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Cronaca

Bicocca “Disturbi meno frequenti in maggioranza casi di Covid risolti”

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MILANO (ITALPRESS) – Disturbi neurologici meno frequenti e nella maggioranza dei casi, risolti, spesso anche in tempi brevi, nelle ondate pandemiche successive alla prima. Questi gli esiti dello studio Neuro-Covid Italy, promosso dalla Società Italiana di Neurologia, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Neurology, giornale ufficiale della American Academy of Neurology. I disturbi neurologici associati all’infezione da Covid-19, chiamati collettivamente con il termine “neuro-Covid”, sono tra gli aspetti più allarmanti, controversi e meno compresi della recente pandemia. Si tratta di sintomi e malattie diverse – dall’encefalopatia acuta (ovvero un grave stato confusionale, con disorientamento e allucinazioni) fino all’ictus ischemico, l’emorragia cerebrale, le difficoltà di concentrazione e memoria, la cefalea cronica, la riduzione dell’olfatto e del gusto, alcune forme di epilessia e di infiammazione dei nervi periferici. Il progetto Neuro-Covid Italy ha coinvolto 38 unità operative di Neurologia in Italia e nella Repubblica di San Marino ed è stato coordinato dal Prof. Carlo Ferrarese, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Milano-Bicocca presso la Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza. Lo studio, ideato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano (Vincenzo Silani e Alberto Priori, rispettivamente direttore del Dipartimento di Neuroscienze di Auxologico IRCCS e direttore della Clinica Neurologica III, Polo Universitario San Paolo) e di Milano-Bicocca (professor Carlo Ferrarese), è stato presentato al Comitato Etico di Auxologico Irccs a Milano il 26 Marzo 2020, ed è durato per un periodo di 70 settimane, da Marzo 2020 fino a Giugno 2021, con un successivo follow-up fino a Dicembre 2021. Su quasi 53.000 pazienti ospedalizzati per Covid-19, circa 2000 pazienti erano affetti da disturbi neuro-Covid e sono stati seguiti per almeno 6 mesi dopo la diagnosi, per analizzare l’evoluzione dei disturbi. “Lo studio Neuro-Covid Italy è stato un grande lavoro di squadra, svolto con impegno e dedizione da 160 neurologi impegnati in prima linea durante il periodo più duro della pandemia – afferma Carlo Ferrarese, coordinatore dello studio. Lo studio è stato promosso dalla Società Italiana di Neurologia, che fin dall’inizio ha supportato tutte le attività di ricerca”. Il dottor Simone Beretta, neurologo presso la Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza e primo autore dello studio sottolinea l’importanza dei risultati ottenuti: «Un primo dato importante è che i disturbi neuro-Covid sono diventati gradualmente meno frequenti ad ogni successiva ondata pandemica, passando da circa l’8% della prima ondata a circa il 3% della terza ondata. Questo indipendentemente dalla severità respiratoria del virus e prima dell’arrivo dei vaccini. La ragione più probabile di questa riduzione sembra quindi legata alle varianti stesse del virus, che passando da quella originale di Wuhan fino a Delta hanno reso il virus meno pericoloso per il sistema nervoso. Con la variante Omicron e l’uso dei vaccini, la situazione è andata ulteriormente migliorando e i disturbi neuro-Covid sono ora diventati molto rari”. Un secondo dato, riguarda il recupero neurologico nei mesi successivi all’infezione, come spiega il professore Carlo Ferrarese: “In oltre il 60% dei pazienti c’è stato una risoluzione completa dei sintomi neurologici oppure la persistenza di sintomi lievi, che non impediscono le attività della vita quotidiana. Questa percentuale arriva a oltre il 70% per i pazienti in età lavorativa, tra i 18 e i 64 anni”. “Non bisogna però dimenticare che – prosegue Ferrarese – in circa il 30% dei pazienti, i sintomi neurologici sono durati oltre i 6 mesi dall’infezione. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda i pazienti con ictus associato all’infezione da Covid, che nelle prime ondate sono stati gravati anche da una elevata mortalità intraospedaliera. Ma anche per i disturbi cognitivi, della concentrazione e della memoria, la risoluzione dei sintomi è stata molto più lenta rispetto ad altre condizioni neurologiche, tanto da rientrare in quella che è stata chiamata sindrome long-Covid. Questa nuova sindrome è attualmente seguita in molti centri neurologici coinvolti nello studio”. Il professor Alberto Priori, direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia e della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Milano presso il Polo Universitario San Paolo alla Asst Santi paolo e Carlo di Milano, che con i suoi collaboratori ha descritto per primo i disturbi cognitivi associati al Covid, rileva inoltre che “se, quando e quanto l’infezione da Sars-Cov-2 potrà determinare un incremento del rischio di patologie neurologiche ad essa correlate a distanza di anni rimane ovviamente da essere studiato. Visti i dati della pandemia appena finita, i numeri potrebbero ipoteticamente essere importanti. Ciò implica che i sistemi sanitari europei oltre che le società scientifiche dovranno monitorare attentamente il quadro neuro-epidemiologico e dedicare sin da ora risorse specifiche a tale osservazione nel tempo”. “Lo studio Neuro-Covid Italy ci rende orgogliosi – conclude Vincenzo Silani – per avere intuito precocemente il coinvolgimento del sistema nervoso nella pandemia legata al Covid ed avere così determinato la raccolta dei dati nella penisola tracciando una prima valutazione dell’impatto neurologico in acuto e nel lungo termine della pandemia”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Università Milano Bicocca

Cronaca

Israele-Iran, La Russa “Punto fermo per pace è reciproco riconoscimento”

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MILANO (ITALPRESS) – “Io ho sempre detto che per trovare una linea definitiva di pace in Medio Oriente, con i palestinesi e con l’Iran stesso bisogna prima di tutto trovare un punto fermo: l’accettazione reciproca dell’esistenza di questi Stati”. Così il presidente del Senato Ignazio la Russa a margine della presentazione a Milano della biografia di Donald Trump realizzata dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano rispondendo ai giornalisti in merito alla guerra in corso tra Israele e Iran.

“Israele deve riconoscere che ci vuole uno Stato palestinese, mentre i palestinesi e l’Iran, e non solo loro, devono riconoscere il diritto all’esistenza di Israele – ha aggiunto –. Fintanto che qualcuno dice ‘tu non devi esistere, il mio desiderio è che tu scompaià, è difficile aspettarsi da Israele comportamenti diversi da quelli che sta mettendo in atto”. Per il presidente del Senato “non sta a me dire se abbiano fatto bene o male, ma la ragione per cui gli israeliani hanno deciso quell’azione che loro chiamano chirurgica è perchè evidentemente avevano notizie che il proposito dell’Iran di annientare Israele potesse tradursi in fatti concreti”.

– Foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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InCE, Dal Mas “Sostegno a connettività e integrazione Ue”

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ROMA (ITALPRESS) – L’Iniziativa Centro Europea (InCE), il più antico e più esteso forum di cooperazione regionale nell’Europa Centrale, Orientale e Balcanica con sede a Trieste, nasce “da un’intuizione quasi visionaria di Gianni De Michelis, allora ministro degli Esteri, nel 1989, esattamente due giorni dopo la caduta del muro di Berlino”. Lo spiega Franco Dal Mas, segretario generale dell’InCE, intervistato dall’agenzia Italpress. Allora si riunirono Italia, Ungheria, Austria e Jugoslavia attorno ad un tema fondamentale, “che ne sarà di questi Paesi dopo la caduta del Muro e quindi la dissoluzione della Cortina di Ferro?”, ricorda Dal Mas. “Lo scopo principale rimane, pur affinatosi nel tempo, quello di attrarre e di proseguire nell’azione di integrazione nell’Unione europea di questi Paesi”, aggiunge. Oggi l’InCE riunisce 17 Stati, 9 dei quali sono dell’area Ue e 8 al di fuori. Dal Mas, segretario generale dal gennaio di quest’anno, ha iniziato il suo tour istituzionale negli Stati membri dalla regione dei Balcani occidentali, un’area che da anni è oggetto del processo di allargamento dell’Ue. Si è tenuto, sempre nei mesi scorsi e sempre in alcuni paesi dei Balcani occidentali, un roadshow organizzato in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e la Bers, per presentare il contributo concreto al rafforzamento di quei paesi, attraverso un fondo che nel tempo ha raggiunto la cifra di 60 milioni. Finanziato interamente dall’Italia sin dal 1992, il Fondo InCE presso Bers rappresenta un’importante espressione della politica italiana di sostegno allo sviluppo sostenibile e all’integrazione europea. Fra i Paesi che fanno parte dell’Iniziativa Centro Europea c’è anche l’Ucraina, che come spiegato dal segretario generale è uno Stato membro dal 1996. “L’InCE ha sempre sostenuto l’Ucraina e il popolo ucraino in tutti i modi, con circa una ventina di progetti che spaziano dalla protezione civile all’assistenza dei rifugiati, agli aspetti sanitari”, ricorda Dal Mas. In previsione della Conferenza sull’Ucraina organizzata a Roma il 10 e l’11 luglio, “l’InCE è chiamata alla conferenza e cercheremo di dare il nostro contributo, anzi daremo un contributo importante secondo le conoscenze che abbiamo acquisito in tutti questi anni”, conclude Dal Mas.
(ITALPRESS).
-Foto Italpress-

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Virtus Bologna sotto shock, Polonara ricoverato per leucemia mieloide

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Un macigno sulla Virtus Bologna. La società emiliana, alla vigilia di gara 3 della finale scudetto contro Brescia (Vu Nere avanti 2-0 e al primo match point), fa sapere che “nel corso delle ultime settimane Achille Polonara è stato sottoposto ad ulteriori indagini mediche specialistiche a seguito delle quali è stata formulata la diagnosi di leucemia mieloide. Polonara è ora ricoverato presso l’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna dove ha già iniziato le terapie specifiche. Tutta la famiglia di Virtus Segafredo Bologna è vicina ad Achille ed ai suoi affetti ed augura al ragazzo una pronta guarigione. Forza Achi siamo tutti con te, ti aspettiamo!”.
In campo per l’ultima volta lo scorso 2 giugno in occasione della gara 2 della semifinale contro Milano, Polonara era rimasto ai box saltando le successive sfide con l’Olimpia e i primi due round con Brescia a causa di una sindrome mononucleosica, aveva fatto sapere la Virtus.
Per la 33enne ala anconetana una nuova battaglia: nell’ottobre 2023, infatti, da poco in forza alle Vu Nere, Polonara era stato sottoposto a intervento chirurgico per la rimozione di una neoplasia testicolare, scoperta grazie a un controllo antidoping sostenuto dopo la finale di Supercoppa a Brescia. A quasi due mesi dall’operazione il rientro in campo, la chiamata in Nazionale con tanto di fascia di capitano nel febbraio 2024 contro l’Ungheria e un ritorno alla normalità interrotto ora bruscamente da questa diagnosi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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