Cronaca
Raspadori salva il Sassuolo, doppietta e 2-2 a La Spezia
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2 anni fa-
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RedazioneLA SPEZIA (ITALPRESS) – Giacomo Raspadori salva il Sassuolo al ‘Piccò e lancia un messaggio anche al ct Mancini: per un posto nella Nazionale che insegue il Mondiale qatariota c’è anche lui. Non basta il doppio vantaggio, ai liguri, per conquistare l’intera posta in palio: il Sassuolo si aggrappa al suo bomber tascabile, che entrato nella ripresa infila la doppietta per il 2-2 definitivo.
Lo Spezia per ricominciare a far punti dopo tre sconfitte di fila, il Sassuolo per confermarsi dopo le grandi prestazioni con Milan e Napoli. Al ‘Piccò sono gli ospiti ad iniziare meglio, colpendo due legni con Berardi e Scamacca, il primo sugli sviluppi di una punizione parata da Provedel, il secondo su una conclusione dal limite. Ma con il passare dei minuti la formazione bianconera cresce: prima un gol di Kovalenko viene annullato su cross di Nzola, poi la rete arriva e questa volta è buona: Reca scappa sulla sinistra e crossa per Manaj che mette in rete da distanza ravvicinata. Si va al riposo sull’1-0 per l’undici di Motta. La ripresa è scoppiettante, va sul 2-0 subito lo Spezia con Gyasi che sfrutta errori evidenti nella retroguardia dei neroverdi. Ma gli ospiti non ci stanno e Dionisi inserisce anche il quarto attaccante e poi anche Boga per una formazione tutta d’attacco, se non arrembante. E’ proprio il nuovo entrato Raspadori a riprenderla con due gol su pregevoli azioni offensive: la punta bolognese accorcia al 66′ e poi al 79′, su assist di Berardi, acciuffando il pari e completando la sua performance da urlo. Lo Spezia però non sta a guardare e sfiora il terzo gol prima con Maggiore, servito da Manaj, e poi con Nzola che si fa parare la conclusione da Consigli in uscita. Finisce 2-2, un risultato tutto sommato giusto per ciò che si è visto in campo.
(ITALPRESS).
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Cronaca
Teatro, Pirovano porta “Mistero buffo” al Festival dei Mezaràt di Luino
Pubblicato
1 ora fa-
9 Maggio 2024di
RedazioneMILANO (ITALPRESS) – Nell’ambito del ‘Festival dei Mezaràt’, l’istrionico attore Mario Pirovano si prepara a stupire il pubblico di Luino con una straordinaria performance teatrale. Sabato 11 maggio, presso il Teatro Sociale, Pirovano darà vita a uno spettacolo indimenticabile portando in scena il celebre “Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame. L’attore, noto per la sua versatilità e il suo carisma, commenta con entusiasmo questa eccezionale occasione: “Portare sul palcoscenico di Luino uno dei capolavori di Fo e Rame è un’opportunità straordinaria. Mistero Buffo è una pièce che continua a parlare al pubblico contemporaneo, affrontando tematiche universali con un linguaggio fresco e innovativo”. Pirovano, stimato interprete delle opere di Fo, aggiunge “Portare in scena i testi di Fo e Rame proprio in uno dei posti che ha visto crescere Dario è un’esperienza emozionante e stimolante. La loro satira pungente e la loro capacità di rappresentare la realtà con ironia e sarcasmo sono strumenti potenti per coinvolgere il pubblico e stimolarne la riflessione”. Il Festival dei Mezaràt, promuovendo la valorizzazione del teatro e delle arti performative, si conferma come uno degli eventi culturali più attesi della provincia di Varese. L’aver inserito “Mistero Buffo” nel programma testimonia l’impegno degli organizzatori nel portare al pubblico opere di grande valore artistico e sociale. L’importante progetto artistico-culturale è pensato appunto per celebrare la figura di Dario Fo e della moglie Franca Rame nei territori che hanno dato i natali (Sangiano/VA, 1926) al Premio Nobel e che hanno visto tanto dell’attività artistica di entrambi. Il Festival (il cui titolo è stato suggerito dalla nipote di Dario, Mattea Fo, presidente della Fondazione Fo Rame che patrocina i 15 giorni di eventi) vede anche il coinvolgimento dei Comuni di Sangiano, Luino, della Provincia di Varese e il sostegno della Fondazione Comi di Luino.(ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Mario Pirovano
Cronaca
La storia del terrorismo in un ciclo di incontri a UnitelmaSapienza
Pubblicato
1 ora fa-
9 Maggio 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Il fenomeno del terrorismo politico che scosse l’Italia dalla fine degli anni Sessanta alla prima metà degli anni Ottanta è al centro de “La Notte della Repubblica”, un ciclo di sei appuntamenti organizzato a Roma da UnitelmaSapienza per raccontare la storia degli anni di piombo.
Durante gli incontri, moderati da Roberto Sciarrone, verranno proiettate alcune clip tratte dall’omonima inchiesta Rai di Sergio Zavoli, introdotte dal Rettore Bruno Botta e dalla storica e divulgatrice Michela Ponzani.
“E’ una grande occasione per approfondire temi e questioni legate alla storia del nostro Paese attraverso il contributo di autorevoli ospiti di grande livello culturale, docenti e scrittori. E’ un grande piacere per l’Ateneo promuovere eventi di questo tipo”, ha detto Botta. Raccontare ai più giovani i personaggi e gli avvenimenti del passato “è importante perchè proviamo a far capire loro che c’erano dei valori. Non perchè oggi non ce ne siano ma perchè una volta si cresceva con alcuni spiriti importanti, delle forze trainanti. Quando qualcosa accadeva, nel bene e nel male, eravamo tutti partecipi, si provava a capire, c’era una discussione, la lettura dei giornali: questo oggi si è un pò perso”, ha spiegato il rettore.
Per Ponzani, che ha ricordato come il primo incontro cada proprio nel Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo, “in questo Paese c’è un enorme processo di rimozione rispetto a quello che sono gli anni neri della Repubblica, un periodo oscuro, segnato dai segreti di Stato: è molto importante far conoscere quel periodo storico ai ragazzi che hanno vent’anni e che non erano ancora nati all’epoca delle Torri gemelle, non solo perchè i protagonisti di quella stagione sono ancora tra noi, ma anche per aiutare loro a capire qual è la storia di questo Paese, che ha saputo resistere a tentativi golpisti e a trame autoritarie, trovando la forza di ricompattarsi intorno ai valori della democrazia”.
L’ospite del primo incontro è stato Walter Veltroni, che ha presentato “Il delitto Pasolini”. La sua figura “fa parte di questo lungo inverno che abbiamo vissuto, punteggiato di episodi inquietanti, di misteri e di storie non risolte, tra cui la sua morte: Pasolini venne ucciso in circostanze che ancora non sono chiarite. Non ho teorie da sostenere, quello di cui sono certo è che non è stato solo Pino Pelosi a ucciderlo”, ha ribadito Veltroni.
“Pasolini non stava in nessun recinto”, la sua figura “è importante per la sua libertà. Ti poteva sorprendere ogni volta con il suo punto di vista sulle cose che accadevano. Non era mai prevedibile, era graffiante, sprezzante, a volte non condivisibile. Ma la sua grandezza culturale, di linguaggio e di sensibilità rendevano tutto quello che diceva di un peso specifico incomparabile”.
I prossimi appuntamenti – nella Sala Conferenze di UnitelmaSapienza e in streaming sul canale YouTube dell’Ateneo – saranno il 10 giugno con Anna Vinci (La mafia “dentro”), il 26 settembre con Miguel Gotor su “Il caso Aldo Moro”, il 15 ottobre con Umberto Gentiloni per “Il 1968. L’anno che rivoluzionò il mondo”, il 13 novembre con Ilaria Moroni su “La strage di Bologna” e infine l’11 dicembre con Fabrizio Marini su “La violenza politica negli anni Settanta”.
Foto/screenshot video Italpress
(ITALPRESS).
AGRISAPORI – 9 MAGGIO 2024
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