Si è tenuta alle 18.30 di martedì 5 Aprile al Teatro Franco Parenti di Milano la tanto attesa asta benefica dei 35 abiti iconici di Milva, a quasi un anno dalla sua scomparsa. L’asta tenuta da Christie’s Italia vantava in catalogo 40 oggetti oltre i 35 abiti della rossa della canzone italiana, abiti passati dapprima al Casinò di Sanremo durante la settimana del Festival e recentemente a Pesaro per una mostra. La scelta di Martina Corgnati, figlia dell’artista, di venderli fa seguito ad un opera di bene, difatti il ricavato andrà direttamente all’associazione Qualia, che si occupa della cura e studio delle malattie neurodegenerative di cui l’artista soffriva. Gli abiti, partiti da una base d’asta di 1000 euro, sosteranno il progetto promosso da Qualia e MediCinema Italia, con la consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Pavia, per la creazione di una rete di luoghi di cura con l’arte rivolta alle persone fragili e ai loro familiari. Verrà così attivato – grazie al progetto “RiCuCi”- RIcrearsi(e)CUrarsi(con il)Cinema – il primo centro di cura cittadino, incentrato sul rapporto tra arte, scienza e malattia, intitolato a Milva e previsto all’interno dell’ospedale di Niguarda. La serata al Franco Parenti di Milano ha visto prima dell’asta protagonista la carriera di Milva attraverso una video intervista di Pino Strabioli, moderatore della serata assieme alla figlia Martina Corgnati che ha ricordato alcuni grandi amici e colleghi di una vita della madre, Giorgio Strehler, Franco Battiato, Vangelis, Astor Piazzola e Alda Merini, momento quest’ultimo omaggiato da Giovanni Nuti, collega e amico di Milva soprattutto nella parte finale della sua carriera e vita.
ZONA LOMBARDIA – 20 LUGLIO 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.
LA VOCE PAVESE – PROCURA DI PAVIA, BASTA SPECULAZIONI SUL CASO GARLASCO
La Procura della Repubblica interviene con decisione per fermare le speculazioni e le ricostruzioni infondate che in questi giorni hanno riacceso l’attenzione mediatica sul delitto di Garlasco. In un comunicato ufficiale firmato dal procuratore Fabio Napoleone e diffuso il 19 luglio, si chiarisce che ogni informazione o commento non proveniente da fonti ufficiali “genera solo confusione” e alimenta “discussioni fittizie”.
I magistrati titolari della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 nella casa di famiglia a Garlasco, aggiorneranno il procuratore “costantemente e accuratamente” sullo stato delle indagini ma si esprimeranno pubblicamente solo al termine delle verifiche. Troppo spesso, denuncia la Procura, si assiste a un uso improprio del nome dell’ufficio giudiziario, attribuendo “valutazioni, ricostruzioni, attività in corso e persino stati d’animo” del tutto privi di fondamento.
Il chiarimento arriva mentre le indagini si concentrano sul nuovo materiale genetico ritrovato su un tampone orale di Chiara Poggi, prelevato il 13 agosto 2007 e mai esaminato prima. Dalle analisi è emerso un profilo genetico, denominato “Ignoto 3”, che non corrisponde ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, oggetto della nuova inchiesta.
Una delle due tracce rilevate risulta parzialmente sovrapponibile al Dna di Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale, suggerendo una possibile contaminazione in sala autoptica. La genetista Denise Albani ha sollecitato chiarimenti sulle modalità di prelievo, mentre la Procura proseguirà le comparazioni con i profili genetici di circa trenta persone entrate in contatto con il corpo della vittima.
Solo se l’ipotesi della contaminazione verrà esclusa in modo definitivo, le indagini si allargheranno al contesto relazionale di Chiara Poggi e dell’ex indagato Sempio. Fino ad allora, ammonisce la Procura, ogni valutazione affrettata è priva di fondamento.
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