Sport
Bagnaia sceglie il numero 1 “Farò di tutto per mantenerlo”
Pubblicato
10 mesi fa-
di
Redazione
MADONNA DI CAMPIGLIO (ITALPRESS) – “La mia pausa invernale è stata più breve del solito, a causa di tutti gli impegni che ho avuto dopo la vittoria del Mondiale, e adesso sono carico ed impaziente di iniziare la stagione. La Desmosedici GP e la mia squadra mi sono mancati e non vedo l’ora di tornare in pista”. Lo ha dichiarato il campione del mondo in carica Francesco Bagnaia nel corso della presentazione della Ducati Lenovo Team 2023 a Madonna di Campiglio. “Ero indeciso se continuare ad usare il numero 63 o passare al numero 1 e alla fine ho deciso per quest’ultimo. Vederlo sulla moto è davvero bellissimo ed ora il mio obiettivo sarà fare di tutto per mantenerlo. Non sarà facile perchè mi aspetto una competizione ancora più dura rispetto allo scorso anno, con tanti rivali pronti a lottare per il titolo: sono però consapevole di avere con me la miglior moto e la miglior squadra per poter puntare in alto anche nel 2023”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).
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Sport
Il pallone racconta Franco Zuccalà, giornalista “Campione del mondo”
Pubblicato
8 ore fa-
30 Novembre 2023di
Redazione
Di Antonio Ricotta
Adesso il Pallone avrà meno cose da raccontare. Ha perso uno di quelli che con la sua voce, la sua penna, la sua ironia, ne esaltava la bellezza, come i piedi dei tantissimi campioni che hanno avuto la fortuna di incrociarlo durante la sua splendida carriera. Franco Zuccala è andato via, non ha potuto scegliere il big match da raccontare, non ha potuto inviare il “Pallone Racconta”, nè prepararsi per il sorteggio di Euro2024. Lo avrebbe fatto, ci teneva, non ha mai spesso un attimo di raccontare, di scrivere (il Derby d’Italia di domenica scorsa e il Pallone Racconta del giorno dopo gli ultimi lavori), parlare di calcio e non solo perchè nella sua carriera, oltre a Mondiali (c’era in Inghilterra nel 1966) ed Europei, ha raccontato di Olimpiadi, ha intervistato grandi personaggi non per forza legati al calcio. Aveva un modo unico di “ingaggiare” personalità della politica o del mondo dello spettacolo che sfuggivano alle interviste come Pelè e Maradona agli avversari (braccò anche O’Rei e Diego). “Scrupoloso e raffinato”, scriveva “commenti mai banali”. Lo ha ricordato così il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e così era Zuccalà. Giocava col suo nome dicendo che è sempre stato e sarebbe sempre stato “Franco” nel raccontare, perchè sapeva esaltare le bellezze del calcio, ma non ne dimenticava le storture e certe bruttezze.
Nel 2004, in una via di Lisbona, al nostro primo incontro disse: “Per te è il primo, per me sarà il mio ultimo Europeo”. Non fu così ovviamente, due anni dopo vincemmo “il Mondiale insieme in Germania”. Così dicevamo tra di noi. Esperienza unica, vissuta macinando chilometri in macchina, il vero navigatore era lui e le sue enormi cartine geografiche. E se qualche indicazione non era corretta, chiedeva informazioni: inglese, francese e se non ci si riusciva a intendere con l’interlocutore scappava via il suo “catanese”. In quei viaggi c’erano i suoi racconti, bellissimi, divertenti, a volte anche amari, c’era la vita da redazione, le cene a tarda notte dopo la chiusura del giornale, c’era un mondo che non c’è più. Dopo carta stampata, tv e tutto il resto gli mancava l’agenzia e ha continuato il suo percorso in una nuova veste. Non si è mai fermato, nè arreso ai cambiamenti del tempo, è diventato un videomaker vicino agli 80 anni, regalando splendidi documentari sui viaggi che continuava a fare e montando i servizi per la sua rubrica “Il Pallone Racconta” che continuava a ricevere consensi da parte degli appassionati.
Amava il calcio, fece anche l’arbitro e continuò a farlo anche quando cominciò a scrivere i primi pezzi (mi girò il primo del 1958 “Campionato di calcio al Leonardo Da Vinci” era il titolo). Poi scelse il giornalismo. Amava la Nazionale, era fiero della maglia azzurra dei 50 anni di carriera che Prandelli e Buffon gli consegnarono. Amava ancor di più il “suo” calcio, quello degli anni in cui le interviste si facevano negli spogliatoi, per strada, al telefono di casa, non in sale stampa affollate dove, diceva, “può venir fuori il calciatore ma non l’uomo”. Poi ci furono i tempi della “Domenica Sportiva”, ma anche di “90° Minuto”, gli appassionati di calcio amavano i suoi pezzi ironici, dove c’era di tutto, legava il momento storico alla partita, al luogo dove si trovava. Una volta i tifosi esposero uno striscione: “Siam venuti fin qua per vedere Franco Zuccalà”, il giornalismo televisivo stava cambiando e lui fu uno dei primi ad aprire la nuova strada, i suoi pezzi ironici non passavano inosservati e la gente per strada continuava a dimostrarglielo. Il Pallone continuerà a raccontare, ma oggi ha perso chi lo faceva in maniera unica. Ciao Franco e soprattutto grazie di tutto.
(ITALPRESS).

Di Gaspare Borsellino
Quando a metà degli anni 80 iniziavo a muovere i primi passi di cronista sportivo per il Giornale di Sicilia prima e per vari quotidiani regionali dopo, Franco Zuccalà era una delle firme più note del panorama giornalistico nazionale. Si attendeva l’edizione del sabato del Tg1 delle 13,30 per vedere Il Pallone Racconta, storica rubrica televisiva dove Zuccalà raccontava la giornata di campionato con corsi e ricorsi storici, aneddoti e curiosità che rendevano i suoi servizi sempre unici e mai banali.
Per noi giovani “biondini” del giornalismo sportivo Franco era una Star inarrivabile che si ammirava solo in TV.
Ricordo pertanto ancora con grande emozione il mio primo incontro de visu con Franco più di un quarto di secolo fa, esattamente il 12 febbraio del 1997 in uno dei templi del calcio, lo stadio Wembley di Londra. Si giocava Inghilterra-Italia (vinta dagli azzurri con gol di Zola). Durante il tragitto che ci portava in pullman allo stadio vidi Franco Zuccalà con il suo elegante vestito di grisaglia grigia ed una cravatta rossa ed il suo inconfondibile cappello Borsalino.
Io timidamente mi avvicinai e lo salutai con grande rispetto. Non sapeva ancora che da lì a qualche settimana sarebbe stato mio esaminatore agli esami da professionisti a Roma. Nè nulla gli dissi io!
Così quando il 24 febbraio mi presentai alla sede dell’ordine e lo incontrai, lui sorpreso mi disse “Ma tu che ci fai qui?” Ed io quasi imbarazzato risposi “per fare gli esami…”.
A quel punto Franco mi diede del Lei e mi disse “ah, allora ci vedremo fra poco in aula”. Franco non mi risparmiò diverse domande, ma alla fine quando superai indenne gli esami si complimentò sinceramente. Da lì a pochi anni, però, le nostre strade si sarebbero incrociate nuovamente, ma questa volta per un lungo percorso professionale comune. A fine anni 90 infatti va in pensione dalla Rai, ma ancora con tanta voglia di lavorare e mettere al servizio degli altri la sua grande professionalità. Così nel 2000 inizia a seguire da inviato per l’agenzia Italpress gli Europei di calcio che si svolsero in Belgio e Olanda.
Da lì in poi è stato un grande girovagare per il mondo per seguire per Italpress 6 Europei e 4 Mondiali di Calcio e 4 Olimpiadi da quelle di Sydney del 2000 fino a Londra 2012, cimentandosi con grande umiltà a seguire e commentare discipline sportive non sempre sulle sue corde. Ma la professionalità di un giornalista si vede anche in queste cose.
Sono stati 23 anni ricchi di soddisfazioni, ed a volte anche di diversità di vedute, sempre chiarite fra persone per bene con un sorriso ed una pacca sulle spalle.
Quando una persona viene a mancare si rischia di cadere nella retorica di chi non c’è più, ma con tutti i difetti che ogni essere umano ha, non apparirò nè banale nè retorico nell’affermare che Franco era un Giornalista galantuomo, nei suoi tratti e nei suoi lineamenti, sempre pacato nei toni e preciso e puntuale nei suoi commenti e nelle sue analisi.
Oggi si direbbe un professionista d’altri tempi ed effettivamente Franco appartiene ad un mondo che oggi, ahimè, va estinguendosi.
Caro Franco ci mancherai e mi mancherai.
(ITALPRESS).
Sport
Elkann “Anno zero Juve, ora un triennio ambizioso”
Pubblicato
9 ore fa-
30 Novembre 2023di
Redazione
TORINO (ITALPRESS) – “L’aumento di capitale era necessario, per superare questo anno zero e affrontare il prossimo triennio con ambizione fuori e dentro il campo”. In conferenza stampa alla vigilia dell’Investor Day di Exor, la holding che detiene il 63,8% della Juventus, John Elkann guarda al futuro dei bianconeri con fiducia. Il peggio sembra alle spalle e anche la squadra sta rispondendo bene come dimostra il secondo posto in classifica a -2 dall’Inter, fermata sull’1-1 nello scontro diretto di domenica scorsa all’Allianz Stadium. “Un punto contro l’Inter è un risultato importante ma piedi per terra”, ci tiene a precisare Elkann, che parla anche di Allegri sul cui possibile futuro lontano da Torino già a fine stagione si sono susseguite diverse voci nei giorni scorsi, anche se lo stesso tecnico ha ricordato di essere sotto contratto fino al 2025 e di essere in piena sintonia con la nuova dirigenza. “Allegri ha vinto tanti trofei, e ci auguriamo di vincerne ancora – ha detto Elkann – Siamo lì in un campionato stimolante, e c’è la Coppa Italia con un percorso ancora tutto da fare. Penso quello che Allegri ha sempre detto, l’importante è tenersi dietro gli altri. Non serve avere grandi aspirazioni, ma partita dopo partita fare punti, continuiamo così”. Ma l’incontro con la stampa è stato anche l’occasione per fare chiarezza sul futuro societario e smentire qualsiasi disimpegno da parte di Exor. “Interesse dei fondi sulla Juventus? Nessuno ci ha contattato, nè abbiamo approcciato i fondi, non è un’opportunità che ci interessa”, ha tagliato corto Elkann, dribblando anche le domande sull’ipotesi del delisting: “Non commento le speculazioni”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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