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Cronaca

Sei nuovi corsi di studio nell’offerta formativa di Milano-Bicocca

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MILANO (ITALPRESS) – Lingue dei segni, sicurezza urbana, nuove tecnologie dei materiali, intelligenza artificiale e neuroscienze cognitive. Questi gli ambiti su cui si concentrano i sei nuovi corsi di laurea e laurea magistrale che arricchiscono l’offerta formativa dell’Università di Milano-Bicocca per il prossimo anno accademico. Salgono a 77 i corsi di laurea, laurea magistrale e magistrale a ciclo unico dell’Ateneo, per un’offerta multidisciplinare che forma professionisti in diversi campi: economico-statistico, giuridico, scientifico, medico, sociologico, psicologico e delle scienze della formazione.
“Interpretariato e traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) e lingua dei segni italiana tattile (LIST)” è un corso di laurea triennale interateneo tra Milano-Bicocca e Statale di Milano. Così i due atenei pubblici milanesi intendono rispondere al bisogno crescente di interpreti professionali. Si tratta, infatti, del primo corso nel Nord-Italia, e il secondo a livello nazionale, interamente dedicato alla formazione di interpreti e traduttori in LIS e LIST.
La formazione dedicata alla traduzione da italiano scritto a LIS favorirà, inoltre, l’inclusione degli studenti sordi. A completare la preparazione sarà la conoscenza della cultura LIS anche attraverso lo studio delle forme espressive del teatro, del cinema e della poesia.
Formare esperti della sicurezza urbana e organizzativa e dell’analisi dei fenomeni di devianza è l’obiettivo del corso di laurea magistrale in “Sicurezza, devianza e gestione dei rischi (SIDeGeR)”.
Preparati su temi come anticorruzione, risk management, cyber-crime, protezione della privacy e sui fenomeni di esclusione sociale, i laureati saranno in grado individuare strumenti di prevenzione per la gestione della sicurezza urbana e per il controllo dei rischi organizzativi di imprese, associazioni ed enti pubblici.
La laurea magistrale in “Human-Centered Artificial Intelligence (Intelligenza artificiale incentrata sull’uomo)”, interateneo (Milano-Bicocca, Statale di Milano e Università di Pavia), in lingua inglese si concentra sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) utili nelle organizzazioni e nei servizi diretti alla persona, ai gruppi e alle comunità ed è articolato in tre curricula con diversi sbocchi lavorativi: “IA ibrida”, “IA neurale”, e “Diritto e IA”.
Il corso di laurea magistrale in “Neuropsicologia e neuroscienze cognitive”, unico nel suo genere in Lombardia, si caratterizza per lo studio del rapporto tra mente e cervello in un’ottica che integra teoria, ricerca e clinica. Il percorso formativo affronterà le recenti scoperte e metodologie delle neuroscienze cognitive e affettive consentendo la loro applicazione per la prevenzione, la valutazione, la diagnosi e la riabilitazione dei disturbi cognitivi che possono insorgere nell’arco della vita, dallo sviluppo fino all’invecchiamento.
Il corso triennale in “Scienza dei materiali e nanotecnologie” forma figure con conoscenze nel campo della chimica e della fisica dei materiali e dei nanomateriali in stretta collaborazione con il mondo produttivo.
A completamento del percorso, Milano-Bicocca offre il corso di laurea magistrale internazionale in lingua inglese “Materials science and nanotechnology”. Il corso fornisce competenze nel campo dei materiali avanzati per applicazioni high tech e nanotecnologiche, formando figure professionali in grado di affrontare le nuove sfide della ricerca e dell’innovazione, in cui la scienza dei materiali sia la principale fonte di nuove soluzioni sostenibili. Previsto anche un percorso di doppia laurea sui materiali sostenibili insieme all’università belga di Leuven.
La proposta formativa di Milano-Bicocca si aggiorna anche grazie al rinnovamento di due corsi di studio e alle nuove lauree abilitanti.
Il corso di laurea triennale in Economia, analisi dei dati e management forma laureati con competenze economiche e manageriali trasversali. Insegna a comprendere il funzionamento delle imprese e dei loro mercati e sistemi economici di riferimento e consente al tempo stesso di acquisire la padronanza degli strumenti necessari per gestire, elaborare ed analizzare i dati (inclusi i big data), sviluppando in questo modo una competenza sempre più richiesta dal mercato del lavoro.
Il corso di laurea magistrale in Psicologia clinica forma figure professionali capaci di operare autonomamente nell’ambito psicologico e clinico di aziende sanitarie pubbliche e private, organizzazioni e istituzioni di cura e assistenza alla persona. Per rendere il titolo conseguito abilitante alla professione di psicologo sono stati introdotti 20 crediti formativi di attività professionalizzanti, compreso un tirocinio esterno in strutture sanitarie pubbliche o private accreditate.
Anche le lauree magistrali in Applied experimental psychological sciences, Psicologia dello sviluppo e dei processi educativi e Psicologia sociale, economica e delle decisioni e la laurea magistrale a ciclo unico in Odontoiatria e protesi dentaria diventano lauree abilitanti. I corsi di studio prevedono la frequenza di un tirocinio pratico, presupposto per accedere all’esame di laurea, con il quale si consegue il titolo accademico e il titolo di abilitazione all’esercizio della professione. Tutte le lauree abilitanti permetteranno un accesso più rapido nel mondo del lavoro.
“Il rinnovamento dell’offerta formativa di Milano-Bicocca – spiega la rettrice Giovanna Iannantuoni – guarda alle esigenze del mercato del lavoro e del tessuto produttivo e al contempo agli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’Onu per il 2030. Un’istruzione di qualità e inclusiva, infatti, è alla base della costruzione di un futuro più equo e giusto. In questo processo il ruolo dell’università può e deve essere incisivo, anche grazie all’attivazione di collaborazioni con altri atenei che contribuiscono a rendere l’offerta formativa sempre più multidisciplinare e internazionale”.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

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Urso “L’industria 5.0 è un incentivo per le imprese”

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CERNOBBIO (ITALPRESS) – “La misura Industria 5,0 è importantissima in un momento così decisivo per fare un incentivo forte all’innovazione delle nostre imprese, a rendere più competitive sia per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia digitale sia per quanto riguarda la tecnologia green e l’efficientamento energetico e altrettanto per la formazione di personale”.
Lo ha detto il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso a margine dei lavori del Forum TEHA in corso a Villa d’Este a Cernobbio.
“Industria 5.0 è la misura più importante e più innovativa che in questi mesi hanno messo in campo i Paesi europei e lo ha fatto l’Italia, perchè l’unica misura che mette insieme l’innovazione digitale con l’industria 4.0 e l’innovazione e l’efficientamento economico green, attraverso le risorse del Pnrr – ha aggiunto – Essendo parte delle risorse derivanti dal Pnrr, attraverso il Repower Eu, vanno assolutamente integrate entro il 2025, per essere rendicontate entro giugno 2026. Per questo un’eventuale proroga di questa misura va contrattata in sede europea, così come qualunque modifica alla misura come è stata realizzata va comunque comunicata alla commissione europea”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Imprese e tecnologia, uno studio “Necessario new deal delle competenze”

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CERNOBBIO (COMO) (ITALPRESS) – Nel mondo è in corso una vera e propria rivoluzione industriale data dall’integrazione pervasiva delle tecnologie digitali in azienda, che oggi accelera ulteriormente grazie all’intelligenza artificiale. Questa centralità di tecnologia e innovazione rende necessario sviluppare un nuovo paradigma nella relazione tra uomo e tecnologia: la società 5.0, dove la tecnologia non è più un qualcosa che sostituisce, ma diventa un abilitatore di nuovi modelli di cittadinanza e lavoro che vedano l’individuo al centro.
In questo contesto, la chiave per la competitività è l’innovazione, che è a sua volta alimentata dalle competenze. E’ questo il principio che ha guidato la realizzazione dello Studio “Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue”, elaborato da TEHA Group in collaborazione con Philip Morris Italia, presentato oggi nell’ambito della 50esima edizione del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Massimo Andolina (Presidente Regione Europea, Philip Morris International), Marco Hannappel (Presidente e Amministratore Delegato, Philip Morris Italia – VP South West Europe Cluster) e l’Advisor scientifico e portavoce dell’iniziativa Giorgio Metta (Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia).
La ricerca si è posta l’obiettivo di definire gli elementi per un New Deal delle competenze per trasformare il nostro Paese in un’Italia 5.0 – in grado di cogliere da protagonista tutti i benefici derivanti da innovazione, digitalizzazione e nuove tecnologie – che rappresenti anche un modello da esportare a livello europeo. Lo studio ha fatto leva su un’ampia attività di stakeholder engagement, che ha visto la partecipazione di oltre 10 vertici di imprese, delle istituzioni e delle associazioni di categoria in interviste riservate, nonchè il coinvolgimento di oltre 450 imprese da 4 Paesi UE (Italia, Germania, Francia, Spagna) in una survey, somministrata in collaborazione con Coldiretti, per misurare digitalizzazione e competenze nei settori agricolo e manifatturiero.
Secondo Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di TEHA Group e The European House – Ambrosetti, “per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale, è chiave per l’Italia muoversi verso un nuovo paradigma di dispiegamento tecnologico: quello della Società 5.0. Per costruire un’Italia 5.0 è strategico il ruolo delle aziende capofiliera: l’Italia è infatti un Paese di PMI, che generano il 48% del valore aggiunto del Paese e impiegano il 57% degli occupati, ma sono più in difficoltà rispetto a digitalizzazione e competenze, per cui è necessario il ruolo di stimolo della grande impresa. Inoltre, le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze”.
“La ricerca conferma – anche con le testimonianze dirette provenienti dal mondo delle aziende – che il capitale umano è oggi l’elemento chiave della competitività delle imprese e della crescita dell’economia, elemento ulteriormente valorizzato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, ha sottolineato l’Advisor scientifico dell’iniziativa Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. “l’Italia è un Paese di eccellenze anche nella ricerca e nell’istruzione. Tuttavia, l’Italia ha un problema di scala sulle competenze: nonostante le eccellenze, l’Italia sconta un ritardo sistemico sulle competenze digitali, sia di base che avanzate: mancano infatti 15 milioni di cittadini da alfabetizzare al digitale, aumentare gli iscritti a corsi di laurea ICT e agli ITS e puntare sulla formazione continua”.
Per Massimo Andolina, Presidente Regione Europea di Philip Morris International, “L’ambizione dell’Italia può e deve essere quella di abbracciare un nuovo paradigma di sviluppo per posizionarsi come modello da esportare in Europa. Per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato. In questo momento storico è fondamentale, da una parte, tenere il passo dell’innovazione, guidandola, per mantenere alta la competitività;
dall’altra parte garantire il più ampio accesso possibile a percorsi di formazione all’avanguardia, che accompagnino i professionisti lungo il loro intero percorso in azienda”.
Secondo Marco Hannappel, Presidente e AD di Philip Morris Italia, “L’esperienza di Philip Morris Italia è emblematica: grazie alle competenze all’avanguardia della nostra filiera integrata – che oggi coinvolge oltre 41.000 persone e più di 8000 imprese – abbiamo costruito negli anni un modello di business invidiato in tutto il mondo, il cui principale driver è sempre stato la capacità di innovare. I dati oggi mostrano i frutti di questo percorso virtuoso e quanto il ruolo di capofiliera sia essenziale, in particolare nel mondo agricolo: grazie agli accordi di programma sottoscritti negli anni da Philip Morris con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, gli agricoltori aderenti all’iniziativa mostrano dati sull’innovazione sensibilmente migliori rispetto alla media Italiana ed Europea: l’89% di tali aziende dichiara di aver realizzato o di avere in corso progetti agritech rispetto al 46% della media italiana e al 77% della media UE.” Sulla base delle prospettive emerse dallo studio, sono state elaborate 5 proposte chiave per lanciare il New Deal delle competenze per un’Italia 5.0: Formazione in ingresso; Formazione permanente; Digitalizzazione delle Piccole e Medie Imprese; per dimensione economica, impatto occupazione e propensione all’innovazione, la presenza di un’impresa capofiliera è determinante per la digitalizzazione di tutte le altre aziende coinvolte nella filiera; Collaborazione pubblico-privato.

Foto: ufficio stampa Philip Morris Italia

(ITALPRESS).

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Martin vince la sprint di Misano davanti a Bagnaia

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MISANO ADRIATICO (ITALPRESS) – Jorge Martin, in sella alla Ducati Prima Pramac, ha vinto la sprint race del Gran Premio di San Marino, disputata sul circuito di Misano. Partito dalla quarta casella, lo spagnolo è riuscito a “sverniciare” Pecco Bagnaia e Franco Morbidelli, prendendo la leadership della corsa sin dalla prima curva. Bagnaia chiude al secondo posto: il distacco del ducatista da Martin in campionato sale così a 26 punti. A completare il podio Morbidelli, terzo con l’altra Desmosedici del team Pramac. Enea Bastianini (Ducati Lenovo) si deve accontentare, invece, della quarta piazza, quinto in rimonta Marc Marquez (Ducati Gresini). Nell’ordine, completano la top ten Pedro Acosta, Brad Binder, Jack Miller, Fabio Quartararo ed Alex Marquez. Sono caduti Di Giannantonio e Bezzecchi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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