Economia
Salario minimo, Montanaro “Indebolisce la rappresentanza e contrattazione collettiva”
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il salario minimo stabilito per legge indebolirebbe la rappresentanza e contrattazione collettiva, con conseguenze dannose per la tutela dei lavoratori. Per questo occorre promuovere il rafforzamento e l’integrale applicazione dei Ccnl sottoscritto da soggetti realmente rappresentativi, arginando il dumping contrattuale che rende più fragili i diritti dei lavoratori e impedisce condizioni omogenee di tutela salariale e di welfare”. Così, il presidente dell’Associazione nazionale dei consulenti del Lavoro, Dario Montanaro, al termine dell’audizione della Confprofessioni presso la commissione parlamentare Lavoro della Camera, impegnata nella discussione del disegno di legge sul salario minimo.
“In questo ambito, il Cnel sta svolgendo una funzione determinante, che dovrebbe essere ulteriormente valorizzata, nel monitoraggio della contrattazione collettiva e della programmazione economica e sociale. E’ questa la direzione giusta, ma dev’essere accompagnata anche dalla detassazione degli incrementi retributivi concordati tra le parti sociali in occasione dei rinnovi dei contratti collettivi di lavoro, proprio per adeguare i redditi dei lavoratori all’andamento dell’inflazione”, conclude.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Economia
Giorgetti “Quadro incerto, sostenibilità e rispetto delle regole UE per una stabilità economica”
Pubblicato
9 ore fa-
6 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il disegno di legge di Bilancio si inserisce in un quadro congiunturale incerto. Gli elevati debiti accumulati a seguito delle crisi negli ultimi anni, le preoccupazioni sull’evoluzione futura della crescita e dell’inflazione, i timori legati a rischi di instabilità politica rappresentano fattori che hanno spinto al rialzo i rendimenti dei titoli pubblici a medio e lungo termine nelle maggiori economie mondiali. In questo contesto, una politica di bilancio attenta a garantire la sostenibilità del debito e in linea con le regole della governance economica europea può favorire la stabilità economica e finanziaria del nostro Paese, che ogni anno rinnova circa 400 miliardi di titoli di debito pubblico”. Così il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.
“Ogni confronto della manovra con quelle degli anni precedenti, non terrebbe in debito conto alcuni fattori, a partire dal cambio delle regole di finanza pubblica a livello europeo e che la legge di bilancio delle scorso anno ha finanziato in via permanete e strutturale misure che in passato venivano finanziate anno per anno. Il mantenimento di una politica di bilancio responsabile rappresenta un requisito fondamentale per il nostro Paese. Nel nuovo quadro di governance europea gli spazi di manovra alla luce della regola della spesa netta sono più contenuti rispetto al passato”, ha aggiunto.
“La riduzione di 2 punti percentuali della seconda aliquota Irpef è volta a tutelare i contribuenti con redditi medi, a cui sono stati destinati 3 miliardi. Tale misura estende la platea di soggetti che avevano beneficiato a partire dal 2025 della riduzione strutturale del cuneo fiscale, coinvolgendo 13,6 milioni di contribuenti, cioè il 32% del totale, di cui 8,2 milioni lavoratori dipendenti Il beneficio medio atteso è di 218 euro anni, con un beneficio massimo di 440 l’anno”. Così ancora il ministro dell’Economia e delle Finanze.
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(ITALPRESS).
Economia
Manovra, Corte dei Conti: “Mira a coniugare la sostenibilità e il sostegno del potere di acquisto delle famiglie”
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9 ore fa-
6 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il disegno di legge di bilancio interviene in un contesto in cui permangono forti elementi di incertezza del quadro macroeconomico internazionale, segnato dal nuovo regime dei dazi americani e dalla prosecuzione ed accentuazione dei conflitti geopolitici, che hanno condizionato le scelte delle imprese e frenato la propensione alla spesa delle famiglie”. Lo afferma il presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, Mauro Orefice, durante un’audizione presso le commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera. “Il complesso degli interventi proposti mira pertanto a coniugare esigenze diverse nel cui ambito centrale appare l’impegno del governo ad assicurare la sostenibilità della finanza pubblica, cui si affiancano misure a sostegno del potere di acquisto delle famiglie e delle imprese e per il sociale”, aggiunge Orefice.
“Sotto il primo profilo, la manovra è volta a garantire l’impegno a mantenere la spesa netta entro i limiti di crescita stabiliti nel Piano strutturale di bilancio: il rispetto degli obiettivi di crescita della spesa netta dovrebbe mantenere l’indebitamento sotto la soglia del 3% del Pil nel 2026 e confermare l’evoluzione prevista del rapporto debito-Pil lungo un sentiero discendente a decorrere dal 2027. Quanto agli impatti sulla crescita – osserva -, la manovra appare volta al rispetto dei limiti della traiettoria della spesa netta, consentendo di sostenere la domanda interna e i redditi del ceto medio attraverso interventi di riduzione del prelievo fiscale, di sostegno alle imprese e di salvaguardia nel tempo della spesa sanitaria ma che solo in parte interviene sul potenziamento degli investimenti pubblici e privati. Un articolato che infine non include aumenti sul fronte della spesa per la difesa che verranno inseriti successivamente, una volta deciso se l’Italia richiederà l’attivazione della clausola di salvaguardia per finanziare in deficit questa voce di spesa e se utilizzerà il meccanismo Safe proposto dalla Commissione Europea per l’erogazione dei corrispondenti prestiti agevolati”, conclude.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Manovra, Bankitalia: “La capacità delle nuove norme di accelerare i rinnovi appare limitata”
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9 ore fa-
6 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Le coperture quantitativamente più rilevanti derivano dall’inasprimento di diversi regimi di tassazione a carico degli intermediari finanziari e delle assicurazioni (4,1 miliardi nel 2026 e nel 2027, 1,8 nel 2028) e dalla riprogrammazione del PNRR (5,1 miliardi nel 2026, 0,7 nel 2027 e 0,4 nel 2028)“. Così Fabrizio Balassone, vicecapo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera.
“Si può stimare che complessivamente le misure non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie. La riduzione dell’aliquota dell’Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch’essi modesti”, ha aggiunto Balassone.
“L’evasione fiscale, come noto, danneggia la crescita e produce iniquità, sfavorendo le imprese e i cittadini onesti. La manovra apre a una nuova ‘rottamazione’: uno strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito. Allo stesso tempo include misure che si pongono in continuità con quelle che hanno consentito, anche attraverso il crescente utilizzo di tecnologie avanzate, la riduzione dell’evasione negli anni scorsi”.
“Le revisioni dell’ISEE andrebbero effettuate con parsimonia, senza snaturarne la funzione di misurazione; peraltro, risultati analoghi possono essere raggiunti modificando le soglie che definiscono l’accesso o l’ammontare dei singoli benefici. L’ISEE ha lo scopo di cogliere lo stato di bisogno delle famiglie tenendo conto non solo del reddito ma anche del patrimonio, in base all’ipotesi del tutto ragionevole che quest’ultimo costituisca una protezione importante su cui contare nelle situazioni avverse, oltre che più in generale una determinante delle condizioni di vita di un nucleo familiare. Aumentando la franchigia per la prima casa si dà meno peso al vantaggio che ha, a parità di reddito, chi possiede l’abitazione di residenza rispetto a chi è in affitto”, aggiunge.
“Le ripercussioni degli interventi sulla posizione patrimoniale del complesso degli intermediari appaiono contenute. Il sistema bancario italiano è nell’insieme solido, ben patrimonializzato e oggi tra i più redditizi d’Europa. I rischi di credito restano limitati, grazie anche alle buone condizioni finanziarie delle imprese. In generale, sarebbe opportuno evitare il ripetersi frequente di inattese modifiche della tassazione”, prosegue Balassone.
“La capacità delle nuove norme di accelerare i rinnovi appare limitata: circa il 40% dei dipendenti privati è coperto da accordi firmati prima del 2025 con scadenza successiva al 31 dicembre 2026 (inclusi quelli del commercio e turismo, settori che hanno sperimentato un’erosione del potere d’acquisto particolarmente marcata). I principali contratti collettivi nazionali che potranno beneficiare della misura riguardano soprattutto settori in cui le trattative per il rinnovo sono già avviate o che storicamente rinnovano con ritardi modesti. Emergono inoltre incertezze circa le modalità di effettiva attuazione della misura in relazione alla definizione di incremento retributivo soggetto ad aliquota ridotta, al perimetro della platea dei beneficiari e alle modalità di effettivo accesso”, ha concluso.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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