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Cronaca

VOGHERESE CALCIO E ALESSANDRIA CALCIO, DUE CASI DUE AMMINISTRAZIONI: LA PRIMA MUTA, L’ALTRA DECISA

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Ha fatto molto rumore a livello locale e regionale il caso della Vogherese cui gli ex giocatori che hanno contribuito alla promozione dall’Eccellenza alla Serie D hanno rivolto una lettera aperta in cui spiegano di vantare dei crediti e di essere rimasti delusi dalle promesse di saldo disattese. Il club del presidente Oreste Cavaliere ha definito quanto segnalato “privo di fondamento” e ha annunciato che si tutelerà in sede legale. A una settimana dalla denuncia pubblica un silenzio assordante dalla giunta comunale della sindaca Paola Garlaschelli che ben conosce ed ha affiancato la società anche con il tifo e la presenza in tribuna persino in occasione dell’ultima partita di campionato due mesi fa, a margine della quale Cavaliere aveva promesso di andare verso ruoli riconfermati facendo trapelare grande gratitudine per giocatori e staff tecnico. Lo stadio in cui gioca la Vogherese è del Comune di Voghera, eppure nessun commento pubblico sulla situazione sfociata in una vertenza ripresa da tanti organi d’informazione. Di segno opposto la cronaca di un altro caso che fatto molto rumore, a pochi chilometri di distanza da Voghera, dove a generare incertezza  è la situazione incerta dell’Alessandria Calcio. In questo caso il sindaco, Giorgio Abonante, e l’assessore allo Sport, Vittoria Oneto, hanno optato per una decisa presa di posizione anche a mezzo stampa.
Nella nota coraggiosa diffusa dall’amministrazione alessandrina si legge: “In questo periodo dell’anno le squadre di calcio si ritrovano per iniziare la stagione. Ad oggi, mi risulta che non ci sia neppure un organigramma societario condiviso fra i due soci proprietari dell’Alessandria calcio; questo è molto grave. “L’Alessandria calcio è una società privata ma lo stadio in cui gioca è di proprietà dell’intera comunità alessandrina. Inoltre la società calcistica, per storia e tradizione, è patrimonio della città e del calcio italiano. Per questi motivi è mio dovere di Sindaco, pur nel rispetto dei soci privati, chiedere loro di presentare ai tifosi e alla cittadinanza un unico piano e un unico organigramma dettagliato in modo che si possa valutare il progetto societario e calcistico. Il luogo perché questo accada è l’Assemblea dei soci che ritengo debba essere convocata con urgenza, il più presto possibile”. A Voghera tutto tace, come se in fondo il nome di una società che porta il nome della città e che usa lo stadio dei cittadini vogheresi non imponesse una presa di posizione per dirimere controversie che rischiano di riflesso di minare l’immagine sportiva della terza città della provincia di Pavia. Ma davvero la situazione non merita una richiesta di chiarimento e una trasparente comunicazione pubblica in merito agli accertamenti svolti da parte del Comune di Voghera?

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    A Milano le professioni sanitarie e sociosanitarie insieme per il Pride

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    MILANO (ITALPRESS) – Un messaggio di apertura e di sostegno, che esprime la volontà di schierarsi attivamente per il rispetto dei diritti di tutti. Così descrivono l’adesione congiunta alla parata del Milano Pride, che si terrà sabato 28 giugno 2025, i Presidenti dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio, dell’Ordine della Professione di Ostetrica/o di Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza Brianza e Sondrio, dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia. È il secondo anno che gli Ordini partecipano in sinergia.

    “L’inclusività è un valore che si esprime in tutte le sfaccettature delle Professioni Sanitarie dell’area sanitaria tecnica, della riabilitazione e della prevenzione” afferma Diego Catania, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di MI, CO, LC, LO, MB e SO.

    “Ben 18 Albi professionali afferenti a tre aree disciplinari differenti, per un totale di più di 14.000 iscritti, danno vita a un’anima plurale, fondata sul dialogo e sull’integrazione di prospettive diverse. Inoltre, come Professionisti della cura, dobbiamo esercitare l’ascolto dell’altro e il rispetto di ogni persona, principi che ci guidano nella nostra quotidianità professionale e umana e che troviamo espressi nel Pride”.

    Altre istituzioni del territorio hanno risposto all’invito a camminare insieme per gli stessi valori, fra cui l’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL), da anni presente alla manifestazione.

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    Nelle parole della Presidente, Valentina Di Mattei: “La partecipazione dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia al Pride rappresenta un segnale concreto di alleanza con le persone LGBTQIA+ e con tutte le minoranze vulnerabili, riaffermando il principio che la salute psicologica passa anche dal riconoscimento dei diritti civili. L’OPL, attraverso il Comitato Pari Opportunità prima e oggi con l’Osservatorio Pari Opportunità e Generi, ha messo al centro del proprio mandato la responsabilità sociale e la promozione attiva dei diritti umani, nella consapevolezza che la salute psicologica non può prescindere da contesti rispettosi delle persone”.

    Dichiara Nadia Rovelli, Presidente dell’Ordine della Professione di Ostetrica/o di BG, CO, CR, LC, LO, MI, MB e SO: “La partecipazione al Pride non vuole essere una presa di posizione politica, ma una testimonianza dei valori fondanti della nostra Professione Ostetrica, tra cui il rispetto, la tutela dei diritti e l’assistenza inclusiva. Secondo il Consiglio Direttivo dell’Ordine, la partecipazione al Pride è un’occasione per sensibilizzare sui temi della prevenzione, del diritto di accesso alle cure e a un’assistenza rispettosa e personalizzata, nonché per contrastare i linguaggi e i servizi discriminanti che non garantiscono la stessa opportunità di salute sessuale e riproduttiva ad ogni persona assistita”. Si unisce al ‘fronte comune’ di Professioni Sanitarie e Sociosanitarie presenti per una salute più inclusiva anche l’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia.

    “Il Milano Pride” commenta la Presidente, Simona Regondi, “è un’iniziativa che afferma il diritto di essere se stessi e di esistere senza subire discriminazioni, persecuzioni o violenze, compresa la violenza psicologica. Come Assistenti Sociali siamo impegnati quotidianamente nella promozione della cultura del valore della differenza e nel contrasto alla logica del ‘noi e voi’. Siamo convinti che la prospettiva debba essere quella del pieno riconoscimento dei diritti di tutti e di ciascuno, coscienti del fatto che essi sono sempre frutto di una conquista e come tali devono essere difesi, a prescindere che ci riguardino direttamente o meno”.

    “La salute è anche una questione di accessibilità dei percorsi di cura, e tale accessibilità è influenzata da fattori psicologici, culturali e sociali” conclude Catania.

    “Con un gesto simbolico come la partecipazione al Pride, vogliamo ricordare che il Servizio Sanitario Nazionale è il presidio di un diritto alla salute equo e universale, con una porta aperta per ogni persona e la sua storia”. Gli Ordini coinvolti hanno esteso l’invito alla parata di sabato 28 giugno a tutti gli iscritti e ideato l’hashtag #PrideSalute, per rendere più visibile l’adesione dei Professionisti della salute all’iniziativa e lanciare un messaggio importante: non può esserci cura senza l’autentico incontro con l’altro, al di là di ogni pregiudizio e discriminazione.

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    – Foto Ufficio Stampa e Comunicazione Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio –

    (ITALPRESS)

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    Terzo mandato, Attilio Fontana “La bocciatura è uno schiaffo in faccia ai cittadini”

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    MILANO (ITALPRESS) – “La bocciatura del terzo mandato deve far riflettere. Innanzitutto, perché è uno schiaffo in faccia a quelle comunità che, democraticamente, attraverso il voto, vorrebbero confermare amministratori apprezzati, capaci ed efficienti, poi perché è frutto di ripicche e ‘mezzucci’ di una politica bassa che mira solo all’interesse partitico del momento senza una visione a largo respiro“. Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.Ampliando il discorso a un carattere più generale – conclude Fontana – spiace constatare che sia a Roma, sia a Bruxelles, il centralismo continui a farla da padrone penalizzando, quando possibile, le Regioni e le Amministrazioni locali. L’esatto contrario di quello che auspicano i cittadini, soprattutto i cittadini del Nord che hanno sempre visto nell’Autonomia e nel federalismo una grande opportunità di crescita per il proprio territorio e per l’intero Paese”.

    – foto IPA Agency –

    (ITALPRESS).

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    Milano si stringe nell’ultimo saluto ad Arnaldo Pomodoro

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    MILANO (ITALPRESS) – Piazza San Fedele si riempie di amici, parenti e semplici cittadini nonostante il caldo pomeriggio di giugno. In tanti sono venuti a rendere l’ultimo saluto allo scultore Arnaldo Pomodoro, scomparso il 22 giugno alla vigilia del suo 99esimo compleanno.

    L’artista, celebre in tutto il mondo per le sue sculture realizzate in metallo, era nato quasi un secolo fa a Morciano di Romagna in provincia di Rimini, ma dal 1954 aveva scelto Milano come sua città. L’arrivo del feretro, una semplice bara di legno, è stato accolto con profondo raccoglimento e silenzio.

    La chiesa nel centro di Milano era piena e alcuni sono rimasti anche in piedi pur di assistere alla funzione. Tra le persone venute a rendere l’ultimo omaggio la giurista Livia Pomodoro, il presidente di Altagamma Matteo Lunelli, il gallerista Gio Marconi, il direttore della Cultura del Comune di Milano Domenico Piraina, la storica dell’arte Angela Vettese, Massimo Vitta Zelman ex proprietario di Skira e l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi.

    Nell’omelia, don Alberto Lolli ha ricordato il momento della scomparsa di Pomodoro: “nella notte segnata dalle follie della guerra, Arnaldo ci lasciava in silenzio. A poche ore dal suo compleanno, lui rinasceva al cielo mentre l’uomo ancora una volta sceglieva la guerra e la distruzione”.

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    Diversi passaggi dell’omelia hanno ripercorso il secolo in cui ha vissuto pomodoro, un secolo in cui come citato nel Vangelo di Marco “si ponevano macini davanti ai sepolcri dell’umanità. E sembra che nulla sia cambiato. Il secolo di Arnaldo è stato pieno di sofferenze”.

    “Arnaldo ha guardato dove noi non osiamo guardare: Ha alzato lo sguardo e la materia e ci ha mostrato un oltre inimmaginabile che lui solo vedeva, ma che voleva condividere con tutti – ha aggiunto don Alberto – In un secolo di male, Arnaldo ha risposto con spirito di creatività riempiendo questa città e il mondo con la sua arte per far capire che c’è un oltre complesso e non banale”.

    “Da lui abbiamo imparato che arte e bellezza sono più forte di ogni conflitto. Come lui, dobbiamo alzare lo sguardo. Non possiamo stare con le mani in mano”, ha concluso don Alberto ricordando che “dal secolo di Arnaldo abbiamo imparato che l’opera decisiva della vita è proprio la vita e la sua è stata monumentale come le sue opere”.

    Un lungo applauso ha suggellato il saluto della città di Milano ad Arnaldo Pomodoro il cui corpo verrà cremato al cimitero di Pavia e le ceneri affidate alla famiglia. Tra i famigliari, a dargli un ultimo bacio di addio la sorella Teresa. A margine della funzione, l’assessore Sacchi ha definito Pomodoro “una figura straordinaria per l’Italia, il mondo della cultura globale e Milano. Una figura che ha avuto la grande capacità, il merito e l’intelligenza di creare opere che rimangono nella storia dell’arte del nostro paese, ma anche guardare alle nuove generazioni e alle ibridazioni linguaggi d’arte, creando una fondazione che è diventata un centro vitale e geniale di arte e cultura. Questo porta tutti noi a pensare quanto ci mancherà il maestro Pomodoro”.

    Alla domanda su un’eventuale intitolazione di una via al maestro, Sacchi ha risposto di averne “parlato con i familiari dando da subito la disponibilità a fare un ricordo quando sarà tempo e se la sentiranno. Milano ricorderà Pomodoro, lo faremo nei luoghi che la famiglia vorrà e che la città metterà a disposizione”.

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    “C’è la legge dei dieci anni (dalla scomparsa per intitolare una via, ndr), ma il maestro non verrà dimenticato dalla città”, ha aggiunto. “Gli artisti, come tutti gli uomini che hanno visione e futuro, vivono attraverso loro opere”, sono state le parole di ricordo di Livia Pomodoro, cugina del maestro.

    “Mi mancheranno le chiacchierate, il potersi confrontare sul futuro dell’umanità sofferente che ha bisogno di noi. Milano per ricordarlo può fare molte cose perché il rischio è perdere la memoria”, ha aggiunto.

    – Foto xh7/Italpress –

    (ITALPRESS)

     

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