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RASSEGNA DI TEATRO INDIGESTO, IN SCENA “L’ACQUASANTISSIMA. ULTIMO GIORNO DI DON SALVATORE”

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DIETRO LE QUINTE – QUINTO APPUNTAMENTO CON LA RASSEGNA DI TEATRO INDIGESTO, IN SCENA “L’ACQUASANTISSIMA. ULTIMO GIORNO DI DON SALVATORE”
Giovedì 16 febbraio al cinema teatro Politeama di Pavia è andato in scena il monologo “L’Acquasantissima”, spettacolo vincitore de I Teatri del Sacro 2019, diretto e interpretato da Fabrizio Pugliese nei panni di un mafioso, Don Salvatore.
Tutto quello che viene raccontato è filtrato attraverso il suo sguardo, specchio di una mente distorta, legata ai simboli e riti religiosi. Un uomo pacato che spiega la “normalità della mafia”, la sua struttura gerarchica, le sue regole ferree dalle quali non si può transigere, il codice d’onore che permane i legami delle famiglie mafiose. Una verità scomoda, pesante, ma che va raccontata, come ha dichiarato Pugliese stesso al termine dello spettacolo parafrasando Brecht “perché è più difficile raccontare le cose che non vogliamo sentire, bisogna mettersi dalla parte scomoda. La mafia si attacca dove c’è una carenza dello Stato”. Don Salvatore dispone della vita o della morte dei suoi simili. Il suo è un ritratto lucido e spietato di un mondo nel quale i codici comportamentali e i valori della religione vengono assimilati per costruire la dimensione della criminalità organizzata. L’Acquasantissima esplora le inquietanti similitudini che avvengono tra cultura mafiosa e cattolica. Il testo è di Francesco Aiello e Fabrizio Pugliese, lo spettacolo vede la collaborazione di
Specchi Sonori (Nidi Teatrali) di Osimo e Scena Verticale (Primavera dei Teatri) di Castrovillari ed è una coproduzione Ura Teatro e Teatri del Sacro. Al termine l’attore e regista Fabrizio Pugliese ha dialogato con Cinzia Ungolo, studentessa e portavoce dell’ Osservatorio antimafia di Pavia. Noi abbiamo assistito allo spettacolo, al dibattito successivo e abbiamo rubato qualche battuta all’attore al termine dello spettacolo.

Servizio di Marzia Forni
Editing di Emanuele Bottiroli

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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