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100 anni di Agnelli, Cucci e Giglio raccontano un secolo Juve

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TORINO (ITALPRESS) – Ci sono storia e orgoglio nel primo libro che racconta i 100 anni di presidenze bianconere della famiglia Agnelli. E’ una trama mai scontata e spesso inedita, che intreccia anche quella della Fiat, di Torino e dell’Italia, e che si dispiega grazie alle foto di Salvatore Giglio, i testi di Italo Cucci e il lavoro statistico di Nicola Calzaretta. Edito da Reverdito, “1923-2023 Agnelli Juventus la famiglia del secolo” è un perfetto testimone generazionale, tra tifosi di lungo corso e giovani bianconeri. “La Juventus ha sempre rappresentato tutti e soprattutto per chi aveva meno, è stato un momento di rivalsa e di gioia. E tutto cominciò con i cinque scudetti arrivati sotto la presidenza di Edoardo Agnelli tra il 1930 e il 1935, una prima clamorosa operazione di marketing, che all’epoca nemmeno esisteva, che ampliò a dismisura la platea degli juventini soprattutto lontano da Torino, in Emilia come al Sud”, ha raccontato Italo Cucci, direttore editoriale dell’agenzia Italpress, nel corso della presentazione del volume allo Sporting di Torino, circolo sportivo ma anche per un breve periodo sede della Juventus. Proprio poche settimane dopo la conquista del quinto scudetto consecutivo, il settimo della storia juventina, Edoardo Agnelli morì improvvisamente in un tragico incidente mentre viaggiava a bordo di un idrovolante a Genova.
Bisognerà aspettare il 1947 per ritrovare un Agnelli a capo della Juve: toccherà a suo figlio Gianni prendere le redini dei bianconeri dopo la guerra, fu il primo grande incarico per lui nelle aziende di famiglia. E se la cavò splendidamente, vincendo altri due scudetti negli anni successivi alla tragedia del Grande Torino, che fino al 1949 dettava legge. Dal 1955 toccherà per sette anni poi ad Umberto Agnelli prendere il timone della Juventus, a chiudere il secolo di presidenze della famiglia è stato invece suo figlio Andrea, che dal 2010 ha gestito la società, e che a gennaio sarà sostituito da Gianluca Ferrero, dopo le dimissioni dell’intero board nelle settimane scorse.
Ma di questo il libro non parla, anche se vengono affrontate tutte le fasi della storia della Juventus, compresa Calciopoli e i famosi scudetti revocati, che Fabio Capello, giocatore e tecnico bianconero in quei due anni, rivendica nella prefazione: “Gli scudetti sono 38”. Una ferita mai rimarginata per tutti i tifosi bianconeri, su cui però non indugia Alessandro Del Piero, che nella sua prefazione invece ricorda il suo rapporto con l’Avvocato. “Amava la Juventus e i suoi campioni, ed era amato dai suoi campioni. Come dalla gente” ricorda Pinturicchio, soprannome datogli proprio da Gianni Agnelli, e che l’ex numero 10 rivendica con orgoglio.
Nel libro di Giglio e Cucci però ci sono soprattutto tanti volti dimenticati, tante piccole storie, dettagli e luoghi che la memoria eterna delle immagini in bianco nero rende immortali. Ecco apparire Kurt Hamrin e Giampiero Combi, il bersagliere Teobaldo Depretini che evitò alla penultima giornata la retrocessione bianconera contribuendo a un decisivo 4-3 alla Triestina, i viaggi con l’intera squadra che in giacca e cravatta saluta dalla scaletta dell’aereo a Malpensa, ignara che di lì a poche ore incapperà in un disastroso 7-0 a Vienna contro il Wiener. E poi Sivori, Scirea, Boniperti, Zidane, Baggio e Schillaci, fino a Cristiano Ronaldo, Higuain e John Elkann. Eppure, tra tutti, Giglio che per 30 anni è stato il fotografo ufficiale della Juventus, sceglie una meteora bianconera: “Liam Brady era stato già ceduto, quando fu chiamato a tirare il rigore che a Catanzaro diede lo scudetto 1982 alla Juventus. Tutti pensavano che si sarebbe andati allo spareggio con la Fiorentina la domenica dopo, e io quel giorno avevo fissato il mio matrimonio. Liam quando segnò mi corse incontro e mi disse, ‘adesso puoi sposartì e mi regalò la maglia. Gliela resi molti anni dopo”, ha ricordato commuovendosi Giglio. E di storie e foto così ce ne sono tante in un secolo di Agnelli e Juventus.
(ITALPRESS).

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Cobolli e Bronzetti domano la Francia, Italia in finale di Hopman Cup per la prima volta

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BARI (ITALPRESS) – L’Italia batte la Francia nel secondo incontro del Girone B della Hopman Cup e si qualifica per la finale del torneo internazionale a squadre miste che si sta disputando alla Fiera del Levante di Bari.

Dopo il successo di Lucia Bronzetti su Chloé Paquet(156) con il punteggio di 6-4 6-7(5) 10-8, il punto decisivo per gli azzurri arriva grazie a Flavio Cobolli (n.19 Atp), che si impone su Richard Gasquet (182) per 6-2 6-4. Inutile, ai fini del risultato, la sfida di doppio tra Bronzetti-Cobolli e Paquet-Gasquet.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Pogacar vince anche la cronoscalata al Tour de France, è sempre più in giallo

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GERM (FRANCIA) (ITALPRESS) – Tadej Pogacar padrone del Tour del France 2025. Il fuoriclasse sloveno della Uae Emirates centra il successo anche nella tredicesima tappa, la cronoscalata individuale Loudenvielle-Peyragudes di 10,9 chilometri, chiudendo con un tempo spaziale di 23’00”. Il campione del mondo, dunque, consolida la maglia gialla di leader della classifica generale.

Niente da fare per il danese Jonas Vingegaard (Visma Lease a Bike) che, nonostante una prova eccezionale, perde 36″ dallo sloveno; terzo posto per l’altro sloveno Primoz Roglic (Red Bull Bora), a 1’20” dal connazionale. Grande prova dell’australiano Luke Plapp (Jayco Alula), capace di realizzare un ottimo tempo in 24’58”, ma non sufficiente per entrare nella top 3 di giornata. Male Remco Evenepoel, che è solo dodicesimo a 2’39” da Pogacar. Domani la 14esima frazione della Grande Boucle, la Pau-Luchon Superbagneres di 182,6 chilometri.

LE PAROLE DI POGACAR

“Sono molto felice, volevo fare di tutto per essere perfetto. Ho gestito bene il tratto finale per essere al top. Ero molto stanco, ho provato a dare il massimo e sono cresciuto nella parte conclusiva”. Lo ha detto il fuoriclasse sloveno della Uae Emirates, Tadej Pogacar, ai microfoni di Eurosport dopo aver trionfato nella 13esima tappa del Tour de France 2025, la cronoscalata Loudenvielle-Peyragudes di 10,9 chilometri. “Essere al comando mi ha aiutato nella spinta finale – ha aggiunto la maglia gialla della Grande Boucle – La decisione più importante oggi era sulla scelta della bicicletta. Abbiamo fatto i nostri calcoli e abbiamo scelto la bici da strada, mi sentivo più a mio agio. Ho deciso di andare senza radio, ho visto i tempi degli intermedi sulle tabelle e mi hanno dato ulteriori motivazioni. Ho risparmiato le energie tra i -2 e i -3 km perché conoscevo la rampa finale”.

L’ORDINE DI ARRIVO DELLA TREDICESIMA TAPPA

1. Tadej Pogacar SLO (UAE Emirates) in 23’00”
2. Jonas Vingegaard DEN (Visma Lease a Bike) a 36″
3. Primoz Roglic SLO (Red Bull Bora) a 1’20”
4. Florian Lipowitz GER a 1’56”
5. Luke Plapp AUS a 1’58”
6. Matteo Jorgenson USA a 2’03”
7. Oscar Onley GBR a 2’06”
8. Adam Yates GBR a 2’15”
9. Lenny Martinez FRA a 2’21”
10. Felix Gall AUT a 2’22”

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LE CLASSIFICHE AGGIORNATE

Classifica a tempo (maglia gialla):
1. Tadej Pogacar SLO (Uae Emirates) in 45h45’51”
2. Jonas Vingegaard DEN (Visma Lease a Bike) a 4’07”
3. Remco Evenepoel BEL (Soudal Quick Step) a 7’24”
4. Florian Lipowitz GER a 7’30”
5. Oscar Onley GBR a 8’11”
6. Kevin Vauquelin FRA a 8’15”
7. Primoz Roglic SLO a 8’50”
8. Tobias Johannessen NOR a 10’36”
9. Felix Gall AUT a 11’43”
10. Matteo Jorgenson USA a 14’15”

Classifica a punti (maglia verde):
1. Jonathan Milan ITA (Lidl-Trek) 231 punti
2. Tadej Pogacar SLO (Uae Emirates) 203
3. Mathieu Van der Poel NED (Alpecin Deceuninck) 173

Classifica miglior scalatore (maglia a pois):
1. Tadej Pogacar SLO (Uae Emirates) 37 punti
2. Lenny Martinez FRA (Bahrain Victorious) 27
3. Jonas Vingegaard DEN (Visma Lease a Bike) 27

Classifica miglior giovane (maglia bianca):
1. Remco Evenepoel BEL (Soudal Quick Step) in 45h53″15″
2. Florian Lipowitz GER (Red Bull Bora) a 6″
3. Oscar Onley GBR (Picnic PostNL) a 47″

-Foto IPA Agency-

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(ITALPRESS).

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Mondiali nuoto, a Singapore Paltrinieri e Taddeucci d’argento nella 5km

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ROMA (ITALPRESS) – Anche nelle 5 km in acque libere dei Mondiali di nuoto, in scena a Singapore, l’Italia ha conquistato due medaglie d’argento. Esattamente come nelle 10 km a ottenerle sono stati, al maschile, l’emiliano ed “eterno” Gregorio Paltrinieri (tesserato Coopernuoto e Fiamme Oro), più forte anche della frattura al dito della mano sinistra rimediata nel corso della prima gara della kermesse iridata, e, al femminile, la toscana Ginevra Taddeucci (Canottieri Napoli e Fiamme Oro). A completare il podio maschile l’oro del tedesco Wellbrock e il bronzo del francese Olivier. Nella gara donne oro per l’australiana Johnson, bronzo per la giapponese Kajimoto.

PALTRINIERI “GARA DURISSIMA, IL DITO FA MALE MA SONO STATO INCURANTE DEL DOLORE”

“Avevo un taping leggero stamattina però l’ho perso dopo il primo giro. E’ stata una gara durissima, più della dieci chilometri”. “Ero stanco, il caldo influisce. Il dito fa male ma ero incurante del dolore. La gara è stata perfetta, potevo anche rientrare per la vittoria finale. Ultimamente la cinque chilometri mi viene meglio della dieci: però era dura perché c’era molta competitività e bisognava combattere con tanta gente insieme”, ha raccontato il carpigiano, che compirà 31 anni il 5 settembre. “L’anno scorso non avrei mai conquistato una medaglia in una gara così: prima le volevo risolvere di forza; adesso c’è molta più tattica nel mio nuoto e infatti sono riuscito a gestirla bene. Le gare stagionali mi hanno dato tanti feedback e ho affinato la mia strategia”, ha spiegato ancora Paltrinieri.

“Ci sono state tante situazioni in cui ero in difficoltà per questo è stupenda questa medaglia. A malincuore torno in Italia dopo il fondo. Dopo il Settecolli si era aperto uno spiraglio per il 1500, perché il 14’58 nuotato bello carico mi induceva a pensare che avrei potuto essere da 14’3 basso, però è avvenuto l’incidente al dito che si aggiunge ai fastidi che ancora provo al gomito. Ho bisogno di una revisione prima di ricominciare”, ha concluso il campione azzurro.

TADDEUCCI “DOPO IL BRONZO DI PARIGI HO ACQUISITO SICUREZZA”

“C’ho provato, perché vedevo la mia avversaria faticare. Alla fine però non ci sono riuscita a passare. Stamattina stavo bene, l’acqua non mi sembrava così calda. Appena vedevo uno spazio provavo ad infilarmi, ma ogni volta che le arrivavo alle spalle Johnson aumentava il ritmo”, ha detto la ventottenne fiorentina, preparata dalle esperte mani di Giovanni Pistelli e fidanzata con Matteo Furlan, a doppietta ai Mondiali di Kazan 2015 coi bronzi nella 5 e 25 chilometri. “E’ evidente che dopo il bronzo di Parigi ho acquisito maggiore sicurezza – ha aggiunto l’atleta tesserata per Canottieri Napoli e Fiamme Oro -. Alla vigilia del Mondiale sono cresciute le mie aspettative. Mi sentivo pronta nonostante abbia svolto meno allenamenti dopo il percorso verso le Olimpiadi che è stato davvero complesso dal punto di vista sia fisico sia mentale. Due argenti sono una grande soddisfazione e mi aspetto un bel risultato anche con la staffetta, meno nello sprint knock out in cui non sono proprio prestante”.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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