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Economia

Manovra 2024, che cosa cambia

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MILANO (ITALPRESS) – Il disegno di legge di Bilancio 2024 vale 24 miliardi, di cui 15 di maggior deficit. La manovra ruota sui cardini del fisco, pensioni e famiglie. I punti centrali sono rappresentati dal taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi e quota 104 per le pensioni. Ape sociale confermata e Opzione donna posticipata da 60 a 61 anni. Il bonus asilo nido incrementato per il secondo figli se i fratelli maggiori hanno fino a 10 anni. Gli sgravi fiscali fino a 3 mila euro per chi assume madri con almeno 3 figli. La riduzione da 90 a 70 euro del canone Rai. I titoli di Stato tenuti fuori dal computo dell’Isee Il prezzo delle sigarette in salita di 10-12 centesimi a pacchetto, anche di più sul trinciato. titoli di Stato fuori dall’Isee. Vediamo i principali interventi.

PENSIONI – Arriva quota 104 come misura di flessibilità in uscita per il 2024, con pensione anticipata a 63 anni e 41 di contributi. Chi accetta questa soluzione subisce una decurtazione per gli anni di versamento contributivo precedenti al 1996, con un ricalcolo contributivo. Chi ha i requisiti per Quota 104 e sceglie di non andare in pensione potrà usufruire del cosiddetto ‘bonus Maronì, riconfermato anche per il 2024, con la quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore che confluiranno in busta paga. Altra novità, l’estensione della durata delle finestre: passano da 3 a 6 mesi per il settore privato e da 6 a 9 nel pubblico.

OPZIONE DONNA – Nel 2024 si potrà andare in pensione anticipata con Opzione donna, ma serviranno 61 anni di età, anzichè 60 anni come è previsto nel 2023, oltre a 35 anni di contributi. L’età anagrafica viene ridotta di un anno per figlio fino ad un massimo di due. Confermati i requisiti per accedere a Opzione donna, di cui possono usufruire caregivers, invalide al 74%, dipendenti o licenziate da aziende in crisi.

IMPRESE – Le imprese dovranno stipulare entro il 31 dicembre 2024 un’assicurazione contro i danni da calamità naturali e catastrofi. Arrivano le garanzie ‘green’ di Sace per supportare investimenti infrastrutturali e produttivi realizzati in Italia, anche in ambiti caratterizzati da condizioni di parziale fallimento di mercato e di livelli subottimali di investimento per investimenti nei settori delle infrastrutture, anche a carattere sociale, dei servizi pubblici locali, dell’industria e ai processi di transizione verso un’economia pulita e circolare e la mobilità sostenibile, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti, la sostenibilità e la resilienza ambientale o climatica e l’innovazione industriale, tecnologica e digitale delle imprese.

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CINEMA – Tax credit al 40% per il cinema ma c’è la possibilità di rivederlo al ribasso mentre sale al 60% il credito di imposta per le piccole e medie imprese cinematografiche per la realizzazione o la ristrutturazione di nuove sale. Quattro milioni sono stanziati per nuovi scavi a Pompei e negli altri parchi archeologici, 10 per la manutenzione. Inoltre si prevede che il ministero della Cultura possa disporre di trattenere una quota dei proventi di concerti, mostre, manifestazioni culturali e altri eventi organizzati dagli enti controllati o vigilati.

INFLAZIONE – Adeguamento pieno all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest’anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese. La nuova indicizzazione sale quindi dall’85% (previsto nella precedente legge di bilancio) al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.000-2.500 euro circa); viene confermata al 53% per gli assegni pari a 5-6 volte il minimo; al 47% per quelli tra 6 e 8 volte; al 37% per quelli tra 8 e 10 volte. Viene infine ridotta dal 32% al 22% per i trattamenti superiori a 10 volte il minimo.

LAVORO – Prorogato il taglio del cuneo fiscale per il prossimo anno di 6 o 7 punti. Per i premi e le somme erogati nell’anno 2024 l’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività è ridotta al 5%. Ai lavoratori del turismo con un reddito fino a 40mila euro è riconosciuto un trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario. Confermata per il 2024 l’esenzione fiscale dei fringe benefits fino a 1000 euro per tutti e a duemila euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Arrivano più controlli sul lavoro nero delle colf. Prorogate per tutto il 2024 le agevolazioni per i mutui degli under 36 . La norma rifinanzia con ulteriori 282 milioni per il 2024 il fondo di garanzia prima casa.

OSPEDALI – Al sistema sanitario nazionale vanno 3 miliardi nel 2024, 4 nel 2025 e 4,2 dal 2026. Al fine di far fronte alla carenza di personale sanitario nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario Nazionale (SSN), di ridurre le liste d’attesa e il ricorso alle esternalizzazioni” arrivano 200 milioni per il personale medico e 80 milioni per il personale sanitario del comparto, per ciascuno degli anni 2024, 2025, 2026, per l’incremento delle tariffe orarie per le prestazioni aggiuntive.

SOSTEGNI – Prorogate a tutto il 2024 le agevolazioni sui mutui prima casa per gli under 36, con 282 milioni stanziati. Al bonus elettrico del I trimestre vanno 400 milioni, mentre altri 600 servono a rifinanziare la card ‘Dedicata a tè e 15 al fondo indigenti.

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SPESE – Arriva una sforbiciata da 600 milioni a Regioni, Comuni e province. Nel dettaglio, le Regioni vedono le risorse ridotte di 350 milioni, 200 milioni in meno nelle casse di Comuni e le Province dovranno rinunciare a 50 milioni.

TABACCO – Accise più pesanti sulle sigarette ma anche sul tabacco trinciato e riscaldato. L’aumento per le sigarette è compreso tra i 10 e 12 centesimi per pacchetto. La tassazione sul tabacco trinciato invece comporterà un aumento di circa trenta centesimi per busta. La manovra non risparmia nemmeno il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche. Per il tabacco riscaldato l’aumento previsto è di circa 10 centesimi a pacchetto nel 2024: gli aumenti previsti nel 2024 e nel 2025 rimangono confermati per poi salire di un punto nel 2026 rispetto a quanto già previsto. L’aumento previsto in manovra per le sigarette elettroniche sarà dell’1% annuo, sia per i liquidi con nicotina, sia per quelli senza nicotina ed entreranno in vigore nel 2025 e nel 2026.

TASSE – Spunta anche un contributo, tra il 3 e il 5% dello stipendio netto percepito in Svizzera, per i frontalieri e quanti vi lavorano e soggiornano ma si curano in Italia. Risale al 10% l’Iva sui prodotti per la prima infanzia, così come quella su assorbenti e tampone. L’aliquota sugli affitti brevi passa dal 21 al 26%.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

OPS su Banco Bpm, UniCredit “Prescrizioni impossibili da attuare”

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MILANO (ITALPRESS) – “UniCredit ha ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il decreto relativo al procedimento Golden Power, che prevede una serie di prescrizioni relative alla prosecuzione dell’Offerta. In sintesi, si tratta di vincoli sulle modalità di gestione delle future attività creditizie e della liquidità dell’entità combinata, sul diritto di cedere partecipazioni e di gestire in modo appropriato gli asset in gestione di Anima e sulle attività di UniCredit in Russia”. Lo comunica Unicredit in riferimento all’offerta pubblica di scambio (‘Offerta’) promossa ai sensi degli articoli 102 e seguenti del TUF sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco BPM S.p.A. (“BPM”).

“UniCredit ha la chiara intenzione di mantenere o incrementare l’esposizione dell’entità combinata alle PMI e di supportarle ulteriormente con le proprie fabbriche prodotto di eccellenza. Inoltre, UniCredit continuerà a gestire gli asset in gestione dei suoi clienti nel loro migliore interesse e si impegna a continuare a ridurre la propria presenza in Russia, già diminuita del 90% circa negli ultimi tre anni, in linea con la decisione della BCE”.

“L’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane non è comune e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano. Inoltre, le prescrizioni si prestano a diverse interpretazioni e appaiono non completamente allineate con la legislazione italiana e comunitaria, oltre che con le decisioni delle autorità regolamentari. Le prescrizioni imposte a UniCredit, potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro, e persino portare a risultati non voluti (ad esempio l’imposizione di sanzioni a UniCredit a causa della presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni). Al di là del diritto previsto in generale di chiedere all’autorità di riconsiderare la decisione emessa, il decreto contempla espressamente la possibilità per UniCredit di riferire immediatamente all’autorità se non le fosse possibile attuare – in tutto o in parte – le prescrizioni. UniCredit ha quindi prontamente risposto all’autorità esprimendo il proprio punto di vista sul decreto e resta in attesa di un riscontro. Fino ad allora, UniCredit non è in grado di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire in merito all’Offerta” conclude la nota.

– foto IPA Agency –

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Economia

La domanda di prestiti torna a salire nel primo trimestre 2025

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Dall’aggiornamento al I trimestre 2025 del Barometro CRIF sulla domanda di prestiti delle famiglie italiane (Fonte EURISC – il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF) si registra una ritrovata fiducia con un +3%, dopo un 2024 con il freno a mano tirato. Anche l’importo medio richiesto è in crescita, infatti nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati, il valore si attesta a 10.161 euro (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2024). Si tratta del valore più alto degli ultimi 10 anni (nel 2015 il valore medio richiesto era di 7.724 euro), determinato in larga parte dall’inflazione.

“I dati relativi al primo trimestre dell’anno confermano una tendenza incoraggiante per la ripresa del credito alle famiglie, grazie alle condizioni favorevoli della politica monetaria della BCE. In particolare, osserviamo una forte prevalenza verso la domanda di prestiti personali, a dimostrazione di una rinnovata fiducia dei consumatori nel progettare spese future. Allo stesso tempo però, a questa dinamica si associa una rigorosa valutazione della capacità di rimborso e del credito sostenibile, nella maggior parte dei casi, infatti, gli importi richiesti sono inferiori ai 5.000 euro. Infine, la modalità di pagamento si fa sempre più digitale e si sposta verso la formula ‘Buy now, pay later’ che permette di diluire ulteriormente anche i piccoli acquisti quotidiani (il 61% dei prestiti è tra 0 e 150 euro) rispetto ai vecchi modelli di finanziamento, i cosiddetti small ticket”, commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Nel primo trimestre di osservazione le richieste di finanziamenti finalizzati hanno fatto registrare una frenata dell’8,6% rispetto al corrispondente periodo del 2024, viceversa i prestiti personali volano a un +15,9%. Per quanto riguarda l’importo medio per entrambe le forme tecniche i segnali sono positivi ma con diverse incidenze: per i prestiti finalizzati abbiamo un +9,6% (7.518 euro), mentre i prestiti personali hanno registrato un incremento più contenuto (+2,4%) e un valore medio di 12.495 euro.

L’analisi della distribuzione delle richieste per fascia di importo del finanziamento conferma che nel I trimestre 2025 le preferenze degli italiani si sono concentrate nella classe inferiore ai 5.000 euro, che arriva a spiegare quasi la metà delle richieste con il 45,1% del totale. Dall’analisi della distribuzione per durata dei finanziamenti si evince che, anche in questi primi tre mesi dell’anno, quasi un finanziamento su tre preferisce piani di rimborso superiori ai 5 anni, con una quota pari al 33,1% del totale. Osservando, infine, la distribuzione delle istruttorie di credito in relazione all’età del richiedente, il Barometro CRIF evidenzia come nel primo trimestre dell’anno sia stata la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni a risultare maggioritaria, con una quota pari al 23,3% del totale, seguita da 35-44 anni con il 20,5%.

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– foto IPA Agency –

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Economia

Istat, nel 2024 indebitamento amministrazioni pubbliche in diminuzione

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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (-75.547 milioni) è stato pari al -3,4% del Pil, in diminuzione di 78,7 miliardi rispetto al 2023 (-154.284 milioni, corrispondente al -7,2% del Pil). E’ quanto emerge dai dati Istat, che ha pubblicato la notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle amministrazioni pubbliche, riferiti al periodo 2021-2024. Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato positivo e pari allo 0,4% del Pil, con un miglioramento di 4 punti percentuali rispetto al 2023. La spesa per interessi che, secondo le attuali regole di contabilizzazione, non comprende l’impatto delle operazioni di swap1, è stata pari al 3,9% del Pil, mostrando una crescita di 0,2 punti percentuali rispetto al 2023.

I dati del debito delle amminisrazioni pubbliche per gli anni 2021-2024 sono quelli pubblicati dalla Banca d’Italia e sono anch’essi coerenti con il SEC 2010. A fine 2024 il debito pubblico, misurato al lordo delle passività connesse con gli interventi di sostegno finanziario in favore di Stati membri della Uem, era pari a circa 2.966.597 milioni di euro (135,3% del Pil). Rispetto al 2023 il rapporto tra il debito delle amministrazioni e il Pil è aumentato di 0,7 punti percentuali.

– foto IPA Agency –

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