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Economia

Lavoro, a febbraio imprese prevedono 318mila entrate

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Sono 318mila le entrate programmate dalle imprese a febbraio, in diminuzione di circa 140mila unità rispetto a inizio d’anno ma, grazie alla riapertura di tutte le attività economiche, in marcato aumento rispetto a febbraio 2021 (+102mila unità; +47,0%) quando erano in vigore più ampie restrizioni per il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale era ancora agli esordi. E’ quanto emerge dal bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. A frenare la domanda di lavoro sono le prospettive meno incoraggianti legate ai rialzi dei costi energetici e alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, nonché la persistente difficoltà a reperire manodopera. Le maggiori incertezze si riflettono su tutti i comparti del manifatturiero con una flessione pari a -29,5% su base mensile, pur conservando una tendenza positiva rispetto a un anno fa (+27,4%). Negativa anche la congiuntura per le costruzioni (-20,7%) che mantiene comunque una tendenza positiva (+16,7%) rispetto a febbraio 2021. Ancora più accentuata la diminuzione dei contratti programmati dai servizi (-32,5% su base mensile ma +33,8% su base annuale) e in particolare dal commercio (-43,7% su gennaio ma +37,6% rispetto allo scorso anno) sul quale si riflette la maggiore cautela nei consumi delle famiglie per i rincari dei prezzi, a cominciare da quelli energetici. L’industria ha in programma di attivare 110mila contratti, di cui 36mila nelle costruzioni. Per il manifatturiero, che programma complessivamente 74mila entrate, sono alla ricerca di personale soprattutto le imprese della meccatronica con 20mila entrate e quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo che prevedono 17mila entrate, anche se crescono le difficoltà per la filiera dell’automotive che sta affrontando la carenza di materie prime per la componentistica e le sfide della transizione energetica. Più contenute le previsioni delle industrie dei beni di consumo: il sistema moda e le altre manifatturiere con rispettivamente 6mila e 5mila entrate. A trainare la domanda di lavoro del terziario, che nel complesso prevede oltre 207mila contratti, è il turismo che tiene rispetto a gennaio (+400 unità) e incrementa le entrate rispetto a un anno fa (+32mila entrate) quando i flussi turistici a causa dell’emergenza sanitaria e delle limitazioni agli spostamenti erano molto più contenuti. Seguono i servizi alle persone con 38mila entrate, il commercio (35mila) e i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (25mila). I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta con 167mila unità, pari al 52,7% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (72mila unità, 22,6%), quelli in somministrazione (31mila, circa il 10%), gli altri contratti non alle dipendenze (poco meno di 20mila, 6,2%); l’apprendistato è offerto a 13mila posizioni pari al 4,3%. Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che riguarda oltre il 40% delle entrate programmate, in aumento di un ulteriore punto percentuale rispetto a gennaio. La mancanza di candidati è la causa principale del mismatch (22,9%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,9%) e da altri motivi (3,5%). A livello settoriale le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo segnalano una maggiore difficoltà a reperire il personale ricercato pari al 54,6%, seguite dalle costruzioni (51,7%) e dalla meccatronica (49,4%); per il comparto terziario si evidenziano informatica e telecomunicazioni e i servizi alle persone con una quota di difficoltà a reperire i profili ricercati pari rispettivamente a 43,8% e 43,3%. Tra le professioni high skill più difficili da reperire emergono i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,4%), i tecnici della salute (59,6%, i tecnici in campo ingegneristico (59,1%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (55,9%); tra le figure operaie le imprese segnalano le maggiori difficoltà per gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,1%) e per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (64,1%). Sale a febbraio la domanda delle imprese rivolta ai giovani. In questo mese riguarda circa 85mila contratti, pari al 27% del totale, in crescita di 2 punti percentuali rispetto a gennaio. Cresce anche la difficoltà di reperimento che si attesta, nel complesso, al 43,4% e riguarda in particolare i progettisti, ingegneri e professioni assimilate (63,6%), gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (56,6%) e gli operai nelle attività meccaniche ed elettroniche (55,6%). A livello territoriale, circa 1/3 delle assunzioni è programmato dalle imprese del Nord Ovest (101mila entrate), seguono le imprese del Sud e Isole con 82mila contratti e le imprese del Nord Est (78mila) e le imprese del Centro (56mila).
(ITALPRESS).

Economia

Intesa Sanpaolo, al via la sesta edizione di “Imprese Vincenti”

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MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo dà voce alle migliori Pmi italiane con la sesta edizione di “Imprese Vincenti”, il programma che la Divisione Banca dei Territori dedica alle eccellenze imprenditoriali del nostro Paese. Tra le principali novità dell’iniziativa, una particolare attenzione all’innovazione dei processi produttivi, un forte impulso all’internazionalizzazione e, grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo Assicurazioni, al valore della protezione delle persone e dei processi: non più solo strumento difensivo, ma scelta strategica aziendale e asset competitivo indispensabile per la resilienza e la continuità operativa.

Per sfruttare l’esperienza maturata nel corso di questi sei anni del progetto, si alimenteranno le attività della Community delle Imprese Vincenti: una rete strutturata di campioni nazionali, nata in occasione del forum conclusivo dell’ultima edizione, che realizzerà operazioni sistemiche e di promozione del Made in Italy.

Confermata la collaborazione con la Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, grazie alla quale le aziende estere selezionate verranno invitate a partecipare a una tappa loro dedicata. Spazio anche alle imprese sociali e del terzo settore e alle Pmi del comparto agroalimentare. In autunno partirà un tour nazionale scandito in 15 tappe che toccherà tutto il territorio nazionale e coinvolgerà le 140 Imprese Vincenti della sesta edizione, oltre a 10 imprese estere selezionate. Previsto poi un incontro conclusivo per raccogliere le diverse testimonianze aziendali e tracciare un bilancio complessivo del progetto.

Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “L’Italia esprime un tessuto di pmi che sono un vero e proprio motore economico per i territori in cui operano, oltre a rappresentare il Made in Italy all’estero. Con Imprese Vincenti ne abbiamo scoperte e valorizzate oltre 650, eleggendole ad esempio per l’intero tessuto produttivo grazie alle loro caratteristiche di qualità, innovazione, velocità e adattamento al cambiamento come pochi altri sistemi industriali possono vantare”.

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“Il nostro impegno è di accompagnarle nel cogliere ulteriori opportunità per conquistare una crescita stabile e inclusiva, facendo leva sul network ed investendo in digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione”. Per la sesta edizione saranno selezionate 140 aziende (oltre a 10 pmi straniere) che avranno raggiunto risultati positivi nella contribuzione al Pil e all’impatto sociale, in innovazione e ricerca, nella transizione digitale ed ecologica, in percorsi di internazionalizzazione, nel passaggio generazionale e in investimenti per la continuità aziendale in caso di crisi. Autocandidature entro il 20 settembre 2025 su https://www.intesasanpaolo.com/it/business/landing/imprese-vincenti .html.

-Foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo-
(ITALPRESS).

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Economia

Fs, approvata la relazione semestrale: ricavi a 8,2 miliardi e investimenti record (+15%)

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane Spa, presieduto dal presidente Tommaso Tanzilli, ha approvato, in data odierna, la Relazione finanziaria semestrale consolidata del Gruppo FS relativa al semestre chiuso al 30 giugno 2025. L’Amministratore Delegato e Direttore Generale Stefano Antonio Donnarumma ha così commentato: “I risultati economici del semestre, in crescita al netto di partite non ricorrenti, confermano l’efficacia della strategia industriale intrapresa dal Gruppo FS e la solidità del nostro modello operativo. Con circa 8,5 miliardi di euro di investimenti tecnici, stiamo portando avanti un programma infrastrutturale senza precedenti per lo sviluppo della rete ferroviaria e stradale del Paese, migliorando l’esperienza di viaggio e garantendo al contempo la continuità del servizio, allo scopo di assicurare la piena mobilità del Paese. Grazie all’impegno delle nostre persone e a una capacità esecutiva riconosciuta a livello europeo, stiamo dando piena attuazione al PNRR: abbiamo raggiunto tutte le milestone europee previste per il periodo di riferimento e già consuntivato oltre 14 miliardi di euro, pari a circa il 56% delle risorse assegnate. Questo percorso di trasformazione industriale prosegue in linea con il Piano Strategico 2025-2029, che ci guiderà nei prossimi anni verso una mobilità sempre più moderna, sostenibile e integrata, a beneficio del sistema Paese”. 

I Ricavi operativi complessivi aumentano a 8,2 miliardi di euro, con un incremento di 188 milioni di euro (+2%) rispetto al primo semestre 2024. I Ricavi da servizi di trasporto, pari a 4,5 miliardi di euro, registrano una crescita di 159 milioni di euro rispetto al periodo di confronto. Nello specifico, aumentano i ricavi relativi al trasporto passeggeri su ferro AV (+35 milioni di euro), Intercity (+7 milioni di euro), Regionale (+26 milioni di euro) e i ricavi da trasporto passeggeri su gomma (+81 milioni di euro). In aumento anche i ricavi connessi al trasporto merci (+10 milioni di euro). I Ricavi da servizi di infrastruttura, pari a 2,4 miliardi di euro, registrano un aumento di 206 milioni di euro per effetto dell’andamento dei corrispettivi di servizio e concessori legati alla circolazione stradale (+225 milioni di euro). Gli Altri ricavi operativi, pari a 1,3 miliardi di euro, diminuiscono complessivamente di 177 milioni di euro per la presenza, nel primo semestre 2024, del ricavo realizzato dalla vendita dello scalo di Milano Farini e San Cristoforo (-390 milioni di euro), compensato dall’incremento dei ricavi da contributi (+157 milioni di euro, di cui 145 milioni di euro stanziati a sostegno dell’infrastruttura ferroviaria) e da maggiori altri ricavi (+56 milioni di euro).

I Costi operativi si attestano a 7,2 miliardi di euro, in crescita di 204 milioni di euro (+3%) rispetto al semestre a confronto per maggiori costi del personale (+169 milioni di euro) per effetto dell’incremento dell’organico medio e dell’aumento del costo unitario del lavoro, maggiori costi di gestione dell’infrastruttura stradale (+230 milioni di euro), maggiori costi variabili relativi all’offerta di servizi di trasporto e manutenzioni (+146 milioni di euro), maggiori capitalizzazioni per lavori interni (-191 milioni di euro), nonché per la minore variazione di giacenze di immobili e terreni trading in relazione alla già citata vendita dello scalo Farini (-136 milioni di euro). Per effetto della dinamica di ricavi e costi sopra esposta, l’EBITDA si decrementa di 16 milioni di euro, pari a -2%. Al netto della plusvalenza di Milano Farini ed escludendo l’effetto della variazione di perimetro, l’EBITDA registra una crescita pari a +122 milioni di euro, +14%.

La gestione finanziaria mostra un miglioramento riconducibile principalmente all’assenza nel semestre corrente dell’accantonamento a fondo rischi di 153 milioni di euro legato alla sentenza del Consiglio di Stato in riferimento alla partecipazione in FSE. Per effetto dei fenomeni sopra rappresentati, il Risultato Netto di periodo, pari a -89 milioni di euro, registra una variazione positiva di 110 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente. Sul fronte degli Investimenti, si conferma il ruolo centrale del Gruppo a sostegno del sistema industriale nazionale. Il Gruppo FS ha, infatti, sviluppato e gestito un livello complessivo di spesa per investimenti tecnici pari a 8,5 miliardi di euro, con una crescita del 15% rispetto al primo semestre 2024 (il 98% degli investimenti è in Italia e quasi 7,5 miliardi di euro sono relativi ad infrastrutture ferroviarie e stradali). La Posizione Finanziaria Netta, pari a 13 miliardi di euro, registra un miglioramento di 0,5 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2024.

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-Foto ufficio stampa Fs-
(ITALPRESS).

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Economia

Canali digitali per le operazioni bancarie, per ABI si consolida il loro utilizzo

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ROMA (ITALPRESS) – Si rafforza l’utilizzo dei canali digitali per le operazioni bancarie nel 2024. È quanto emerge da un’indagine contenuta nel quattordicesimo Rapporto annuale dell’Osservatorio Digital Banking di ABI Lab, il Consorzio per la Ricerca e l’Innovazione per la banca promosso dall’ABI, che fa il punto sullo sviluppo e sulle potenzialità del digital banking. Nelle banche analizzate la crescita è guidata dal mobile banking con i clienti attivi su app (applicazioni) che aumentano del +5,5% rispetto al 2023.

L’80% degli istituti ha un numero di clienti attivi da app superiore a quelli da portale web. In crescita del 16%, rispetto al 2023, anche il volume di operazioni dispositive su mobile banking (406 milioni): tra queste, i bonifici istantanei +50,6% (57,7 milioni). “L’innovazione, unita a un approccio proattivo alla sicurezza, è fondamentale per assicurare alti livelli di affidabilità e rendere l’ecosistema finanziario sempre più resiliente e dinamico”, ha detto il Direttore Generale dell’ABI, Marco Elio Rottigni.

“Le banche operanti in Italia hanno progressivamente aumentato gli investimenti in tecnologia, che nel 2024 hanno raggiunto i 6,3 miliardi di euro. Tra le principali priorità, inoltre, si confermano gli investimenti in cybersecurity, che, tra il 2020 e il 2024, sono stati di oltre 2 miliardi di euro, per tutelare dati e operazioni da minacce sempre più evolute”.

Le banche operanti in Italia stanno ampliando la gamma di servizi offerti, ottimizzando il numero di app disponibili, con l’obiettivo di semplificare l’esperienza del cliente e migliorare l’efficienza operativa. Il 68% mette a disposizione più di una app, affiancando soluzioni ad hoc per specifici servizi alle applicazioni classiche che permettono ai clienti di accedere a tutti i servizi bancari.

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Si consolidano tramite app le funzionalità legate ai pagamenti, tra cui il pagamento con modello F24, offerto dal 91% delle banche rispondenti, il pagamento con fotocamera (77% dei casi), e gli strumenti per la gestione finanziaria personale (50%). Si consolida l’offerta digitale in ambito credito: il 60% delle banche offre in digitale le carte di credito, il 59% la sottoscrizione dei prestiti personali conclusa interamente in digitale (end to end), il 23% il mutuo e il 15% prestiti Green. Secondo l’indagine, si diffondono sempre di più i servizi di assistenza al cliente: il 68% delle realtà offre l’attivazione di chiamata per richiesta di supporto, il 53% la chat con operatore nell’app e il 45% fa ricorso a chatbot basati sull’intelligenza artificiale.

L’indagine sottolinea inoltre che le banche stanno ampliando sempre più la propria offerta con prodotti e servizi mirati per specifici segmenti di clientela: il 50% degli istituti proporrà entro il 2025 soluzioni dedicate ai minori di 18 anni, il 41% ai giovani tra i 18 e i 35 anni. Cresce anche l’attenzione verso altre tipologie di clienti, con offerte pensate per i liberi professionisti e per coloro che mostrano una particolare sensibilità verso tematiche ambientali e sociali (previste entro il 2025 rispettivamente dal 37% e dal 32% delle banche).

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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