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Economia

Unicredit, Orcel “OPS su BPM non economica se il Golden Power non cambia”

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MILANO (ITALPRESS) – Sull’operazione Banco Bpm “come sapete abbiamo ottenuto una sospensione che era necessaria per aspettare la risposta del governo sulle Golden Power. Il governo ci ha mandato un decreto, ci ha anche chiesto la nostra opinione su questo decreto. Il secondo elemento è l’antitrust europeo che ci deve tornare sulle misure di antitrust e che queste misure avranno un’influenza sulla nostra decisione finale. Quindi queste due cose ci mettono in una posizione di attesa e non siamo nemmeno partiti, non abbiamo fatto nulla perché aspettiamo di essere certi prima di andare a parlare con gli investitori”. Lo ha detto Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, intervenendo al Consiglio nazionale della Fabi.

“Il nostro ricorso al Tar è una questione di chiarezza. C’è un dibattito sulle motivazioni di applicare la Golden Power. Se le prescrizioni con gli stessi obiettivi fossero scritte diversamente per noi non ci sarebbero problemi, ma sono scritte come sono scritte e quindi siccome non sono il solo, molte persone ritengono che il framework di applicazione non sia quello giusto, siamo andati al Tar per avere certezza nella chiusura dell’operazione. Il percorso Tar-Consiglio di Stato non arriverà in tempo per darci certezza”, quindi l’operazione “potrebbe decadere”. Alla domanda se potrebbe essere riproposta in un’altra versione, Orcel ha aggiunto: “Può sempre essere riproposta”.

“Per noi l’operazione su Banco Bpm è valida industrialmente, valida strategicamente, valida per il Paese perché portiamo molta più spinta al sostegno di piccole e medie imprese e famiglie e possiamo dare quel network che altri non possono dare, però si scontra su delle visioni diverse che rendono l’operazione de facto non economica”, ha ribadito parlando delle condizioni del Golden power sull’Ops su Banco Bpm. “Tra le condizioni che ci sono, uno le può convertire quasi tutte o in ostacoli legali, che non possono essere condivise in quella forma, oppure in un aumento del costo economico per fare un’operazione”, ha spiegato poi. A chi gli chiedeva se questa per lui è una valutazione definitiva, il numero uno di Unicredit ha risposto che se le condizioni “restano così, assolutamente sì”.

Un’eventuale scalata di UniCredit su Generali è da escludere. “Lo può escludere, assolutamente sì”, ha aggiunto rispondendo a una domanda su un’eventuale telefonata dell’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che ieri aveva detto che se UniCredit dovesse scalare Generali chiamerebbe Orcel “per dirgli di fermarsi” perché “sono in corso contemporaneamente due operazioni”.

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“Esiste un fattore nuovo nell’M&A in Europa, ovvero l’intervento, il placet dei governi. È sempre esistito ma non a questi livelli. L’influenza degli Stati sulle operazioni di mercato è diventata molto significativa e questo va preso in considerazione”, ha spiegato Orcel. “Da un altro punto di vista, se guardiamo alle istituzioni europee, l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea, la Commissione Europea, hanno una visione diversa perché vogliono, prima di tutto, un sistema bancario più forte – ha sottolineato poi – . Si parla sempre di Europa che possa stare sui suoi due piedi contro Stati Uniti, Cina. Questo senza banche è impossibile”.

“L’M&A non è fine a se stesso, è qualcosa che deve aggiungere valore a quello che ho, non ridurre il mio valore per fare un favore agli altri che invece hanno spremuto il limone fino a farlo diventare senza nessun sugo dentro”, ha precisato rispondendo a chi gli chiedeva cosa succederebbe se le operazioni in corso non andassero a buon fine. “Se ci saranno le condizioni, le operazioni le faremo. Se non ci saranno le operazioni non le faremo e ritorneremo su una traiettoria che è già la migliore che esiste in Europa”, ha aggiunto.

Infine, su Commerzbank: “Direi che la situazione di Bpm e Commerzbank sono molto diverse. Su Bpm abbiamo fatto un’Ops e in funzione di tutta una serie di azioni, che in parte sono state prese da Bpm e in parti sono state esogene, la nostra capacità di creare valore si è ridotta. Su Commerzbank non abbiamo mai lanciato l’operazione. In secondo luogo, abbiamo il 30%. Non abbiamo nessuna fretta, aspetteremo con calma di poter parlare con le autorità tedesche e di vedere dove andiamo”, ha concluso Orcel.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Feltrin “Il Salone del Mobile a Riyad tassello fondamentale per l’internazionalizzazione del settore”

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RIYAD (ARABIA SAUDITA) (ITALPRESS) – “Il mercato saudita rappresenta per le aziende del legno-arredo un’opportunità strategica e concreta, ancor più in un momento di grandi mutamenti geopolitici che stanno ridisegnando la geografia del nostro export. Essere presenti con 38 eccellenze del design è un segno tangibile del dinamismo del settore che ha deciso, attraverso un’azione coordinata tra imprese, istituzioni saudite e italiane, di esplorare un’area dinamica e promettente, dalle grandi potenzialità ancora inespresse. Il Salone del Mobile a Riyahd è, pertanto, molto più di un appuntamento fieristico, ma un tassello fondamentale in un percorso di internazionalizzazione indispensabile per mantenere la competitività del settore. FederlegnoArredo continuerà a impegnarsi al fianco dei propri associati per creare sinergie capaci di trasformarsi in opportunità. Il mio grazie a tutte le aziende e alle istituzioni che ci hanno creduto”. Lo afferma Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, in occasione dell’inaugurazione di “Red in progress. Salone del Mobile.Milano meets Riyad”, evento che anticipa la prima edizione saudita del Salone del Mobile nel 2026.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Nel 2024 continua il trend di crescita dell’occupazione: +0,7% in 12 mesi

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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024 continua il trend di crescita dell’occupazione iniziato a partire dal 2021, successivamente al crollo del 2020 dovuto alla crisi pandemica: il tasso di occupazione dei 15-64enni raggiunge il 62,2% (+0,7 punti percentuali in un anno), quello di disoccupazione scende al 6,6% (-1,2%) e quello di inattività (15-64 anni) si attesta al 33,4% (+0,1%). E’ quanto emerge dai dati dall’analisi Istat sul mercato del lavoro e redditi.

Nel 2023 il tasso di occupazione della popolazione di 15-64 anni aumenta rispetto al 2022 dal 60,1% al 61,5% (+1,4%), mentre si riduce in modo contenuto il tasso di disoccupazione (dal 8,2% al 7,8%, -0,4%) e diminuisce il tasso di inattività (dal 34,5% al 33,3%, -1,2%). Il tasso di occupazione, tra il 2022 e il 2023, aumenta soprattutto per le famiglie più povere (+2,7% nel primo e +2,1% nel secondo e nel terzo quinto di reddito equivalente, caratterizzati strutturalmente da tassi di occupazione più bassi).

Tale aumento si associa ad una contrazione relativamente più netta rispetto alla variazione media (-0,4%) del tasso di disoccupazione (-2,4% nel primo e -1% nel secondo quinto). Il Mezzogiorno che è caratterizzato da un tasso di occupazione più basso (48,2% nel 2023), rispetto al 2022, aumenta come il Nord-est (+1,5%).

L’aumento risulta invece particolarmente consistente nel quinto più povero nel Nord-est (+ 5,6%) e al Centro (+3,9%). Nel Nord-ovest l’aumento relativamente maggiore riguarda la seconda classe di reddito (+ 2,9%) e nel Mezzogiorno quella centrale (+2,1%). In controtendenza la flessione del tasso di occupazione nel quinto più ricco del Centro (-0,5%). Il tasso di occupazione dei giovani 25-34enni pari al 68,1% nel 2023, registra un aumento di 2% rispetto al 2022, e di ben 5% nel quinto di reddito inferiore.

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L’aumento più elevato fra le classi di età considerate si riscontra fra i 55-64enni (+2,3%), in particolare nel secondo quinto (+3,5%). La differenza di genere a favore degli uomini nei tassi di occupazione è più marcata nei quinti più poveri: nel secondo quinto gli uomini hanno un tasso di occupazione pari al 66,2%, maggiore di 27,5% rispetto alle donne (38,7%) a fronte di +7,7% nell’ultimo quinto rispettivamente l’83% per gli uomini e il 75,3% per le donne).

La quota dei dipendenti a tempo indeterminato è aumentata rispetto al 2022 dal 39,8% al 41,2% (+1,4%), con un picco di +2,4% nel quinto centrale (dal 42,4% al 44,8%), mentre è diminuita lievemente quella dei dipendenti a tempo determinato dal 8,1% al 7,9% (-0,2%), con l’eccezione del quinto più povero, interessato da un incremento dal 6,8 al 8,1 (+1,3%).

-Foto IPA Agency-
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Economia

La metà dei laureati e dei diplomati ITS che le imprese cercano sono considerati introvabili

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VERONA (ITALPRESS) – La metà dei laureati e dei diplomati ITS che le imprese cercano nel 2025 sono considerati “introvabili”. Lo dimostra il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.

I dati vengono presentati oggi, in occasione di 34ª edizione di Job&Orienta, il salone nazionale dedicato a orientamento, scuola, formazione e lavoro, inaugurato stamattina in fiera a Verona. Excelsior 2025 mostra che nel corso di quest’anno le imprese avevano programmato l’attivazione di 670mila contratti per laureati, 120mila per diplomati ITS Academy, 1,3 milioni per diplomati e 2,3 milioni per qualificati e diplomati professionali.

Ma il mismatch tra domanda e offerta è decisamente importante: risulta difficile reperire quasi la metà dei profili ricercati (47%), con punte del 57,3% per i tecnici ITS Academy e del 50,9% per i laureati.

“Il gap tra domanda e offerta di lavoro si mantiene molto alto anche quest’anno”, sottolinea Andrea Prete, presidente di Unioncamere. “Non è una prerogativa italiana ma certo rappresenta un freno importante alla competitività del sistema Paese. È indispensabile continuare a lavorare su più fronti, tra i quali quello dell’orientamento, che deve essere quanto più precoce possibile; su una più intensa relazione tra Università e imprese per frenare la fuga dei cervelli; su un migliore incontro e dialogo tra formazione e richiesta delle imprese”.

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Le lauree più ricercate restano economia (193mila profili) e ingegneria (127mila). Ampie opportunità anche per gli indirizzi insegnamento e formazione (117mila) e per l’area sanitaria e paramedica (54mila). Per i giovani under 30, le maggiori opportunità occupazionali si concentrano negli indirizzi statistico (51,1% delle assunzioni) e scienze motorie (40%). Il mismatch, tuttavia, colpisce duramente proprio le discipline STEM: i laureati in Chimica e Farmaceutica sono i più “introvabili” (difficoltà di reperimento al 72,4%); seguono l’indirizzo sanitario e paramedico (70,8%) e medico-odontoiatrico (67,2%).

I diplomati ITS più ricercati provengono dagli ambiti servizi alle imprese (27mila ingressi), sviluppo e innovazione del processo e del prodotto (16mila) e meccatronica (13mila). Ottime le opportunità per i giovani nei settori mobilità (94,3% di assunzioni under 30), energia sostenibile (51,9%) e architetture software e data management (44,6%). Ma il mismatch resta elevatissimo: sono difficili da reperire 67 mila tecnici ITS (57,3%), con picchi del 94,2% per sostenibilità energetica ed economia circolare e dell’87,7% per efficienza energetica. Seguono poi produzione di apparecchi dispositivi diagnostici e medicali, moda e sviluppo e innovazione del processo e del prodotto tutti con un mismatch che interessa 3 posizioni su 4 (intorno al 75%).

Per quanto riguarda i diplomi, l’indirizzo più richiesto è amministrazione, finanza e marketing (381mila posizioni), seguito da turismo (239mila), meccanica e meccatronica (121mila), elettronica ed elettrotecnica (102mila). Le maggiori opportunità per i giovani riguardano liceo artistico (51,9%), grafica e comunicazione (46,5%), turismo (43,4%) e informatica e telecomunicazioni (43,2%).

Anche in questo caso emergono forti difficoltà di reperimento: sono introvabili 634 mila diplomati (47,4%), con carenze particolarmente marcate negli indirizzi tecnici: costruzioni, ambiente e territorio (66,4%), meccanica, meccatronica ed energia (65,8%), elettronica ed elettrotecnica (60,9%), informatica e telecomunicazioni (58,8%). Fra i qualificati e diplomati Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), i percorsi più richiesti sono ristorazione (452mila ingressi), sistemi e servizi logistici (265mila) e meccanico (222mila). Le migliori opportunità per i giovani riguardano lavorazioni artistiche (46,5%), grafico-cartotecnico (40,2%), ristorazione (39,3%) e impianti termoidraulici (38,8%). Sono difficili da reperire oltre 1 milione di profili IeFP (47%), con criticità particolarmente elevate negli ambiti termoidraulico (67,1%), riparazione veicoli (63,8%), benessere (62,4%), elettrico (60,5%) e meccanico (60%).

-Foto IPA Agency-
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