Economia
Confindustria-Enea “Il nucleare fondamentale per l’indipendenza energetica”
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3 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il nucleare può oggi rappresentare una leva fondamentale per rafforzare l’indipendenza energetica italiana, stabilizzare i costi dell’energia e accompagnare l’industria verso gli obiettivi di neutralità climatica”. Lo sottolineano Confindustria ed Enea, nel rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale”, che viene presentato oggi a Roma.
“La transizione energetica non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per rafforzare il mix energetico nazionale: raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione e continuità degli approvvigionamenti richiederà l’adozione di una strategia che metta insieme sostenibilità ambientale, innovazione e ottimizzazione dei costi dell’energia – si legge nel Rapporto -. Per fare questo è necessario adottare un approccio tecnologicamente neutrale, che valuti, cioè, tutte le fonti di produzioni di energia e le tecnologie di decarbonizzazione in modo efficace: l’energia nucleare, già adottata con successo in molti Paesi, è sicura, economica e a basse emissioni. Dopo anni di assenza dalle politiche energetiche nazionali, il nucleare può oggi rappresentare una leva fondamentale per rafforzare l’indipendenza energetica italiana, stabilizzare i costi dell’energia e accompagnare l’industria verso gli obiettivi di neutralità climatica”.
Confindustria ed ENEA hanno elaborato un documento strategico per il ritorno del nucleare in Italia che propone “il coinvolgimento di tutte le principali infrastrutture del Paese, da quella legislativa a quella industriale, passando per istruzione, ricerca, economia, finanza e aspetti sociali”. Il documento include 5 punti. Eccoli nel dettaglio.
1. Policy, quadro normativo e governance istituzionale: regole chiare, autorità indipendente e dialogo con i cittadini “Un programma nucleare necessita di una determinazione di lungo termine e di convergenza politica, e di un assetto normativo snello allineato agli standard europei che si appoggi ad accordi internazionali. Sarà in questo senso fondamentale istituire un’Autorità di sicurezza nucleare indipendente e una cabina di regia per coordinare il programma”, spiegano Confindustria ed Enea.
2. Tecnologie e scenario: impianti sicuri, moderni e a basse emissioni “Il rilancio del nucleare in Italia si baserebbe sugli impianti più moderni disponibili, come i reattori di Generazione III+, in particolare gli Small Modular Reactor (SMR) e, in futuro, i reattori di Generazione IV, gli Advanced Modular Reactor (AMR) – si legge nel Rapporto -. Questi impianti garantiscono produzione stabile di elettricità, basse emissioni, ridotti consumi di combustibile e costi energetici prevedibili, oltre ad elevati standard di sicurezza. L’introduzione del nucleare permetterebbe all’Italia di raggiungere più rapidamente gli obiettivi di decarbonizzazione, migliorare i profili di sicurezza/indipendenza energetica, ridurre i costi per utenti finali e imprese, e garantire anche stabilità alla rete elettrica nazionale. Il settore industriale potrebbe trarre amplissimo beneficio dall’introduzione del nucleare nel mix energetico, essendo oggi il principale consumatore tanto di energia elettrica (40% circa dei consumi nazionali totali), di calore prodotto in cogenerazione (oltre l’80% del consumo totale), nonché forte consumatore di gas (e in prospettiva di idrogeno) per la produzione diretta di calore (25% del consumo totale), specialmente in alcuni dei processi produttivi hard-to-abate che richiedono temperature molto elevate”. “Con l’auspicio che il primo impianto possa entrare in funzione già dal 2035, è fondamentale avviare rapidamente lo sviluppo di una flotta nazionale, partendo dai reattori più maturi (SMR) per poi integrare quelli più avanzati (AMR), valorizzando le competenze italiane già consolidate e ampliando la presenza della filiera anche sui mercati internazionali”, proseguono Confindustria ed Enea.
3. Aspetti economici e integrazione nel mercato elettrico: investimenti modulari e sostegno pubblico “Il costo dell’energia nucleare è meno soggetto a volatilità perché dipende in larga parte dalla costruzione dell’impianto e solo marginalmente dalla sua gestione e dal prezzo del combustibile – si legge ancora nel Rapporto -: la stabilità di prezzo rende quindi il nucleare un elemento strategico per la competitività economica e industriale del Paese. Investendo in impianti modulari e standardizzati, come SMR e AMR, e sfruttando l’economia di serie su scala internazionale, sarà possibile contenere ulteriormente i costi: le stime più recenti prevedono al 2050 un costo di investimento tra i 3.000 e i 5.000 USD/kW e un costo di generazione tra 70 e 110 USD/MWh, in linea con le altre tecnologie. Per favorire lo sviluppo del nucleare in Italia è necessario un sostegno pubblico articolato in tre fasi: 1. costruzione di partnership internazionali e rafforzamento della filiera industriale; 2. realizzazione dei primi impianti con coinvolgimento della supply chain nazionale; 3. ampliamento della flotta con diffusione della tecnologia e supporto agli utenti finali. Il ritorno – diretto e indotto – per il sistema Paese e per la collettività è valutato intorno al 2,5% del PIL nazionale”.
4. Filiera industriale: servono un piano stabile e incentivi mirati “In Italia oltre 70 aziende operano già nel settore nucleare e coprono diversi settori della filiera, dalla progettazione dei reattori alla produzione di componenti, fino alla manutenzione degli impianti. Questo patrimonio industriale e scientifico rappresenta una solida base per rilanciare un programma nucleare nazionale – sottolineano Confindustria ed Enea -. Molte imprese associate a Confindustria hanno manifestato il proprio interesse ad ampliare il proprio coinvolgimento nel settore. Strumenti come il Piano di Ricerca Nucleare (PNR) possono sostenere ricerca, formazione e innovazione, contribuendo a creare una filiera nucleare nazionale moderna e competitiva”.
5. Competenze, ricerca e comunicazione: formare e informare “L’avvio di un programma nucleare in Italia richiederà circa 117.000 nuovi posti di lavoro, 39.000 dei quali direttamente nella filiera. Per rispondere a questa domanda servirà un ampio piano formativo su più livelli e discipline, con un focus comune sulla sicurezza nucleare. Sarà fondamentale quindi integrare istruzione, industria e ricerca, mobilitando università, istituti tecnici, aziende ed enti di ricerca – spiega ancora il Rapporto -. Questo investimento nella formazione dovrà andare di pari passo con quello nella comunicazione verso l’opinione pubblica sul nucleare, in modo da contrastare la diffusa carenza di informazione che da anni agisce da freno nello sviluppo di una narrativa corretta”.
Confindustria ed ENEA “sono in prima linea nel supportare la reintroduzione del nucleare nel mix energetico nazionale: il nucleare può infatti, per le sue caratteristiche di sostenibilità, costi e stabilità, essere una leva strategica per raggiungere i target ambientali tutelando allo stesso tempo la competitività industriale del Paese. L’Italia ha le competenze e la filiera per affrontare questa sfida, ma servono decisioni politiche chiare, regole stabili e investimenti mirati, oltre a un’operazione capillare di comunicazione e informazione”, concludono.
– foto ufficio stampa Confindustria –
(ITALPRESS).
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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Consap S.p.A., si è riunito in data odierna sotto la presidenza di Sestino Giacomoni e ha approvato tutti i punti all’ordine del giorno. In particolare, il CdA ha approvato il Rendiconto 2024 relativo al fondo di garanzia per le vittime della strada che registra un avanzo di oltre 10 milioni di euro, che porta il patrimonio netto al 31 dicembre 2024 a circa 480 milioni di euro.
Le entrate per contributi – determinate dai premi versati dagli assicurati r.c. auto e natanti in base all’aliquota del 2,5% – risultano complessivamente pari a oltre 321 milioni di euro, in aumento del 7% rispetto all’esercizio precedente. Parallelamente anche gli indennizzi (che nel 2024 sono stati pari a oltre 50.000) e le spese di gestione riconosciute agli intermediari registrano un aumento del 4% rispetto al 2023 e sono anch’esse pari a 321 milioni di euro. I risultati raggiunti consentono quindi di conseguire un perfetto equilibrio della gestione ordinaria del Fondo, alla luce del quale non sussiste necessità di richiedere una revisione dell’aliquota contributiva per il 2026.
“Per comprendere la rilevante funzione sociale del Fondo per le vittime della Strada, è sufficiente ricordare che, negli ultimi 30 anni, le persone coinvolte in incidenti con veicoli non assicurati sono state più di 1 milione e sono stati pagati dal Fondo Strada un totale di 9 miliardi di euro – ha dichiarato Sestino Giacomoni, Presidente di Consap -. Il Cda di Consap metterà in atto tutte le modalità possibili per aumentare la capacità di riscossione di circa 2 miliardi pregressi ancora da recuperare, anche attraverso un progetto pilota autorizzato dal ministero vigilante. La capacità di Consap di mantenere l’equilibrio della gestione ordinaria del Fondo rappresenta quindi un’ulteriore dimostrazione dell’efficienza della nostra Società che riesce a tradursi in una piena efficacia dello strumento del Fondo, senza necessità di una revisione al rialzo dell’aliquota contributiva”.
Il Consiglio ha inoltre condiviso un aggiornamento periodico in merito alle attività di Consap in qualità di Stazione Appaltante Ausiliaria per l’esecuzione e la gestione degli interventi di messa in sicurezza per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali del maggio 2023. In particolare, alla data odierna sono 216 gli interventi programmati per un valore economico pari a circa 220 milioni di euro.
“Dalla firma della Convenzione ad oggi, in meno di un anno, sono stati commissionati ben 216 interventi da realizzare, per un totale di oltre 800 affidamenti, e abbiamo già avviato il primo cantiere a cui, a breve, faranno seguito altri ulteriori sei per altrettanti interventi di ricostruzione – ha concluso Vincenzo Sanasi d’Arpe, Amministratore Delegato di Consap -. Questi risultati ci onorano ed esprimono, con concretezza, la capacità di Consap di intervenire a sostegno della collettività e della Nazione in relazione ad un’attività su cui stiamo investendo molto anche in termini di risorse umane, puntando su figure professionali specializzate in grado di garantire qualità, competenza e serietà lungo tutto il ciclo delle attività di appalto”.
-Foto ufficio stampa Consap-
(ITALPRESS).
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Solo il 41% delle famiglie riesce a risparmiare, è il dato più basso dal 2018
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28 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2025 la propensione psicologica a risparmiare si rafforza e cresce l’ansia da mancanza di risparmio, anche perché la capacità effettiva di accantonare si riduce: più famiglie consumano tutto il reddito o attingono ai risparmi, le famiglie che risparmiano sono il 41%, in contrazione rispetto al 46% del 2024, il dato più basso dal 2018.
E anche le aspettative per i prossimi 12 mesi indicano ulteriore compressione della capacità di risparmio. E’ quanto emerge dall’indagine Acri in collaborazione con Ipsos e presentata in occasione della celebrazione della 101ª Giornata Mondiale del Risparmio organizzata da Acri che ha visto la presenza, tra gli altri, del presidente di Acri, Giovanni Azzone, del presidente di Abi, Antonio Patuelli, dal Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in videocollegamento.
La giornata è stata aperta con un messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato “l’alto valore civico” riconosciuto dalla Costituzione. “La Carta prescrive la tutela di un bene delle famiglie; dunque, della comunità nazionale e questa tutela si esprime, anzitutto, nella sua salvaguardia, azione cui devono guardare istituzioni e ordinamenti. Tutelare il risparmio – ha aggiunto il Capo dello Stato – significa favorirne impieghi che ne accrescano il valore, creando condizioni affinché possa agire da leva fondamentale dell’economia”.
-Foto IPA Agency-
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