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Cronaca

Vittoria a Friburgo, Juventus ai quarti di Europa League

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FRIBURGO (GERMANIA) (ITALPRESS) – La Juventus si è qualificata per i quarti di finale dell’Europa League. I bianconeri hanno superato in trasferta il Friburgo per 2-0 bissando così la vittoria per 1-0 ottenuta una settimana fa all’Allianz Stadium di Torino.
Solo al 22′ del primo tempo la prima occasione della serata e ad averla è stato il Friburgo. Da un calcio d’angolo battuto dalla sinistra da Gunter, è stato Ginter a staccare più alto di tutti di testa e a chiamare alla grande parata Szczesny quindi, sulla corta respinta, ci ha provato Gregoritsch che però non ha trovato la porta. Al 27′ è stato invece Vlahovic a trovare il gol dopo una clamorosa traversa colpita da Bremer di testa su una punizione battuta da Kostic, ma la rete è stata annullata dopo l’intervento del Var per fuorigioco dello stesso attaccante serbo. Al 41′, servito da Fagioli, ci ha invece provato Gatti con un’incursione e successiva conclusione sulla quale è intervenuto il già ammonito Gulde con un braccio. L’arbitro ha avuto bisogno ancora dell’aiuto del Var e alla fine ha deciso per l’espulsione del difensore del Friburgo e il rigore della Juventus.
Sul dischetto si è presentato Vlahovic che ha calciato (male) centralmente, il portiere Flekken ha toccato con un piede ma non è riuscito a evitare il gol. Il numero 9 bianconero è tornato così al gol a un mese esatto e sei partite dall’ultima rete, arrivata sempre in Europa League nell’andata dello spareggio con il Nantes. Ancora Szczesny protagonista al 13′ della ripresa: su un tiro ravvicinato di Gregoritsch il portiere polacco ha compiuto il secondo grande miracolo della serata. Juventus decisamente meno propositiva nonostante la superiorità numerica, attenta più a difendere i due gol di vantaggio considerando anche la gara di andata che a mettere definitivamente la parola fine. Parola fine che però è arrivata a pochi secondi dal termine quando Chiesa, servito da un filtrante di Rabiot, ha controllato di sinistro in area prima di infilare con un destro angolato Flekken che nulla ha potuto sulla conclusione dell’attaccante bianconero.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

Cronaca

Papa Leone XIV “Ridurre Gesù a leader o superuomo è ateismo di fatto”

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CITTA’ DEL VATICANO (ITALPRESS) – “Oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Così papa Leone XIV, nell’omelia durante la prima messa da pontefice, nella Cappella Sistina, con i cardinali.
“Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito – prosegue il pontefice -. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perchè la mancanza di fede porta spesso con sè drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”.
“Anche oggi non mancano i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”.
“Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E’ essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia – aggiunge il pontefice -. Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia. Egli, condotto in catene verso questa città, luogo del suo imminente sacrificio, scriveva ai cristiani che vi si trovavano: «Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo». Si riferiva all’essere divorato dalle belve nel circo – e così avvenne -, ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perchè rimanga Cristo, farsi piccolo perchè Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perchè a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

ZONA LOMBARDIA – 9 MAGGIO 2025

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Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.

Commentate la diretta oppure scriveteci: info@lombardialive24.it.

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Cronaca

Meloni “Moro e Impastato due simboli uccisi da forze oscure”

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ROMA (ITALPRESS) – Oggi ricordiamo Aldo Moro e Peppino Impastato, due figure diverse, che hanno segnato la storia recente d’Italia, accumunate da un tragico destino: il 9 maggio 1978, persero la vita per mano di due delle forze oscure – le Brigate Rosse e Cosa Nostra – che hanno insanguinato la nostra Nazione negli anni bui del terrorismo e della mafia”. Così su X il premier Giorgia Meloni.

Aldo Moro, uomo delle Istituzioni, rapito e ucciso da chi voleva piegare lo Stato con la violenza e l’intolleranza ideologica. Peppino Impastato, assassinato per aver denunciato e sfidato a viso aperto e senza paura il potere mafioso. Due simboli, caduti per altro nel pieno di quegli “anni di piombo” che hanno segnato l’Italia con il sangue di troppi innocenti: servitori dello Stato, rappresentanti delle Istituzioni, cittadini, giovani di diverse idee politiche – prosegue il presidente del Consiglio -. Nel Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, rinnoviamo il nostro impegno a difendere la libertà, la giustizia e la legalità. La loro eredità ci ricorda che l’Italia non si piega davanti a chi semina morte e paura. Onoriamo il loro sacrificio, costruendo ogni giorno una Nazione più forte, unita e libera. No alla violenza politica, di qualsiasi colore, e all’oppressione mafiosa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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