dunque, “essere a fianco alle imprese per aiutarle in questo processo, riducendo per quanto possibile il rischio”. (ITALPRESS)

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Foto: Italpress

Cronaca

Via libera della Camera al Dl Sicurezza con 163 sì, il testo passa al Senato

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ROMA (ITALPRESS) – Con 163 voti favorevoli, 91 contrari e 1 astenuto, l’Aula della Camera ha approvato il ddl recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonchè di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. Il testo ora passa al Senato.

– foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, a Milano “Una collezione inattesa”

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MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 30 maggio al 5 ottobre 2025 alle Gallerie d’Italia di Milano l’esposizione “Una collezione inattesa. La Nuova Arte degli Anni Sessanta e un Omaggio a Robert Rauschenberg”, a cura di Luca Massimo Barbero, curatore associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea della Banca, che presenta un omaggio al grande artista americano Robert Rauschenberg e un itinerario inedito sull’arte contemporanea degli anni Sessanta.
L’esposizione, che conta oltre 60 opere, si sviluppa nelle monumentali sale delle Gallerie d’Italia di Milano, offrendo al pubblico un viaggio ricco e articolato che attraversa la grande sperimentazione radicale degli anni Sessanta, per arrivare agli sviluppi più significativi del decennio successivo. Il percorso si arricchisce di intensi dialoghi tra opere rappresentative della cultura visiva concettuale, sia europea che americana. Le Collezioni di Intesa Sanpaolo, ancora una volta, si rivelano al grande pubblico in modo inatteso e sorprendente, grazie anche al fondamentale contributo della Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico della Banca. Un’occasione unica per esplorare l’evoluzione dell’arte contemporanea, attraverso una selezione di lavori raramente esposti.
“Le raccolte di arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo formano un corpus unico in Italia per ampiezza, importanza e internazionalità, un patrimonio straordinario che la Banca desidera condividere con il pubblico delle Gallerie d’Italia. A tal fine, abbiamo avviato un progetto di progressiva conoscenza delle opere, dando occasione in particolare di approfondire e apprezzare il prezioso nucleo della Collezione Luigi e Peppino Agrati – afferma Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo -. Questo nuovo allestimento, dedicato alle ricerche artistiche più radicali degli anni Sessanta, arricchito da un omaggio a Rauschenberg, accosta per la prima volta oltre 60 lavori di grandi artisti italiani e americani. Un percorso emozionante e ricco di capolavori, che identifica le Gallerie di Piazza della Scala come uno dei luoghi di eccellenza per l’arte del Novecento”.
La selezione di opere si apre con capolavori significativi che esplorano il monocromo, uno degli aspetti centrali della ricerca artistica tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta. In questo contesto, la presenza di artisti come Yves Klein, Lucio Fontana e Piero Manzoni risulta fondamentale, rappresentando emblematicamente la ricerca europea di quel periodo. Queste opere si confrontano, in un dialogo vivace e serrato, con le nuove generazioni di artisti le cui ricerche aprono gli anni Sessanta, tra cui spiccano due rare opere di Giulio Paolini, un monocromo di Robert Ryman e una giovanile quanto sorprendente opera in piombo di Richard Serra.
Come in un azzeramento della superficie, il curatore propone un confronto tra i grandi maestri dell’arte contemporanea provenienti da due sponde opposte dell’Oceano, in un dialogo tra minimalismo e monocromia. L’esposizione offre l’opportunità di ammirare opere di Carl Andre, protagonista della scultura minimalista americana, affiancate da due importanti lavori di Robert Mangold, artista raramente visibile nelle collezioni europee. A queste si uniscono due capolavori di Enrico Castellani: Superficie bianca (Omaggio all’alba) e Superficie bianca. Dittico.
Un momento di approfondimento del nuovo immaginario degli anni Sessanta si sviluppa nella sala successiva, dove due leggii di Giulio Paolini – la cui presenza punteggia l’intero percorso di mostra – dialogano con due opere specchianti di Michelangelo Pistoletto, rispettivamente del 1967 e del 1979, e si intrecciano simultaneamente con il lavoro giovanile del maestro Jannis Kounellis del 1960. Questo spazio, creando un gioco di rimandi e riflessi ideali e concettuali, arricchisce la comprensione dell’evoluzione dell’arte in quegli anni cruciali di ricerca.
Successivamente, in uno spazio concentrato e intensamente significativo, sei disegni realizzati con polvere da sparo introducono il pubblico all’opera del grande maestro californiano Edward Ruscha e si confrontano con tre opere in piombo di Jasper Johns, lo stesso artista che appare ritratto nell’opera di Giulio Paolini del 1967. Questo dialogo diventa così emblematico dello scambio serrato – sia concettuale che pittorico – che ha caratterizzato gli anni Sessanta, mettendo in relazione le esperienze artistiche dei due continenti.
A questa selezione risponde la grande sala d’angolo, che, grazie all’ingresso della Collezione Luigi e Peppino Agrati nel patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, offre per la prima volta a Milano l’opportunità di ammirare le tre serie di dieci serigrafie originali di Andy Warhol: Marilyn, Electric Chairs e Mao Tse-Tung. Queste opere su carta costituiscono una riflessione sulla bellezza, sulla caducità del tempo e sulla potenza della comunicazione. In aggiunta, sarà possibile ammirare Waco, Texas di James Rosenquist, un’opera che arricchisce ulteriormente il percorso espositivo, rappresentando anch’essa un capitolo significativo della cultura pop.
Il dialogo sul nuovo immaginario degli anni Sessanta si sviluppa anche nelle due ultime sale perimetrali del Salone Scala, dove sono esposte opere raffinate e intime di Roy Lichtenstein.
Tra queste, spicca Mirror #2 del 1970, un pezzo silenzioso e quasi minimale, che, insieme a Brushstroke del 1965, diventano un simbolo emblematico della cultura Pop americana.
Il dialogo prosegue con la figura di Jean-Michel Basquiat, che, ancora giovanissimo, espone sotto lo pseudonimo di SAMO nella galleria Mazzoli di Modena. L’artista intrattiene anche un profondo legame con l’Italia e con Napoli, grazie anche al gallerista Lucio Amelio, sodale di Peppino Agrati. Il ponte culturale tra Italia e Stati Uniti trova simbolicamente espressione anche grazie alla presenza di Francesco Clemente che, nel 1984, lavorò nel celebre lavoro collettivo a quattro e sei mani proprio con Basquiat e Andy Warhol, qui rappresentato con la serie Vesuvius.
Il cuore della mostra è il Salone Scala, interamente dedicato all’omaggio del grande artista Robert Rauschenberg. Il 2025 segna il centenario della sua nascita e, in questa occasione speciale, viene celebrato per la prima volta il suo profondo legame con l’Italia e con Peppino Agrati, amico e collezionista. Grazie a questo legame, è possibile presentare insieme un nucleo di 17 opere, tra cui il capolavoro Blue Exit del 1961. Questo tributo si ricollega a uno degli aspetti fondamentali della ricerca di Rauschenberg, che, fin dai suoi esordi con la monocromia degli anni Cinquanta, ha ridefinito il concetto di Neo-Dada, diventando uno dei protagonisti assoluti della cultura visiva internazionale degli anni Sessanta. Particolare rilevanza anche in questo caso riveste il legame tra Peppino Agrati e Lucio Amelio, rappresentato in mostra dall’opera Trasmettitore Argento Glut del 1987 e proveniente dalla storica esposizione organizzata dal gallerista napoletano. Accanto alle grandi opere e ai disegni, la mostra include litografie straordinarie che raccontano non solo l’evoluzione tecnica che Rauschenberg ha reso innovativa, ma anche il suo rapporto con le immagini e i temi della società e della politica dell’epoca. Questa è la prima volta che l’intero nucleo di opere di Robert Rauschenberg proveniente dalle Collezioni Luigi e Peppino Agrati viene esposto al pubblico. Un’occasione unica per sottolineare l’importanza che il maestro americano ha attribuito alla composizione e alla grafica, elementi fondamentali del suo linguaggio artistico.
– foto f28/Italpress –
(ITALPRESS).

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Tajani lancia da Bergamo la Rete Italiana Obesità

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BERGAMO (ITALPRESS) – Un’alleanza nazionale che parte dai territori per cambiare la salute pubblica in Italia e in Europa. E’ questo il senso profondo della Rete Italiana Obesità, lanciata oggi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dal Vicepremier Antonio Tajani, insieme al deputato Stefano Benigni e a numerosi protagonisti del mondo istituzionale, sanitario, accademico e civico.
Un progetto senza precedenti, nato per affrontare obesità, sovrappeso e disturbi alimentari con una strategia integrata che unisce ospedali, medicina territoriale, scuole, sindaci, associazioni di pazienti e cittadini, farmacie, Case di Comunità e punta sull’uso avanzato dei dati e dell’intelligenza artificiale per guidare politiche basate sull’evidenza.
“La Rete Italiana Obesità è la risposta a una delle più grandi sfide globali del nostro tempo. L’Italia, grazie al lavoro di Forza Italia, è oggi un modello di eccellenza globale. Siamo il primo Paese al mondo con una legge quadro sull’obesità: oggi costruiamo un’architettura operativa, capillare, inclusiva, che parte dai territori e guarda al futuro della sanità”, ha detto Tajani.
L’Italia è oggi pioniera grazie a una serie di risultati concreti: la prima legge al mondo sull’obesità, approvata alla Camera a prima firma del deputato Roberto Pella; un fondo dedicato istituito nella Legge di Bilancio 2025 grazie a un emendamento di Stefano Benigni; un Manifesto condiviso, che verrà firmato da istituzioni, Regioni, enti sanitari, associazioni, scuole e università; una rete di centri di eccellenza ospedalieri regionali, costruita con FIASO, in stretta connessione con i medici di famiglia, i farmacisti, e gli specialisti e in accordo con le società scientifiche di riferimento come SIO; un piano per la raccolta strutturata dei dati clinici e sociali, integrato con strumenti di intelligenza artificiale per valutare impatto e sostenibilità.
Nel suo intervento, Benigni ha annunciato la presentazione di un emendamento al cosiddetto Ddl Prestazioni per istituire la cabina di regia della Rete al Ministero della Salute, in raccordo con Regioni, ISS, AGENAS, AIFA e l’Osservatorio Nazionale Obesità previsto dalla legge Pella.
“Faremo appello a tutti gli attori del sistema salute per lavorare insieme a questo ambizioso progetto – ha detto -. In accordo anche con l’onorevole Letizia Moratti coinvolgeremo anche le istituzioni europee, per costruire una rete strutturale anche a livello internazionale, grazie al contributo del nostro Ministro degli Esteri. Nelle prossime settimane lancerò un Manifesto per la creazione della rete”.
A rafforzare il quadro normativo e operativo della Rete, è intervenuto anche il Consigliere regionale della Lombardia Johnatan Lobati, promotore di una legge regionale per la prevenzione e il contrasto all’obesità. “Con questa legge vogliamo fare della Lombardia un modello territoriale d’avanguardia per il contrasto all’obesità e alle patologie cardiometaboliche, fondato sulla collaborazione tra Regione, enti locali, scuole, sanità e comunità, e costituisce un esempio concreto di come le politiche regionali possano anticipare e sostenere la visione nazionale”.
La Rete Italiana Obesità si fonda su un approccio One Health, che connette salute umana, ambientale e sociale, e promuove una trasformazione culturale nei comportamenti alimentari, nella scuola e negli ambienti urbani.
“Questa rete è la prova che quando il cambiamento parte dai territori e dall’eccellenza dei nostri centri ospedalieri d’avanguardia è possibile immaginare una sanità più giusta, sostenibile ed efficace – ha concluso Tajani -. E l’Italia è pronta a guidare questa rivoluzione in Europa e nel mondo”.
-foto f20/Italpress –
(ITALPRESS).

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