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Cronaca

Sostenibilità obiettivo primario della filiera impiantistica

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MILANO (ITALPRESS) – L’impiantistica italiana è in prima linea per traguardare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e per guidare le transizioni energetiche e digitali. E’ questo il quadro che emerge dal focus dell’Associazione Nazionale della Impiantistica Industriale ANIMP che ha riunito a Milano la sua Sezione Componentistica per analizzare trend e direttrici sulla base dei dati elaborati dal Centro Studi ANIMP, a pochi giorni dall’avvio della COP28 sul clima negli Emirati Arabi Uniti.
Secondo l’analisi ANIMP, per quanto riguarda i processi produttivi attuali, la filiera Italiana dell’impiantistica industriale presenta buoni segnali su digitalizzazione ed efficientamento energetico con ancora ampi margini per ulteriori implementazioni ed investimenti. Da segnalare in prospettiva anche un’attenzione verso la sostenibilità dei processi produttivi e quindi su quanto questo comporta in termini di approvvigionamento energetico e di soluzioni di efficientamento.
Oltre il 60% delle aziende mostra di avere fissato obiettivi di decarbonizzazione dei processi produttivi e di avere messo in atto azioni per misurare le emissioni di CO2.
Nello specifico le grandi imprese manifestano interesse di approvvigionarsi energeticamente da fonti rinnovabili e il 19% delle PMI (piccole medie imprese, ndr) intende implementare piani di innovazione digitale come smart factory/industry 4.0, pur non adottando da subito soluzioni come tecnologie immersive e strumenti digitali di calcolo delle emissioni.
Per quanto riguarda la sensibilità delle aziende agli obiettivi di sostenibilità, il 53% delle grandi imprese ha messo in atto azioni per misurare le emissioni di CO2 Scope 1-2-3 (dirette, indirette, e quelle legate alla catena logistica e degli approvvigionamenti); il 50% delle PMI mostra di misurare le emissioni dirette (Scope1), in percentuale minore quelle indirette (Scope 2) e della supply chain (Scope 3).
Inoltre oltre il 60% delle PMI e più del 50% delle grandi imprese è attivo nelle soluzioni e applicazioni che riguardano efficientamento e transizione energetica.
Più complesso il tema della cosiddetta “green finance”:metà delle aziende ritiene di avere prodotti/servizi finanziari non adeguati per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica.
Oltre la metà delle aziende sia di grandi dimensioni che PMI manifesta intenzione di avvalersi di finanziamenti (privati e/o pubblici), ma metà di esse riscontrano criticità per la partecipazione ai bandi comunitari, nazionali e regionali (a causa delle tempistiche, complicazioni burocratiche, scarsa trasparenza e/o comprensione nei criteri di aggiudicazione, ecc.)
Per quanto riguarda le risorse umane, il 13% delle grandi imprese dichiarano di avere un responsabile per l’Approvvigionamento Energetico. Inoltre il 33% delle grandi imprese ed il 25% delle PMI hanno ingegneri specialisti in digitale.
Altro tema rilevante è quello della formazione e delle competenze, ritenute importanti per tutte le tipologie di impresa. Oltre il 60% delle aziende (Grandi, piccole e medie) ritiene di dover implementare le proprie competenze preferibilmente formando il personale interno all’azienda mentre il restante 40% preferirebbe assumere esperti esterni con esperienza
“Quello che vediamo nel settore dell’impiantistica è un trasferimento graduale dall’industria tradizionale Oil & Gas verso un’impiantistica nuova di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, forse il nucleare e senza dubbio uno sviluppo vertiginoso delle auto elettriche”, ha dichiarato Daslav Brkic, direttore editoriale Rivista Impiantistica ANIMP. “Se combinato con il risparmio energetico, questo provocherà negli anni successivi un livellamento della domanda dei combustibili tradizionali, una diminuzione nettissima del carbone e un decollo della produzione elettrica da rinnovabili”, ha aggiunto Brkic pur riconoscendo l’incertezza dello scenario internazionale ed economico, iniziata con il Covid e culminata con lo scoppio delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. “Speriamo che non ci siano discontinuità terribili, ma da quello che vediamo adesso un cambio notevole di investimenti ci dovrebbe essere e anche un aumento del lavoro per tutti gli addetti”, ha concluso.
Lo scenario più plausibile potrebbe essere un’accelerazione della transizione energetica, malgrado una concreta preoccupazione riguardo i costi energetici e la disponibilità delle forniture. Infatti, è prevedibile che la domanda di petrolio e gas sarà attiva per molto tempo, così come i relativi investimenti in impianti e infrastrutture. Ad essere in gioco è la capacità dell’Italia di competere a livello internazionale e di governare con l’Europa il processo dell’innovazione.
Uno dei temi più approfonditi dalla giornata di studio ANIMP è stato l’”economia dell’idrogeno”, estremamente promettente nel medio termine con un enorme numero di progetti in corso, praticamente ovunque nel mondo e la convinzione generale che i costi dovrebbero diminuire con l’esperienza industriale, costruzione delle infrastrutture e sviluppo tecnologico a livelli competitivi.
“L’impiantistica italiana e tutta la nostra supply chain hanno un impatto molto importante nell’economia nazionale: contribuisce all’11% del Prodotto Interno Lordo e il 75% è diretto alle esportazioni – ha affermato il presidente di ANIMP Marco Villa – Abbiamo tutte le competenze per affrontare le nuove sfide ma dobbiamo essere disposti a mettere a fattor comune tutte le nostre varie e diversificate competenze e il nostro entusiasmo, in quanto solamente lavorando tutti insieme con spirito collaborativo e unendo tutte le nostre forze, potremo abbattere tutte le barriere per realizzare un futuro sostenibile”.
Proprio parlando di sostenibilità, Villa ha sottolineato che si tratta di “un impegno che tutti abbiamo preso, soprattutto per la riduzione della CO2 nelle proprie attività. Ora si sta avendo una grandissima attenzione allo sviluppo sostenibile anche per quanto riguarda il mercato di sbocco e i clienti. La stragrande maggioranza ha iniziato questo percorso e molte aziende stanno facendo riferimento ai rating ESG”. Secondo il presidente di ANIMP, quello delle aziende è però anche un “impegno culturale: tutte le aziende si stanno impegnando per trasmettere la cultura dello sviluppo sostenibile. Si possono raggiungere risultati quando la cultura è abbracciata da tutti i componenti dell’industria e quando prestano attenzione allo sviluppo sostenibile nelle loro attività day by day”.
Per ANIMP infatti sono due le strade principali per gli anni futuri: finalizzare l’efficientamento delle strutture di produzione e distribuzione di energia attuali verso la transizione energetica e la digitalizzazione.
Per il vicepresidente e Coordinatore della Sezione Componentistica di ANIMP Marco Pepori, “il valore aggiunto che la sezione componentistica ha dato alla filiera italiana è stato permettere ai fornitori di comprendere meglio le necessità dei propri clienti e questo ha dato uno sviluppo notevole soprattutto alla piccola e media industria”. “La componentistica ha dato vita a parecchie sezioni negli anni e nel prossimo futuro (sarà centrale, ndr) la sezione internazionalizzazione per dare una mano alle piccole e medie imprese per riuscire a vendere in quei mercati dove sempre più c’è la tendenza ad avere il local content”, ha aggiunto.
-foto xh7 –
(ITALPRESS).

Cronaca

Vardy-show, colpo Cremonese al “Dall’Ara” e Bologna al tappeto

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Torna a vincere la Cremonese e lo fa nel segno di Jamie Vardy. Il 38enne inglese ex Leicester, infatti, firma la sua prima doppietta in Serie A nella vittoria per 3-1 in casa del Bologna. Tre punti fondamentali per i grigiorossi, che interrompono una striscia di tre sconfitte consecutive e salgono a 17 punti, a +7 dal terzultimo posto del Pisa e a -1 dall’ottavo della Lazio. Si ferma invece a tre la striscia di vittorie consecutive del Bologna, che in campionato non perdeva da due mesi e mezzo e che per la prima volta in campionato cade in casa, rimanendo al quinto posto con 24 punti assieme al Como. La partita è vivace e ad alta intensità fin dai primi istanti: Orsolini colpisce un palo dopo due minuti e Dominguez impegna Audero, ma la Cremonese non sta a guardare e si rende pericolosa con Vardy, che approfitta di un controllo sbagliato da Casale ma viene fermato da Zortea. La squadra di Nicola è più reattiva sulle seconde palle e cerca immediatamente la profondità, ed è così che sblocca il risultato al 31′: lancio di Audero, Casale colpisce di testa ma Bianchetti trova l’imbucata immediata in profondità per Payero, che batte Ravaglia. Al 35′, Vardy, su assist di Bonazzoli, raddoppia su una situazione identica, ancora da rilancio lungo di Audero. Un uno-due che stordisce il Bologna. Agli uomini di Italiano serve l’episodio, che arriva nel recupero, quando Bianchetti commette fallo di mano sulla giocata di Castro: Feliciani indica il dischetto e Orsolini trasforma. Il tecnico dei felsinei cambia qualcosa al ritorno dagli spogliatoi ma è la Cremonese a scendere in campo con più convinzione, trovando il nuovo doppio vantaggio al 50′: cambio di gioco per Barbieri, che mette in mezzo trovando Vardy, il quale taglia davanti al neoentrato Heggem, evita Ravaglia e segna. Poco dopo arriva anche un palo per la Cremonese, con la deviazione di Payero su calcio d’angolo. Con il passare dei minuti il ritmo cala e il Bologna cerca la scossa sui calci piazzati, prima con una spizzata di Pobega, su cui non arriva nessun compagno sul secondo palo, e poi con una palla tesa che trova la deviazione di Baschirotto, che rischia l’autogol colpendo l’incrocio dei pali. Italiano inserisce una seconda punta, Dallinga, ma a sfiorare il gol sono ancora gli ospiti: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, dopo una serie di rimpalli Terracciano sbaglia clamorosamente l’appoggio a pochi centimetri dalla porta completamente spalancata. Audero nega due volte al Bologna di riaprire la partita con due grandi riflessi, prima su Castro e poi su una deviazione di Folino. Il difensore è al centro di un episodio da moviola nel recupero, quando tocca la palla con il braccio largo nel tentativo di contrastare Dallinga: dopo un lungo check, il Var decide di non richiamare Feliciani all’on-field review. Il risultato non cambia più: il Bologna torna in campo già giovedì con la partita di Coppa Italia contro il Parma, mentre la Cremonese è attesa dalla sfida casalinga di domenica contro il Lecce.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Garlasco, l’ex pm Venditti “Alla fine sarà tanto fumo per niente”

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ROMA (ITALPRESS) – “Io mi limito a valutare i fatti. I fatti sono questi: tre perquisizioni nell’arco neanche di un mese non è una cosa normale”. Così, in un’intervista al Tg1, l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari in relazione al caso del delitto di Garlasco, rispondendo alla domanda se ci sia un accanimento da parte dei magistrati della Procura di Brescia nei suoi confronti. L’accusa di avere ricevuto soldi per archiviare la posizione di Andrea Sempio “come ho già ripetuto più volte, non è infondata, è ridicola. E dico solo questo”, aggiunge Venditti. Ed avere svolto l’indagine su Andrea Sempio in relazione all’omicidio di Chiara Poggi “è stato un eccesso di zelo”. “Il gip nel decreto di archiviazione mi ha praticamente scritto a chiare lettere che ho sbagliato, che mi sarei dovuto fermare al rigetto dell’istanza di revisione del gennaio 2017 – spiega -. Avere svolto l’indagine è stato un eccesso di zelo”.

I giudici del Riesame di Brescia hanno rigettato la richiesta degli inquirenti di potere accedere in modo indiscriminato nei dispositivi informatici e ora la Procura, dopo tre annullamenti, ha presentato ricorso in Cassazione. Un altro tentativo che non inquieta l’ex magistrato: “Continuo a essere soddisfatto, sentiamo cosa dice la Cassazione”. E in attesa della fine dell’incidente probatorio e dei primi risultati sul Dna trovato sulle unghie della ventiseienne uccisa a Garlasco, Venditti non ha dubbi: “Sarà uno scontro tra periti, vediamo che cosa salta fuori”. Ed alla domanda su come finirà questa storia risponde: “Tanto fumo per niente”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

IL GIRO D’ITALIA 2026 PARTE DALLA BULGARIA E AVRA’ UNA TAPPA VOGHERA-PAVIA-MILANO

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Il Giro d’Italia torna all’estero e, dopo l’Albania, approda per la prima volta nella sua storia in Bulgaria. L’edizione 2026 della Corsa Rosa scatterà l’8 maggio da Nesebăr che darà il via a una tre giorni nell’Est Europa che toccherà città come Burgas, Veliko Tărnovo e la capitale Sofia, chiamata a ospitare l’arrivo dell’ultima frazione in terra bulgara. Come ormai accade da qualche anno l’ultima tappa è in programma domenica 31 maggio a Roma e vedrà il Colosseo sullo sfondo.
Ma la notizia più ghiotta è che, nelle tappe al nord, ci sarà una tappa per velocisti, da 136 km, che Domenica 24 Maggio partirà da Voghera, transiterà da Pavia e si concluderà a Milano. Un evento di risonanza internazionale che proietta ancora una volta dopo il 2021 (partenza da Stradella) il nostro territorio al centro di una delle manifestazioni sportive più seguite e amate d’Italia. La corsa attraverserà la pianura pavese con i passaggi a Casteggio, Bressana e poi attraverso il Ponte sul Po (per allora si spera senza più lavori), prima di raggiungere Cava Manara e Pavia (km 26,9), primo snodo importante della giornata. Da lì, la tappa si snoda verso nord toccando paesi come Torre d’Isola, Bereguardo, Motta Visconti e Abbiategrasso, sempre su strade larghe e scorrevoli. Superata Abbiategrasso (km 61,6), la tappa farà direzione verso il capoluogo lombardo.
L’annuncio della tappa da Voghera è arrivato al termine di mesi di lavoro e interlocuzioni istituzionali portate avanti con determinazione dall’amministrazione comunale insieme a RCS Sport e alla Provincia di Pavia. Alla cerimonia nella Capitale erano presenti il Sindaco Paola Garlaschelli e l’assessore allo Sport Giuseppe Giovanetti. Per il Sindaco Garlaschelli si tratta di “un risultato che premia l’impegno del territorio, apre nuove opportunità di promozione e porta Voghera al centro della scena sportiva nazionale e internazionale”. Per l’assessore Giovannetti “portare il Giro d’Italia qui significa molto più di un grande evento sportivo: vuol dire accogliere atleti, tecnici, media, appassionati e trasformare una giornata in un’occasione di energia collettiva”. Ora si apre la fase più delicata e decisiva, quella organizzativa. L’amministrazione comunale lavorerà insieme alle realtà sportive locali, alle associazioni e ai cittadini per costruire un’accoglienza all’altezza di un evento così grande. Dalla logistica alle iniziative collaterali, dalla sicurezza alla valorizzazione del centro urbano, tutto dovrà concorrere a rendere la partenza del Giro un momento indimenticabile.

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