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Politica

Vertice Italia-Africa, Mattarella “Rafforzare i rapporti”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’intendimento e l’auspicio sono quelli di poter realizzare, dopo il dialogo intenso avviato negli anni scorsi con le conferenze ministeriali Italia-Africa, un rapporto ancora più forte e strutturato tra il continente africano e il nostro Paese. Negli anni del mio mandato ho avuto modo di apprezzare costantemente la realtà di un continente dinamico e intraprendente, dalle molteplici e profonde caratteristiche culturali, abitato da giovani donne e uomini che guardano con fiducia al futuro”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del brindisi, al Quirinale, in occasione del pranzo in onore dei Capi di Stato e di Governo partecipanti al vertice Italia – Africa.
“La vostra presenza qui stasera – numerosa e qualificata – conferisce espressione concreta all’amicizia, salda e sincera, che unisce i nostri popoli: la Repubblica Italiana ve ne è riconoscente. Si tratta di legami alimentati anche dalla presenza in Italia di numerose comunità di origine africana, che sono parte attiva e vitale della nostra società e che, con il loro prezioso lavoro, contribuiscono alla crescita economica e culturale del nostro Paese”. “E’ una delle manifestazioni di quella globalizzazione – aggiunge – che unisce i destini dei due nostri continenti, fortemente interconnessi fra loro.
Ci sfidano cause comuni che vedono a rischio il valore della pace e, quindi, del destino dell’umanità.
Esplorare lo straordinario potenziale di sviluppo delle relazioni tra Africa ed Europa sul terreno politico, per spegnere i focolai di tensione e di conflitto, sul terreno economico, per realizzare una produzione sostenibile e un’equa distribuzione delle risorse, per accrescere il patrimonio delle nostre rispettive culture, è il compito che sta dinanzi a noi.
In un mondo segnato da vecchie e nuove fratture e instabilità, l’Africa detiene chiavi essenziali per definire la qualità e l’efficacia delle risposte che la comunità internazionale è chiamata ad offrire, sulla base del percorso che si è data la stessa Unione Africana con l’Agenda 2063.
E’ dunque necessario che la voce dei Paesi Africani trovi sempre più spazio nei consessi internazionali: un obiettivo su cui Italia e Unione Europea sono convintamente impegnate e che ha segnato un primo, importante traguardo con l’ingresso a pieno titolo dell’Unione Africana nel G20″.
“Un proverbio africano di grande saggezza – aggiunge – recita: “Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno”. Affinchè il nostro sia un cammino comune, verso gli obiettivi del benessere e della pace in Africa, in Europa e nel mondo, occorre mettere in campo congiuntamente le nostre rispettive volontà. Con questi auspici, rinnovo il mio più caloroso e sentito benvenuto in Italia, augurando salute e prosperità a tutti voi ed agli amici popoli africani”.
-foto ufficio stampa Quirinale –
(ITALPRESS).

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Tajani “Su Netanyahu linea è quella del premier, parleremo con alleati”

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TORINO (ITALPRESS) – “La linea è quella del presidente del Consiglio che io ho il dovere di attuare, anche perchè la condivido. Esamineremo, leggeremo le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte a fare questa scelta. Rispettiamo la Corte, la sosteniamo, ma siamo altresì convinti che la Corte debba svolgere un ruolo giuridico e non politico”.
Così il vicepremier e ministro, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea Anci a Torino, commentando il mandato di cattura per il premier israeliano Benjamin Netanyahu deciso dalla Corte penale internazionale. “Per quanto riguarda le decisioni le prenderemo insieme ai nostri alleati, da lunedì inizia a Fiuggi il G7 esteri, ne parlerò anche con i miei alleati e vedremo cosa si dovrà fare. Questa è la linea scelta dal presidente del Consiglio, la politica estera la fa il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri la attua”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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Schillaci “Antibiotico-resistenza, 21 mln per ricerca nuovi farmaci”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia ha un Servizio Sanitario Nazionale che tutti gli altri Paesi ci invidiano, però purtroppo siamo agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la lotta all’antibiotico-resistenza. E’ importante ricordare che gli antibiotici vanno presi quando è necessario sempre sotto una stretta guida medica, non bisogna assolutamente usare il fai-da-te in questo campo così delicato perchè gli antibiotici usati in maniera non adeguata causano una resistenza e quindi alcune malattie che possono essere curate, come la polmonite, magari diventano più difficili da affrontare”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a “Unomattina” su Raiuno. Secondo l’Oms nel 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe provocare oltre 39 milioni di morti al mondo. “Dobbiamo scongiurare assolutamente questo pericolo: ci stiamo impegnando, sono stati messi 21 milioni di euro nella legge di bilancio per favorire la ricerca di nuovi antibiotici che siano in grado di sconfiggere batteri che sono diventati resistenti ai tradizionali antibiotici, però ci vuole l’impegno di tutti: è una battaglia da fare insieme”, ha sottolineato Schillaci.
“I dati che abbiamo il nostro possesso testimoniano come spesso proprio nelle età più fragili – le persone più anziane oppure i pazienti in età pediatrica – c’è un uso eccessivo di antibiotici: per questo, stiamo partendo con dei corsi di formazione specifici, rivolti in particolare ai medici di famiglia”, che “hanno il più stretto rapporto con i cittadini: tocca a loro essere la guida per un uso responsabile degli antibiotici in tutte le fasce di età. La cosa migliore è sempre rivolgersi al medico, bisogna evitare le auto-prescrizioni e l’auto-somministrazione”. Negli ospedali “bisogna avere particolare attenzione, soprattutto per i pazienti fragili, i più anziani o quelli che hanno delle patologie gravi: proprio a loro bisogna somministrare gli antibiotici quando è necessario”. Per il ministro “è un aspetto non solo che riguarda la salute, ma anche economico perchè ovviamente si dilatano i tempi di presenza delle persone all’interno degli ospedali: dobbiamo evitarlo, anche perchè i soldi che si possono risparmiare da una battaglia come quella che stiamo conducendo insieme possono essere utilizzati, per esempio, per dare accesso ai pazienti alle nuove terapie oncologiche”, ha concluso.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Ucraina, Zelenska “Con Trump non ci sono certezze ma restiamo fiduciosi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Trump è il presidente americano eletto, non ha ancora preso il suo posto alla Casa Bianca e ha due mesi per preparare con cura tutti i passi da fare quando assumerà il mandato. Io non posso parlare a nome del presidente ucraino nè dell’Ucraina, quello che posso dire è la mia opinione personale”.
“Noi dobbiamo lavorare con ogni amministrazione americana perchè è chiaro che gli Stati Uniti sono un Paese influente. Lo vediamo tutti i giorni. Non influenzano solo ciò che accade al fronte in Ucraina, ma anche altri Paesi. Infatti durante le elezioni tutto il mondo tratteneva il respiro in attesa di capire come sarebbero andate a finire”. Così Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistata da “La Repubblica”. Con Trump arriverà a Kiev una pace giusta? “Possiamo solo sperarlo” ha risposto Zelenska aggiungendo che con con lui “nessuno può essere del tutto sicuro ma, ripeto, questa è un’opinione personale”. In merito all’imminente arrivo della stagione fredda ha sottolineato: “Anche la mia famiglia deve sopravvivere all’inverno, come tutti noi. Non vogliamo più blackout, freddo e vedere i nostri figli che fanno i compiti a lume di candela. Nessuno lo vuole. Abbiamo resistito agli altri inverni di guerra, lo faremo anche questa volta. Il nostro popolo ha una grande capacità di resilienza”. “I dati dimostrano che gli ucraini non stanno lasciando il Paese. Rimangono, sono ottimisti e sperano tuttora nella vittoria”. In merito ai bambini ucraini deportati in Russia, sono “al momento 388, però ce ne sono 19.500 ancora in Russia. Il programma presidenziale ucrainoBring Kids Back coinvolge moltiPaesi, è una procedura complicata. I 388 bambini non sono certo tornati perchè esiste un processo agile e funzionante, ogni volta gli ostacoli sono enormi. Quando parte una missione speciale vengono interessate migliaia di persone, così come le associazioni umanitarie e un “avvocato speciale” come il cardinale Zuppi, che ringrazio”. “I russi cambiano i nomi dei bambini, fornendo loro documenti nuovi. Quando poi vogliono da noi l’elenco dei soggetti da riconsegnare con l’indicazione di nome, data e luogo di nascita, non li trovano più. Hanno deportato molti orfani dalle zone occupate, spesso di loro non si recuperano informazioni certe”, ha aggiunto.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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