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Cronaca

Al San Raffaele di Milano l’eccellenza della Chirurgia Protesica

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MILANO (ITALPRESS) – “Il dolore al ginocchio diventa un campanello d’allarme se si presenta anche a riposo, cioè quando non si sta caricando il peso sulle articolazioni. Un dolore di questo tipo impedisce di eseguire le normali azioni quotidiane e, quando non bastano più gli antinfiammatori o la terapia conservativa, è necessario rivolgersi a un ortopedico per stabilire il percorso di cura migliore, eventualmente chirurgico”. A sottolinearlo è Francesco Verde, primario di Chirurgia Protesica Mininvasiva e Robotica di Anca e Ginocchio presso IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. La chirurgia diventa infatti necessaria per risolvere alcune problematiche legate al ginocchio artrosico. “Si tratta di una patologia degenerativa della cartilagine che riveste le superfici articolari. Quando si consuma la cartilagine, le superfici articolari entrano in contatto, quindi l’osso scivola sull’osso, e questo scatena il dolore e la limitazione funzionale. Questa condizione viene definita gonartrosi, cioè un’artrosi a carico dell’articolazione del ginocchio”, spiega Verde. Nella fase iniziale, l’artrosi al ginocchio viene curata “con una terapia conservativa basata sui farmaci, sulla terapia fisica e sulle infiltrazioni, che possono essere di acido ialuronico, di piastrine o di cellule staminali. Quando queste non funzionano più, allora si ricorre alla chirurgia e si innestano le protesi di ginocchio”. Esistono diversi tipi di impianti protesici per il ginocchio e scegliere quello giusto per ciascun paziente è fondamentale. Si può spaziare “dalle protesi monocompartimentali, che possono essere utilizzate da sole o in associazione alle protesi totali a conservazione di entrambi i crociati, a quelle a conservazione del solo crociato posteriore, o quelle a sacrificio anche del crociato posteriore. La scelta è basata su due criteri fondamentali”, precisa il primario. “Quanto è grave l’artrosi che interessa il ginocchio e quali sono le esigenze funzionali del paziente, cioè che movimenti ha bisogno di fare. E’ chiaro che uno sportivo ha delle esigenze diverse rispetto a una persona anziana. Tenendo in considerazione anche questo aspetto è possibile selezionare anche il tipo di impianto”. Detto questo, prosegue, “un buon risultato dipende dalla collaborazione dell’intero team che lavora intorno a questa patologia, dagli anestesisti, che settano insieme a noi un percorso fast track, alla partecipazione dei fisiatri e dei fisioterapisti, fondamentali per ottenere il miglior esito finale”. L’Unità, infatti, ha approntato un percorso Fast Track tra i più innovativi in Italia che comprende: tecniche chirurgiche mininvasive, apparecchiature dedicate al recupero veloce con riduzione del dolore, assistenza post operatoria e programmi riabilitativi personalizzati. Questo per consentire al paziente di rimettersi in piedi post intervento già dopo 4-6 ore e di essere immediatamente affiancato da un protocollo accelerato di rieducazione funzionale. “Abbiamo delle protesi a conservazione di entrambi i crociati che permettono a degli sportivi di alto livello di tornare pienamente in attività”, prosegue il dottor Verde. “Dopodichè l’intervento assistito della chirurgia robotica ci permette di aggiungere due vantaggi sostanziali. Prima di tutto, è possibile pianificare tridimensionalmente, quindi in modo molto più realistico e preciso, e, secondo, permette di realizzare l’impianto in maniera perfetta e questo si traduce inevitabilmente in un risultato migliore”, conclude.
– foto IRCCS Ospedale San Raffaele-
(ITALPRESS).

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 29 OTTOBRE 2025

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I fatti del giorno: Nuove indagini sulle carte riservate del caso Garlasco – Autobus in fiamme, paura all’alba a Retorbido – Scuola al freddo a Pavia, studenti in piazza – Pm indagano su Direttore Generale Comune Milano per turbativa – Rapper Faneto nei guai, braccialetto elettronico per maltrattamenti –  Milano si prepara, verso le Olimpiadi invernali – Previsioni Pronto Meteo Lombardia 30 Ottobre.

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Cronaca

Organismo Congressuale Forense, eletti Moretti Coordinatore e Brusa Segretario

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ROMA (ITALPRESS) – I 55 componenti dell’Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense (OCF) hanno proceduto all’elezione dei nuovi membri dell’Ufficio di Coordinamento.
Fedele Moretti (Foro di Taranto), assume il ruolo di Coordinatore; Elisabetta Brusa (Foro di Varese), nuovo Segretario; Antonino Distefano (Foro di Catania) è il Tesoriere. L’ufficio di coordinamento sarà composto poi dagli avvocati Giovanni Barile (Foro di Torre Annunziata), Carlo Morace (Foro di Reggio Calabria), Paolo Rossi (Foro di Bologna) e Mariangela Spinella (Foro di Matera).
L’OCF è l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana, ed esercita la rappresentanza politica del Congresso Nazionale Forense, di cui ha il compito di attuare i deliberati, ed elabora progetti e proposte a tutela degli interessi dell’Avvocatura e della società italiana.
“L’assemblea di OCF si insedia e lancia la campagna referendaria. L’Avvocatura è unita: sì alla separazione delle carriere dei magistrati – hanno dichiarato il Coordinatore Moretti e il Segretario Brusa – Abbiamo costruito una squadra che riflette la pluralità dell’Avvocatura italiana, le sue radici territoriali e la sua capacità di rinnovarsi. E’ una squadra che unisce esperienza e nuove energie, continuità e innovazione, con l’obiettivo di dare voce a un’Avvocatura sempre più protagonista nelle sfide che la giustizia e la società ci pongono. Al recente Congresso dell’Avvocatura di Torino sono emersi temi fondamentali per il futuro della professione: l’impatto dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali nell’esercizio della professione forense, la centralità dell’Avvocato nel processo e nelle attività non giudiziali, e l’apertura a nuovi ambiti di consulenza legale, con particolare attenzione all’equo compenso, alla tutela dei diritti dei cittadini e alla prevenzione del contenzioso”.
“Sentiamo forte la responsabilità di tradurre in azione queste istanze, rappresentando un fronte unitario e autorevole dell’Avvocatura italiana, anche in vista del completamento dell’iter della legge professionale”, concludono Brusa e Moretti.
Fedele Moretti è avvocato a Taranto con una lunga carriera nell’ambito dell’Avvocatura. E’ stato Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto dal 2019 al 2021. Nel 2022 è stato eletto per la prima volta componente dell’Assemblea Nazionale dell’Organismo Congressuale Forense, rappresentando il Distretto di Lecce.
Elisabetta Brusa è avvocato a Varese, specializzata in diritto penale e di famiglia. Ha ricoperto ruoli di rilievo nell’Ordine degli Avvocati di Varese, tra cui Presidente dal 2019 al 2023, ed è attiva in iniziative di sensibilizzazione sociale. E’ al suo secondo mandato nell’Organismo Congressuale Forense.
Antonino Distefano è avvocato a Catania e si occupa prevalentemente di diritto civile e tributario. Attualmente è Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, dopo aver ricoperto in passato il ruolo di Tesoriere e Vice Presidente dello stesso Consiglio. E’ stato Vice Presidente dell’Unione Regionale degli Ordini Forensi della Sicilia.

– nella foto, fornita dall’ufficio stampa Organismo Congressuale Forense, da sinistra a destra: Distefano, Spinella, Rossi, Moretti, Brusa, Morace e Barile –
(ITALPRESS).

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UniBg, gli smartphone dei cittadini possono essere utilizzati dopo un sisma per creare mappe ad alta risoluzione spaziale

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BERGAMO (ITALPRESS) – L’impatto di un terremoto sulle persone e sugli edifici dipende non solo dalle caratteristiche del terremoto stesso, ma anche dalla geologia locale che contribuisce ai cosiddetti “effetti di sito”. La mappatura degli effetti di sito ad alta risoluzione spaziale in contesto urbano è fondamentale per comprendere quali aree sono a maggior rischio e quali edifici sono sottoposti a maggiore sollecitazione durante una sequenza di eventi sismici.

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da Francesco Finazzi (Università degli studi di Bergamo, Italia), Fabrice Cotton (GFZ Helmholtz Centre for Geosciences, Germania) e Remy Bossu (European-Mediterranean Seismological Centre, Francia) rappresenta una svolta: gli smartphone dei cittadini possono essere utilizzati per creare mappe ad alta risoluzione spaziale degli effetti di sito e dello scuotimento del suolo dopo un sisma.

Grazie agli accelerometri integrati, gli stessi sensori che consentono di giocare in modo interattivo, gli smartphone sono in grado di misurare le vibrazioni indotte dalle onde sismiche. Combinando migliaia di queste misurazioni con modelli statistici avanzati, i ricercatori dimostrano che è possibile mappare il modo in cui la geologia locale amplifica le onde sismiche, raggiungendo un livello di dettaglio spaziale ben superiore a quello che possono fornire le sole stazioni della rete sismica nazionale.

Questo approccio si basa su Earthquake Network, un’iniziativa di citizen science lanciata nel 2013 da Francesco Finazzi. Earthquake Network trasforma gli smartphone in un sistema globale di monitoraggio dei terremoti. Quando si verifica un terremoto, gli smartphone dei cittadini che partecipano all’iniziativa lo rilevano in tempo reale e inviano informazioni a un server centrale. In pochi secondi è possibile allertare la popolazione nelle zone circostanti, concedendo loro tempo prezioso per mettersi al sicuro prima dell’inizio dello scuotimento più forte.

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La regione dei Campi Flegrei, in Italia, dove vivono circa 500.000 persone esposte ad alto rischio vulcanico e sismico, ha fornito il banco di prova perfetto. Tra aprile e giugno 2024, durante un periodo di intensa attività sismica che ha messo sotto pressione cittadini e amministratori locali, fino a 9.000 residenti della zona rossa (la zona a maggior rischio) hanno contribuito attivamente con i propri smartphone, rispetto alle sole 29 stazioni sismiche tradizionali presenti nella stessa area (Figura 1).

L’analisi congiunta dei dati smartphone e delle stazioni ha permesso ai ricercatori di produrre la prima mappa ad alta risoluzione dell’amplificazione di sito. La mappa mostra che l’amplificazione dovuta alla geologia locale varia da un fattore tra 0,25 e 0,75 nelle aree di Bagnoli, Fuorigrotta e del Rione Traiano, dove le onde sismiche tendono quindi a essere smorzate, a un fattore tra 2 e 3 nelle aree di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Arco Felice, dove le onde tendono a essere amplificate.

In caso di un nuovo terremoto nei Campi Flegrei, l’approccio sviluppato dai ricercatori consente inoltre di generare in modo rapido “ShakeMap” (mappe dell’accelerazione di picco del suolo) ad alta risoluzione partendo dalla mappa di amplificazione e dalle misurazioni degli smartphone raccolte durante lo specifico evento sismico. Queste mappe sono fondamentali per guidare le squadre di soccorso, stimare i danni e organizzare le risposte di emergenza. Con la crescita della popolazione urbana in tutto il mondo e l’urgente necessità di ShakeMap ad alta risoluzione, questo studio dimostra che i cittadini hanno un ruolo fondamentale nella raccolta di dati sismici tramite smartphone, in un’ottica in cui i cittadini offrono alla scienza qualcosa che gli appartiene (gli smartphone) per avere in cambio servizi utili alla collettività.

-Foto UniBg-
(ITALPRESS).

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