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Economia

Corte dei Conti “Dopo il Covid migliorano le entrate degli Enti Locali

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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2022 il trascinamento degli effetti della pandemia sulla situazione della finanza locale si riduce ampiamente e i risultati di finanza pubblica registrano un miglioramento anche per l’apporto fornito alla riduzione del disavanzo da parte degli enti locali.
E’ quanto afferma la Corte dei conti nella “Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2020-2022” – approvata dalla Sezione delle autonomie con delibera n. 12/SEZAUT/2023/FRG – in cui la magistratura contabile ha esaminato i rendiconti di 7.336 enti (di cui 7.244 Comuni) presenti nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato. Nel documento, la Corte evidenzia come le entrate proprie degli enti locali diano segni di ripresa e le esigenze di spesa legate al periodo emergenziale si riducono, con il reindirizzamento degli interventi statali compensativi della perdita di gettito e a sostegno alla spesa, verso il contrasto degli effetti legati ai rincari energetici.
I dati di cassa 2022 rilevati dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE) – specifica la Corte – evidenziano una tenuta dei bilanci dei Comuni malgrado il calo dei finanziamenti, che restano elevati ma in discesa sul 2021. Il permanere dei trasferimenti correnti e il riavvio delle riscossioni determinano il miglioramento delle entrate tributarie, contributive e di natura perequativa, con un saldo positivo di cassa che conferma l’impulso alla ripresa.
Sul versante pagamenti, i tempi di liquidazione delle fatture per debiti commerciali si riducono, pur non avendo ancora raggiunto l’obiettivo specifico del PNRR. Sono in miglioramento anche i saldi complessivi dei rendiconti 2021. Il risultato d’amministrazione dei Comuni è ampiamente positivo (52,09 miliardi di euro) anche se insufficiente ad assicurare l’integrale copertura ai fondi accantonati, vincolati e destinati, al netto dei quali il disavanzo (3,56 miliardi circa) è in calo del 36% sull’anno precedente.
Il 2021 si chiude in avanzo anche per Province e Città metropolitane (rispettivamente 361,8 e 507,1 milioni di euro) e pur evidenziando, da un lato, la ripresa delle entrate proprie (soprattutto quelle extratributarie) registra, dall’altro, il persistere delle criticità – non del tutto superate – connesse al venir meno degli effetti dei contributi straordinari erogati dallo Stato. La spesa in conto capitale evidenzia una dinamica espansiva grazie ai finanziamenti statali finalizzati agli investimenti e alla minore pressione esercitata dai vincoli di finanza pubblica, rimodulati dal 2019. L’incremento registrato nei relativi impegni di spesa supera, infatti, il 15% per Comuni e Province e raggiunge il 17% nelle Città metropolitane.
La crescita del FPV in conto capitale risulta più sostenuta per le Province e le Città metropolitane (rispettivamente 24,9 e 19,8%) e si attesta al 10,7% nei Comuni, mostrando un andamento indicativo di una maggiore dotazione di risorse che, tuttavia, non trovano esito in erogazioni di spesa nell’esercizio.
Particolare attenzione è stata dedicata dai giudici contabili al settore delle opere pubbliche, in virtù delle maggiori risorse finanziarie destinate e per il processo di semplificazione delle procedure di affidamento degli appalti pubblici, introdotto dal d.lgs. n. 36/2023. Sono, infatti, molti gli enti locali soggetti attuatori di progetti PNRR, le cui risorse si aggiungono ai contributi già assegnati per lo sviluppo territoriale, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e il contrasto al dissesto idrogeologico.
Per tutti gli enti, malgrado scenda sia la quota di debito finanziario che il ricorso ad anticipazioni, lo stock del debito complessivo registra un lieve aumento, ad esclusione del comparto Province (-3,6%). Permane la tendenza a detenere elevata la patrimonializzazione, mantenendo costanti gli asset in immobilizzazioni materiali. L’andamento dei debiti fuori bilancio riconosciuti segna una diminuzione sia per Comuni, che per Province e Città metropolitane, con una composizione in cui prevale la quota relativa alle sentenze esecutive, seguita dagli acquisti di beni e servizi. Sono in aumento gli stanziamenti all’apposito fondo per il contenzioso, finalizzati alla copertura del debito conseguente alle soccombenze.
Le analisi sulle procedure di riequilibrio finanziario pluriennale e su quelle di dissesto evidenziano ancora il permanere di numerosi casi – con il frequente passaggio dalle prime alle seconde – confermando la prevalente concentrazione delle criticità finanziarie tra gli enti del Centro-Sud, in crescita malgrado gli ingenti sostegni ricevuti. La struttura dell’istituto del dissesto – sottolinea la Corte – non si dimostra adeguata alle attuali esigenze, in cui le situazioni critiche sono per lo più legate ad accantonamenti a fondi prudenziali, piuttosto che a debiti effettivi. Ciò – rimarcano i giudici contabili – suggerisce una revisione dell’attuale sistema normativo per rendere più efficaci gli istituti del risanamento.
Cessati, infine, gli effetti degli interventi emergenziali, il progressivo ritorno a un contesto ordinario potrebbe evidenziare ulteriori criticità, soprattutto quando saranno reintrodotti vincoli di finanza pubblica, a seguito del ripristino delle misure europee.

– Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Ocse, all’Italia servono riforme strutturali e Pnrr per la crescita

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ROMA (ITALPRESS) – L’Ocse ha lasciato invariata la previsione di crescita del Pil dell’Italia, con un +0,7% nel 2024 e +1,2% nel 2025. Il dato è contenuto nel World Economic Outlook. In particolare, l’Ocse osseva che le rigide condizioni finanziarie, l’erosione dei redditi reali dovuta alla modesta crescita salariale in un contesto d’inflazione elevata e la graduale eliminazione del sostegno fiscale eccezionale legato alla crisi energetica, potranno pesare sui consumi privati e sugli investimenti. Nel 2024 questi ostacoli saranno compensati solo in parte dai tagli temporanei alle imposte sul reddito e sulla previdenza sociale e dalla prevista ripresa degli investimenti pubblici relativi ai fondi Next Generation EU. Si prevede che l’inflazione di fondo diminuisca gradualmente nel corso del 2024 sulla scia dell’aumento della disoccupazione e della moderata crescita dei salari nominali. Nel 2025, il sostegno ai redditi reali delle famiglie derivante dalla ripresa dei salari reali, il previsto aumento degli investimenti pubblici e il rafforzamento delle esportazioni dovuto alla ripresa della domanda da parte dei principali partner commerciali dell’Italia determineranno una lieve ripresa dell’attività, nonostante la modesta stretta fiscale. I rischi per la crescita sono sostanzialmente bilanciati. Il principale rischio al ribasso è che il ridimensionamento del “superbonus” inneschi una contrazione maggiore del previsto negli investimenti immobiliari. Secondo le previsioni, inolre, il disavanzo pubblico si ridurrà ma rimarrà al di sopra del 3% fino al 2025, il rapporto debito pubblico è elevato e vi sono notevoli pressioni sulla spesa. Sarà quindi necessario un aggiustamento fiscale ampio e duraturo nell’arco di diversi anni per far fronte alle future pressioni sulla spesa, riportando al tempo stesso il rapporto debito/Pil su un percorso più prudente e rispettando le nuove regole fiscali dell’UE.
L’aggiustamento dovrebbe includere azioni decisive per contrastare l’evasione fiscale, limitare la crescita della spesa pensionistica e condurre ambiziose revisioni della spesa.
La piena attuazione degli investimenti pubblici e dei piani di riforma strutturale previsti dal Pnrr potrebbe sollevare durevolmente il Pil, con l’ulteriore vantaggio di esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sul rapporto debito/Pil.
Il Pnrr rivisto potrebbe contribuire ad accelerare l’attuazione, anche concentrandosi sui progetti per i quali l’attuazione entro il 2026 rimane fattibile. La priorità dovrebbe ora essere il rafforzamento della capacità di attuazione della pubblica amministrazione, soprattutto a livello regionale e comunale.
(ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa Ocse –

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Accordo tra Federmanager e Carabinieri contro la violenza di genere

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ROMA (ITALPRESS) – Federmanager e l’Arma dei Carabinieri hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato a sostenere e promuovere iniziative di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e a ogni forma di discriminazione in danno delle donne e delle persone in condizione di disagio, fragilità e vulnerabilità. Il protocollo impegna le parti a favorire iniziative di prevenzione di ogni fenomeno violento e/o discriminatorio in danno delle donne, nonchè attività di formazione e di comunicazione rivolte al management e alla cittadinanza, così rafforzando una cultura del rispetto e della dignità della persona. L’obiettivo è anche quello di favorire la realizzazione di una rete diffusa, coinvolgendo gli altri partner di Federmanager, capace di individuare strategie di prevenzione e di intervento delle cause e situazioni che possano portare ad agire e/o a subire comportamenti che recano nocumento e disvalore. “La collaborazione con l’Arma dei Carabinieri rafforza il nostro impegno nella valorizzazione delle donne come protagoniste della nostra vita sociale ed economica”, dichiara Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager. “La violenza di genere è spesso taciuta o trascurata, assume forme anche sottili, ed è più diffusa di quanto non si creda. Pertanto, come associazione di rappresentanza del management, riteniamo che il luogo di lavoro possa diventare un valido presidio per contrastare qualsiasi episodio di discriminazione e siamo onorati di avere al nostro fianco la competenza e l’esperienza dell’Arma per far conoscere gli strumenti che sono a disposizione di tutti per prevenire e perseguire qualsiasi fenomeno di violenza perpetuato a danno delle donne o di chi è più fragile”, aggiunge. Il protocollo si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative di contrasto al fenomeno portate avanti dall’Arma dei Carabinieri su tutto il territorio nazionale. L’Istituzione riserva, da tempo, una particolare attenzione alla “violenza di genere”, impegnando consistenti risorse organizzative per sostenere il rilevante impegno sul territorio, anche attraverso la definizione di collaborazioni interistituzionali. Inoltre, il protocollo si pone in linea con le attività previste da Federmanager per costruire una cultura aziendale coerente con gli obiettivi di diversity, equity & inclusion e con il conseguimento della certificazione di parità di genere UNI PdR 125:2022 ottenuta il 4 aprile scorso.
(ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa Federmanager –

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Per Piazza Affari avvio cauto

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MILANO (ITALPRESS) – Avvio di seduta cauto questa mattina a Piazza Affari dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima rilevazione, segna un -0,08% a quota 33.719 punti, mentre l’Ftse All Share cede appena lo 0,05% a 35.922 punti. In rialzo l’Ftse Star che mette a segno un rimbalzo dello 0,58% a quota 47.405 punti. I mercati sono prudenti dopo che ieri la Fed ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse, tanto che in prosettiva vista anche la persistenza di un’inflazione elevata, si aspettano solo un taglio dei tassi quest’anno. A Milano toniche le banche, Amplifon in evidenza dopo che l’assemblea degli azionisti ha approvato tutte le modifiche statutarie proposte dal Cda. In rialzo anche Nexi, mentre prosegue il trend negativo di Stellantis. Per quanto riguarda le materie prime, in rialzo il prezzo del petrolio, con il Brent che scambia a quota 84 dollari al barile, mentre il Wti si porta a 79,5 dollari. Torna a crescere anche il prezzo del gas naturale, che sulla piazza di Amsterdam si porta a quota 29 euro al Mwh. Per quanto riguarda lo spread fra Btp e Bund tedeschi apre a quota 131 punti, con il rendimento del decennale al 3,84%. Anche le altre piazze finanziarie europee aprono caute, anche sulla scia della chiusura debole fatta segnare da Tokyo, con il Nikkei che cede lo 0,14%. Tra le altre Borse europee, Parigi apre a -0,36%, Francoforte avanza appena dello 0,06%, mentre Londra è in rialzo dello 0,31%.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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