Cronaca
Arval, nel 2022 performance superiori all’andamento del mercato
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2 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Nel 2022, le performance di Arval sono state superiori all’andamento del mercato: 1.592.024 veicoli noleggiati, +5,5% di crescita organica, +8,3% di crescita della flotta noleggiata, incluse le acquisizioni.
Due acquisizioni concluse nel 2022: Terberg Business Lease Group, le attività di noleggio di BCR. A metà del percorso relativo al piano strategico Arval Beyond 2020-2025, ‘una prospettiva molto positiva per Arval’, spiega la società in una nota.
Specializzata nel noleggio auto a lungo termine e in soluzioni di mobilità innovative e sostenibili, Arval ha registrato nel 2022 un andamento positivo nonostante il contesto complesso. La flotta finanziata alle aziende nel 2022 è di 1.082.503 veicoli.
Il segmento Retail conta invece 454.062 veicoli nel 2022 (437.445 escludendo le acquisizioni), per una crescita del 13% rispetto al 2021 (9,7% escludendo le acquisizioni). Questo dimostra il crescente interesse delle piccole e medie imprese e dei privati nei confronti del noleggio, nonostante il contesto difficile.
La flotta Arval Mid Term segna un incremento del 48%.
Gli oltre 8.000 collaboratori di Arval offrono i loro servizi a più di 300.000 clienti in 30 Paesi.
“Nonostante un contesto complesso, nel 2022 Arval ha continuato a supportare i propri clienti grazie a un business model resiliente e alla sua capacità di offrire soluzioni innovative. Sostenuta dalle forti ambizioni strategiche del Gruppo BNP Paribas nel campo della mobilità, Arval proseguirà il suo percorso di sviluppo anche nel 2023, portando avanti ulteriormente la sua strategia Arval Beyond. Continueremo a rafforzare la nostra crescita grazie all’innovazione, supportando i nostri clienti nei loro piani di transizione energetica e fornendo loro offerte di mobilità sostenibile in tutti i nostri Paesi”, commenta Alain Van Groenendael, Presidente e CEO di Arval.
Anche per Arval Italia il 2022 si è chiuso con una crescita della flotta noleggiata: con 247.658 veicoli, si registra un incremento pari all’1,8% sull’anno precedente.
A trainare la crescita il segmento Retail, che registra un aumento del 10% e, in particolare, il canale dei privati, che segna un +20% sull’anno precedente. In forte incremento anche la flotta Arval Mid Term che registra +45% sul 2021. Un grande lavoro è stato svolto dal segmento Corporate nella gestione del portafoglio Clienti, per rispondere alle loro esigenze di mobilità e sostenere i loro percorsi di transizione energetica.
Sale la quota di veicoli a basse emissioni nella flotta: infatti, i veicoli elettrici e ibridi a fine 2022 arrivano a superare le 45.000 unità, per una crescita del 38% rispetto alla flotta 2021.
“I numeri ci dimostrano che Arval Italia prosegue nel suo percorso di crescita costante, pur nel contesto di un mercato automotive che sta affrontando molteplici difficoltà. Per questo, ci siamo concentrati sul potenziamento del servizio offerto, sul supporto e la consulenza verso i nostri clienti, per garantire loro la mobilità di cui avevano bisogno. Allo stesso modo vediamo il risultato di tutto l’impegno profuso a favore dello sviluppo di una mobilità sempre più sostenibile, in linea con gli ambiziosi obiettivi del piano strategico Arval Beyond”, afferma Dario Casiraghi, direttore generale di Arval Italia (nella foto).
‘A metà del percorso relativo al piano strategico Arval Beyond, Arval ha mostrato ottimi risultati nel 2022. Durante lo scorso anno, l’azienda ha continuato a guidare il settore, lanciando soluzioni di mobilità innovative, siglando partnership strategiche e proseguendo nel suo impegno sulla CSR, in particolare per supportare i propri clienti nella transizione energeticà, spiega la società.
Accanto alle esistenti partnership con banche, operatori del settore automotive e con lo storico partner Element, è stata completata nel 2022 l’acquisizione di Terberg Business Lease Group. Con questa acquisizione completata verso la fine di novembre 2022, ‘Arval ha ulteriormente diversificato la propria offerta di prodotti dedicati alle aziende, diventando uno dei maggiori attori della mobilità nel mercato olandese, con un totale di circa 500 collaboratori e oltre 100.000 veicoli noleggiatì.
Trasferimento delle attività di noleggio di BCR ad Arval Romania: con questa operazione chiusa a maggio 2022, Arval ha consolidato la sua posizione di leadership in Romania con l’aggiunta di 3.800 veicoli e ha rafforzato la collaborazione con Erste nella regione (Repubblica Ceca e Slovacchia).
A ottobre 2022, il Gruppo BNP Paribas ha annunciato la sua ambizione di posizionarsi lungo l’intera catena di valore del settore. ‘Nel quadro di questa ambizione, Arval ha la missione di implementare flotte e nuove soluzioni di mobilità, rafforzando la sua cooperazione con le altre entità di BNP Paribas – spiega Arval -. La partnership tra BNP Paribas e Jaguar Land Rover siglata a febbraio 2022 è una prova tangibile della forza del modello integrato del Gruppo. Il cosiddetto approccio “One Bank Auto” si affida alle competenze di diverse entità nell’ambito dell’automotive. Arval gioca un ruolo chiave grazie al suo know-how nel noleggio a lungo termine e nel fleet management. Questo modello integrato consente di rispondere in modo differenziato e armonico alle esigenze dei clienti. In termini di elettrificazione della propria flotta, Arval ha raggiunto circa 300.000 veicoli elettrificati alla fine del 2022, quattro volte la quota del 2019.
A gennaio 2022, Arval e Ridecell hanno unito le forze ‘con l’obiettivo condiviso di accelerare lo sviluppo di soluzioni di mobilità end-to-end per i clienti Arval. Alla fine di dicembre 2022, il bike leasing è presente in 13 Paesi, il car sharing in 11 Paesi.
Arval Mobility Hub, un’offerta di Arval dedicata alle aziende che cercano soluzioni di mobilità alternativa per tutti i loro collaboratori (car sharing, bike sharing, bici a noleggio, scooter…), è attivo presso l’headquarter di BNP Paribas Real Estate in Francia.
Arval prosegue con lo sviluppo di Arval Mobility App, disponibile oggi in 10 Paesi. Nel 2022, le offerte di Arval pensate per rispondere alle esigenze di flessibilità delle aziende sono disponibili in 24 Paesi con più di 55.000 veicoli, che si traduce in una crescita di questi prodotti del 48% sullo scorso anno.
A marzo 2022, Arval ha lanciato Arval Adaptiv, un prodotto di abbonamento all’auto. Consente l’accesso a un’auto solo quando se ne ha effettivo bisogno, in pochi giorni.
Alla fine di dicembre 2022, Arval Re-Lease, l’offerta di Arval di noleggio di veicoli usati, è stata sviluppata in 16 Paesi e rappresenta una risposta importante alla carenza di veicoli nuovi e alla necessità di estendere la vita del veicolo, con un occhio di riguardo per l’ambiente. La flotta Re-Lease è cresciuta del 60% rispetto all’anno precedente, con un notevole successo in Olanda, Turchia, Gran Bretagna, Polonia e Francia.
Per aiutare i clienti a controllare meglio i costi della loro flotta e accelerare la transizione energetica, a marzo 2022 è stata lanciata l’offerta Arval Connect che permette di ottimizzare il TCO, aumentare la sicurezza e rendere la flotta più sostenibile.
Nel 2023, Arval ‘continuerà a supportare i propri clienti con l’effettiva implementazione della partnership strategica tra Jaguar Land Rover e BNP Paribas per lanciare una suite di nuovi servizi finanziari di mobilità in nove mercati europei. La collaborazione è la prima fase di un piano di trasformazione che reimmagina il ruolo dei servizi finanziari per i clienti Jaguar Land Rover. Ora presente in 53 Paesi, l’Element-Arval Global Alliance è riuscita a quadruplicare il numero di clienti condivisi in meno di dieci anni. Le competenze garantite da questa alleanza e l’estensione dell’economia di scala che questa consente continueranno a fornire valore aggiunto ai clienti internazionali di Arval, soprattutto in un mercato in via di consolidamento. Da gennaio 2023, in Cile, Perù e Colombia, Arval ora possiede il 100% di Arval Relsa, dopo aver acquisito le quote precedentemente in capo a Inversiones Juan Yarur’.
– foto ufficio stampa Arval –
(ITALPRESS).
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UniBg, uno studio dimostra che l’effetto placebo migliora le capacità di lettura nei bambini dislessici
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2 ore fa-
17 Luglio 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – Pubblicato su “Psychological Research” lo studio dei ricercatori coordinati dalle Università di Padova e Bergamo in cui l‘effetto placebo – l’aspettativa positiva – ha migliorato la lettura nei bambini con dislessia evolutiva in maniera superiore rispetto ai tradizionali programmi di riabilitazione. I risultati, replicati anche in studenti universitari, dicono che la tradizionale riabilitazione della dislessia non “pesa” quasi mai l’effetto placebo.
La dislessia evolutiva è il disturbo specifico dell’apprendimento più frequente tra i bambini in età scolare (5-10%); compromette l’acquisizione della lettura e della scrittura e porta a gravi svantaggi nel rendimento scolastico e professionale, nonostante un’istruzione adeguata e un’intelligenza nella norma. L’effetto placebo consiste nella risposta automatica a stimoli positivi condizionati in cui segnali verbali (la voce di un amico), visivi (il volto sorridente) e sociali (il camice del dottore) producono reali cambiamenti nei comportamenti e negli esiti dei trattamenti. Esso è riconosciuto come una potente determinante della salute in numerose patologie. L’effetto placebo, infatti, si riferisce agli effetti benefici indotti dal contesto ambientale ed emotivo in cui il trattamento viene somministrato, e non dal trattamento in sé. Studi neurofisiologici hanno dimostrato che i trattamenti con placebo aumentano il rilascio di oppioidi e dopamina, riducendo l’attivazione nelle regioni cerebrali correlate alle emozioni negative.
Gli attuali programmi di riabilitazione per la dislessia – che tentano di automatizzare l’apprendimento dell’associazione tra lettera scritta e suono linguistico – controllano raramente l’effetto placebo. Questo lascia aperta la possibilità che le aspettative positive possano spiegarne l’efficacia. Lo studio dal titolo “Flickering lenses enhance reading performance through placebo effect” pubblicato su “Psychological Research” dal team di ricercatori coordinati dalle Università di Padova e Bergamo ha studiato i possibili effetti di costosi occhiali “lampeggianti”, recentemente sul mercato e che regolano la frequenza del passaggio della luce, utilizzati per aiutare le persone con dislessia. L’uso di questi occhiali sembra indurre straordinari miglioramenti nelle capacità di lettura, senza però evidenze scientifiche a supporto. Due gli scopi della ricerca: indagare la presenza dell’effetto placebo indotto dall’uso di questi occhiali a diverse età, stimare il reale effetto di questi occhiali “lampeggianti” sulle capacità di lettura. È stato utilizzato un disegno sperimentale in doppio cieco – né i partecipanti né i ricercatori che hanno condotto lo studio sapevano chi stava ricevendo il trattamento sperimentale e il placebo o un trattamento standard – su due gruppi: 49 bambini con dislessia e 48 studenti universitari con fragilità di lettura.
“Abbiamo – spiega Sandro Franceschini, primo autore della ricerca del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova – misurato le abilità di lettura in tre diverse condizioni sperimentali: occhiali spenti, occhiali spenti + aspettativa positiva, occhiali accesi. Le abilità di lettura nella condizione occhiali spenti + aspettativa rispetto alla condizione occhiali spenti ci hanno permesso di scoprire per la prima volta un forte effetto placebo sia sugli errori commessi nella lettura di parole conosciute, sia sulla velocità nel decifrare parole nuove. La grandezza di questo effetto immediato è maggiore rispetto a quella riportata in lunghi trattamenti tradizionali di riabilitazione della dislessia”. “Questo effetto è clinicamente sorprendente – aggiunge Giovanna Puccio, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova -. I bambini con dislessia della scuola primaria, pur avendo gli occhiali spenti, hanno commesso un minor numero di errori. La sola aspettativa che gli occhiali fossero efficienti ha permesso loro di fare la stessa quantità di errori che si osserva solitamente in un ragazzo con dislessia frequentante la scuola media“. “Questo risultato è stato replicato in una popolazione di studenti universitari: l’effetto placebo ha ridotto gli errori di lettura degli studenti con difficoltà di lettura, portandoli allo stesso livello di coloro che leggono bene. Ciò – sottolinea Sara Bertoni del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo e responsabile della ricerca – suggerisce che i miglioramenti indotti dai diversi trattamenti per la dislessia evolutiva potrebbero essere spiegati dall’aspettativa che si crea nei partecipanti ai trattamenti. Infatti, sono davvero rari gli studi sulla riabilitazione della dislessia in cui il possibile effetto placebo è adeguatamente controllato”. “Dal confronto tra le condizioni in cui gli occhiali erano funzionanti o spenti abbiamo potuto scoprire il reale effetto degli occhiali “lampeggianti”: vi è un leggero aumento degli errori nella lettura di parole associato ad una lieve accelerazione nella decodifica di parole nuove. Questi risultati – conclude Sandro Franceschini – non escludono quindi che possano esistere effetti a lungo termine degli occhiali che induce da un lato il sistema visivo a decodificare parole nuove, dall’altro, però, ostacola parzialmente il riconoscimento di parole conosciute”.
– foto ufficio stampa UniBg –
(ITALPRESS).
Cronaca
Immobili di pregio, Toscana in vetta. Lucca capitale del lusso
Pubblicato
2 ore fa-
17 Luglio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Lucca è la provincia italiana con la più alta concentrazione di immobili di lusso compresi nella fascia di prezzo tra 1 e 3 milioni di euro. Lo rivela un recente report elaborato dal portale immobiliare idealista, secondo cui l’11,3% degli annunci presenti nel territorio lucchese rientra in questa categoria, con un prezzo medio che si attesta sopra il milione e mezzo di euro. L’indagine, realizzata da idealista/data, ha calcolato la percentuale di annunci di immobili con prezzo tra uno e tre milioni di euro – o superiore – rispetto al totale degli annunci pubblicati in ciascuna area provinciale.
Dall’analisi emerge che la Toscana guida la classifica nazionale delle aree con la più alta concentrazione di immobili di pregio, arrivando a rappresentare il 31,9% dell’intera offerta del lusso immobiliare in Italia, con ben quattro province tra le prime dieci. Oltre a Lucca, anche Firenze si colloca tra le prime posizioni, con un tasso del 7,8% e un prezzo medio di 1.490.000 euro, seguita da Siena, che si posiziona al quarto posto con il 7% e una media di 1.575.000 euro, e da Grosseto, che raggiunge il 5,7% e una media di 1.500.000 euro.
In seconda posizione, tra le province più ricche di immobili di lusso, si trova Bolzano, con una quota dell’8,3% e un valore medio di 1.250.000 euro. Altri territori con una forte incidenza di immobili nella fascia tra 1 e 3 milioni di euro sono Sassari, che condivide con Grosseto la stessa percentuale del 5,7% e un valore medio di 1.490.000 euro, Belluno con il 5,4% e un prezzo medio di 1.725.000 euro, Como (5,3%, 1.500.000 euro) e Verona (5,2%, 1.387.500 euro). Milano si posiziona all’undicesimo posto con una concentrazione del 5,1%, a pari merito con Verbano-Cusio-Ossola.
Nelle province di Venezia e Roma, le abitazioni di lusso rappresentano rispettivamente il 3,3% e il 3,1% del mercato. Napoli e Genova si attestano al 3%.
In 23 province, la quota di immobili di pregio scende sotto il 2%: tra queste spiccano Padova (1,8%), Siracusa (1,7%), Bergamo (1,5%) e Bari (1%). In 47 province, la presenza di case di lusso è inferiore all’1%, con un’incidenza particolarmente marginale a Benevento, L’Aquila, Foggia e Caltanissetta. Catanzaro è l’unica provincia in cui non è stato rilevato alcun annuncio di immobili con un valore superiore al milione di euro. Un ulteriore sguardo è stato riservato anche al segmento di “extralusso”, ovvero alle abitazioni con un valore superiore ai 3 milioni di euro. Anche in questa fascia, Lucca primeggia con una quota del 2,6% del totale degli annunci pubblicati sulla piattaforma e un prezzo medio che si attesta attorno ai 4 milioni di euro.
Seguono Verbano-Cusio-Ossola (1,5%), Firenze e Siena (entrambe all’1,4%), Grosseto (1,1%), quindi Como, Sassari e Brescia (tutte con l’1%). Chiudono la top 10 le province di Belluno e Imperia, con lo 0,9% ciascuna.
Nelle due principali aree metropolitane italiane, la presenza di immobili extralusso è più contenuta: nella provincia di Milano si attesta allo 0,6%, mentre in quella di Roma allo 0,4%.
Lo studio fornisce anche un’indicazione della curiosità e dell’attrattività percepita del segmento di lusso a livello provinciale, evidenziando le aree che attirano il maggior numero di visualizzazioni da parte degli utenti.
Roma guida la classifica con 45.045 visite, seguita da Milano, con una media di 43.730 visualizzazioni per annuncio, e da Lucca, che registra 18.048 visite.
Completano le prime posizioni Firenze (17.660 visite), Como (14.439), Napoli e Sassari (entrambe con 13.642), Brescia (12.861), Torino (11.642) e Genova (11.583), confermandosi tra le province più seguite dagli utenti in ottica di un potenziale interesse all’acquisto.
Le principali tendenze del mercato di lusso: un quadro iperlocale A guidare la domanda non sono soltanto le grandi città o le località turistiche note, ma spesso micro-contesti di eccellenza, che combinano qualità ambientale, valore culturale e unicità paesaggistica.
Lo conferma la classifica delle località più visitate su idealista per immobili di lusso. Al primo posto troviamo Fabbrica, una frazione collinare di Peccioli (PI), non a caso premiato quale premiato come “Borgo dei Borghi 2024”, che totalizza 22.960 visualizzazioni: un dato che segnala un crescente interesse per realtà rurali autentiche, lontane dal turismo di massa ma ricche di charme. Seguono Camucia, nel cuore della Val di Chiana, con 3.411 visualizzazioni, e Monterosso al Mare, perla delle Cinque Terre, con 2.867.
Anche nei centri urbani più strutturati si evidenzia un’attenzione iperlocale verso specifici quartieri residenziali di fascia alta. A Roma spiccano Olgiata e Mazzini-Lungotevere, aree contraddistinte da una buona qualità della vita e ben collegate. A Torino, l’interesse si concentra su Crocetta e su zone panoramiche come Colle della Maddalena-Superga. A Milano, la zona Mercalli-Quadronno, mentre a Treviso, è l’area centrale di Piazza del Grano-Maggiore a catalizzare l’attenzione. Chiude la classifica Pantelleria, in provincia di Trapani, che unisce, alla sua unicità territoriale, la capacità di offrire esperienze abitative esclusive e identitarie.
-foto ufficio stampa idealista –
(ITALPRESS).
Cronaca
L’Università di Milano Bicocca aumenta del 47% i posti letto negli alloggi
Pubblicato
4 ore fa-
17 Luglio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Dal 1° ottobre, l’Università di Milano Bicocca offrirà ai propri studenti fuori sede 288 posti letto in più rispetto all’anno accademico appena trascorso, aumentando del 47 per cento la propria offerta di alloggi e portando la propria disponibilità complessiva a 904 posti letto, 545 dei quali nelle residenze gestite direttamente dall’Università e 359 messi a disposizione attraverso convenzioni con gestori privati individuati a seguito di apposita manifestazione di interesse. Rientra nel secondo caso l’attuale incremento dovuto a un accordo approvato dalla governance dell’Ateneo milanese.
Grazie infatti a una “convenzione per l’erogazione di servizi residenziali” stipulata tra Milano-Bicocca e CampusX, la società con sede a Roma che dal 2011 opera nello student housing in tutta Italia, metterà a disposizione 288 posti letto, dei quali 202 in camera singola e 86 in camera doppia, nella propria residenza universitaria di via Alda Merini 2 a Novate Milanese (Milano). La convenzione ha una durata di tre anni, con possibilità di rinnovo per un ulteriore periodo di nove anni. Questo intervento di housing universitario è stato reso possibile anche dal cofinanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito della riforma della legislazione degli alloggi per gli studenti universitari, prevista dalla Missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Per sostenere e incrementare l’attrattività delle nostre università verso gli studenti fuori sede e internazionali – afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni – risulta strategico l’impegno che il nostro Ateneo sta portando avanti per rinnovare e ampliare le proprie residenze universitarie, strutture progettate con ampi spazi comuni di studio, convivenza e socializzazione, e per aumentare la propria offerta di alloggi grazie ad accordi fra pubblico e privato e agli investimenti arrivati in questo ambito dal PNRR. Siamo lieti di aumentare la nostra offerta abitativa di più della metà. L’housing si è ormai affermato come un tema prioritario, al centro del dibattito, accademico, cittadino e nazionale. Le occasioni di confronto sono tante e stiamo lavorando in un’ottica di città allargata: Milano deve essere una metropoli in grado di accogliere tutti quei giovani che scelgono di venire a vivere qua per studio o per lavoro”.
“La convenzione stipulata con l’Università di Milano-Bicocca rappresenta un passo importante nel percorso di CampusX a fianco delle università italiane – dichiara Samuele Annibali, CEO di CampusX – per rafforzare l’offerta di alloggi per studenti fuori sede. Siamo impegnati a garantire soluzioni abitative di qualità, accessibili e adeguate alle esigenze delle nuove generazioni, nella convinzione che investire in spazi funzionali significhi sostenere concretamente il diritto allo studio”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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