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L’ASTERISCO – I FUNERALI DI COSTANZO, LA FOLLA CHE LO ACCLAMA

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L’ASTERISCO #diegosocialmediajournalist
COSTANZO, L’ITALIA INTERA AI FUNERALI E QUELLE CRITICHE FUORI LUOGO SUI SOCIAL
Trovo denigrante quando una persona pubblica muore e anziché ringraziarla per ciò che ha dato in vita mettersi a fregnare sui social o in tv perché “gode di eccessiva enfasi mediatica” oppure “chissà che cosa ha fatto più di noi persone comuni”. Trovo denigrante puntare solo l’indice su quella ragazza che ha chiesto un selfie alla camera ardente con Maria de Filippi, la vedova che ha avuto un gesto di gentilezza ed ha acconsentito a questa richiesta. Un gesto duramente criticato sui social, che dei selfie sono il regno. In molti hanno espresso grande solidarietà a Maria, apprezzando la dignità e la signorilità di chi riesce a comprendere gli altri perfino nel momento in cui dovrebbe accadere naturalmente il contrario. Oggi altre critiche per l’eccessiva enfasi data su Rai e Mediaset per la diretta dei funerali. E perché ci scandalizziamo tanto? Aldo Grasso, il più grande critico televisivo italiano spiega: “Da un po’ di anni, le esequie dei personaggi televisivi più noti stanno diventando una sorta di funerali di Stato. Non succede in altri Paesi dove la solennità è riservata a reali, a governanti, a figure eminenti. Da noi, spesso il funerale diventa una liturgia mediale, la continuazione di un programma, come se la tv fosse l’unica istituzione che ci richiama ancora al rito, al simbolo, alla cerimonia. La tv è soprattutto consuetudine, essa stessa è una presenza quotidiana, più che una «finestra sul mondo» un ospite fisso che racconta quel che succede nel mondo. Ci sono poi programmi, come i talk show, che sembrano fatti apposta per accentuare questo carattere confidenziale”. Maurizio e Maria sono diventati, nel corso degli anni, amici di famiglia. Naturale quindi condividere con questi amici di famiglia gioie e dolori, sia i nostri che i loro. Cosa c’è di così scandaloso nel farci scappare qualche lacrima quando vediamo il dolore della vedova in primo piano o del figlio adottivo? E a proposito, perché continuare ad insistere su questo figlio adottivo, non è un figlio a tutti gli effetti? E perché in questo Paese siamo sempre pronti a fare un processo mediatico a tutto, persino sul fatto che al fianco di Maria sedeva Pier Silvio Berlusconi, insieme ai vertici di Mediaset? Non è anche questa una famiglia, non solo lavorativa? Evidentemente certi italiani sono davvero fuori dal mondo. Mediatico e non solo. C’è vita anche su Marte, provatela.

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MESSAGGI DI SPERANZA – 25 LUGLIO

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Su Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 ci sono i “Messaggi di speranza” di Don Luca Roveda. Un momento di oasi in cui ritrovarci tutti insieme con pensieri positivi, per conoscere la storia dei Santi e fare il punto sulla vita cristiana. Don Luca Roveda, parroco dell’unità pastorale di Inverno, Monteleone e Gerenzago, ci prende per mano accompagnandoci con il suo sorriso e la sua grande energia e forza della fede. Questi sono i Messaggi di Speranza!

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IL FOGLIO: “IL PARADOSSO DELLA FUGA PER UNA PAVIA CHE COSTA E NON OFFRE”

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LA VOCE PAVESE – IL FOGLIO: "IL PARADOSSO DELLA FUGA PER UNA PAVIA CHE COSTA E NON OFFRE"

Il giornalista Antonio Gurrado, sulle colonne de *Il Foglio*, ironizza sul fatto che oggi sembri quasi un reato amministrare, costruire o anche solo abitare a Milano. Così, nell’ansia di trovare modelli alternativi, si guarda a città come Pavia. Un’inchiesta del *Post* rivela che a Milano, negli ultimi anni, gli affitti sono aumentati del 40%. Ma lo stesso incremento, segnala *il Corriere della Sera* in un articolo di Davide Maniaci, si registra anche a Pavia.

Gurrado racconta un aneddoto personale: affittò un bilocale a Pavia, definito “vetusto e orrendo”, a 600 euro al mese; due anni dopo, lo stesso appartamento costava già 750 euro, senza che fosse stata fatta alcuna miglioria, né allo stabile né alla città.

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Pavia viene proposta come alternativa a Milano perché più “vivibile”, cioè meno frenetica – tradotto: meno lavoro e meno divertimento – e più vicina di quanto sembri: 28 km in auto, ma senza uscita autostradale, o 18 minuti di treno, che diventano cinquanta se si prende quello lento.

Gurrado invita a riflettere sul “modello Pavia”: una città che non offre le opportunità di Milano, si vanta di costare meno, ma aumenta i canoni esattamente come il capoluogo. Perché, in fondo, in Italia c’è una sola Milano e un’infinità di Pavie.

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ZONA LOMBARDIA – 26 LUGLIO 2025

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ZONA LOMBARDIA – 26 LUGLIO 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.

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