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Cronaca

Parità di genere, Danone premierà nelle gare i fornitori certificati

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MILANO (ITALPRESS) – Danone Italia, da anni al lavoro per realizzare la parità di genere sul piano lavorativo all’interno dell’azienda e già certificata, cerca ora di coinvolgere la sua catena di fornitori.
Durante l’evento “La parità di genere come leva per migliorare la competitività aziendale” che si è tenuto a Milano, nella sede dell’azienda alimentare, è stata annunciata l’intenzione di dare premialità, nelle gare ai fornitori che avranno ottenuto la ‘Certificazione per la parità di generè (Uni Pdr 127/22). “Come Danone Italia – ha dichiarato Sonia Malaspina, Direttrice delle Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Danone Italia e Grecia al microfono di Italpress – ci siamo impegnati a inserire in tutte le gare che apriremo verso la nostra filiera di fornitori un criterio aggiuntivo importante: le aziende che avranno conseguito la ‘Certificazione per la parità di generè avranno dei punteggi di premialità. Andremo quindi a favorire le aziende che credono nei nostri stessi valori e lo faremo firmando un accordo di secondo livello con i nostri rappresentanti sindacali al fine di impegnarci in questo cammino di miglioramento e di progresso insieme a tutta la nostra filiera di fornitori”.
Presenti al convegno milanese rappresentanti di imprese, sindacati, associazioni e istituzioni per ragionare attorno al tema. “Non è scontato – ha detto Massimiliano Albanese, Segretario nazionale FAI CISL – voler fare un accordo di secondo livello che impegna la catena dei fornitori sulla certificazione di genere. Significa che siamo davanti a una responsabilità sociale rafforzata, che non ha solo l’obiettivo di arrivare ma anche nel tragitto si impegna assieme a un attore sociale, che è il sindacato, a fare questo percorso”. “Il settore privato può funzionare da traino per il settore pubblico, noi ci crediamo da anni e abbiamo stiamo mettendo a disposizione i risultati ottenuti al pubblico”, ha detto Fabrizio Gavelli, Presidente e Amministratore delegato Danone Italia e Grecia.
Presente all’evento anche Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro della Regione Lombardia: “Regione Lombardia – ha detto – è la prima che è partita con una misura ad hoc sulla ‘Certificazione di generè. Questo dà il segno che ci crediamo. Abbiamo messo a disposizione 10 milioni per le imprese che vogliono iniziare il percorso per la certificazione”. Poi l’Assessore ha fornito i numeri lombardi: “Siamo soddisfatti, abbiamo infatti superato lo step delle 500 aziende che hanno iniziato il percorso. E’ un lavoro che va fatto assieme”. A livello nazionale le aziende già certificate per la parità di genere sono invece 738, secondo quanto riferito da Paola Corna Pellegrini, Presidente AICEO-Associazione Italiana CEO e Presidente di Winning Women Institute.
Danone Italia, che è anche B-Corp, ha testimoniato, durante l’evento, quanto l’attenzione alla parità di genere e alla genitorialità porti risultati all’azienda che ci crede. Pietro Paolo Origgi, Direttore risorse umane Danone Italia e Grecia ha detto: “Il 100% delle mamme sono tornate al lavoro dopo il congedo, il 60% delle promozioni nel 2022 sono andate a donne e il 100% dei papà in Danone ha fatto i 20 giorni di congedo”. “In termini economici – ha spiegato ancora Malaspina – questo significa maggiore produttività, maggiore creatività, e maggiore attrattività dei talenti in azienda e un abbassamento del tasso di assenteismo”.

– foto f03/Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

Urso “L’industria 5.0 è un incentivo per le imprese”

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CERNOBBIO (ITALPRESS) – “La misura Industria 5,0 è importantissima in un momento così decisivo per fare un incentivo forte all’innovazione delle nostre imprese, a rendere più competitive sia per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia digitale sia per quanto riguarda la tecnologia green e l’efficientamento energetico e altrettanto per la formazione di personale”.
Lo ha detto il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso a margine dei lavori del Forum TEHA in corso a Villa d’Este a Cernobbio.
“Industria 5.0 è la misura più importante e più innovativa che in questi mesi hanno messo in campo i Paesi europei e lo ha fatto l’Italia, perchè l’unica misura che mette insieme l’innovazione digitale con l’industria 4.0 e l’innovazione e l’efficientamento economico green, attraverso le risorse del Pnrr – ha aggiunto – Essendo parte delle risorse derivanti dal Pnrr, attraverso il Repower Eu, vanno assolutamente integrate entro il 2025, per essere rendicontate entro giugno 2026. Per questo un’eventuale proroga di questa misura va contrattata in sede europea, così come qualunque modifica alla misura come è stata realizzata va comunque comunicata alla commissione europea”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Imprese e tecnologia, uno studio “Necessario new deal delle competenze”

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CERNOBBIO (COMO) (ITALPRESS) – Nel mondo è in corso una vera e propria rivoluzione industriale data dall’integrazione pervasiva delle tecnologie digitali in azienda, che oggi accelera ulteriormente grazie all’intelligenza artificiale. Questa centralità di tecnologia e innovazione rende necessario sviluppare un nuovo paradigma nella relazione tra uomo e tecnologia: la società 5.0, dove la tecnologia non è più un qualcosa che sostituisce, ma diventa un abilitatore di nuovi modelli di cittadinanza e lavoro che vedano l’individuo al centro.
In questo contesto, la chiave per la competitività è l’innovazione, che è a sua volta alimentata dalle competenze. E’ questo il principio che ha guidato la realizzazione dello Studio “Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue”, elaborato da TEHA Group in collaborazione con Philip Morris Italia, presentato oggi nell’ambito della 50esima edizione del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Massimo Andolina (Presidente Regione Europea, Philip Morris International), Marco Hannappel (Presidente e Amministratore Delegato, Philip Morris Italia – VP South West Europe Cluster) e l’Advisor scientifico e portavoce dell’iniziativa Giorgio Metta (Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia).
La ricerca si è posta l’obiettivo di definire gli elementi per un New Deal delle competenze per trasformare il nostro Paese in un’Italia 5.0 – in grado di cogliere da protagonista tutti i benefici derivanti da innovazione, digitalizzazione e nuove tecnologie – che rappresenti anche un modello da esportare a livello europeo. Lo studio ha fatto leva su un’ampia attività di stakeholder engagement, che ha visto la partecipazione di oltre 10 vertici di imprese, delle istituzioni e delle associazioni di categoria in interviste riservate, nonchè il coinvolgimento di oltre 450 imprese da 4 Paesi UE (Italia, Germania, Francia, Spagna) in una survey, somministrata in collaborazione con Coldiretti, per misurare digitalizzazione e competenze nei settori agricolo e manifatturiero.
Secondo Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di TEHA Group e The European House – Ambrosetti, “per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale, è chiave per l’Italia muoversi verso un nuovo paradigma di dispiegamento tecnologico: quello della Società 5.0. Per costruire un’Italia 5.0 è strategico il ruolo delle aziende capofiliera: l’Italia è infatti un Paese di PMI, che generano il 48% del valore aggiunto del Paese e impiegano il 57% degli occupati, ma sono più in difficoltà rispetto a digitalizzazione e competenze, per cui è necessario il ruolo di stimolo della grande impresa. Inoltre, le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze”.
“La ricerca conferma – anche con le testimonianze dirette provenienti dal mondo delle aziende – che il capitale umano è oggi l’elemento chiave della competitività delle imprese e della crescita dell’economia, elemento ulteriormente valorizzato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, ha sottolineato l’Advisor scientifico dell’iniziativa Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. “l’Italia è un Paese di eccellenze anche nella ricerca e nell’istruzione. Tuttavia, l’Italia ha un problema di scala sulle competenze: nonostante le eccellenze, l’Italia sconta un ritardo sistemico sulle competenze digitali, sia di base che avanzate: mancano infatti 15 milioni di cittadini da alfabetizzare al digitale, aumentare gli iscritti a corsi di laurea ICT e agli ITS e puntare sulla formazione continua”.
Per Massimo Andolina, Presidente Regione Europea di Philip Morris International, “L’ambizione dell’Italia può e deve essere quella di abbracciare un nuovo paradigma di sviluppo per posizionarsi come modello da esportare in Europa. Per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato. In questo momento storico è fondamentale, da una parte, tenere il passo dell’innovazione, guidandola, per mantenere alta la competitività;
dall’altra parte garantire il più ampio accesso possibile a percorsi di formazione all’avanguardia, che accompagnino i professionisti lungo il loro intero percorso in azienda”.
Secondo Marco Hannappel, Presidente e AD di Philip Morris Italia, “L’esperienza di Philip Morris Italia è emblematica: grazie alle competenze all’avanguardia della nostra filiera integrata – che oggi coinvolge oltre 41.000 persone e più di 8000 imprese – abbiamo costruito negli anni un modello di business invidiato in tutto il mondo, il cui principale driver è sempre stato la capacità di innovare. I dati oggi mostrano i frutti di questo percorso virtuoso e quanto il ruolo di capofiliera sia essenziale, in particolare nel mondo agricolo: grazie agli accordi di programma sottoscritti negli anni da Philip Morris con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, gli agricoltori aderenti all’iniziativa mostrano dati sull’innovazione sensibilmente migliori rispetto alla media Italiana ed Europea: l’89% di tali aziende dichiara di aver realizzato o di avere in corso progetti agritech rispetto al 46% della media italiana e al 77% della media UE.” Sulla base delle prospettive emerse dallo studio, sono state elaborate 5 proposte chiave per lanciare il New Deal delle competenze per un’Italia 5.0: Formazione in ingresso; Formazione permanente; Digitalizzazione delle Piccole e Medie Imprese; per dimensione economica, impatto occupazione e propensione all’innovazione, la presenza di un’impresa capofiliera è determinante per la digitalizzazione di tutte le altre aziende coinvolte nella filiera; Collaborazione pubblico-privato.

Foto: ufficio stampa Philip Morris Italia

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Martin vince la sprint di Misano davanti a Bagnaia

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MISANO ADRIATICO (ITALPRESS) – Jorge Martin, in sella alla Ducati Prima Pramac, ha vinto la sprint race del Gran Premio di San Marino, disputata sul circuito di Misano. Partito dalla quarta casella, lo spagnolo è riuscito a “sverniciare” Pecco Bagnaia e Franco Morbidelli, prendendo la leadership della corsa sin dalla prima curva. Bagnaia chiude al secondo posto: il distacco del ducatista da Martin in campionato sale così a 26 punti. A completare il podio Morbidelli, terzo con l’altra Desmosedici del team Pramac. Enea Bastianini (Ducati Lenovo) si deve accontentare, invece, della quarta piazza, quinto in rimonta Marc Marquez (Ducati Gresini). Nell’ordine, completano la top ten Pedro Acosta, Brad Binder, Jack Miller, Fabio Quartararo ed Alex Marquez. Sono caduti Di Giannantonio e Bezzecchi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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