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LA VOCE PAVESE – INTERVISTA A GIOVANNI PALLI, CANDIDATO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

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La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia.

Emanuele Bottiroli intervista Giovanni Palli, classe 1981, sindaco di Varzi, presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese e compagno della parlamentare Elena Lucchini, oggi candidato presidente della Provincia di Pavia di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Sotto la lente la dialettica fase delle candidature che ha spaccato la Lega sfociando nella “candidatura antagonista” di Angelo Bargigia, sindaco di Marzano, sotto l’egida di leghisti della prima ora come l’europarlamentare Angelo Ciocca, il consigliere regionale Roberto Mura e di un gruppo di sindaci del Carroccio scontenti per le modalità di approccio alle imminenti elezioni provinciali. Palli, dopo mesi di meticoloso lavoro preparatorio, parte però con l’assoluto favore dei pronostici e sarà una sfida destinata a segnare un “prima” e un “dopo” negli equilibri politici territoriali. Palli descriverà anche, sulla scorta del confronto che porta avanti da mesi con gli enti locali del territorio, le sue priorità per Piazza Italia. Le operazioni di voto relative all’elezione del Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale di Pavia avranno luogo il giorno sabato 18 dicembre 2021, si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 20 nel seggio costituito presso l’Istituto di Istruzione Superiore Statale “Luigi Cossa” di Pavia, in viale Necchi 5. Sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali in carica nei Comuni compresi nel territorio provinciale di Pavia.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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