Cronaca
TRIBUNALE TEL AVIV: EITAN DEVE TORNARE IN ITALIA, A PAVIA, CON LA ZIA
Pubblicato
4 anni fa-

Eitan Biran, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, deve tornare in Italia dove c’è la sua residenza abituale.Lo ha stabilito la giudice del Tribunale della famiglia di Tel Aviv.
“Il Tribunale non ha accolto la tesi del nonno che Israele è il luogo normale di vita del minore nè la tesi che abbia due luoghi di abitazione”, così scrive la giudice Iris Ilutovich Segal nella sentenza in cui impone il rientro in Italia accogliendo il ricorso di Aya Biran, zia paterna del piccolo e affidataria legale.
Il bambino era stato portato in aereo, senza permesso, in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg lo scorso settembre dopo essere stato prelevato a casa a Pavia della zia Aya Biran. Il nonno per questo è indagato in Italia per sequestro di persona. Subito dopo Aya Biran si è rivolta al Tribunale della famiglia di Tel Aviv per il “rientro immediato” in Italia in base alla Convenzione dell’Aja. La sentenza della giudice è giunta a circa due settimane dalla fine delle udienze in Tribunale a Tel Aviv.
“Pur accogliendo con soddisfazione la sentenza della giudice Ilutovich crediamo che in questo caso non ci siano nè vincitori nè vinti. C’è solo Eitan e tutto quello che chiediamo è che torni presto a casa sua, ai suoi amici a scuola, alla sua famiglia, in particolare per la terapia e gli schemi educativi di cui ha bisogno”. Questo il commento dei legali della famiglia di Aya Biran – gli avvocati Shmuel Moran e Avi Himi – subito dopo la sentenza della giudice che ha deciso in base alla Convenzione dell’Aia di far tornare il bambino in Italia. Ha espresso “grande gioia” la zia paterna Aya Biran, per la decisione del Tribunale di Tel Aviv. Lo si è appreso da fonti legali.
La giudice Iris Ilutovich Segal ha imposto che il nonno materno del bambino, Shmuel Peleg, paghi le spese processuali pari a 70 mila shekel (oltre 18mila euro). Nella sentenza inoltre si spiega che “non è stata accolta la tesi del nonno secondo cui la zia non aveva il diritto di tutela”. “Con l’arrivo in Israele il nonno – ha proseguito la giudice – ha allontanato il minore dal luogo normale di vita. Un allontanamento contrario al significato della Convenzione e che, così facendo, ha infranto i diritti di custodia della zia sul minore stesso”.
“La famiglia è determinata a continuare la battaglia in ogni modo possibile nell’interesse di Eitan, il suo benessere e il diritto a crescere in Israele come i suoi genitori si augurano”. Lo dice la famiglia Peleg, il cui portavoce Gadi Solomon ha annunciato ricorso contro la sentenza. “Questa – ha aggiunto la famiglia -riguarda solo il suo allontanamento dall’Italia, il suo arrivo in Israele e non il bene e il futuro del minore”.
“Io e la collega Grazia Cesaro siamo contenti per la decisione favorevole del Tribunale di Tel Aviv e del fatto che i principi e lo spirito della Convenzione dell’Aja abbiano trovato applicazione”. Lo ha spiegato il legale civilista Cristina Pagni, che rappresenta in Italia, con la collega Cesaro (sul fronte penale c’è l’avvocato Armando Simbari) Aya Biran. “Aspettiamo di capire quando sarà possibile il rientro del bimbo in Italia, lo sapremo forse in serata”, ha chiarito il legale e ciò anche in relazione al fatto che i nonni materni avranno possibilità di impugnare la sentenza del giudice israeliano.
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Cronaca
UN MESTIERE D’ARTE, NON UNA MODA: VACCARINI RIDÀ VOCE AL SOMMELIER
Pubblicato
1 ora fa-
14 Ottobre 2025di
Redazione
di Emanuele Bottiroli
Ho fra le mani non un semplice libro, ma un vero e proprio manifesto della dignità del vino. “Sommelier. Dalla passione alla professione” (Hoepli) ambisce ad essere — e riesce ad essere — un’opera guida: densa, completa, austera ma non distante, tecnica ma non arida. Le schede editoriali ricordano come il testo copra l’intero percorso, dalla viticoltura all’enologia, dall’enografia nazionale e internazionale alla degustazione, senza dimenticare le altre bevande che accompagnano il pasto — birra, distillati, liquori, tè e perfino l’acqua minerale — con cenni sugli abbinamenti con i cibi. È un volume imponente, rilegato, stampato a colori, che supera le cinquecento pagine, arricchito dalle fotografie di Daniela Marchi, wine photographer capace di dare un volto e una luce evocativa alle bottiglie e ai calici.
A dare peso e autorevolezza è la firma di Giuseppe Vaccarini, Miglior Sommelier del Mondo ASI e presidente dell’Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. Non è un nome ornamentale, ma un passaporto di credibilità che consente al lettore di affidarsi non soltanto a un corpus di nozioni, bensì a un’esperienza. La sua voce si percepisce, anche nei passaggi più tecnici, come un filo che guida.
La forza del libro sta nella ricchezza enciclopedica. Vaccarini non sacrifica dettagli: dalle nomenclature agli aspetti legislativi, dalle mappe dei vigneti agli strumenti di degustazione, tutto concorre a costruire un’architettura vasta che serve davvero a chi vuole essere attore, e non spettatore, nel mondo del vino. Eppure, quando il rischio sarebbe quello di cadere nella freddezza di un manuale scolastico, l’autore inserisce sprazzi di cultura, richiami storici, suggestioni che restituiscono al gusto la sua natura di esperienza sensoriale e culturale.
Chi legge avverte anche la visione professionale che anima queste pagine: il sommelier non è dipinto come una figura statica, ma come un operatore integrato, capace di dialogare con cucina, sala e mercato. Per questo il volume appare utile non soltanto a chi si avvicina a un percorso formativo, ma anche a chi, già nel mestiere, sente l’esigenza di consolidare le proprie competenze. È un libro pensato per essere studiato e usato, più che sfogliato con leggerezza.
La sensazione finale è che si tratti di un libro che respira, necessario per non relegare un mestiere nella banalità di una visione superficiale. Quando lo si chiude, resta una domanda che non riguarda soltanto le nozioni imparate, ma il desiderio di sapere cos’altro ci sia da scoprire. Vaccarini sembra ricordarci che il percorso del sommelier non finisce con la classificazione delle uve, bensì inizia quando la tecnica diventa intuizione. Un libro da studiare, ma anche da meditare. Un’occasione per chi coltiva l’idea che bere non sia solo un gesto, ma un racconto. Un mestiere d’arte.

GIUSEPPE VACCARINI
Ritratto Professionale
Nato nel 1952 a Miradolo Terme (Pavia), Giuseppe Vaccarini è una figura di spicco e un punto di riferimento internazionale nel mondo della sommellerie. La sua straordinaria carriera inizia nel 1972, quando ottiene la qualifica di sommelier professionista, segnando l’avvio di un percorso costellato di successi e riconoscimenti.
Il titolo di Miglior Sommelier del Mondo ASI e la carriera stellata
La svolta decisiva arriva nel 1978, quando, a soli 26 anni, conquista il prestigioso titolo di Miglior Sommelier del Mondo ASI a Estoril, in Portogallo. Questa vittoria lo consacra nell’Olimpo della sommellerie mondiale e apre una carriera ricca di incarichi di prestigio.
Già alla fine degli anni ’60 aveva iniziato a collaborare con Jean Valenti — fondatore di AIS, ASI e ASPI — presso il ristorante Gourmet, e successivamente con Franco Colombani del celebre ristorante Il Sole di Maleo, nome storico della ristorazione italiana.
Dal 1978 al 1983 Vaccarini è sommelier e direttore presso il leggendario ristorante Gualtiero Marchesi di Milano, esperienza cardine nella sua affermazione professionale.
Docenza e impegno accademico
Animato da una profonda passione per la professione e da un costante desiderio di trasmettere conoscenza, Giuseppe Vaccarini si dedica anche alla formazione delle nuove generazioni.
Dal 1987 al 2010 insegna sommellerie presso l’Istituto Alberghiero Carlo Porta di Milano, dove promuove per primo in Italia una specializzazione dedicata, sviluppata a partire dalla figura del “sommelier junior”, introdotta nel 1988.
Il suo impegno formativo prosegue con la partecipazione a prestigiosi Master universitari, tra cui quelli della SDA Bocconi (2008–2019) e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (2005–2007).
Autore di numerosi manuali — molti raccolti sotto il nome di “Codex” — ha codificato tecniche operative e metodologie di degustazione applicate non solo al vino ma a un’ampia gamma di bevande.
Nel 2002 riceve il Dottorato honoris causa in Scienze Enogastronomiche, con specializzazione in Wine & Food Advice, dal Politecnico in Studi Aziendali di Lugano (Svizzera).
Influenza e leadership nelle associazioni di sommellerie
L’influenza di Giuseppe Vaccarini nel panorama della sommellerie è profonda e duratura. Partecipa a comitati tecnici internazionali e presiede giurie in numerosi concorsi di rilievo, tra cui quelli per il titolo di Miglior Sommelier del Mondo ASI (Venezia 1986, Parigi 1989, Rio de Janeiro 1992, Tokyo 1995, Vienna 1998, Montreal 2000, Atene 2004, Rodi 2007, Tokyo 2009, Anversa 2021). Ricopre ruoli analoghi anche nel Trophée Ruinart per il Miglior Sommelier d’Europa, organizzato ogni due anni tra il 1992 e il 2006.
È stato Presidente dell’Associazione Italiana Sommeliers (AIS) dal 1999 al 2002 e, a livello internazionale, Presidente dell’Association de la Sommellerie Internationale (ASI) dal 1996 al 2004, proseguendo poi come Direttore fino al 2007. Dal 2011 è Direttore della Commissione Esami & Educazione di ASI.
Nel giugno 2007 fonda l’Associazione Sommellerie Professionale Italiana (ASPI), organizzazione unica nel suo genere in Italia e membro ufficiale di ASI, con l’esclusiva per la selezione dei candidati italiani ai concorsi continentali e mondiali della sommellerie.
La dedizione e il contributo instancabile di Giuseppe Vaccarini hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della sommellerie contemporanea. Pioniere nella diffusione della cultura del vino e nella valorizzazione della professione del sommelier, è oggi riconosciuto in tutto il mondo come un autentico ambasciatore del vino italiano.
Cronaca
Meloni “Riconoscimento della Palestina più vicino con il Piano per Gaza”
Pubblicato
10 ore fa-
14 Ottobre 2025di
Redazione
SHARM EL SHEIKH (EGITTO) (ITALPRESS) – “Se viene attuato il Piano di pace è più vicino il riconoscimento della Palestina, certo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a Sharm El-Sheikh commentando la firma dell’accordo di pace per Gaza. “Siamo fieri che l’Italia ci sia in questa giornata storica. Dobbiamo ringraziare i mediatori che hanno spinto e dato un mano. E’ un percorso molto lungo, noi oggi abbiamo una prima fase ma è un’occasione che non si vedeva da tantissimi anni per una pace giusta e duratura, un lavoro lungo che si basa sul progetto dei due Stati – ha aggiunto -. L’Italia è qui per dire che c’è ed è pronta a fare la sua parte. Tutti sanno che la nostra è una nazione rispettata, benvoluta nella regione che riesce a dialogare con tutti, lo fa con franchezza e guardando i risultati, penso che in questa fase possa giocare un ruolo di primo piano”.
Secondo Meloni “il rischio più grande che si corre è che non si sia pragmatici, bisogna evitare tutto ciò che può scaldare gli
animi e tutto quello che può rappresentare un alibi. Bisogna
essere molto lucidi, è un appello che faccio a tutti perchè è una
fase delicata ma che ci può dare grandi soddisfazioni”. E ancora: “I nostri carabinieri da anni a Gerico formano la polizia palestinese, siamo impegnati anche nella missione a Rafah. Possiamo implementare questa presenza, tra l’altro già prevista nel decreto missioni, fino ad arrivare a una forza di stabilizzazione che richiederebbe un passaggio parlamentare sul quale spero che una volta tanto, ma ne sono certa, si possa votare all’unanimità”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Firmato a Sharm el Sheik l’accordo di pace per Gaza
Pubblicato
12 ore fa-
13 Ottobre 2025di
Redazione
SHARM EL SHEIKH (EGITTO) (ITALPRESS) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al Thani, i Paesi mediatori dell’accordo per la tregua a Gaza tra Hamas e Israele hanno firmato l’accordo di pace per Gaza a Sharm el Sheikh. Il documento ufficializza l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia che oggi ha portato al rilascio degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi. Al termine della firma dell’accordo è iniziata la sessione plenaria a porte chiuse. In occasione della firma del documento Al-Sisi ha fatto un appello al popolo di Israele: “Fateci trasformare questo momento storico in un nuovo inizio, e lavoriamo insieme per un futuro migliore per i nostri Paesi”. In precedenza, incontrando Trump, al-Sisi, aveva detto al presidete Usa “Ero certo che solo lei potesse porre fine alla crisi di Gaza. Solo Trump può raggiungere la pace nella nostra regione”.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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