Cronaca
Governo, Landini: “Sono i partiti ad avere bloccato Draghi”
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4 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Scioperiamo perchè quella del governo è una manovra socialmente ingiusta e vogliamo cambiarla: ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta». Così, in un’intervista a la Repubblica, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, il giorno dopo lo strappo con il governo e con la Cisl.
“Il governo da mesi ha ricevuto le nostre richieste unitarie su fisco, pensioni, politiche industriali e lotta alla precarietà – spiega -. Le risposte non sono adeguate”. “La pandemia – sottolinea Landini – non ha sospeso i diritti costituzionali e lo sciopero è un diritto riconosciuto dalla nostra Carta fondamentale. Abbiamo deciso di proclamare lo sciopero generale perchè la legge di Bilancio in discussione in Parlamento non produce quella giustizia sociale di cui il Paese ha bisogno. C’è giustizia quando il lavoro è sempre più precario? C’è giustizia quando i lavoratori che guadagnano meno producono ricchezza che viene redistribuita agli altri che stanno meglio? C’è giustizia quando i giovani e le donne continuano a non trovare un lavoro dignitoso? C’è giustizia se la lotta all’evasione fiscale rimane una chimera? C’è giustizia quando le rendite finanziarie continuano ad avere un trattamento fiscale privilegiato? Le faccio un esempio: una commessa di un supermercato che durante questo periodo ha continuato a lavorare, garantendo il servizio anche quando il Paese era in lockdown, non arriva a prendere 20 mila euro lordi l’anno, la metà se ha un contratto part time. Ed avrà un riconoscimento fiscale di poco superiore ai 100 euro annui, mentre chi prende tre volte il suo reddito ne riceverà oltre 600”.
In merito alle detrazioni fiscali, aggiunge, “il governo ci ha detto che saranno interventi limitati perchè qualcuno altrimenti potrebbe perderci. Noi, al contrario, avevamo proposto un intervento sulle detrazioni e non sulle aliquote per far crescere i redditi a partire da quelli più bassi”.
Secondo Landini la manovra del governo è socialmente ingiusta “sulle pensioni, lo è sul lavoro, lo è sul piano fiscale”. “Il presidente Draghi – sottolinea – ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza. Questo E’ un problema molto serio: in questo Paese la maggioranza che sostiene il governo non sa cosa vuole dire vivere con 20, massimo 30 mila euro all’anno. La riforma fiscale del governo è profondamente sbagliata perchè anzichè ridurre le aliquote andava allargata la base imponibile dell’Irpef e accentuata la progressività del sistema”.
“Lo sciopero – prosegue – è per difendere gli interessi delle lavoratrici, dei lavoratori e di tutti i pensionati. Abbiamo preso atto che la maggioranza non intendeva cambiare l’accordo fatto sul fisco e che aveva respinto anche la proposta del presidente del Consiglio. Dunque, ricorriamo allo sciopero perchè si sono chiusi gli spazi di confronto e il sindacato deve fare tutto il possibile per portare a casa risultati a favore di chi rappresenta. Scioperiamo per la riforma delle pensioni, per superare la precarietà del lavoro, per nuove politiche industriali, e per una migliore scuola pubblica”. Per quanto riguarda Draghi, “non è in discussione l’autorevolezza che ha dato al Paese”. Ed in merito alla rottura dell’unità sindacale, dichiara: “Noi scioperiamo sostenendo le ragioni della piattaforma unitaria scritta anche con la Cisl. Siamo coerenti con quello che avevano deciso insieme e così del resto ha scelto anche la Uil. In ogni caso per quello che ci riguarda l’azione sindacale non finisce con la legge di Bilancio”.
(ITALPRESS).
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Cronaca
La Voce Pavese – Addio a Maria Forni, voce della cultura lomellina
Pubblicato
2 ore fa-
15 Dicembre 2025di
Redazione
Mortara e la Lomellina salutano Maria Forni, storica, divulgatrice e dirigente scolastica di primo piano, scomparsa sabato all’età di 85 anni nella sua abitazione di contrada Loreto. Figura autorevole e amatissima, ha incarnato per decenni la passione per la conoscenza e la trasmissione del sapere, diventando un punto di riferimento culturale ben oltre i confini cittadini.
Ex preside del liceo scientifico Taramelli di Pavia e dell’istituto superiore Omodeo di Mortara, Maria Forni ha insegnato anche al liceo classico Cairoli di Vigevano. Alla carriera scolastica ha affiancato un’intensa attività divulgativa: le sue conferenze di carattere storico, letterario e linguistico richiamavano sempre un pubblico numeroso, conquistato dalla capacità di passare con naturalezza dai grandi autori della letteratura alle più sottili sfumature del dialetto lomellino, con rigore ma anche con grande chiarezza.
L’ultima presentazione risale a un mese fa nella biblioteca civica Pezza, spazio culturale per lei speciale e familiare, dove fino a un anno fa ha presieduto l’associazione Amicivico17. In ambito familiare proveniva da una nota famiglia lomellina, ma aveva sempre rivendicato con fermezza una posizione autonoma sul piano civile e politico.
Lascia la figlia Francesca Baletti, il genero Tommaso e i nipoti Tancredi e Dionigi. Profondo il cordoglio del mondo della scuola: l’istituto Omodeo ne ricorda la gentilezza d’animo, l’intelligenza e la lungimiranza. Parole di stima anche dal pianista Alessandro Marangoni e dalla regista Marta Comeglio. Iscritta all’Anpi di Mortara, è ricordata per l’impegno antifascista e per i valori democratici. Una perdita che lascia un segno profondo nel tessuto culturale e civile della Lomellina.
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Cronaca
Cina, a novembre tasso di disoccupazione nelle città al 5,1%
Pubblicato
2 ore fa-
15 Dicembre 2025di
Redazione
PECHINO (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Il mercato cinese del lavoro è rimasto complessivamente stabile, con il tasso di disoccupazione urbana rilevato che si è mantenuto stabile al 5,1% a novembre, hanno mostrato lunedì i dati ufficiali.
Nei primi 11 mesi dell’anno, tale tasso si è attestato in media al 5,2%, ha riferito l’Ufficio Nazionale di Statistica (NBS).
Le condizioni occupazionali dei gruppi chiave sono rimaste anch’esse solide. A novembre, il tasso di disoccupazione tra i lavoratori rurali migranti si è attestato al 4,4%, inferiore alla media nazionale.
L’economia cinese è rimasta nel complesso stabile a novembre, ha dichiarato il portavoce dell’NBS Fu Linghui nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che il Paese lavorerà per garantire uno sviluppo stabile dell’occupazione, delle imprese, dei mercati e delle aspettative.
La Cina ha fissato un obiettivo per il tasso di disoccupazione urbana rilevato intorno al 5,5% per il 2025, e mira a creare oltre 12 milioni di nuovi posti di lavoro urbani entro l’anno.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-
Cronaca
Andreani (UILTuCS) “Terziario colpito da fenomeno dell’impoverimento salariale”
Pubblicato
2 ore fa-
15 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il settore terziario in Italia è “al centro di una stagione” caratterizzata dal fenomeno dell’impoverimento salariale. E’ quanto ha sottolineato in un’intervista all’agenzia Italpress Paolo Andreani, segretario generale della UILTuCS, il sindacato Uil per il turismo, commercio e servizi. “C’è tanta stagionalità, c’è discontinuità lavorativa e ci sono tanti rapporti di lavoro, anche in aumento, ma con poche ore. E questo determina il grande fenomeno del lavoro povero. Il terziario è al centro di questa stagione, una stagione preoccupante di impoverimento salariale”, ha osservato Andreani. Secondo il segretario generale della UILTuCS, “il fenomeno è tale perchè le imprese terziarizzano, e sono le imprese dell’industria, ma anche la pubblica amministrazione, quando deve appaltare. In questa logica degli appalti, dei subappalti e della terziarizzazione, ecco che questo fenomeno si amplifica e diventa molto rilevante”.
Un elemento che contribuisce a questo contesto è quello dei contratti collettivi, la cui tipologia negli anni si è diversificata ed è aumentata di numero, fino a comprendere i cosiddetti “contratti pirata”. “Al Cnel sono depositati oltre mille contratti collettivi e nel terziario ce ne sono molte centinaia. Tra questi ci sono i cosiddetti contratti pirata, ovvero contratti sottoscritti da associazioni che non hanno rappresentanza, datoriali e sindacali, che spesso non hanno trattativa, non hanno delegazioni e che in stanze un pò riservate sottoscrivono dei contratti collettivi. Quel che è grave è che questi contratti impoveriscono il lavoro”, ha spiegato. Facendo un esempio concreto, “ci possono essere due supermercati, l’uno vicino all’altro, con una cassiera che ha lo stesso orario e lo stesso numero di ore, però ci sono 8 mila euro all’anno in meno di retribuzione. E’ un fenomeno che sta diventando rilevante”, ha proseguito. Secondo Andreani, il sindacato da lui rappresentato va in direzione contraria rispetto a questo fenomeno. “Non solo siamo tanti e facciamo le trattative, a volte facciamo anche gli scioperi, e facciamo tanti contratti collettivi, come nel 2024”, ha aggiunto definendo questi contratti “protettivi”, perchè comprendono le condizioni “che riguardano i permessi, le ferie, che riguardano la retribuzione, che riguardano tutti gli aspetti”.
L’obiettivo di UILTuCS è procedere ai prossimi rinnovi senza ritardi sulla tabella di marcia. “Abbiamo una grande occasione perchè siamo riusciti ad allineare le scadenze dei contratti collettivi e quindi tra il 2026, fine ’26 e inizio ’27, scadranno quasi tutti i contratti collettivi. Noi lavoreremo già nei prossimi mesi per costruire le proposte, per poi andare a negoziare il rinnovo”, ha spiegato Andreani. Le proposte riguarderanno un aumento dei salari ma anche “il lavoro domenicale, perchè noi vorremmo fare in modo che sia pagato di più e meglio per chi lavora la domenica, perchè è un sacrificio”, ha detto anticipando la proposta di un 50 per cento di maggiorazione per ogni ora lavorata la domenica.
Un’altra proposta riguarderà il lavoro festivo, con una maggiorazione del 100 per cento, “e poi vorremmo fare in modo che tutti i contratti individuali abbiano un minimo di orario che consenta alle persone di avere la pensione. Ci vogliono 25 ore – 20 nel turismo, 25 nel terziario – perchè, se non ci sono queste ore, di fatto c’è povertà previdenziale”, ha concluso Andreani.
(ITALPRESS).
-Foto Italpress-

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