Cronaca
Webuild, analisti alzano valutazione e target price dopo la semestrale
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18 ore fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Dopo il rialzo del rating da parte di Fitch, dopo il successo del collocamento del bond con scadenza 2031, gli analisti hanno alzato le stime su tutti i principali parametri di bilancio di Webuild, confermando la solidità finanziaria dell’emittente e rafforzando la fiducia degli investitori sul medio-lungo termine.
Secondo gli analisti, i risultati del primo semestre 2025 hanno confermato la validità della visione strategica e del modello industriale del gruppo, che, dopo aver raggiunto una scala operativa globale, è ora impegnato nel rafforzamento della redditività e della generazione di cassa. Le prospettive di crescita restano supportate da trend strutturali – come l’aumento della spesa NATO per le infrastrutture, la ricostruzione dell’Ucraina e il piano infrastrutturale tedesco – che vedono il Gruppo in una posizione di leadership nei mercati chiave e nei settori ad alto potenziale di investimenti. Alla luce dei risultati superiori alle attese, gli analisti hanno rivisto al rialzo le proprie valutazioni sul titolo, con target price aggiornati tra 4,40 euro e 4,50 euro per azione e una prevalenza di rating positivi tra “Outperform” e “Buy”.
Mediobanca sottolinea come i risultati semestrali abbiano battuto le stime, grazie a una crescita più sostenuta dei ricavi e a margini più robusti rispetto alle attese. La posizione di cassa netta riflette un’intensa attività di investimento e la tempistica graduale degli anticipi contrattuali. A fronte di una prima metà dell’anno già molto dinamica, la banca riconosce a Webuild una maggiore visibilità sul raggiungimento degli obiettivi 2025, sia in termini di conto economico che di liquidità netta. Secondo gli analisti, il gruppo ha raggiunto una dimensione ottimale per la gestione del rischio e per un ulteriore miglioramento della marginalità e generazione di cassa come pilastri del nuovo business plan. Il giudizio è stato confermato su “Outperform”, con un target price aggiornato a 4,50 euro, in aumento rispetto ai precedenti 4,20 euro.
Anche Intermonte evidenzia risultati sopra le attese, con un portafoglio ordini di costruzione, che raggiunge i 53 miliardi di euro, assicura una copertura pari a circa quattro anni di ricavi. Secondo gli analisti, il management è fiducioso di superare gli obiettivi già ambiziosi previsti per il 2025, incluso quello di una PFN positiva di oltre 700 milioni a fine anno. L’agenzia apprezza inoltre i risultati conseguiti per quanto riguarda la strategia di derisking e l’operatività su regioni a basso rischio. Il titolo viene definito “Outperform”, con un target price rivisto al rialzo da 4,00 euro a 4,50 euro.
Anche Equita evidenzia come il primo semestre abbia registrato un Ebitda superiore del 17% rispetto al 2024, a conferma del forte slancio legato agli investimenti infrastrutturali nei principali mercati in cui Webuild opera. Gli analisti notano che, pur confermando la guidance per il 2025, il Gruppo abbia ancora margini di miglioramento, soprattutto sul fronte della generazione di cassa. Particolare attenzione è riservata all’atteso avvio del progetto del Ponte di Messina, che, pur non ancora incluso nella guidance, è considerato un potenziale catalizzatore di rilievo nei prossimi mesi. Il giudizio è “Buy”, con target price aggiornato a 4,50 euro, anche considerando il forte slancio derivante dai previsti investimenti in spese militari nell’ambito del programma NATO (dual use), per la ricostruzione Ucraina e dal piano investimenti in Germania.
Kepler Cheuvreux sottolinea come la dinamica della posizione finanziaria netta sia coerente con gli elevati investimenti realizzati nel semestre e con la stagionalità degli anticipi, con un recupero atteso sia della liquidità sia della marginalità. Anche in questo caso, il forte progresso della prima metà dell’anno induce gli analisti a ritenere che la guidance possa essere superata. Il target price è stato portato a 4,40 euro, con giudizio “Buy”.
Per Banca Akros, i ricavi e l’Ebitda raggiunti nel primo semestre rappresentano già oltre metà della guidance annuale, con una stagionalità più favorevole attesa nella seconda parte dell’anno. Il management appare fiducioso di poter sovraperformare gli obiettivi prefissati, pur mantenendo una comunicazione prudenziale. Il titolo viene valutato “Accumulate”, con un prezzo obiettivo confermato a 4,10 euro.
Oddo BHF evidenzia come il fatturato semestrale abbia registrato una crescita del 22% su base annua, spinto da una forte attività in Italia – sostenuta anche dai progetti PNRR – e da importanti sviluppi in Australia e Arabia Saudita. L’Ebitda margin adjusted si è attestato all’8,4%, in miglioramento di quasi un punto percentuale rispetto al primo semestre 2024. L’analisi, segnalando una reazione attesa positiva da parte del mercato, grazie anche alla conferma degli obiettivi 2025, mantiene il giudizio “Neutral” e aggiorna il target price a 4,10 euro.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Bergamo, smantellata organizzazione dedita all’immigrazione clandestina
Pubblicato
48 minuti fa-
29 Luglio 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – Quattro persone arrestate e cinque deferite in stato di libertà: è questo il bilancio dell’operazione “Yolcu” condotta dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bergamo e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo.
Tutti cittadini di etnia curda residenti in provincia e responsabili a vario titolo del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità, nonchè del reato di riciclaggio. Durante la mattinata, effettuate anche perquisizioni e sequestri (da completare eventualmente), presso le abitazioni e le pertinenze degli indagati, tra cui tre veicoli utilizzati per il trasporto dei clandestini.
L’indagine avviata nel 2023, dopo che un numero sempre maggiore di cittadini turchi si è presentato presso il locale Ufficio Immigrazione per richiedere asilo politico, ha consentito di ricostruire e accertare l’esistenza di una organizzazione dedita alla gestione di un flusso illecito di persone lungo la cosiddetta “Tratta Balcanica”.
In particolare, il gruppo criminale ha pianificato e attuato l’ingresso irregolare di numerosi migranti provenienti dal Kurdistan turco in Italia, con l’obiettivo di proseguire poi il viaggio verso altri paesi europei. Gli investigatori hanno riscostruito i viaggi relativi ad un centinaio di migranti e il modus operandi del gruppo criminale: agganciare i clandestini in Turchia per farli arrivare a Sarajevo via aereo da Istanbul dove, grazie ad altre cellule dell’organizzazione, venivano trasportati su furgoni e camion sino al confine bosniaco-croato prima e da qui, in ultimo, fino al confine italo sloveno.
Un’ultima parte di viaggio particolarmente pericolosa ed insidiosa: per eludere i controlli della Polizia, infatti, i migranti – spesso donne e bambini – erano costretti ad attraversare in pieno inverno zone boschive e montane a piedi lungo percorsi non tracciati. E’ una volta raggiunta l’Italia che entrano in gioco i soggetti indagati. I migranti infatti venivano proprio trasportati dagli indagati o nella Provincia di Bergamo in attesa di future destinazioni o direttamente in altri paesi del nord Europa in particolare Austria, Germania, Francia e Svizzera, anche grazie alla collaborazione di un soggetto svizzero.
I migranti pagavano direttamente in Turchia somme di denaro che, tramite intermediari e passaggi tra conti correnti turchi e italiani, i trafficanti ricevevano direttamente in contanti su Bergamo a mano di alcuni gestori di locali di rivendita di kebab. I quattro soggetti arrestati sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per le successive fasi processuali e sono in corso attività volte all’arresto di altri complici fuori dal territorio italiano, mentre le indagini proseguono al fine di identificare eventuali ulteriori ramificazioni della rete criminale.
(ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Questura di Bergamo
Cronaca
Dazi, Lollobrigida “Impatto su alcuni settori non così drammatico”
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2 ore fa-
29 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Per un Paese esportatore come il nostro i dazi sono sempre un problema, ma da una prima analisi l’impatto per alcuni settori potrebbe non pare essere così drammatico”. A parlare, intervistato dal Corriere della Sera, è il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
“Intanto – afferma – alcuni prodotti nostri non sono replicabili negli Stati Uniti. Pensiamo all’olio di oliva, che importano per il 95%, o al pecorino, che lì non sanno fare”. A prescindere dal prezzo “dovranno continuare a importare certi beni dai paesi in grado di produrli. Probabile che gran parte dei dazi non saranno pagati dai produttori italiani, ma verranno spalmati sull’intera filiera, che per la maggior parte dei prodotti, per valore, è negli Stati Uniti”.
Per Lollobrigida “il vino è quello che preoccupa di più. Ma su questo sembra che ci sia ancora la possibilità di rivedere la trattativa. Più facile quella sugli spiriti prodotti anche dagli Usa che potrebbe finire con zero a zero. Ma vedremo alla luce dei prossimi giorni se ci sarà davvero una riduzione dell’export. Lunedì 4 a Chigi abbiamo convocato una riunione del sistema produttivo per affrontare la questione vino, non solo legata ai dazi ma anche a una strategia complessiva”.
“Non voglio essere ottimista a tutti i costi, ma nemmeno catastrofista come chi lo sta facendo in queste ore in modo del tutto strumentale”, aggiunge. Per il ministro “è paradossale che il Pd, che ha sostenuto dall’inizio Ursula von der Leyen, confermandole la fiducia, e dall’inizio ha detto che la trattativa la doveva fare l’Ue, adesso stigmatizzi l’accordo che lei ha concluso come il peggiore possibile”.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Udine, operazione “Carta bianca”. Fatture false per oltre 50 milioni
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2 ore fa-
29 Luglio 2025di
Redazione
UDINE (ITALPRESS) – I militari del Comando Provinciale di Udine, nell’ambito dell’operazione “Carta bianca” hanno segnalato alle competenti Autorità Giudiziarie 14 soggetti di etnia cinese, a vario titolo, dediti all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare complessivo di 50 milioni di euro (cui corrisponde un’IVA evasa di 11 milioni di euro), per il tramite di 6 imprese cartiere, appositamente costituite ed intestate a meri prestanome nullatenenti, dislocate sull’intero territorio nazionale.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, sono state sviluppate dai Finanzieri della Compagnia Cividale del Friuli, mediante l’esaustiva analisi delle molteplici segnalazioni di operazioni sospette, attraverso l’esame della copiosa documentazione contabile, bancaria ed extracontabile acquisita nel corso delle investigazioni nonchè avuto riguardo al particolare tessuto economico caratterizzante il ciclo produttivo della sedia.
All’esito, è emerso che 3 aziende locali, gestite da cittadini cinesi, avevano inserito, nella loro contabilità, fatture per operazioni inesistenti per oltre 2,3 milioni di euro (cui corrisponde un’IVA pari ad oltre 500 mila euro), emesse dalle “cartiere” rilevate – anch’esse formalmente intestate sempre a soggetti sinici – rivelatesi delle vere e proprie “scatole vuote”, create per il solo fine di evadere l’IVA e abbattere il risultato d’esercizio su cui le imprese friulane avrebbero dovuto pagare le imposte dovute allo Stato.
L’indagine ha travalicato i confini regionali, infatti, a seguito degli accertamenti esperiti, sono state inoltrate alle competenti Autorità Giudiziarie (Torino, Milano, Firenze, Lecco, Treviso e Roma) specifiche comunicazioni di notizia di reato a carico dei referenti delle imprese “cartiere” rilevate nonchè apposite segnalazioni ai Reparti del Corpo territorialmente competenti, per la ripresa ai fini fiscali delle imposte evase dagli altri 109 utilizzatori delle false fatture, non ricadenti nella circoscrizione del Reparto, con la conseguenziale aggressione dei rispettivi patrimoni.
All’esito delle investigazioni coordinate dalla locale Procura della Repubblica, l’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso Tribunale di Udine ha emesso due distinti provvedimenti di sequestro preventivo, per complessivi euro 974.890,96, nei confronti di 4 persone, a vario titolo, amministratori di diritto e di fatto di 3 imprese esercenti l’attività di “laboratori di tappezzeria” nel distretto industriale c.d. “Triangolo della sedia”, permettendo il sequestro di disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili per oltre 600.000 euro.
Foto: Ufficio stampa Guardia di Finanza
(ITALPRESS).


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