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Caos e scontri al Maracanà, poi vince l’Argentina

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RIO DE JANEIRO (BRASILE) (ITALPRESS) – Brasile-Argentina non è una partita come le altre. E non lo è stato nemmeno nella notte italiana al Maracanà dove la sfida valida per le qualificazioni ai Mondiali è cominciata con mezz’ora di ritardo dopo gli scontri fra la polizia locale e i tifosi ospiti. L’atmosfera inizia a surriscaldarsi durante gli inni, sugli spalti vengono a contatto gli ultras delle due squadre, Messi e compagni vanno sotto la curva per provare a calmare gli animi ma senza successo e a quel punto intervengono gli agenti. La situazione degenera, volano seggiolini, alcuni tifosi cercano rifugio sul terreno di gioco e pure il Dibu Martinez si mette in mezzo, colpendo un agente che stava caricando i tifosi albicelesti. La Seleccion, guidata da Messi, decide così di tornare negli spogliatoi. “E’ stato brutto – racconterà poi l’ex fuoriclasse di Barcellona e Psg – Abbiamo visto come stavano picchiando le persone, era già successo durante la finale della Libertadores (giocata al Maracanà fra Fluminense e Boca, ndr), stavano ancora una volta usando i manganelli, sugli spalti c’erano anche i familiari di alcuni giocatori. Siamo tornati negli spogliatori perchè era il modo migliore per calmare le cose, poteva finire in tragedia. La partita, a quel punto, era una cosa secondaria”. Visione condivisa anche da Marquinhos, capitano dei verdeoro, pure lui intervenuto per calmare la situazione: “Eravamo preoccupati per le famiglie, per donne e bambini, abbiamo visto montare il panico sugli spalti. In campo era difficile per noi capire cosa stesse succedendo, è stata una situazione davvero spaventosa”. Alla fine, però, si è giocato e a spuntarla è stata l’Argentina per 1-0, grazie al colpo di testa vincente di Otamendi al 63′. I verdeoro hanno poi chiuso in dieci per il rosso a Joelinton e per la prima volta hanno perso in casa una gara di qualificazione mondiale. Per la Selecao del ct ad interim Diniz è anche il terzo ko di fila (mai successo nella storia) nel girone sudamericano dopo quelli con Uruguay e Colombia: il Brasile è ora sesto con 7 punti in sei gare, ultimo piazzamento disponibile per qualificarsi. Ma nemmeno per l’Argentina è tutto rosa e fiori: se in classifica l’Albiceleste è al comando con 15 punti, nel post-gara fanno discutere le parole del ct Lionel Scaloni, che mette in dubbio il suo futuro: “La nazionale ha bisogno di un allenatore con le energie necessarie e che stia bene. Parlerò con i dirigenti e i calciatori, ho tante cose a cui pensare in questo periodo, devo riflettere molto su quello che voglio fare. Non è un addio ma devo riflettere perchè l’asticella è molto alta”, ha aggiunto il tecnico che ha guidato l’Argentina alle vittorie di Coppa America e Mondiale. “Parleremo con lui a mente fredda e poi si vedrà, le sue parole sono state uno shock”, la reazione di Otamendi mentre Mac Allister spera che “non vada via, vorremmo che restasse per sempre. Ma se non volesse rimanere, andrebbe rispettata la sua decisione”.
Per quanto riguarda le altre gare delle qualificazioni sudamericane ai Mondiali, continua a vincere l’Uruguay di Bielsa, che batte 3-0 la Bolivia (doppietta di Nunez) ed è secondo alle spalle dell’Argentina mentre un rigore di Borre lancia la Colombia ad Asuncion: 1-0 sul Paraguay. Sempre più in crisi il Cile, anche dopo le dimissioni del ct Berizzo, che a Quito cede di misura all’Ecuador (decide la rete di Mena al 21′), pari infine fra Perù e Venezuela: a Yotun risponde Savarino per la Vinotinto.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Conceicao e Openda, la Juventus continua a vincere: Roma sconfitta 2-1

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TORINO (ITALPRESS) –  La Juventus batte la Roma 2-1 all’Allianz Stadium e si porta a -1 dal quarto posto occupato proprio dai giallorossi. Sono le reti di Conceicao (uscito per infortunio nella ripresa) e Openda a regalare continuità alla squadra di Luciano Spalletti dopo la bella vittoria esterna sul Bologna. Non è un risultato qualunque per i bianconeri, bensì un successo che aggiunge autostima e fiducia.

La Roma infatti si presentava a Torino con la miglior difesa del campionato (8 gol presi prima di stasera) e senza aver mai preso più di un gol a partita in Serie A. Il reparto arretrato scelto da Gasperini allo Stadium è però inedito. Ndicka è con la Costa d’Avorio in Coppa d’Africa, mentre Hermoso parte dalla panchina per un affaticamento. La scelta del tecnico quindi, oltre che su Mancini, ricade su Ziolkowski e Rensch.

Il sistema di duelli a tutto campo di Gasperini regge per quasi un tempo, poi la retroguardia giallorossa inizia a scricchiolare: al 43′ Conceicao ha la palla dell’1-0, ma calcia sul corpo di Svilar. Lo stesso duello si ripete due minuti dopo: il fraseggio nello stretto tra Yildiz e Cambiaso si chiude con il diagonale vincente del portoghese figlio d’arte, autore del terzo gol stagionale, il secondo in campionato.

Al 52′ altra chance: Yildiz scambia con Openda e arriva a calciare col mancino sfiorando il secondo palo. L’estro del turco mette alle corde la Roma poco dopo: Yildiz sfonda centralmente e serve Conceicao che supera la carica di Wesley e prova a beffare Svilar col tacco, trovando l’opposizione del portiere serbo. Gasperini capisce il momento e cambia l’intero tridente d’attacco: fuori Pellegrini, Dybala e Soulé; dentro Bailey (costretto ad uscire al 73′ per un problema fisico), Ferguson e Baldanzi.

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Le prime sostituzioni di Spalletti sono invece obbligate: Conceicao chiede il cambio per un problema muscolare, Bremer invece si ferma per una gestione delle energie dopo il lungo stop. In campo vanno quindi Zhegrova e Rugani. Tatticamente non cambia nulla e nemmeno il copione di gioco subisce modifiche. Il 2-0 al 70′ nasce proprio da un cross di Zhegrova. McKennie va a colpire di testa in anticipo su Ziolkowski: Svilar si oppone, ma non può nulla sul servizio intelligente dello statunitense per Openda che appoggia in rete da due passi.

Cinque minuti dopo però la Roma la riapre con Baldanzi, tempestivo nel depositare in rete dopo una deviazione di Di Gregorio sul diagonale precedente di Ferguson. La squadra giallorossa ci crede e lascia spazi: Yildiz ha la palla del ko all’80’ ma il suo destro si stampa sul palo. Il risultato non cambia più. La Juventus si riaffaccia nella bagarre per lo Scudetto.

IL TABELLINO

JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio 6; Kalulu 6, Bremer 7 (16’st Rugani 6), Kelly 6; McKennie 7, Locatelli 7, Thuram 6.5, Cambiaso 6.5 (44’st Kostic sv); Conceicao 7 (16’st Zhegrova 6), Yildiz 7 (44’st Miretti sv); Openda 7 (37’st David sv). In panchina: Perin, Scaglia, Joao Mario, Rouhi, Felipe, Adzic, Milik. Allenatore: Spalletti 6.5.

ROMA (3-4-2-1): Svilar 6.5; Mancini 6.5, Ziolkowski 5.5, Rensch 6; Celik 5, Cristante 6, Kone 5, Wesley 7; Soulé 5 (11’st Baldanzi 7), Pellegrini 5 (8’st Bailey 5, 28’st El Shaarawy 6); Dybala 5.5 (11’st Ferguson 6.5). In panchina: Vasquez, Gollini, Angelino, Tsimikas, Hermoso, Sangaré, Mirra, Ghilardi, Pisilli, Bah. Allenatore: Gasperini 6.

ARBITRO: Sozza di Seregno 6.
RETI: 44’pt Conceicao, 25’st Openda, 30’st Baldanzi.
NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni.
Ammoniti: Soulé, Conceicao, Kone, Cristante, McKennie.
Angoli: 2-4.
Recupero. 1′ pt, 5′ st.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Tra Lazio e Cremonese vince la noia, all’Olimpico è 0-0

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ROMA (ITALPRESS) – La Lazio manca un’altra occasione di trovare continuità e dare l’assalto alla zona Europa, pareggiando per 0-0 in casa contro la Cremonese. I biancocelesti non danno seguito all’impresa di Parma e, soprattutto, continuano a non riuscire a vincere due partite di fila in Serie A, rimanendo a tre punti dal quinto posto della Juventus.

Scelte quasi obbligate per Sarri, che deve fare a meno anche degli squalificati Basic e Zaccagni: a centrocampo, quindi, spazio a Vecino, mentre in attacco è Pedro a vincere il ballottaggio con Noslin, che parte di nuovo dalla panchina. Nicola, invece, in difesa lancia Folino per la prima volta titolare e a centrocampo sceglie la coppia formata da Bondo e Grassi, con Johnsen in posizione di trequartista dietro a Bonazzoli e Vardy. La partita inizia su ritmi abbastanza bassi, soprattutto per demerito della Lazio che tiene il possesso palla ma fatica a trovare velocità negli scambi e nei movimenti per provare a impensierire la difesa ospite, che si chiude bene e concede poco, cercando poi di ripartire con Barbieri sulla fascia e gli scatti di Vardy in profondità. Poco prima della mezz’ora arriva un’occasione importante per la Lazio, con Castellanos che tenta una complicata deviazione di testa ma non trova nessun compagno in area, favorendo la presa di Audero.

Uno dei problemi della Lazio sono le poche situazioni in cui i biancocelesti sono riusciti a isolare nell’uno contro uno Cancellieri e Pedro. Il secondo tempo inizia con due lampi importanti, da una parte con Castellanos, che non impatta al meglio e non impensierisce Audero, e dall’altra con Vardy, che da buona posizione di testa manda alto. È solo un’illusione, però, visto che i ritmi tornano presto ad abbassarsi.

Sarri si affida di nuovo all’imprevedibilità di Noslin, che appena entrato detta a Guendouzi un bel movimento in profondità e arriva al tiro, troppo strozzato. La partita diventa anche un po’ nervosa (da sottolineare il giallo a Guendouzi, che era diffidato e salterà la partita contro l’Udinese) e i due portieri si fanno trovare pronti sui tentativi senza troppe ambizioni di Bonazzoli e Marusic.

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Nel recupero, protagonista Guendouzi, prima con un cross pericoloso ben respinto da Audero, e poi con una super ripartenza che ha portato all’espulsione di Ceccherini per fallo da ultimo uomo su Cancellieri. Sulla punizione da ottima posizione va Cataldi, ma il suo tiro si spegne sul fondo, alto di poco.

IL TABELLINO

LAZIO (4-3-3): Provedel 6; Marusic 6, Gila 6, Romagnoli 6, Pellegrini 6 (37’st Lazzari sv); Guendouzi 6.5, Cataldi 6, Vecino 6 (19’st Belahyane 6); Cancellieri 6, Castellanos 5.5, Pedro 5.5 (19’st Noslin 6). In panchina: Mandas, Furlanetto, Patric, Tavares, Provtsgaard, Farcomeni, Fernandes. Allenatore: Sarri 6.

CREMONESE (3-4-1-2): Audero 6; Terracciano 6, Baschirotto 6, Folino 6 (25’st Ceccherini 5); Barbieri 6 (43’st Floriani Mussolini sv), Grassi 5.5 (24’st Vandeputte 6), Bondo 5.5, Pezzella 6; Johnsen 5.5 (31’st Zerbin 6); Bonazzoli 5.5 (31’st Sanabria 6), Vardy 6. In panchina: Silvestri, Nava, Faye, Valoti, Sarmiento, Lordkinapidze, Moumbagna, Vazquez. Allenatore: Nicola 6.

ARBITRO: Pairetto di Nichelino 5.
NOTE: serata nuvolosa, terreno in ottime condizioni.
Al 49’st espulso Ceccherini per fallo su chiara occasione da gol. A
mmoniti: Pedro, Grassi, Barbieri, Romagnoli, Guendouzi, Pezzella, Gila.
Angoli: 3-0.
Recupero: 1′ pt; 5′ st.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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A von Allmen la discesa di Cdm in Val Gardena, gran terzo posto per Schieder

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VAL GARDENA (ITALPRESS) – Franjo von Allmen vince la discesa libera della Val Gardena, valida per la Coppa del mondo 2025/2026 di sci alpino. Lo svizzero ha battuto Marco Odermatt con il tempo di 1’58″67, precedendo il connazionale di 0″30. Terzo posto per l’azzurro Florian Schieder, che torna sul podio a quasi due anni dall’ultima volta, pagando un distacco di 0″98.

Bene, in generale, tutta la squadra italiana, con Dominik Paris sesto a 1″11, Mattia Casse ottavo a 1″20 e Giovanni Franzoni dodicesimo a 1″72; a punti anche Benjamin Jacques Alliod, ventesimo a 1″98. Più lontani Max Perathoner (44°) e Christof Innerhofer (52° dopo essere praticamente uscito di pista), mentre non ha concluso la gara Marco Abruzzese.

L’ORDINE DI ARRIVO

1. Franjo von Allmen (Sui) in 1’58″67
2. Marco Odermatt (Sui) a 0″30
3. Florian Schieder (Ita) a 0″98
4. Nils Alphand (Fra) a 1″00
5. Alessio Miggiano (Sui) a 1″04
6. Dominik Paris (Ita) a 1″11
7. Niels Hintermann (Sui) a 1″12
8. Mattia Casse (Ita) a 1″20
9. Adrien Theaux (Fra) a 1″29
10. Elian Lehto (Fin) a 1″47

12. Giovanni Franzoni (Ita) a 1″72
20. Benjamin Jacques Alliod (Ita) a 1″98
44. Max Perathoner (Ita) a 2″87
54. Christof Innerhofer (Ita) a 5″34

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– foto IPA Agency –

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