Economia
Istat, nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al 2024
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9 ore fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel primo trimestre l’Istat stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024.
Il primo trimestre ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024. La stima preliminare riflette una crescita sia del comparto primario sia di quello industriale, mentre il settore dei servizi ha registrato, nel complesso dei tre mesi, una sostanziale stazionarietà.
Dal lato della domanda, la componente nazionale, misurata al lordo delle scorte, è in crescita, mentre si stima una lieve diminuzione della componente estera netta. In particolare, la variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,4%.
Le parole di Giorgetti
“L’Istat certifica una crescita positiva per il primo trimestre, migliore rispetto ad altri Paesi europei. Un segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche del governo”. Lo dichiara il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
– foto screenshot ufficio stampa Istat –
(ITALPRESS).
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Economia
Banco BPM, l’assemblea dei soci approva il bilancio 2024. Castagna “Continueremo a essere protagonisti”
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3 ore fa-
30 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – L’assemblea dei soci di Banco Bpm, titolari di azioni rappresentative di circa il 66,23% del capitale sociale, ha deliberato, con il 99,80% dei voti favorevoli, di approvare il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024, che si è chiuso con un utile netto di 1.850,2 milioni, in crescita del 51,9% rispetto al 2023. Inoltre, è stata approvata quasi all’unanimità (99,95%) anche la distribuzione di un dividendo di 0,60 euro per azione, oltre all’acconto di 0,40 euro per azione già distribuito a novembre 2024, in crescita del 78,6%.
I soci hanno poi approvato a larga maggioranza anche gli altri punti all’ordine del giorno. In particolare, le politiche di remunerazione hanno ottenuto il voto favorevole del 91,16% dei soci presenti per quanto riguarda il 2025 e del 93,65% per il 2024. I risultati del 2024 di Banco Bpm sono “obiettivamente straordinari”. Il piano industriale “prospetta un’evoluzione futura ancora migliore per la nostra banca, anche attraverso l’acquisizione di Anima e il consolidarsi di un modello di business che prevede una minore sensibilità e dipendenza dall’andamento dei tassi di interesse”, ha sottolineato il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, intervenendo all’assemblea.
Grazie “all’impegno e alla dedizione dei nostri 20mila colleghi”, Banco Bpm “non è mai stata così forte, rispettata e autorevole come oggi”, ha precisato poi. “Siamo una banca privata, indipendente, italiana, non mi riferisco solo alla sede legale ma al fatto che il 100 per cento delle nostre attività, filiali, colleghi sono in Italia“. L’obiettivo è “continuare a muoverci nel solco della nostra storia, fatta di vicinanza alle persone e territori. Il nostro percorso non deve finire qui, deve continuare”, ha concluso Tononi.
Per quanto riguarda l’Ops lanciata da UniCredit su Banco Bpm, “ci sembra il caso che dica se l’offerta va avanti o si ferma”. Così l’Ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna: “Ci sono già tre condizioni poste da UniCredit che non si sono realizzate e non si realizzeranno. Per noi il prezzo è assolutamente incongruo – ha aggiunto poi l’ad – . Per ora c’è un’offerta di scambio senza cash e questo ulteriore rilancio è solo ventilato ma non chiarito, portando incertezza ai nostri azionisti”. Il corrispettivo “non sarebbe congruo e non riconosce nessun premio agli azionisti di Bpm, non ne riflette i fondamentali, è interamente in azioni e forse la parte più seccante per gli azionisti è che questo correspettivo crea valore esclusivamente per gli azionisti di UniCredit a danno di quelli di Banco Bpm”.
“Sicuramente penso che continueremo a esser protagonisti di eventuali percorsi di crescita, sempre che questi siano confacenti con la nostra linea strategica. Non andiamo a pensare operazioni tanto per diventare più grandi. Vediamo il mercato da quante banche sarà composto alla fine di questa ondata di operazioni. Vedremo qual è la collocazione più giusta per Banco Bpm che ha tutte le carte in regola per giocare da protagonista qualora l’offerta UniCredit non andasse in porto. Noi pensiamo di avere un validissimo progetto industriale stand alone”, ha aggiunto rispondendo a una domanda sul risiko bancario, a margine dell’assemblea ordinaria.
– foto screenshot video xm4/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Il rapporto della Banca d’Italia “Sistema finanziario stabile, ma pesa l’incertezza estera”
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1 giorno fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un contesto macrofinanziario stabile rispetto a novembre, ma altamente sensibile ad uno scenario imprevedibile dominato dall’incertezza a livello internazionale. È questa la descrizione dell’Italia contenuta nel Rapporto sulla stabilità finanziaria redatto e presentato oggi dalla Banca d’Italia. Pur permanendo elementi di vulnerabilità quali l’alto debito pubblico e la scarsa crescita dell’economia, ci sono anche elementi che rendono i rischi per il sistema finanziario italiano moderati.
Tra questi la solidità del settore bancario e del mercato del lavoro, una bassa inflazione e il miglioramento della posizione netta sull’estero. Il principale fattore di incertezza, nonché di tensione sui mercati finanziari internazionali, è rappresentato dall’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump: l’annuncio, giunto agli inizi di aprile, ha portato ad un calo delle aspettative di crescita dell’economia mondiale per il 2025.
Nonostante una riduzione delle tensioni nelle settimane successive, i rischi per la stabilità finanziaria sono nel complesso aumentati. Per quanto riguarda le famiglie italiane la loro situazione finanziaria rimane solida con rischi contenuti, pur permanendo una possibile incidenza negativa a causa della debolezza della congiuntura e dell’elevata incertezza sull’andamento dell’economia a causa delle tensioni internazionali. Le famiglie hanno ampliato gli investimenti negli strumenti del risparmio gestito, soprattutto nella componente dei fondi comuni, e anche i depositi sono tornati a crescere.
Al contrario si è assistito ad un rallentamento dei titoli di debito, seppur con differenze al suo interno: da una parte si è visto un aumento di nuovi investimenti in titoli emessi dal settore privato italiano e da emittenti esteri, al contrario di quanto accaduto con i titoli di stato italiani. Rallentano anche i certificates: a fine 2024 ne circolavano circa 85 miliardi dei quali due terzi erano detenuti dalle famiglie italiane.
Essi rimangono tra i titoli di debito più rappresentati tra gli investimenti delle famiglie: l’Italia è infatti il paese europeo assieme alla Germania dove tali strumenti sono più diffusi. Minore è invece la loro diffusione in altri paesi dell’area euro. Infine nel quarto trimestre dell’anno il rapporto tra debito complessivo delle famiglie e il reddito disponibile è stato pari al 56,1%, circa 30 punti percentuali in meno rispetto alla media dell’area euro.
Sempre a fine 2024, la quota dei mutui a tasso fisso sul totale delle consistenze in essere ha raggiunto il 72,3%. Sul fronte delle imprese, la prima conseguenza del panorama descritto è stato un calo della redditività: nel 2024 il margine operativo lordo si è ridotto del 5,1% (a fronte di una crescita dell’8,3% nel 2023), con una contrazione della redditività rilevante nel settore dell’industria. Contrazione rilevata anche nei prestiti bancari alle imprese, quale riflesso della debolezza della domanda di credito e di politiche di offerta caute: -2,4% in dodici mesi con termine a febbraio.
Questo calo ha interessato le aziende maggiormente rischiose e soprattutto le piccole e micro. Un discorso differente riguarda i finanziamenti alle imprese che operano nei settori più esposti ad eventuali effetti di un aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti.
Nonostante l’esposizione delle banche italiane sia relativamente maggiore rispetto alla media dell’area euro, in realtà essa rappresenta una quota contenuta del totale dei prestiti alle imprese: oltre il 70% del credito è infatti destinata a settori di cui si stima un calo di ricavi inferiore all’1%, mentre la quota è più limitata in aree con cali superiori al 3%. Malgrado segnali di peggioramento della qualità dei prestiti alle imprese, le condizioni del sistema bancario italiano rimangono buone, con livelli molto elevati di redditività e di patrimonializzazione e un’equilibrata situazione di liquidità.
Inoltre dopo una prima fase di turbolenze in seguito all’annuncio dei dazi di Washington il rapporto medio tra valore di mercato e contabile, seppur in diminuzione, si è attestato su livelli superiori a quelli dei principali intermediari dell’area euro. Sostanzialmente stabile la qualità degli attivi bancari nella seconda metà del 2024, con un tasso di deterioramento nel quarto trimestre pari all’1,4%.
Secondo le proiezioni della Banca d’Italia, nel 2025 il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese si attesterebbe in media attorno al 2,4% per poi passare al 2,5% nel 2026 a causa della ridotta redditività delle imprese e dal contesto macroeconomico. Invariato allo 0,9% il tasso di deterioramento dei prestiti per le famiglie.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
A2A, Mazzoncini all’assemblea degli azionisti “Nei prossimi anni dividendo in crescita”
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1 giorno fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
BRESCIA (ITALPRESS) – “L’obiettivo è continuare a crescere sulle rinnovabili, anche perché contestualmente calerà la produzione termoelettrica”. Lo ha detto l’Ad di A2A, Renato Mazzoncini, durante l’assemblea degli azionisti. In questo senso “l’ammontare degli investimenti rimane importante: 22 miliardi per l’anno prossimo. Cifre anche superiori a quelle di quest’anno”, ha spiegato.
Per le rinnovabili e la transizione energetica “la parte fondamentale è quella della rete. Per quanto riguarda la rete elettrica, abbiamo un piano d’investimenti molto importante da 3,4 miliardi. L’incremento dell’energia distribuita in Lombardia è del +40% previsto entro il 2040. Nel piano industriale abbiamo previsto tutti gli investimenti necessari per la parte della rete elettrica”, ha proseguito Mazzoncini.
“Sul nucleare non abbiamo intenzione di muoverci. Perché, in questo momento, bisogna stare molto concentrati sull’implemento dell’autonomia energetica e per fare questo l’implemento delle rinnovabili è l’unica via”, ha concluso.
“Il Gruppo ha chiuso l’esercizio con risultati economico-finanziari mai raggiunti prima. Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 2.328 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al 2023, mentre l’utile netto ha raggiunto gli 864 milioni di euro, con una crescita del 31% su base annua”.
Lo ha detto il presidente di A2a, Roberto Tasca, che ha poi proseguito parlando di una performance “frutto dell’ottimo contributo di tutte le Business Unit che conferma l’efficacia del nostro modello industriale. Questo ci permette di proporre all’Assemblea l’approvazione di un dividendo pari a 0,10 euro/azione in crescita del 4,4% rispetto al precedente esercizio”, ha spiegato poi il presidente, sottolineando che “nel corso dell’anno abbiamo realizzato investimenti per 2.941 milioni di euro, di cui 1.512 in progetti organici (+10% rispetto al 2023) e 1.429 in operazioni di M&A”.
Tra queste ultime, “l’acquisizione del 90% di Duereti S.r.l. da e-distribuzione, l’operazione più rilevante del settore della distribuzione elettrica in Italia, che rafforza la presenza del Gruppo nella provincia di Milano e nel bresciano della Valtrompia, contribuendo al potenziamento della rete e alla crescita in territori strategici”.
“II 2024 è stato caratterizzato da uno scenario complesso, attraversato da profonde tensioni geopolitiche e da una crisi climatica senza precedenti. Il contesto internazionale ha visto il consolidamento di politiche protezionistiche, l’avanzare di istanze sovraniste e una crescente difficoltà nel costruire un dialogo multilaterale”, ha proseguito ancora Tasca.
“L’anno è stato il più caldo mai registrato, con una temperatura media globale superiore di oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e un’impennata di eventi meteorologici estremi”, ha spiegato il presidente. Per questo, “di fronte all’urgenza climatica e all’arretramento della cooperazione globale – testimoniato dal ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e dai risultati limitati della COP29 – l’Unione Europea ha compiuto un passo importante superando, per la prima volta, la produzione da carbone con quella da fonte solare”. “È in questo panorama di forti cambiamenti e nuove sfide che A2A ha proseguito nel suo percorso di crescita industriale distinguendosi per visione strategica e capacità di generare valore”, ha detto il presidente Tasca.
“L’impegno per la transizione energetica – riprende ancora il numero uno di A2A – si è tradotto in un aumento del 27% della produzione da fonti rinnovabili, con oltre 6,9 TWh generati – pari a circa il 50% del totale – e una riduzione del 18% delle emissioni dirette di CO2, scese a 4,6 milioni di tonnellate. Le attività del Gruppo hanno inoltre consentito di evitare l’emissione di oltre 3,3 milioni di tonnellate di CO, grazie allo sviluppo delle rinnovabili, al teleriscaldamento e alle soluzioni per l’efficienza energetica. Abbiamo rafforzato la nostra strategia sull’economia circolare: il tasso di raccolta differenziata nei territori serviti ha raggiunto il 71%, mentre gli impianti hanno avviato al recupero di materia oltre 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti”.
Inoltre, “abbiamo continuato a rafforzare la sostenibilità lungo l’intera catena del valore: il punteggio medio ESG dei fornitori ha raggiunto quota 63 (su scala 0-100) ed è stato avviato il progetto Scope 3 per monitorare e ridurre le emissioni indirette nella supply chain; mentre attraverso i Forum Multistakeholder abbiamo coinvolto attivamente territori, università e imprese in un confronto continuo su come implementare la sostenibilità delle filiere e sulle tematiche della biodiversità e della lotta al cambiamento climatico”.
Tasca ha poi ricordato che, nel corso del 2024, “è stata realizzata la prima emissione obbligazionaria perpetua subordinata ibrida in formato green di A2A da 750 milioni di euro e la sottoscrizione di finanziamenti in formato green, tra cui il bridge loan in pool da 600 milioni di euro per finanziare l’acquisizione degli asset relativi alla rete elettrica. Nel mese di gennaio di quest’anno A2A è stato il primo emittente a collocare un European Green Bond in conformità con quanto previsto dal nuovo Regolamento EU 2023/2631”.
Come conseguenza dell’impegno di A2a nella finanza sostenibile, “al 31 dicembre 2024 il debito del Gruppo in formato ES ha raggiunto il 78% del totale, con l’obiettivo ambizioso di superare il 90% al 2030 e arrivare al 100% a fine piano”.
“L’attenzione verso le comunità si è manifestata anche nel supporto alla lotta alla povertà energetica, grazie alle attività del Banco dell’Energia, che nel 2024 ha avviato 13 progetti e raccolto oltre 1,2 milioni di euro – ha concluso Tasca – . Siamo consapevoli che solo attraverso una visione di lungo termine, capace di integrare crescita economica e attenzione all’ambiente e alle persone, potremo garantire un futuro sostenibile per A2A e per tutti gli azionisti. Grazie al contributo quotidiano dei nostri colleghi e alla fiducia che continuate a riporre in noi, guardiamo con determinazione e ottimismo alle sfide dei prossimi anni”.
– Foto xm4/Italpress –
(ITALPRESS)


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