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Cronaca

Fiorentina in finale di Conference, 3-1 a Basilea dopo 120′

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BASILEA (SVIZZERA) (ITALPRESS) – La Fiorentina vola in finale di Conference League dopo una partita infinita. Contro il Basilea finisce 3-1 dopo i tempi supplementari: i viola sfideranno il West Ham a Praga il 7 giugno. Decisiva la rete di Barak nel secondo tempo supplementare. Italiano non ha voluto snaturare la squadra nelle scelte iniziali, confermato il solito 4-3-3 con Cabral supportato da Nico Gonzalez e Brekalo. Al 17′ del primo tempo la Fiorentina ha rischiato grosso dopo uno svarione difensivo di Igor, i padroni di casa però non ne hanno approfittato: dopo una manciata di minuti ci ha provato Xhaka su calcio di punizione, ma la conclusione del capitano del Basilea si è persa alta sopra la traversa. I viola hanno sofferto soprattutto sulla corsia sinistra con le accelerazioni di Ndoye: la prima occasione per gli ospiti è arrivata al 26′ con il colpo di testa di Castrovilli uscito ampiamente sul fondo. Nel giro di tre minuti la compagine fiorentina ha alzato il ritmo, da un tiro di Bonaventura deviato da Hitz è nato il corner che ha portato al gol di Nico Gonzalez – al 35′ del primo tempo -, lasciato libero nell’area piccola dalla difesa svizzera. A tre minuti dal termine ci ha provato ancora Bonaventura, sempre di testa, ma l’estremo difensore dei padroni di casa si è superato con un intervento in controtempo. Nella ripresa la squadra di Vogel ha alzato il ritmo e al decimo Amdouni, pescato da Pelmard, è riuscito a superare Terracciano per il gol dell’1-1. Dopo la rete incassata la squadra di Italiano ci ha provato con gli inserimenti dei centrocampisti, Bonaventura ha sfiorato il 2-1 su suggerimento di Biraghi. Dopo una serie di occasioni i viola hanno trovato la rete al 27′ della ripresa: Nico Gonzalez di prima intenzione ha battuto Hitz su un rimpallo in area di rigore. Durante i supplementari le due squadre non sono riuscite a trovare il varco giusto, entrambe hanno atteso anzichè attaccare: nel secondo tempo supplementare la gara è stata sospesa perchè nel settore ospiti c’è stato un malore, è stato Biraghi a chiedere l’intervento dei sanitari. Dopo circa 8 minuti di sospensione la gara è ripresa, in pieno recupero Barak ha trovato la terza rete che ha permesso alla Fiorentina di volare in finale di Conference League.
– foto Image –
(ITALPRESS).

Cronaca

Papa Leone XIV “Ridurre Gesù a leader o superuomo è ateismo di fatto”

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CITTA’ DEL VATICANO (ITALPRESS) – “Oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Così papa Leone XIV, nell’omelia durante la prima messa da pontefice, nella Cappella Sistina, con i cardinali.
“Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito – prosegue il pontefice -. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perchè la mancanza di fede porta spesso con sè drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”.
“Anche oggi non mancano i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”.
“Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E’ essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia – aggiunge il pontefice -. Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia. Egli, condotto in catene verso questa città, luogo del suo imminente sacrificio, scriveva ai cristiani che vi si trovavano: «Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo». Si riferiva all’essere divorato dalle belve nel circo – e così avvenne -, ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perchè rimanga Cristo, farsi piccolo perchè Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perchè a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

ZONA LOMBARDIA – 9 MAGGIO 2025

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Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.

Commentate la diretta oppure scriveteci: info@lombardialive24.it.

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Cronaca

Meloni “Moro e Impastato due simboli uccisi da forze oscure”

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ROMA (ITALPRESS) – Oggi ricordiamo Aldo Moro e Peppino Impastato, due figure diverse, che hanno segnato la storia recente d’Italia, accumunate da un tragico destino: il 9 maggio 1978, persero la vita per mano di due delle forze oscure – le Brigate Rosse e Cosa Nostra – che hanno insanguinato la nostra Nazione negli anni bui del terrorismo e della mafia”. Così su X il premier Giorgia Meloni.

Aldo Moro, uomo delle Istituzioni, rapito e ucciso da chi voleva piegare lo Stato con la violenza e l’intolleranza ideologica. Peppino Impastato, assassinato per aver denunciato e sfidato a viso aperto e senza paura il potere mafioso. Due simboli, caduti per altro nel pieno di quegli “anni di piombo” che hanno segnato l’Italia con il sangue di troppi innocenti: servitori dello Stato, rappresentanti delle Istituzioni, cittadini, giovani di diverse idee politiche – prosegue il presidente del Consiglio -. Nel Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, rinnoviamo il nostro impegno a difendere la libertà, la giustizia e la legalità. La loro eredità ci ricorda che l’Italia non si piega davanti a chi semina morte e paura. Onoriamo il loro sacrificio, costruendo ogni giorno una Nazione più forte, unita e libera. No alla violenza politica, di qualsiasi colore, e all’oppressione mafiosa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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