Cronaca
Pietro Labriola nuovo direttore generale di Tim, deleghe a Rossi
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4 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Pietro Labriola è il nuovo direttore generale di Tim. E’ quanto si legge in una nota diffusa al termine della riunione del Cda che, riunitosi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, si legge in una nota, ha preso atto della remissione delle deleghe da parte di Luigi Gubitosi e, avendola accettata, ha deliberato di revocare Luigi Gubitosi dalle cariche di CEO e Direttore Generale della Società e dai relativi poteri, procedendo, quindi, ad un riassetto della governance e alla riallocazione delle deleghe. Luigi Gubitosi rimane consigliere di amministrazione. Gubitosi detiene 3.957.152 azioni TIM.
Il Presidente Salvatore Rossi, a nome dell’intero Consiglio di Amministrazione, esprime il suo ringraziamento più sentito per il lavoro svolto a Gubitosi, sottolinea la nota.
Su proposta del Comitato Nomine e Remunerazione, in applicazione del Piano di successione della Società, il Consiglio ha deliberato di nominare come Direttore Generale, Pietro Labriola, che manterrà la carica di CEO della controllata TIM S.A., determinandone attribuzioni, facoltà e poteri, in modo da garantire assoluta continuità e stabilità nella gestione aziendale. Le deliberazioni sono soggette alle comunicazioni e determinazioni di tutte le Autorità ed altri soggetti coinvolti, evidenzia la nota.
Al contempo al Presidente Salvatore Rossi sono state attribuite responsabilità e deleghe relative a Partnership & Alliances, Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship, Public Affairs, nonchè la responsabilità di gestione degli assets e delle attività di TIM di rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale.
“Il nuovo assetto di vertice della società – si legge nella nota – garantisce da subito, nell’interesse di tutti gli stakeholder, la piena operatività del Gruppo. Assicura, inoltre, in una fase così articolata una guida coesa, salda e determinata nella piena valorizzazione delle capacità operative della società e del posizionamento sul mercato, nel rispetto del ruolo di tutti gli azionisti e degli altri stakeholder coinvolti. La soluzione di governance individuata costituisce un passo essenziale del processo di CEO Succession Planning, sul quale continua l’impegno del Consiglio nel suo insieme e, in particolare, del Comitato per le Nomine e la Remunerazione, assistito dall’advisor Spencer Stuart. Impegno teso a definire una leadership esecutiva di medio termine della società stabile e duratura, che tenga conto dell’evoluzione dell’assetto societario complessivo di TIM e del relativo perimetro di attività”.
Pietro Labriola, si legge sempre nella nota, “vanta un’esperienza professionale tutta spesa all’interno del settore delle telecomunicazioni. Negli ultimi 20 anni ha operato all’interno del Gruppo TIM in ruoli diversificati di crescente responsabilità fino ad assumere la guida complessiva delle attività del Gruppo in Brasile. L’assoluta internazionalità e la riconoscibilità come uno dei maggiori esperti delle tematiche relative al mondo delle telecomunicazioni e all’innovazione caratterizzano il suo profilo”. Pietro Labriola non risulta in possesso di azioni TIM.
Il Presidente Rossi, ha dichiarato: “Esprimo a titolo personale e del Consiglio tutto, grande soddisfazione per la nomina di Pietro Labriola a nuovo Direttore Generale di TIM. Questa nomina mostra ancora una volta il valore del management della società e la capacità di valorizzare competenze, merito ed innovazione”.
Dal canto suo Pietro Labriola ha espresso un sentito ringraziamento al Consiglio di Amministrazione per la fiducia dimostrata e ha assicurato il massimo impegno nell’accompagnare TIM nel suo percorso di sviluppo.
Per agevolare i processi interni in una fase di intenso lavoro, prosegue la nota, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di dotarsi di un Lead Independent Director, con le attribuzioni previste dal Codice di corporate governance di Borsa Italiana, chiamando ad assumere la carica la Consigliera Paola Sapienza.
Il Consiglio di Amministrazione, infine, in relazione alla manifestazione di interesse indicativa e non vincolante inviata da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (“KKR”), in data 19 novembre (la “Manifestazione d’Interesse”), riservandosi di valutare ogni opzione strategica nell’interesse della società e degli stakeholder ha istituito, su proposta del Comitato per il Controllo e Rischi un Comitato ad hoc costituito dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e da quattro Amministratori Indipendenti: il Lead Independent Director e gli Amministratori Paolo Boccardelli, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli.
Il comitato avvierà tempestivamente e svolgerà, con il supporto degli advisor che all’uopo provvederà ad incaricare, tutte le attività istruttorie propedeutiche all’analisi del contenuto della Manifestazione non vincolante. Le attività e istruttorie del comitato saranno condotte secondo le migliori prassi al fine di consentire al Consiglio di valutare compiutamente la portata, il contenuto, le condizioni e le conseguenze della Manifestazione non vincolante, nonchè maturare e assumere, in maniera adeguatamente informata, le determinazioni in relazione alla stessa per quanto di propria competenza.
(ITALPRESS).
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Cronaca
Giustizia civile, meno processi pendenti ma i grandi distretti soffrono
Pubblicato
46 minuti fa-
2 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nonostante il calo generalizzato in alcuni tribunali aumenta ancora negli ultimi 4 anni l’arretrato di processi civili, soprattutto a Venezia (+159%), Trieste (+73,7%) e L’Aquila (+48,5%). Nonostante tra il 2021 e il 2024, presso le Corti d’Appello italiane si sia registrato un calo medio del 24% dei procedimenti civili pendenti, in alcuni tribunali, soprattutto a Venezia (+159%), Trieste (+73,7%) e L’Aquila (+48,5%), l’arretrato delle cause civili continua ad aumentare. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dall’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa, presieduta dall’avvocato Antonello Martinez.
Su un totale di 140 tribunali solo 17 hanno registrato un incremento, mentre i restanti 123 hanno evidenziato una riduzione dei procedimenti civili pendenti, con le diminuzioni più significative a Palmi (-45,6%), Arezzo (-44,2%), Barcellona Pozzo di Gotto (-43,9%), Lodi (-42,9%), Rovigo (-41,4%), Foggia (-41,4%) e Larino (-40,8%).
“I dati mostrano una tendenza generale alla riduzione dei procedimenti civili pendenti nei Tribunali Ordinari italiani, in linea con il trend nazionale dell’ultimo decennio”, afferma Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa e fondatore dello studio legale Martinez & Novebaci. “Questo andamento riflette gli sforzi compiuti per migliorare l’efficienza del sistema, anche attraverso le misure previste dal PNRR. Tuttavia, le differenze tra i singoli tribunali indicano la necessità di proseguire con interventi mirati per garantire una maggiore uniformità territoriale e tempi di risposta più omogenei”, prosegue.
Tra i grandi tribunali, Roma si conferma al primo posto per numero di procedimenti civili pendenti, nonostante una riduzione del 22.1% nell’ultimo quadriennio (91.368 casi nel 2024 rispetto ai 117.253 del 2021). Napoli e Milano mantengono rispettivamente il secondo e terzo posto: Napoli registra un calo del 13,7% (da 66.639 a 57.541 casi), mentre a Milano la riduzione è stata dell’1,5% (da 48.093 a 47.363 casi). Nel complesso, i Tribunali Ordinari hanno registrato una diminuzione del 13,3%, passando da 1.361.137 nel 2021 a 1.180.566 nel 2024.
Secondo l’analisi dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa, complessivamente nelle Corti d’Appello la situazione è più incoraggiante. Su 29 sedi (di cui tre sezioni distaccate), solo 5 hanno registrato un aumento dei procedimenti civili pendenti tra il 2021 e il 2024. Seppur con numeri assoluti più bassi, l’incremento maggiore si è rilevato a Trento: +26%. Aumenti più contenuti, invece, a Torino (+6,8%), Campobasso (+6,6%), Catanzaro (+1,9%) e Cagliari (+0,8%). Le restanti 24 Corti hanno invece registrato una diminuzione, con cali che vanno dal 48,2% di Ancona al 5,9% della Corte d’Appello di Bolzano.
Anche tra le grandi Corti d’Appello Roma si conferma al primo posto per numero di procedimenti civili pendenti: dai 43.455 casi del 2021 è scesa a 31.580 nel 2024, registrando una diminuzione del 27,3%, ma mantenendo comunque il primato nazionale. Ai vertici della classifica per carico di lavoro da smaltire si trovano anche Napoli, con una riduzione del 18,6% (da 33.206 a 27.044 casi), e Palermo, con casi in flessione del 7,1% (da 11.554 a 10.729). Dal 2021 al 2024 questi 3 distretti sono sempre ai primi posti della classifica nazionale per cause civili pendenti.
“La riduzione complessiva dei procedimenti civili, sia nei Tribunali Ordinari che nelle Corti d’Appello, rappresenta un segnale incoraggiante che merita di essere consolidato – osserva Antonello Martinez -. I dati mostrano però che i grandi distretti continuano a sostenere un carico rilevante, segno che restano criticità da affrontare. Per questo è essenziale proseguire con interventi strutturali e investimenti mirati, affinchè i miglioramenti non restino isolati ma diventino parte di un sistema giudiziario più efficiente e omogeneo. In un Paese in cui la giustizia civile incide sulla competitività e sulla fiducia degli operatori economici, garantire un accesso uniforme e tempestivo è una priorità se vogliamo contribuire concretamente alla crescita dell’Italia”.
– News in collaborazione con l’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa –
– Foto ufficio stampa Associazione Italiana Avvocati d’Impresa –
(ITALPRESS).
Cronaca
Sanità, dalla Fondazione Lilly 1,5 mln per 30 dottorati di ricerca
Pubblicato
46 minuti fa-
2 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Un investimento strategico no-profit di oltre 1,5 milioni di euro per formare una nuova generazione di ricercatori in grado di guidare la trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pubblico. E’ il cuore del piano decennale con cui la Fondazione Lilly per l’Italia rilancia la propria missione, rafforzando l’impegno nella formazione avanzata e nella costruzione di competenze ad alto impatto per la salute pubblica.
Il programma, denominato “30×30”, prevede il finanziamento di 30 dottorati di ricerca in 30 università italiane nei prossimi dieci anni, in tutte le regioni d’Italia. I percorsi saranno dedicati a 5 verticali strategici in sanità: innovazione digitale e trasformazione tecnologica; sostenibilità, economia e modelli finanziari; accesso, equità e riforme organizzative; prevenzione, salute pubblica e One Health; partnership, formazione e internazionalizzazione. Ogni dottorato sarà arricchito da collaborazioni internazionali con atenei che verranno selezionati, sfruttando anche la presenza multinazionale di Lilly nel mondo, per formare i nuovi manager della sanità, capaci di operare a livello nazionale e globale.
Questo investimento risponde a una serie di carenze strutturali in Italia, a partire dalla spesa lorda in Ricerca e Sviluppo: secondo dati Eurostat, in Italia siamo all’1,31% contro il 2,24% a livello UE. Il gap riguarda anche l’ambito della tutela della salute con valori di poco superiori allo 0,2% in Italia e tra lo 0,3% e lo 0,6% negli altri principali Paesi Europei. Così come la spesa sanitaria pubblica: 6,7% in Italia contro il 7,2% in Spagna e UK, il 9,1% in Francia, 10,1% in Germania.
“Siamo orgogliosi di rilanciare la Fondazione Lilly per l’Italia con un progetto che guarda al futuro del nostro Paese. Crediamo nella scienza, ma anche nella capacità delle istituzioni di ascoltarla – ha dichiarato Federico Villa, Direttore Generale della Fondazione Lilly per l’Italia -. Per questo investiamo sui giovani ricercatori, affinchè possano essere protagonisti del cambiamento, non solo spettatori. Perchè solo rafforzando il legame tra ricerca e decisione pubblica possiamo costruire un sistema sanitario più efficace, orientato ai risultati e alle persone”.
Nei prossimi mesi, inoltre, la Fondazione annuncerà la collaborazione con un attore strategico globale nell’area dell’intelligenza artificiale per sviluppare un nuovo strumento a supporto della condivisione e lo scambio agile di informazioni tra i ricercatori del network dei 30 atenei nazionali.
La collaborazione favorirà anche l’elaborazione dei risultati della ricerca nell’area delle politiche sanitarie, al fine di renderla più fruibile ai decisori pubblici per eventuali future decisioni. La Fondazione inoltre proseguirà con il suo impegno di sensibilizzazione alla ricerca pubblica nelle scuole, attraverso una collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, realizzando un piano di sensibilizzazione nelle scuole italiane che avvicini i ragazzi al mondo della ricerca, in particolare in ambito sanitario.
Tra i piani futuri ci sarà anche una vera e propria Academy per la formazione continua dei dipendenti pubblici impegnati nella sanità, che possa coinvolgere il Ministero della Salute e strutturare una collaborazione con enti internazionali non-governativi.
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di strumenti innovativi, capaci di sostenere l’adozione di modelli organizzativi più rispondenti alle reali esigenze di salute della popolazione – ha dichiarato Marcello Gemmato, Sottosegretario alla Salute -. Per questo sono importanti tutte le iniziative in grado di valorizzare la ricerca accademica, specialmente se con un focus su politiche sanitarie e corretta programmazione. Serve infatti investire su competenze in grado di affrontare le sfide della sanità contemporanea, trovando il giusto equilibrio tra personalizzazione delle cure e sostenibilità del sistema”.
Nel triennio 2025-2028, le attività della Fondazione saranno guidate da un Comitato consultivo tecnico-scientifico, presieduto dal Professor Claudio Jommi, e composto da rappresentanti del mondo accademico e istituzionale. Il Comitato coordinerà il lancio dei primi 20 dottorati di ricerca e la definizione degli accordi con le università, così come la strutturazione delle collaborazioni con enti regolatori e soggetti pubblici. Nello stesso periodo verranno pubblicati i primi rapporti annuali di impatto e avviate iniziative di disseminazione pubblica per facilitare il trasferimento dei risultati della ricerca nel processo di policy-making.
“Investire oggi nella formazione di ricercatori specializzati in politiche sanitarie significa costruire le fondamenta per un SSN più efficiente, equo e orientato ai risultati – ha ribadito Claudio Jommi, Professore ordinario di Economia Aziendale presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale e Presidente del Comitato Consultivo della Fondazione Lilly -. I dottorati finanziati dalla Fondazione Lilly potranno generare un impatto moltiplicativo: competenze strategiche per il sistema pubblico, migliori decisioni allocative, e un contributo concreto all’innovazione delle politiche basate su evidenze”.
– foto ufficio stampa Fondazione Lilly –
(ITALPRESS).
Cronaca
La Regione Lombardia 6 nuovi progetti per riscoprire la montagna
Pubblicato
2 ore fa-
2 Luglio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Promuovere i rifugi alpini come presidi culturali e sociali, valorizzando il patrimonio montano lombardo e rendendolo sempre più accessibile, anche alle persone più fragili. È questo l’obiettivo dei sei nuovi progetti sostenuti da Regione Lombardia con un finanziamento di oltre 60mila euro nell’ambito della Legge per le Montagne di Lombardia, presentati oggi con una conferenza stampa a Palazzo Pirelli.
“La montagna è una metafora della vita – ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale, Federico Romani -. Per i giovani rappresenta un’occasione concreta di relazione, lontano dalla dimensione virtuale dei social. È un cammino impegnativo, fisico e mentale, ma ricco di esperienze autentiche, di confronto e di crescita. Con queste iniziative vogliamo valorizzare le nostre montagne attraverso il protagonismo delle persone”.
All’iniziativa, oltre a Romani, hanno partecipato anche il Consigliere Segretario Jacopo Scandella, i membri dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e Giacomo Zamperini, Presidente della Commissione speciale Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine. “Regione Lombardia vuole bene alle montagne e non le considera soltanto come dei luna park. Vogliamo impedirne lo spopolamento e restituire loro il rispetto che meritano”, ha dichiarato Zamperini, annunciando anche un grande evento a settembre, alla fine della stagione estiva, per celebrare il patrimonio montano lombardo in vista delle Olimpiadi.
Presenti anche i rappresentanti delle associazioni promotrici dei progetti finanziati, che hanno illustrato i dettagli delle proposte e le modalità di adesione. Da notti nei rifugi a proiezioni cinematografiche, da concerti a escursioni nei sentieri, grazie a queste iniziative giovani e adulti avranno l’occasione di riscoprire i territori montani lombardi.
– Foto xp9/Italpress –
(ITALPRESS)


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