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Economia

Intesa Sanpaolo, aperte le candidature alla seconda call di “Up2Stars”

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MILANO (ITALPRESS) – E’ dedicata a Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica la seconda call della nuova edizione di ‘Up2Stars’, programma di valorizzazione delle startup innovative in Italia, ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center.
Il settore dell’energia è uno degli ambiti maggiormente coinvolti nel processo di trasformazione tecnologica. Sono molte le realtà imprenditoriali che cercano di sviluppare soluzioni innovative volte a sfruttare meglio l’energia che arriva dalla natura e a rendere più efficienti gli strumenti che la catturano. Preservare l’ambiente, ridurre i consumi energetici, produrre e distribuire energia proveniente da fonti rinnovabili a tutela del Pianeta, sono infatti interventi sempre più urgenti che richiedono il ricorso a tecnologie evolute. In questo ambito, le startup rivestono un ruolo strategico quale soggetto chiave per la trasmissione di competenze digitali alle aziende più strutturate, nel quadro della transizione digitale ed ecologica indicata dal PNRR.
Giunto alla seconda edizione, ‘Up2Stars’ nasce proprio con l’obiettivo di intercettare le giovani realtà innovative più promettenti che operano in settori strategici per l’economia del Paese, per stimolarne e supportarne la crescita, preparandole ad interfacciarsi con potenziali investitori e imprese mature.
Dopo la prima call dedicata al settore del Watertech, che si è chiusa con 50 candidature, la seconda call del programma si rivolge alle startup specializzate in: Nuove fonti energetiche – tecnologie avanzate per la produzione, il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione di energia da fonti rinnovabili e di nuovi combustibili ecocompatibili. Smart solutions per efficienza energetica – soluzioni per minimizzare i consumi energetici applicate in particolare a Settore Manifatturiero, Smart Grid e Comunità Energetiche. Smart solutions per il recupero e riutilizzo dell’energia e per la cattura della CO2.
Le startup interessate potranno presentare la propria candidatura entro il 15 ottobre 2023 tramite la pagina dedicata su https://www.intesasanpaolo.com/it/business/landing/info/programma-up2stars-per-startup-innovative.html
In linea con la precedente edizione, anche quest’anno ‘Up2Stars’ prevede il lancio di 4 call dedicate rispettivamente ai temi: WaterTech, Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica, Intelligenza Artificiale per la trasformazione aziendale, IoT – Infrastrutture e Mobilità. Per ciascuna di esse verranno selezionate al massimo 10 startup che accederanno al percorso di accelerazione personalizzato, erogato dal partner Gellify, e al programma di networking. Al termine del percorso si terrà un Demo Day di presentazione delle startup accelerate ad una platea di investitori e imprese.
La novità principale dell’edizione di quest’anno è l’ampliamento delle partnership e del network di collaborazioni che, oltre Microsoft, Elite e Cisco, vede il coinvolgimento dei Centri Nazionali di Ricerca cui il gruppo bancario guidato da Carlo Messina partecipa in qualità di socio fondatore delle singole Fondazioni di riferimento, oltre ai Partenariati Estesi e ai 9 Poli di innovazione europei (EDIH). Nuova la collaborazione anche con Digit’Ed, società specializzata nell’alta formazione e nel digital learning.
Ulteriore novità della seconda edizione di Up2Stars è la prospettiva di internazionalizzazione per le startup grazie alla struttura di internazionalizzazione di Intesa Sanpaolo ed alla collaborazione con il Centro di Innovazione Italiano a San Francisco, istituito presso INNOVIT Italian Innovation and Culture.
‘La transizione energetica rappresenta una delle sfide più importanti e impellenti per il Paese – afferma Virginia Borla, Executive Director Business Governance Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Con la seconda call di Up2Stars, intendiamo intercettare le migliori startup innovative che operano nel settore delle rinnovabili, affinchè possano accelerare questo processo. Intesa Sanpaolo incentiva gli investimenti green delle PMI anche attraverso il programma Motore Italia Transizione Energetica, che mette a disposizione 76 miliardi di euro per la crescita sostenibile, e, promuovendo lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, contribuisce ad aumentare la competitività delle piccole e piccolissime imprese e i benefici economici, ambientali e sociali per la collettività’.
La crisi innescata dalla guerra russo-ucraina ha reso urgente il tema della transizione energetica e della riduzione della dipendenza del nostro paese dall’estero per gli approvvigionamenti di materie prime energetiche. Nel corso del 2022 è stato intrapreso un primo percorso di diversificazione geografica delle forniture di gas naturale, che resta però il perno centrale del processo di generazione di energia elettrica e calore. Per la Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo è quindi auspicabile un’accelerazione nell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (FER) per preservare la sicurezza energetica nazionale e calmierare la volatilità dei prezzi. L’incidenza delle FER sulla produzione di energia elettrica nel nostro Paese si attesta attorno al 40% , ma i dati sui consumi di energia coperti con fonti rinnovabili impongono di intensificare gli sforzi su questo fronte. L’Italia, dopo aver raggiunto nel 2014 il target sui consumi di energia coperti da FER fissato per il 2020, a fine 2021 si posizionava un punto al di sotto dell’obiettivo del 19,9% fissato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). La causa di questo rallentamento è in parte ascrivibile alla riduzione del ritmo delle installazioni di impianti, legata sia a iter autorizzativi troppo lunghi sia al venir meno degli incentivi. A fine 2021 si contavano 60,4 Gigawatt (GW) di capacità elettrica da FER installata, comprensivi di 3 GW di biocombustibili . L’idroelettrico è la tecnologia prevalente (22,7 GW), seguita dal fotovoltaico (22,6 GW), che, pur rallentando in termini di installazioni, continua crescere, con un numero di impianti incentivati oramai superiore a un milione. Sarà importante intensificare ancora gli sforzi su questo fronte, così come potenziare l’eolico e le bioenergie, poichè la siccità degli ultimi anni continua a mettere sotto pressione l’idroelettrico. Un’accelerazione nell’utilizzo delle FER è auspicabile anche in vista degli sfidanti obiettivi europei al 2030. In linea con il pacchetto ‘Fit for 55’, che prevede l’abbattimento delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, è stato fissato un obiettivo vincolante del 42,5% di consumi finali di energia da rinnovabili . Per avvicinarsi all’obiettivo, l’Italia dovrà necessariamente puntare al raddoppio della capacità installata da FER in meno di 10 anni. Una proposta di aggiornamento del PNIEC, per rendere l’agenda nazionale coerente con gli obiettivi europei su efficienza energetica e riduzione delle emissioni di gas serra, è stata inviata alla Commissione europea.
In virtù del forte incremento di domanda previsto per soddisfare i nuovi target energetici e di abbattimento delle emissioni climalteranti, la domanda di tecnologie FER è destinata ad aumentare nei prossimi anni. L’Italia può contare su produttori di componentistica FER ben posizionati nella filiera europea; la specializzazione italiana è forte nelle parti elettriche per macchine e nei moltiplicatori di velocità, con circa un quarto della produzione europea di moltiplicatori e oltre il 30% di quella di parti elettriche per macchine realizzata nel nostro paese. Restano alcuni temi aperti, come lo sviluppo di sistemi di trasporto, stoccaggio e distribuzione di energia da fonti rinnovabili. Il carattere discontinuo della produzione da FER e la sua estrema frammentazione rappresentano ad oggi dei fattori di criticità. Per assorbire l’energia generata dai numerosi impianti e garantirne un’efficiente distribuzione, attraverso un’integrazione con le infrastrutture esistenti, occorre potenziare e rinnovare la rete attuale secondo la logica delle Smart Grid. Allo stesso tempo, lo stoccaggio dell’energia è fondamentale per gestire le fluttuazioni della produzione da fonti rinnovabili. I sistemi di accumulo, basati su batterie al litio e altre tecnologie, stanno infatti diventando sempre più prioritari . Un supporto al raggiungimento degli obiettivi 2030 potrà giungere anche dalla diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Si tratta di un nuovo modello energetico che permetterebbe di massimizzare i benefici derivanti dall’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, apportando benefici di tipo ambientale e sociale in favore di tutti i membri della comunità.
Il PNRR stanzia fondi importanti sia per il sostegno alle CER sia per far nascere la filiera di produzione dei gas rinnovabili (si prevede che l’idrogeno raggiunga la quota del 13% nel mix energetico europeo dall’attuale 2%), fondamentale per supportare il processo di transizione nei settori ‘hard-to-abatè. Le FER offrono buone prospettive di impiego in quei settori che utilizzano calore a temperature basse, ma per i settori altamente energivori, sarà fondamentale anche il ricorso a tecnologie complementari, quali l’idrogeno e i sistemi di cattura e stoccaggio della CO2, che prevedono la cattura delle emissioni di CO2 prodotte da impianti industriali o centrali elettriche e lo stoccaggio in serbatoi sotterranei o in giacimenti vuoti. L’anidride carbonica catturata può essere poi riutilizzata nell’industria dei fertilizzanti, nella produzione di combustibili sintetici a base di CO2, di prodotti chimici e di aggregati per l’edilizia.
L’Italia ha definito una propria strategia dell’idrogeno con uno stanziamento iniziale di oltre 3,6 miliardi del PNRR per promuoverne la produzione, la distribuzione e gli usi finali. Il settore è rappresentato in Italia da una filiera virtuosa di PMI molto attive e innovative, di grandi e grandissime imprese in grado di creare partnership strategiche internazionali e intersettoriali e di start-up di ingegneria e integrazione di sistemi, con competenze tecnologiche elevate, che puntano alla costruzione della rete infrastrutturale necessaria allo sviluppo della domanda di idrogeno per la mobilità su larga scala e come vettore energetico per l’industria.

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Il sistema integrato delle comunicazioni in Italia vale 20,4 miliardi e lo 0,95 del Pil

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ROMA (ITALPRESS) – L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha accertato il valore economico complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic) per l’anno 2023, come previsto dal TUSMA (decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208).

Il Sic è stimato in 20,4 miliardi di euro, pari allo 0,95% del PIL. Si conferma la rilevanza della pubblicità online che, con 7 miliardi di euro (34,7% del Sic) e una crescita del 12,2%, amplia ulteriormente il divario rispetto alla raccolta pubblicitaria sui mezzi tradizionali, stabile a circa 5 miliardi (24,6% del Sic). Quanto alla distribuzione delle risorse tra i diversi operatori, nel provvedimento l’Autorità ha dato evidenza di coloro che hanno conseguito ricavi almeno pari all’1% del totale.

È emerso che nessuno degli operatori nel 2023 realizza ricavi superiori alla soglia del 20%; i primi due si attestano su valori superiori al 10%; gli operatori che superano la soglia dell’8%, pur rimanendo al di sotto del 10%, sono tre, uno in più rispetto all’anno precedente. I soggetti con quote almeno pari all’1% restano dodici, gli stessi del 2022, pur con alcuni avvicendamenti nelle posizioni, e rappresentano congiuntamente il 69,3% delle risorse complessive. Rai mantiene la prima posizione, con una quota del 12,3% ( -0,7 punti percentuali rispetto al 2022) e Alphabet/Google conferma il secondo posto con l’11,8% delle risorse complessive (+0,4 punti percentuali).

Si registra così una riduzione del divario tra primo e secondo operatore. Seguono, il gruppo Fininvest e Comcast/Sky, con quote rispettivamente del 9,4% (-0,4 punti percentuali) e del 9,2% (-0,7 punti percentuali).

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Tra gli altri, si riscontra la rilevanza delle piattaforme online che vedono crescere il proprio peso sul totale delle risorse, con Meta/Facebook che occupa la quinta posizione e detiene una quota superiore all’8%, Amazon, Netflix e DAZN che si collocano al sesto, settimo e nono posto, con un’incidenza dei propri ricavi rispettivamente del 4,5%, 3,3% e 2,4%. Sotto il profilo della composizione del Sic, considerando le aree di attività economica, si evidenzia il ruolo prevalente dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, che con quasi 8,9 miliardi di euro assorbono il 44% delle risorse economiche complessive (-1,2 punti percentuali rispetto al 2022).

All’interno dell’area, i servizi in chiaro (4,8 miliardi), registrano una lieve flessione (-1,3%), per la contrazione delle risorse provenienti da fondi pubblici, mentre i servizi a pagamento (3,5 miliardi), mostrano una dinamica positiva. La crescita della componente online (+20,9%), compensa ampiamente il calo del segmento tradizionale (-5%). La radio con il 7% dei ricavi dell’area cresce del 4,5%. Seguono l’editoria elettronica e la pubblicità online, la cui incidenza sul Sic si avvicina al 36% (+2,2 punti percentuali) dovuto in particolare alla pubblicità online, che rappresenta il 97% del comparto.

L’editoria tradizionale (quotidiani, periodici e agenzie di stampa) scende al 14%: la contrazione delle entrate del 6,1% riflette la crisi strutturale del settore, che interessa tanto la vendita di copie quanto la raccolta pubblicitaria. Completano il quadro la pubblicità esterna (come, ad esempio, la cartellonistica) con 715 milioni di euro (+8,8%) e un’incidenza del 4% sul Sic, e il cinema, che raggiunge 523 milioni di euro (+37,3%), grazie soprattutto alla crescita del box office.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Ad ottobre 2025 stabile il mercato dell’auto usata

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ROMA (ITALPRESS) – Dopo 4 mesi di crescita, il mercato dell’auto usata a ottobre segna una sostanziale stabilità: con 542.722 trasferimenti di proprietà (dati in attesa di consolidamento che porteranno ad una leggera variazione positiva), il mese segna un risultato in linea rispetto ai 545.450 di ottobre 2024 (-4,6% sul 2019).

I trasferimenti netti cedono l’1,5%, mentre le minivolture segnano un +0,8%. Nei primi 10 mesi la crescita è del 3,2% con 4.643.667 trasferimenti (in linea con il 2019). Fra le motorizzazioni il motore a benzina, con una quota del 39,3% (-0,1 punti percentuali) mantiene il 1° posto anche in ottobre (38,6% nei 10 mesi).

Il diesel, persa la sua storica leadership, resta in 2^ posizione e continua a ridurre il suo peso al 39,2% (-3,9 punti percentuali e al 41,6% nel cumulato). Le ibride confermano una crescita sostenuta, toccando l’11,2% in ottobre e il 10,1% in gennaio-ottobre; seguono Gpl e metano rispettivamente al 5,5% e 2,1% nel mese (5,3% e 2,1% nel cumulato); BEV e plug-in salgono all’1,3% e 1,5% in ottobre (1,1% e 1,3% nei 10 mesi).

A ottobre i trasferimenti per contraente confermano l’andamento dei mesi precedenti: gli scambi tra privati/aziende, che rimangono largamente predominanti, guadagnano 0,2 punti e rappresentano il 56,2% di tutti i passaggi di proprietà (56,4% nei 10 mesi). Parallelamente, 0,8 punti vengono persi da quelli da operatore a cliente finale, al 38,5% nel mese e 39,0% nel cumulato. Guadagnano 0,6 punti gli scambi provenienti da auto-immatricolazioni (4,4% a ottobre e 3,8% nel cumulato), mentre guadagnano 0,2 punti e risultano ancora marginali, quelli provenienti dal noleggio (1,0% complessivo nel mese e 0,9% nei 10 mesi).

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-Foto grafica Unrae-
(ITALPRESS).

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Economia

Ad ottobre il fatturato dell’industria in calo dello 0,5%

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ROMA (ITALPRESS) – A ottobre 2025 tornano a diminuire, su base mensile e al netto dei fattori stagionali, sia il fatturato dei servizi sia quello dell’industria; per i servizi sono in calo anche i volumi, che invece sono sostanzialmente stazionari per l’industria. Nei servizi le flessioni maggiori su base mensile hanno interessato il commercio all’ingrosso, mentre nell’industria la dinamica negativa è stata più marcata per la componente estera.

Peraltro, nel complesso del trimestre agosto-ottobre 2025 si osserva una lieve crescita congiunturale in entrambi i comparti rispetto al trimestre precedente. In termini tendenziali e al netto degli effetti di calendario prevalgono segnali positivi, in valore ed in volume, nei due macrosettori. Gli aumenti più significativi si registrano nelle attività immobiliari per i servizi e nei beni strumentali per l’industria.

E’ quanto emerge dai dati Istat sul fatturato dell’industria e dei servizi per ottobre 2025. A ottobre 2025 si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca in termini congiunturali dello 0,5% in valore e registri un leggero incremento in volume (+0,1%). Sul mercato interno si rileva una flessione dello 0,2% in valore e un incremento dello 0,7% in volume; su quello estero si registrano cali dell’1,3% in valore e dell’1,0% in volume.

Per il settore dei servizi si stima una diminuzione congiunturale dello 0,5% in valore e dello 0,6% in volume, con cali sia nel commercio all’ingrosso (-0,8% in valore e -0,6% in volume) sia negli altri servizi (-0,2% in valore e -0,5% in volume). Gli indici destagionalizzati del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano a ottobre un aumento congiunturale per i soli beni di consumo (+0,5%), mentre si rilevano diminuzioni per i beni intermedi (-0,3%), i beni strumentali (-1,8%) e per l’energia (-2,4%). Nel trimestre agosto-ottobre 2025 il fatturato dell’industria, in termini congiunturali e al netto dei fattori stagionali, è in crescita (+1,0% in valore e +0,9% in volume).

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Nello stesso arco temporale, per i servizi, si registra un aumento dello 0,2% sia in valore sia in volume. A ottobre 2025, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, registra un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in valore (+1,7%) ed in volume (+2,7%).

La crescita è più ampia sul mercato interno (+1,8% in valore e +3,3% in volume), mentre su quello estero è pari all’1,3% in valore e all’1,6% in volume. Per il settore dei servizi, al netto degli effetti di calendario, si rileva un aumento tendenziale dell’1,5% in valore e dell’1,2% in volume, con una diminuzione nel commercio all’ingrosso (-0,5% in valore e -0,6% in volume) a cui si contrappone una crescita negli altri servizi (+3,8% in valore e +2,0% in volume).

Nel mese di ottobre 2025 i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 come a ottobre 2024. Gli indici corretti per gli effetti di calendario del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano, su base annua, aumenti in tutti i settori; il più marcato riguarda i beni strumentali (+4,1%).

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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