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Maresca “Il Var è imprescindibile, garantisce la giustizia”

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ROMA (ITALPRESS) – “E’ stata una serata importante per la mia carriera: in un evento come questo, una finale che assegnava un trofeo con un derby, credo si rappresenti tutto il gruppo arbitrale di cui faccio parte. Si avverte il senso di responsabilità”. Parla così Fabio Maresca, arbitro internazionale della sezione di Napoli, ospite a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio1. Reduce dalla finale della Supercoppa Italiana andata in scena a Riad e vinta nettamente dall’Inter, Maresca ha aggiunto un altro tassello alla sua carriera già prestigiosa. “Il percorso che porta a dirigere una partita del genere, di crescita personale degli ultimi anni, mi rende più consapevole ed ha cambiato molto del mio arbitraggio a livello comportamentale, per affrontare le gare con uno spirito di servizio che serve – spiega il fischietto campano – Sono più a disposizione della partita, un valore aggiunto che mi mancava nei primi anni di arbitraggio in Serie A”. Classe 1981, di professione vigile del fuoco, Maresca è stato il primo arbitro ad assegnare un calcio di rigore in Serie A attraverso l’utilizzo del Var in favore del Cagliari nella gara vinta 3-0 dalla Juventus (lo parò Buffon). Anche uno strumento così sofisticato non è servito a sopire le polemiche. “Credo che le polemiche facciano parte del gioco, è difficile eliminarle, anche se è stato fatto un passo in avanti – sostiene – Sembra passata un’era e non cinque anni e mezzo, il Var è diventato imprescindibiole. Sorrido quando se ne mette in discussione l’utilizzo, garantisce la giustizia e la verità del campo. Guardare indietro significa parlare di un altro calcio”. Lo strumento del fuorigioco semiautomatico, poi, “sarà un ulteriore mezzo per velocizzare il gioco e rendere più chiare le nostre decisioni”. Detto che non ci sarebbero problemi a rendere pubblici i dialoghi tra l’arbitro e gli addetti al Var (“E’ quello a cui tendiamo per condividere l’obiettivo della trasparenza”), Maresca sottolinea come il periodo della pandemia non abbia giovato al reclutamento dei giovani direttori di gara. E che il calcio odierno “va verso una direzione chiara, avere più gioco effettivo e vedere meno interruzioni, con la riduzione al minimo delle pause. Fischiare meno falli per spezzettare meno il gioco. Ciò non può non tener conto del nostro obiettivo principale: quello di proteggere i giocatori”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Nazionale, Gattuso verso Estonia e Israele “Tante pressioni e grande responsabilità, ma mi sta piacendo”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Le scelte sono state fatte immaginando che la prima gara la faremo in un modo, la seconda in un altro. Dispiace per chi non c’è, ma siamo contenti, chi è arrivato può darci una mano”. Lo ha dichiarato il ct azzurro Rino Gattuso nel corso della conferenza stampa di inizio ritiro in vista delle gare di qualificazione ai Mondiali 2026 contro Estonia e Israele. “Anor e Tresoldi? Li ho visti bene, parliamo da tempo di questi giocatori che possono vestire la maglia azzurra. Ne abbiamo parlato con il presidente Gravina e Buffon. Sono giocatori importanti, vediamo se si può fare qualcosa. Chiesa? Ho una linea con tutti i giocatori, ci parlo tanto, li stresso tanto. Li ringrazio perché passo da rompiscatole. Con Fede ho parlato, sa cosa penso di lui, rispetto però cosa dice un giocatore. Non si sente al 100% ed ha delle piccole problematiche da migliorare“. 

“Le pressioni ci sono, sono tante, ma non mi annoio – ha proseguito Gattuso – Anzi mi piace, mi piace girare, sento una grande responsabilità, ma mi sta piacendo e spero di avere sempre questo entusiasmo”. “Moduli? In questo raduno tanti giocatori stanno molto meglio a livello di minutaggio” rispetto al ritiro di settembre, “e di questo io ed il mio staff siamo molto contenti” ha aggiunto Gattuso. “Non devo pensare al mio ego, devo pensare al bene dei ragazzi, sceglieremo il modulo migliore per mettere i giocatori nelle migliori posizioni possibili”.

La sfida contro Israele si giocherà in un clima certamente particolare: “Da fuori non si respira una buonissima aria, quindi i giocatori devono stare concentrati e devono dare il massimo in questi giorni. Dobbiamo allenarci bene e farci trovare pronti. E’ un dato di fatto che martedì andremo ad Udine, ci sarà pochissima gente, lo capisco, c’è preoccupazione. Sappiamo che dobbiamo giocare la partita altrimenti la perdiamo 3-0, dispiace vedere gente, innocenti e bambini” uccisi, “però non possiamo dire che ci sia un ambiente sereno”. “Nella gara contro l’Estonia ci sarà da battagliare, e da fare fatica. I giocatori devono annusare il pericolo e non dare niente per scontato” ha concluso Gattuso.

Sull’ex compagno di Nazionale Fabio Cannavaro, neo ct dell’Uzbekistan: “L’ho chiamato ieri, gli ho fatto l’in bocca. Gli ho detto ‘Che culo che hai…’ (sorride, ndr). Ho un grandissimo rapporto con lui. Gli ho detto che lui si mette il gel, si sistema i capelli ed è già pronto ed io invece sono in trincea”. 

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Al ct è stata anche chiesta la sua opinione sulla partita Milan-Como destinata ad essere giocata in Australia: “E’ il calcio moderno, ci sono cifre importanti, le società ci pensano bene quando ti offrono cifre importanti ed è giusto così. Per il nostro calcio è anche qualcosa di positivo, ci pensano i club ma non la vedo una cosa negativa”.

– Foto IPA Agency –

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Il consiglio di Panatta a Sinner “Eviti tour de force”

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ROMA (ITALPRESS) – “Alcuni tornei sono prove di sopravvivenza. Sinner eviti tour de force”. Così Adriano Panatta, in un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, dopo il ritiro di Jannik Sinner, per crampi, nel Masters 1000 di Shanghai. “Sinner ha giocato a Pechino, poi è andato a Shanghai. Ora è atteso dai milioni di Ryad, poi Vienna, l’indoor a Parigi, le Finals e la Davis. Tutto in un mese e mezzo. Mi chiedo, ma è proprio necessario questo tour de force? C’era proprio bisogno di andare a Pechino? Conosco la replica: i punti, la classifica, il numero uno… ma chissenefrega di tutto questo”. “Alcuni tornei sono prove di sopravvivenza, i giocatori si ribellino. Sinner eviti tour de force”, ha aggiunto l’ex tennista azzurro. “I giocatori più forti, oggi, hanno la fortuna di poter programmare la stagione solo sui tornei del Grand Slam e sui Masters 1000. Vero è che Sinner ha avuto una stagione corta per via della stupida squalifica per doping, ma il discorso di fondo non cambia”, ha detto ancora Panatta.

“Tanto più che i Masters 1000 sono diventati tutti o quasi di due settimane e obbligano a periodi di lavoro sempre più lunghi. Poi, il numero uno. E vabbè… Se non vi sono contratti particolari con gli sponsor, non vedo perché corrergli dietro”, ha concluso l’ex tennista ed ex capitano del team azzurro di Coppa Davis.

– foto IPA agency –

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Hamilton “Orgoglioso della Ferrari, possiamo fare tanto insieme”

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ROMA (ITALPRESS) – “Dopo una settimana dura, è bello essere a casa. Ho avuto un po’ di tempo per riflettere di ritorno da Singapore e l’emozione principale che provo è la gratitudine. Il sostegno e l’amore che ho avvertito da quando ho perso Roscoe sono stati un potente promemoria per ricordarmi che, anche quando le cose sembrano oscure, c’è tanto di buono nel mondo. Devi solo cercarlo”. Comincia così un lungo post di Lewis Hamilton, pubblicato su Instagram. Il pilota britannico ha ringraziato i fan per il sostegno ricevuto dopo la morte del suo cane ed è tornato a parlare della situazione delicata della Ferrari. “I media raccontano solo una storia: quella in cui non facciamo le cose per bene o le cose non vanno come vogliamo. Ma quello su cui sono stato concentrato negli ultimi mesi è un’altra storia. Quella su come questa squadra risponde quando le cose vanno male. Come ci rialziamo e ricominciamo”, ha precisato Hamilton.

“A Singapore è stato l’esempio perfetto. Abbiamo azzeccato la strategia, ma il problema dei freni ci ha fatto tornare indietro proprio quando stavamo crescendo. Ora torniamo in fabbrica, impariamo da quest’ultima gara e pianificiamo per la prossima”, ha scritto ancora il britannico. “Sono davvero orgoglioso di questa squadra. Voglio aiutare a ottenere i risultati che meritano il team e i tifosi. Vedo i progressi che stiamo facendo e il duro lavoro che c’è dietro ogni gara, ma questa è la Ferrari. Il progresso da solo non è abbastanza. Per raggiungere la grandezza bisogna andare oltre, essere migliori. Possiamo fare tanto insieme, se riusciamo a cambiare le cose credo che ci arriveremo”, ha concluso Hamilton.

– foto IPA Agency –

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