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Cronaca

Capitale Cultura, i portali Thegate2023 uniranno Bergamo e Brescia

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MILANO (ITALPRESS) – I Sindaci di Bergamo e Brescia hanno tagliato un simbolico nastro di “via ai lavori” per la realizzazione dei due grandi portali dell’installazione Thegate2023: le due strutture altamente tecnologiche che metteranno in collegamento diretto le città, nominate Capitale Italiana della Cultura 2023, permettendo un’interazione diretta e proponendo un’innovativa esperienza immersiva a tutti coloro che li attraverseranno. L’installazione sarà fruibile entro la fine del mese di aprile.
L’installazione Thegate2023, di cui BPER Banca è Main Sponsor, rappresenta perfettamente il progetto di Bergamo Brescia 2023 che fa leva sulla cultura, intesa non solo come espressione artistica ma anche del valore delle imprese del territorio e della capacità di innovare, favorendo la crescita delle persone e delle comunità.
“I due portali che compongono Thegate2023, in costruzione a Brescia e a Bergamo, sono la riproduzione plastica dell’unione d’intenti che ha avvicinato i nostri due capoluoghi in questi anni di lavoro, fino a farli diventare città sorelle nell’anno della Capitale italiana della cultura. Un progetto di grande impatto che affascinerà bresciani, bergamaschi e i tanti turisti che in questo anno visiteranno le nostre località. Le persone si troveranno di fronte ad un’opera con cui dialogare, giocare, osservare e vivere così un’esperienza che ricorderanno a lungo per la sua originalità. Abbiamo detto che Brescia e Bergamo sono le città che non ti aspetti: Thegate2023 è la perfetta incarnazione di questo sorprendente ponte tra due città che, d’ora in poi, si guarderanno negli occhi ogni giorno. Un’idea visionaria e suggestiva, che il Consorzio Stargate2023 sta realizzando in pochissime settimane e sono certo saprà conquistare i visitatori” commenta Emilio del Bono, Sindaco di Brescia.
“Il progetto Thegate2023 consente di collegare fisicamente Bergamo e Brescia e, soprattutto, i nostri concittadini. A Bergamo, questa grande e avveniristica creazione sarà realizzata nel cuore del centro Piacentiniano, il centro novecentesco della nostra città, oggetto di una lunga e attenta operazione di rinnovamento e che è uno dei luoghi più frequentati della città. Il portale diventerà idealmente la sesta grande porta della nostra città, affiancandosi alle 5 che ci consentono di accedere e uscire dal nostro gioiello, ovvero il centro storico di Città Alta attraversando le Mura patrimonio UNESCO: una porta che unisce, per stringere quei legami che stiamo cercando di costruire attraverso il progetto della Capitale con Brescia” dichiara il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.
“Thegate2023 è il simbolo di un progetto straordinario, in grado di diventare la vera icona di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Le due avveniristiche installazioni, ideate dallo studio di Giò Forma, incorporano l’essenza dell’innovazione, della tecnologia, della cultura, della creatività, della connessione in tempo reale tra persone e luoghi e della promozione dei territori e dell’estensione del tempo. BPER Banca ha deciso di unirsi a Bergamo e Brescia proprio in nome di questo senso ampio della cultura, che abbraccia più ambiti tra tradizione e innovazione, favorendo la condivisione di valori positivi tra le persone. Siamo certi che THEGATE2023 diventerà parte integrante del patrimonio artistico delle due città e saranno i migliori ambasciatori della Capitale della Cultura, anche al di fuori dei loro confini” afferma Flavia Mazzarella, Presidente di BPER Banca.
Evidenzia il Presidente di A2A Marco Patuano: “A2A sarà special partner dell’iniziativa diffondendo tramite TheGate2023 contenuti sviluppati ad hoc per raccontare l’impegno del Gruppo a favore della cultura e del sociale nel quadro di BGBS2023 Capitale della Cultura. Impegno che, dopo la straordinaria esperienza di Life is Light, proseguirà con altri appuntamenti realizzati in collaborazione con le realtà culturali del territorio”.
Le due strutture identiche saranno posizionate nel cuore delle città, rispettivamente in Piazza Vittoria a Brescia e in Piazza Matteotti a Bergamo. Dotate di led ad altissima definizione, saranno in grado di mostrare in tempo reale un luogo iconico dell’altra città, dando vita a una sorta di varco digitale grazie a schermi video e trasmissioni in live streaming. La tecnologia applicata permetterà, inoltre, di interagire in tempo reale con coloro che si troveranno nell’altra città.
L’esterno della struttura sarà realizzato con materiale “a specchio” che quindi rifletterà l’immagine della piazza ospitante con l’aggiunta di effetti di realtà aumentata che restituiranno la possibilità di un’ulteriore esperienza emozionale per cittadini e turisti.

– foto: ufficio stampa Bper
(ITALPRESS).

Cronaca

Milano, inchiesta urbanistica: misure cautelari per 6 indagati, uno in carcere

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MILANO (ITALPRESS) – Nell’ambito delle complesse indagini riguardanti il settore dell’urbanistica a Milano, il G.I.P. presso il Tribunale di Milano, all’esito degli interrogatori preventivi eseguiti lo scorso 23 luglio, ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sei indagati, sottoposti uno alla misura della custodia cautelare in carcere e cinque a quella degli arresti domiciliari per i reati di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. È in corso l’esecuzione del provvedimento da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano.

-Foto gsl/Italpress-
(ITALPRESS).

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Cronaca

E’ morta Adriana Asti, interprete di cinema e teatro

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta a Roma, all’età di 94 anni, Adriana Asti, grande attrice di teatro e cinema.

Apparsa giovanissima nel cortometraggio di Dino Risi Buio in sala (1948), esordisce a teatro nel 1951. Lavora con i più grandi, da Strehler a Visconti, da Bertolucci a Ronconi.
Al cinema interpreta inoltre il ruolo della prostituta Amore in Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini e quello dell’affascinante zia del protagonista in Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci. Successivamente recita ne Il fantasma della libertà (1974), di Luis Bunuel; Un cuore semplice (1977) e Tosca e altre due (2003), entrambi di Giorgio Ferrara, fratello di Giuliano e suo secondo marito; La meglio gioventù (2003, con cui vinse il suo terzo Nastro d’argento e il Ciak d’oro) e Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005), entrambi di Marco Tullio Giordana; L’ultimo Pulcinella (2008) di Maurizio Scaparro.
A teatro recita in Trovarsi di Luigi Pirandello (1981), Santa Giovanna di George Bernard Shaw (1984), Giorni felici di Samuel Beckett (1985), La locandiera di Carlo Goldoni (1986) e Tre uomini per Amalia del suo psicanalista Cesare Musatti (1988).

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Studio Banca del Fucino su export, necessario esplorare nuovi mercati

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ROMA (ITALPRESS) – Il sistema del commercio internazionale, per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi trent’anni, sta attraversando profondi cambiamenti. L’Italia, da sempre Paese di manifattura e di commercio, è stata capace di trarre beneficio dall’espansione dei traffici internazionali cominciata negli anni ’90. Oggi però la crescente indisponibilità statunitense a ricoprire il ruolo di “compratore di ultima istanza”, unita all’emergere di nuovi competitor sulla scena internazionale, configurano un importante cambiamento di scenario.
In questo contesto si colloca la nuova ricerca dell’Ufficio studi della Banca del Fucino, intitolata Oltre il giardino. 25 anni di export italiano extra-europeo. Lo studio, predisposto da Vladimiro Giacchè e Michele Tonoletti, fornisce una panoramica dei cambiamenti dell’export italiano tra l’inizio del nuovo millennio e oggi, tanto sul piano della geografia delle destinazioni quanto su quello della struttura merceologica.
Dalla ricerca emerge come negli ultimi 25 anni la quota di export italiano diretta verso l’Area Euro si sia ridotta di ben 6 punti percentuali – dal 45 al 39% circa del totale – sebbene il mercato europeo rimanga tutt’oggi la principale destinazione dei prodotti italiani (67,2% nel 2020-24, a fronte del 70,1% nel 2000-04).
Lo spazio perso dall’Europa è stato occupato da tre Paesi in particolare: Cina (+1,5%), Stati Uniti (+1,1%) e, in misura minore, India (+0,4%). Il peso della Cina e dell’India sul totale dell’export italiano è rimasto tuttavia molto modesto, rispettivamente al 2,9% e allo 0,8% nella media del quinquennio 2019-24.
Gli Stati Uniti, al contrario, hanno conservato e rafforzato la propria posizione di primo mercato extraeuropeo di destinazione delle esportazioni italiane, fino a pesare per più dell11% del totale esportato nel triennio 2022-24.
La ricerca di Banca del Fucino identifica in questa accresciuta dipendenza dal mercato Usa uno dei principali fattori di rischio per la tenuta futura dell’export italiano, un rischio che sembra ora concretizzarsi con l’imposizione di dazi al 15% da parte dell’attuale amministrazione degli Stati Uniti su gran parte dell’export europeo. La rischiosità è legata anche ai cambiamenti che la composizione merceologica dell’export italiano ha visto negli ultimi 25 anni. L’emergere del settore farmaceutico – una novità per il sistema produttivo italiano – è sicuramente il principale mutamento che si è registrato. La quota del farmaceutico è infatti passata dal 3,5 all’8,0% del totale esportato tra l’inizio e la fine del periodo di osservazione; un vero e proprio balzo, alle cui proporzioni si avvicina solamente la crescita registrato dal settore alimentare, passato dal 5,6 al 9,3%.
In questa evoluzione gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo di massimo rilievo, assorbendo quote rilevanti dell’export italiano proprio in questi comparti. Se sui prodotti farmaceutici non vi è chiarezza circa l’applicazione dei dazi al 15% stabiliti negli accordi tra Usa e Ue di fine luglio, i prodotti alimentari, invece, rientrano certamente nel perimetro delle merci colpite dai dazi, ed è lecito attendersi un danno significativo per questo settore.
La ricerca evidenzia poi come, al netto di un arretramento del settore tessile – dal 15,3 al 10,9% – i comparti tradizionali del Made in Italy – moda, arredamento, alimentari e meccanica – abbiano dimostrato notevole resilienza, riscontrando spesso grande successo nei mercati extraeuropei. Ciò testimonia la perdurante forza del brand Made in Italy nel mondo, oltre alla capacità delle imprese della meccanica di mantenersi competitive nel mercato mondiale dei macchinari e dei beni strumentali per l’industria. Ad oggi quello della meccanica – con più del 16% del totale – costituisce in effetti il nostro più importante comparto di esportazione. Farmaceutico, beni di consumo e meccanica – conclude la ricerca – sono tre settori nei quali l’Italia ha dimostrato di detenere un’ottima capacità di competizione sui mercati internazionali.
In prospettiva, nuovi mercati a cui guardare per l’export italiano non mancano. La Cina e l’India, anche solo per la loro dimensione, costituiscono i due mercati di destinazione dal più alto potenziale: nel caso dell’India, il nostro export si concentra primariamente sui macchinari – già oggi più del 40% del totale esportato verso questo Paese – e su altri prodotti destinati all’industria; anche nel caso della Cina la componente dei macchinari riveste un ruolo molto rilevante – circa il 30% dell’export totale – ma anche i prodotti di consumo del Made in Italy hanno registrato performance più che positive.
Conferme dell’apprezzamento internazionale per il brand Made in Italy arrivano anche dalle economie avanzate dell’Asia, come il Giappone e le Tigri Asiatiche; nei Paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico (Asean), invece, negli ultimi cinque anni sono stati i prodotti di elettronica a registrare tassi di crescita particolarmente elevati, in media dell’11,8% annuo per la categoria “Computer, apparecchi elettrici e ottici”, un caso piuttosto unico nella vasta e variegata geografia dell’export italiano.
La ricerca dedica alcune sezioni anche al cosiddetto “estero vicino” – il Medio Oriente e l’Africa. Le monarchie del Golfo da anni dimostrano particolare apprezzamento per i prodotti del Made in Italy, anche se i macchinari rimangono la categoria principale di export verso quest’area, con circa un quarto del totale esportato verso l’area mediorientale. L’Africa rimane invece ancora in gran parte un’incognita, specialmente per quanto riguarda la parte sub-sahariana del continente: il piano Mattei è sicuramente un ottimo passo nella direzione di un buon posizionamento presso una delle regioni più importanti per il futuro.
-foto ufficio stampa Banca del Fucino –
(ITALPRESS).

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