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Cronaca

Ucraina, Zelensky “I russi ci vogliono distruggere”

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ROMA (ITALPRESS) – “Dobbiamo rimanere più vicini possibile. I nostri vicini purtroppo ci vogliono vedere morti, come è successo al vostro popolo, io non vi devo convincere in questo momento. Io non devo ricordare quanto la nostra storia si sia sovrapposta a quella del vostro popolo. Siamo in un altro paese e in condizioni diverse rispetto a voi decenni fa, ma la miccia è uguale: distruzione del nostro popolo, del nostro Stato, della nostra cultura, addirittura il nome della mia nazione messo in discussione. Dobbiamo ricordarci di questa data: il 24 febbraio 2022, data d’inizio dell’invasione perpetrata dalla Russia all’Ucraina”. Così Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, in video collegamento con il Parlamento israeliano.
“Siamo qui 102 anni dopo e lo stesso ordine criminale è stato lanciato nei confronti del mio paese. Inviate delle truppe in Ucraina, questa è una vera e propria invasione che ha portato via troppe vite e non ci ha fatto dormire intere notti. Questo è un sconvolgimento. Questa non è solamente un’operazione militare come dicono ancora gli organi di comunicazione della Russia, come si dice ancora a Mosca. Stanno distruggendo la nostra cultura, civiltà, infrastrutture, le nostre famiglie, le nostre comodità. Tutto questo rappresenta l’Ucraina, il mio popolo”, ha aggiunto.
“L’esercito russo sta distruggendo le infrastrutture, la nostra storia ha qualcosa in comune con la vostra. Ascoltate cosa arriva dal Cremlino, termini assolutamente inaccettabili, utilizzati durante la Seconda guerra mondiale. Questa è una tragedia. All’epoca era l’esercito nazista che imperversava, che voleva distruggere gli ebrei e hanno preso la decisione finale di eliminare il problema rappresentato dal vostro popolo. Nessuno dimenticherà l’Olocausto, adesso ascoltate la terminologia della Russia, come stanno ripetendo quelle parole. Hanno letteralmente detto: soluzione finale. E’ una tragedia”, ha concluso.
(ITALPRESS).

Cronaca

SCONTRO IN CONSIGLIO COMUNALE A PAVIA SU PONTE NAVIGLIO CHIUSO

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Il Ponte sul Naviglio di viale Ludovico il Moro a Pavia è chiuso da 9 mesi e in Consiglio Comunale si è consumato uno scontro quando il capogruppo di Forza Italia, Antonio Bobbio Pallavicini ha chiesto alla vice sindaca e assessora ai Lavori pubblici Alice Moggi di indicare quando inizieranno i lavori e lei ha risposto di non essere in grado di indicare una data precisa. Pallavicini allora ha ricordato come, quando l’amministrazione leghista Fracassi era impegnata nella realizzazione del vicino ponte Ghisoni, l’allora consigliera di opposizione Alice Moggi sottolineasse a più riprese i ritardi, “mentre ora non è in grado di fornire una data”. Quel che fa rabbia ai pavesi è che i lavori sono stati assegnati all’impresa Fratelli Marotta srl con sede legale in via Capo Santa Maria a Rotondi (Avellino) lo scorso 18 marzo per un ammontare dell’appalto di 234.600 euro oltre agli oneri di sicurezza pari a 22.034 euro e all’Iva. Di fatto il ponte è stato chiuso il 22 luglio 2024 e ancora oggi non si vedono materialmente operai al lavoro.

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Cronaca

ANDREA SEMPIO: “NON HO NULLA DA TEMERE E SONO TRANQUILLO”

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“Sono tranquillo e non ho nulla da temere”. E’ quello che va ripetendo Andrea Sempio, indagato dalla Procura di Pavia nella nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi, a Massimo Lovati, il legale che lo difende con Angela Taccia.
Sempio, come ha riferito Lovati, “ha fiducia nella magistratura” ed è “sereno” in quanto non ha alcuna responsabilità nell’omicidio per cui oggi, davanti al gip Daniela Garlaschelli, si è aperto l’incidente probatorio: “c’è stato un colpo di scena – ha aggiunto – perché i pm hanno ricusato il perito, il professor Emiliano Giardina. La giudice si è riservata, ma quasi certamente ne nominerà uno nuovo”.

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Cronaca

DELITTO GARLASCO, NO DELLA PROCURA A RICHIESTA STASI DI SEMILIBERTÀ

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La procura generale di Milano ha chiesto il «rigetto» della richiesta della
semilibertà avanzata da Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio dell’ex fidanzata Chiara Poggi. E, «in subordine», ha chiesto un rinvio del procedimento per valutare le «circostanze» della sua ultima intervista a «Le Iene» del 30 marzo, che non è stata autorizzata. Davanti ai giudici di sorveglianza, nell’udienza a porte chiuse, la sostituta procuratrice generale di Milano, Valeria Marino, ha espresso in aula un parere solo «parzialmente positivo» sulla richiesta di Stasi. La decisione dei giudici è attesa entro cinque giorni. Stasi non si è presentato in udienza.

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