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DJOKOVIC SENZA VACCINO AGLI AUSTRALIAN OPEN: POLEMICHE E CONFLITTI

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Il caso Djokovic crea un conflitto tra le istituzioni, Stato di Vittoria e Tennis Australia da una parte, governo federale dall’altra. Ma è soprattutto uno schiaffo a chi è sempre ben comportato in questo periodo di pandemia, seguendo le regole di chi ci governa, che piacciano o meno. E’ un po’ come tornare indietro nei tempi: sei ricco e hai potere? Allora puoi essere curato, fare la bella vita e mangiare a volontà, togliendoti ogni sfizio. Sei povero? Allora non puoi curarti e dovrai continuare a fare una vita di stenti.  L’esempio che ha dato la Federazione è da condannare ad alta voce, per il bene di tutti.

 Il direttore dell’Australian Open, Craig Tiley, ha esortato Novak Djokovic a rivelare il motivo dell’”esenzione medica” che gli consentirà di partecipare al primo Grande Slam dell’anno, senza aver mai detto se sia vaccinato o meno contro il Covid e volare senza problemi in Australia, un Paese che, nonostante le misure stringenti viaggia sui 50mila nuovi positivi al giorno e in una città Melbourne, che ha vissuto il lockdown più lungo al mondo (262 giorni).

“Se gli organizzatori non chiariscono i motivi dell’esenzione – ha detto stamane un campione del passato, Adriano Panatta a Radio Capital -, allora finiremo per pensare che Djokovic è il Marchese del Grillo: “Io so io e voi non siete un c…”.

Poco fa è intervenuto sulla vicenda anche il premier australiano Morrison: “O Djokovic fornirà le prove o tornerà a casa con il primo aereo”. Più chiaro di così…E non si venga a dire, come ha fatto qualcuno stamane, che nel primo periodo di pandemia ha fatto una cospicua donazione all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, uno dei più colpiti dalla prima ondata: quanti donatori ci sono stati ma poi si sono comportati da corretti cittadini rispettando le regole? Ecco il punto: le regole sono fatte per essere rispettate. Chi non le rispetta è un uomo piccolo piccolo, anche se è ricco e famoso. Ma i soldi non rendono grandi uomini, ricordatevelo sempre…

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
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