Economia
Noesis Group si evolve, nasce NGF – la nuova Growth Factory della comunicazione
Pubblicato
4 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Le Agenzie di comunicazione del Gruppo Noesis danno il via ad un nuovo ambizioso percorso: NGF – Noesis Group | Growth Factory, l’evoluzione di una realtà già consolidata sul mercato, che oggi si presenta con un nuovo posizionamento ancora più audace.
Con oltre 30 anni di esperienza, il Gruppo, da oggi NGF, con oltre 110 professionisti dal DNA multiculturale e 13 milioni di fatturato, riunisce quattro agenzie specializzate in ambiti differenti e complementari: Noesis, la capofila del Gruppo, agenzia di comunicazione integrata con approccio multicanale, con main focus su Media Relations, Influencer Marketing, Event Management, Progetti Speciali e Public Affairs – TwentyTwenty, HUB creativo e digitale che sviluppa progetti di storytelling per i brand – Aretrè, agenzia specializzata nella formazione e comunicazione medico-scientifica e Natasha Slater Studio, focalizzata su social PR, creando format ed eventi esclusivi per brand luxury e lifestyle.
“Growth Factory è un modello umanistico fondato sull’interscambio tra professionalità diverse e talenti straordinari, capace di superare i confini della comunicazione ordinaria con un approccio su misura, strategico e innovativo” ha commentato Martin Slater, Fondatore e Presidente di NGF.
Guidato dal desiderio di innovare, NGF valorizza un mix unico di competenze in PR, Creatività, Influencer Marketing, Data Analysis, Eventi, Digital Strategy e Social Media. Un ecosistema in cui molteplici skills integrate abbracciano prospettive diverse e le fondono per dare vita a una Factory di idee non convenzionali, capace di ridefinire il modo di fare comunicazione e fortemente impegnata nella crescita di awareness, resonance e reputation dei brand. “Siamo un team di sognatori instancabili e di lavoratori determinati, pronti a camminare al fianco delle aziende tra successi e sfide quotidiane, in un mercato che evolve alla velocità del digitale, e non solo – commenta Antonella Romano, CEO e Partner di Noesis e TwentyTwenty – NGF è molto più di una sigla, è una dichiarazione, una Factory animata da un nuovo “G” Factor, motore del nostro Gruppo, della nostra Gente, della Growth nostra e di quella dei nostri Clienti. Perché alla fine, non è solo ciò che facciamo a renderci diversi, ma come lo facciamo e il valore che generiamo”.
Il lancio di NGF si sostanzia in un nuovo logo che è espressione di solidità, dinamismo e innovazione. Un logo immediatamente riconoscibile, con una scelta tipografica bold e geometrica che mette al centro la “G”, stilizzata in modo unico, come fulcro visivo che rappresenta il cuore pulsante del brand, la sua vocazione alla crescita e il DNA innovativo. A completare l’identità visiva, il lancio del nuovo sito NGF https://noesisgroup.eu/ un’interfaccia minimalista e di forte impatto visivo, che rispecchia le scelte creative del logo. Qui prende vita il Manifesto di NGF con un video di apertura che si afferma con forza come dichiarazione di intenti di un Gruppo che guarda sempre oltre, che dà forma alle idee trasformandole in reputazione d’impatto e crescita.
– foto ufficio stampa Noesis –
(ITALPRESS).
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Economia
Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
Pubblicato
14 ore fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2025 le spese obbligate – ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.
E’ quanto emerge dai dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui si tratta di una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna.
In trent’anni la quota di consumo destinata ai beni e ai servizi commercializzabili è passata dal 37% al 42,2%. La parallela compressione della quota destinata al consumo di beni e servizi commercializzabili (nel 2025 si stima un’incidenza complessiva del 57,8%), vale a dire quelli il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari, sottende a sua volta dinamiche articolate.
La spesa per i servizi commercializzabili, che aveva registrato un deciso arretramento nel 2020, è tornata, nei periodi più recenti, ad aumentare in misura più significativa rispetto agli altri consumi ed è stimata attestarsi nel 2025 al 20,8%. Quota che risulta ancora inferiore al 21,3% raggiunto nel 2019. Per contro i beni commercializzabili dovrebbero vedere nell’anno in corso un’ulteriore riduzione dell’incidenza attestandosi al 36,9%.
Vanno anche considerati gli importanti mutamenti demografici intervenuti nell’arco temporale oggetto d’osservazione. Oltre all’invecchiamento della popolazione, che ne ha mutato le esigenze e le preferenze in materia di consumi, a partire dal 2015 il numero di residenti in Italia ha mostrato una progressiva riduzione (nella media del 2025 il calo rispetto al picco del 2014 dovrebbe approssimarsi a 1,4 milioni) fornendo un inevitabile contributo negativo allo sviluppo della domanda. I risultati segnalano come gran parte dei cambiamenti, in termini di spostamento dei volumi tra obbligati e commercializzabili si sia rilevato tra il 1995 ed il 2007.
Elemento che fa emergere il ruolo dei prezzi nel determinare gli andamenti a valore. Altro fattore che spicca è il sostanziale immobilismo dei volumi acquistati per abitante, con una spesa, ai prezzi del 2025, che nell’anno in corso sarà ancora inferiore di circa 200 euro a quella del 2007 nonostante gli apprezzabili miglioramenti degli ultimi anni.
Analizzando più nel dettaglio le voci, si conferma il ruolo preponderante delle spese per l’abitazione, i cui volumi per abitante sono in continua crescita ed ammontano, ai prezzi attuali, a poco meno di 5mila e duecento euro l’anno (in aumento nel solo 2025 di 109 euro). Dinamiche più recenti evidenziano come per i beni commmercializzabili il miglioramento degli ultimi anni, guidato in buona parte dalle apparecchiature informatiche e per le comunicazioni, si vada esaurendo, con una stima per il 2025 di riduzione dei volumi acquistati di 57 euro per abitante. In questo contesto le maggiori difficoltà si confermano quelle relative ai beni più tradizionali come l’alimentare.
Per l’anno in corso i miglioramenti più significativi, in termini di volumi, sono attesi per i servizi commercializzabili per i quali si stima una crescita delle quantità acquistate di 134 euro per residente. Dato che permetterebbe di tornare, e superare di poco, i livelli del 2019. Le dinamiche di lungo periodo, e non solo, fanno emergere ancora una volta come i prezzi dei consumi a cui le famiglie non possono rinunciare, si siano mossi ad una velocità nettamente superiore rispetto ai beni e servizi commercializzabili. Tra il 1995 e il 2025 l’incremento complessivo è stato del 132,1 a fronte di una crescita del 55,2% dei beni commercializzabili e dell’81,4% dei servizi il cui acquisto è da considerarsi una libera scelta delle famiglie. Tra le spese obbligate continua a spiccare il ruolo degli energetici che, nonostante l’attesa di una riduzione dei prezzi nel 2025, hanno visto il deflatore aumentare del 178,3% nel periodo.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
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6 Agosto 2025di
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– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
Produzione industriale in aumento dello 0,2% a giugno, calo dello 0,9% sull’anno
Pubblicato
18 ore fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A giugno l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre si registra un aumento del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mostra un calo congiunturale solo per i beni di consumo (-0,9%); viceversa si osservano aumenti, sebbene assai contenuti, per i beni intermedi (+0,2%) e per l’energia e i beni strumentali (+0,1% per entrambi i settori).
Al netto degli effetti di calendario, a giugno l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a giugno 2024). Si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia (+7,3%); calano, invece, i beni strumentali (-1,4%), i beni intermedi (-2,1%) e i beni di consumo (-3,0%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,7%), l’attività estrattiva (+6,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+4,7%). Le flessioni più rilevanti si riscontrano, invece, nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%), nella produzione di prodotti chimici (-3,2%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,0% per entrambi i settori).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)

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