Politica
Morto il presidente Napolitano, bandiere a mezz’asta e lutto nazionale
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è morto presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo, a Roma. Aveva compiuto 98 anni lo scorso 29 giugno. E’ stato l’undicesimo presidente della Repubblica italiana, dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015 ed è stato anche il primo capo dello Stato nella storia repubblicana a essere eletto per un secondo mandato nel 2013. Sposato con Clio Bittoni, lascia due figli: Giovanni e Giulio. Giorgio Napolitano è nato a Napoli il 29 giugno 1925 da Giovanni, avvocato, poeta e saggista e Carolina Bobbio, figlia di nobili napoletani di origine piemontese. Nel 1945 aderisce al Partito Comunista Italiano, di cui è segretario federale a Napoli e Caserta. Nel 1947 si laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli (successivamente ha ricevuto sette lauree honoris causa), nel 1953 viene eletto deputato ed entra in Parlamento per la prima volta. Tra il 1960 e il 1962 è responsabile della sezione lavoro di massa.
Successivamente, dal 1963 al 1966 è segretario della federazione comunista di Napoli. Nel confronto interno seguito alla morte di Palmiro Togliatti nel 1964, Napolitano è uno degli esponenti moderati di maggior peso, parte della corrente del partito più attenta al partito socialista italiano. Negli anni ’70 tenendo conferenze negli istituti di politica internazionale nel Regno Unito, in Germania e nelle università statunitensi: nel 1978 fu il primo dirigente del partito comunista italiano a ricevere un visto per tenere convegni negli USA. Alla morte di Enrico Berlinguer, Napolitano è tra i possibili successori alla segreteria, ma gli viene preferito Alessandro Natta. Viene eletto all’Europarlamento e dal 1992 al 1994 (la XI legislatura passata alla storia per “Tangentopoli”) ricopre il ruolo di presidente della Camera. Nel 1996, il premier Romano Prodi lo nomina ministro dell’Interno e con Livia Turco darà corpo alla legge che istituisce per la prima volta i centri di permanenza temporanea degli immigrati clandestini. Da maggio 1996 a ottobre 1998 è ministro per il coordinamento della protezione civile. Dopo la caduta dell’esecutivo guidato da Prodi, è nuovamente europarlamentare dal 1999 al 2004 tra le file dei Democratici di sinistra. Ricopre la carica di presidente della Commissione Affari Costituzionali. Il 23 settembre 2005 il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi lo nomina senatore a vita.
Il 10 maggio 2006, alla quarta votazione, è eletto undicesimo presidente della Repubblica italiana con 543 voti su 990 votanti dei 1009 aventi diritto. È il primo capo dello Stato proveniente dal PCI e il terzo napoletano dopo De Nicola e Leone. Sette anni dopo, il 20 aprile 2013, a causa di uno stallo seguito alle elezioni politiche, è diventato il primo inquilino del Quirinale a essere rieletto alla presidenza seppur per soli due anni e non per un altro settennato pieno. Il 14 gennaio 2015, infatti, ha rassegnato le proprie dimissioni preannunciate nel messaggio di fine anno e dovute alle difficoltà legate all’età. In quanto presidente emerito della Repubblica ha acquisito di diritto la carica di senatore a vita. A seguito del decesso del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il governo ha disposto, fino al giorno della celebrazione delle esequie di Stato, l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Il giorno delle celebrazioni delle esequie di Stato dichiarato lutto nazionale.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Renzi “Lavoro alla tenda riformista per mandare Meloni a casa”
Pubblicato
32 minuti fa-
2 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Quel che sta accadendo è semplice e riguarda il mio posizionamento. Mentre fino a un anno fa c’erano tanti dubbi, oggi sono spariti perchè io sono quello che mena di più su Giorgia Meloni”. Così, in un’intervista a la Repubblica, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, quanto al “ritorno di fiamma” col Pd. ” Abbiamo lo stesso obiettivo. Quando vado in giro trovo spesso tanti militanti del Pd che mi dicono: ‘Io ero renziano, tu mi hai deluso, ma ora dobbiamo mandare a casa la fascistellà. Parole dure, ma vanno mandati a casa”.
Come? “Lo spostamento a sinistra di Elly Schlein aiuta a costruire la tenda riformista che manca al centrosinistra per vincere le elezioni”, spiega Renzi. Su chi dovrebbe ritrovarsi sotto questa tenda, il leader di Iv dice: “Tutti quelli che non vogliono stare in un Pd sbilanciato a sinistra, ma che credono si debba costruire un’alternativa a Meloni. E per farlo è necessario stare tutti assieme”. Alla domanda se si sta proponendo per il ruolo di federatore, Renzi taglia corto: “No, non tocca a me. Se serve una mano organizzativa ci sono, ma non vogliamo guidare noi. Il mio ruolo non è fare il capo della tenda: sono in prima fila per mostrare i disastri della premier e del suo governo, la fascia di capitano la indosserà qualcun altro”.
Quindi “dico: partiamo, facciamo un percorso e vediamo, anche perchè le leadership si affermano sul campo, non in laboratorio. Tutte le volte che si sono tentati esperimenti in provetta non sono andati bene”, chiosa Renzi.
-Foto: Ipa Agency-
(ITALPRESS).
Politica
Schlein “Meloni come Trump. Spese per la Difesa? Al governo avremmo detto no al 5%”
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13 ore fa-
1 Luglio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – “Se fossimo noi al governo insieme a M5S e AVS, non avremmo accettato di andare al 5% (del Pil in difesa, ndr), ma avremmo fatto nell’interesse dell’Italia la stessa identica cosa che ha fatto Sanchez”. Lo ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ospite della trasmissione “In Onda” su La7. “E sa cos’altro avremmo fatto che ha fatto Sanchez e non Giorgia Meloni? Avremmo approvato già adesso il riconoscimento dello stato di Palestina come contributo a un percorso di pace in Medio Oriente, perché anche i palestinesi, come gli israeliani hanno pieno diritto a vivere in uno stato e a vivere in pace e in sicurezza in uno stato che loro riconosciuto – ha aggiunto -. E Giorgia Meloni non ha ancora espresso una netta condanna dei crimini di guerra che sta compiendo il governo di estrema destra di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania”.
“Questa destra porta avanti le stesse cose in tutti i paesi: se la prendono ogni giorno con un nuovo nemico, i migranti, i diversi, le comunità LGBT, i giudici. Però il punto vero è che lo fanno per nascondere il fatto che non stanno portando risposte ai bisogni concreti delle persone. Nei primi 100 ordini esecutivi di Trump non ce n’era uno che riguardasse il diritto alle cure degli americani. Non ce n’era uno che riguardasse il salario degli americani. Anzi, come Giorgia Meloni, Trump negli Stati Uniti blocca il salario minimo”, ha affermato la segretaria del PD. “Trump deporta i migranti e Giorgia Meloni ha speso un miliardo degli italiani per creare delle prigioni vuote in Albania dove sta trasferendo migranti che erano già detenuti nei CPR in Italia, tra l’altro violando non solo i loro diritti fondamentali, ma anche la legge italiana ed europea, come in questi giorni ha segnalato anche la Cassazione – ha spiegato –. Quindi il punto vero è che loro fanno le stesse cose, si scelgono gli stessi nemici, ma ugualmente non sono in grado di dare risposte ai bisogni concreti”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Politica
Da Ue sì a pagamento settima rata Pnrr, Meloni “Italia conferma primato”
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21 ore fa-
1 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nella giornata di oggi l’Italia ha ricevuto la valutazione positiva al pagamento della settima rata del PNRR, pari a 18,3 miliardi di euro, adottata dalla Commissione europea in seguito al positivo conseguimento di tutti gli obiettivi previsti.
Con la recente revisione tecnica, che ha aggregato in un unico traguardo i tre obiettivi connessi alle misure su rinnovabili, batterie e alla riforma del rischio finanziario associato ai contratti di acquisto per le energie rinnovabili, gli obiettivi programmati e conseguiti sono 64, suddivisi in 31 milestone e 33 target. Lo fa sapere una nota di Palazzo Chigi.
“Con il pagamento della settima rata l’Italia confermerà il primato europeo nell’avanzamento del Piano, con oltre 140 miliardi di euro ricevuti, corrispondenti al 72% della dotazione finanziaria complessiva e al 100% degli obiettivi programmati nelle prime sette rate, pari a 334 tra milestone e target, obiettivi tutti conseguiti nel pieno rispetto del cronoprogramma stabilito dalla Commissione. Si tratta di un primato anche qualitativo, abbiamo dimostrato di essere capaci di utilizzare in modo virtuoso gli strumenti che l’Europa ci ha fornito e siamo diventati un modello per gli altri Stati membri. Dobbiamo tutti essere orgogliosi del grande lavoro che abbiamo fatto fino ad ora. Un lavoro che non è certo terminato, e deve anzi continuare con la medesima determinazione, per una Nazione sempre più moderna, produttiva e competitiva, forte e inclusiva, consapevole e pronta alle sfide globali del presente e del futuro”, dichiara il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Tra gli obiettivi conseguiti figurano diverse riforme, come la legge sulla concorrenza, le misure per velocizzare i pagamenti della Pubblica Amministrazione e la revisione del servizio civile universale.
“Alla settima rata – afferma il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti – sono legati diversi investimenti strategici, tra i quali il nuovo collegamento elettrico tra Sardegna, Corsica e penisola, SA CO I.3, e il collegamento elettrico sottomarino tra Sicilia, Sardegna e penisola, Tyrrhenian Link: infrastrutture fondamentali per implementare le reti di trasmissione dell’energia elettrica e per rafforzare l’autonomia energetica dell’Italia, con l’obiettivo di garantire energia a famiglie e imprese a condizioni migliori. La valutazione positiva per il pagamento di questa rata fa seguito alla presentazione della richiesta di pagamento dell’ottava rata, a conferma dell’allineamento del Piano italiano con la roadmap europea del PNRR, nel pieno rispetto dei suoi impegni, delle sue priorità e della sua scadenza finale ad agosto 2026″.
Agli investimenti sulle infrastrutture energetiche si aggiungono altri interventi significativi quali il potenziamento della flotta di autobus e di treni a emissioni zero per il trasporto regionale, dei nodi metropolitani e dei principali collegamenti nazionali, la riqualificazione di molte stazioni ferroviarie, le misure per la cybersicurezza, l’attivazione di 480 Centrali Operative Territoriali (COT) per rafforzare le prestazioni in materia di salute pubblica, gli investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche, il conferimento di 55.000 borse di studio agli studenti meritevoli meno abbienti per l’accesso all’Università, di 7.200 borse di dottorato per la ricerca e di ulteriori 6.000 borse per dottorati innovativi, specificatamente dedicate alle imprese.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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