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Addio a “Er Core de Roma”, si è spento Giacomo Losi

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ROMA (ITALPRESS) – La Roma piange Giacomo Losi. Si è spento a 88 anni uno dei giocatori simbolo della storia giallorossa, “Er Core de Roma”. A darne la notizia è il nipote ed ex direttore Rai, Massimo Liofredi, che a nome della famiglia ha ricordato le gesta dello zio, terzo giocatore con più presenze nella prima squadra dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi. “Zio Giacomo stasera è andato in cielo – ha ricordato Massimo Liofredi – E’ rimasto attaccato fino all’ultimo alla maglia giallorossa, per cui aveva un amore smisurato e che continuava a seguire in ogni occasione. Per tanti anni è stato il giocatore più rappresentativo della As Roma, battuto in fotofinish dai grandi Francesco Totti e Daniele De Rossi”. Losi lascia la moglie Luciana Renzi e il figlio Roberto e i nipoti.
Nato a Soncino (Cremona) il 10 settembre del 1935, Losi debuttò come calciatore a 14 anni con la squadra locale della Soncinese nel ruolo di mezz’ala. Nel 1951 venne acquistato dalla Cremonese per 500 mila lire. A Cremona disputò due stagioni conquistando la serie C e soprattutto mettendosi in evidenza nel ruolo di terzino, tanto che nel 1953 venne acquistato dalla Roma per 8 milioni di lire. Ha esordito in Serie A a Roma contro l’Inter il 20 marzo 1955. A partire dalla stagione 1955-1956 divenne titolare della squadra e lo restò quasi sempre sino a fine carriera. Giocò nella Roma fino al 1969, collezionando 386 presenze totali, di cui 299 da capitano, senza mai subire alcun provvedimento disciplinare (fu ammonito solamente nell’ultima partita disputata). Nella stagione 1968-1969, con l’arrivo di Helenio Herrera sulla panchina romanista, venne messo in disparte dopo le prime 8 giornate e per questo lasciò la Roma a fine stagione per disputare la sua ultima annata da calciatore nella Tevere Roma, in Serie D. Con la Roma ha vinto due Coppe Italia (nel 1963-1964 e nel 1968-1969), e la Coppa delle Fiere nel 1960-1961. In campionato il miglior piazzamento è stato il secondo posto nel 1954-1955. Il 20 settembre 2012 è stato tra i primi 11 giocatori a essere inserito nella hall of fame ufficiale romanista. Losi ha giocato anche in Nazionale (11 le presenze totali), debuttando il 13 marzo del 1960 nell’amichevole persa 3-1 contro la Spagna a Barcellona. Fu quindi schierato in tutte le partite della squadra azzurra sino ai Mondiali del Cile del 1962, indossando anche la fascia di capitano allo Stadio Heysel di Bruxelles, nella partita Belgio-Italia del 13 maggio 1962, nella quale esordì il diciottenne Gianni Rivera. Come allenatore è stato tecnico in Serie D per la Tevere Roma (1970-1971). Si è poi seduto sulle panchine di Avellino, Turris, Lecce, Salernitana, Alessandria, Bari (con cui ottenne una promozione in Serie B nel 1976-1977), Banco di Roma, Piacenza, Casarano, Nocerina e Juve Stabia. A Roma è stato a lungo responsabile della scuola calcio Nuova Valle Aurelia (nel quartiere di Valle Aurelia) e ha allenato anche la nazionale Attori.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cito eletto nel board di Taekwondo Humanitarian Foundation

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ROMA (ITALPRESS) – Per il contributo e l’impegno profusi in questi anni, Il Presidente
della Federazione Italiana Taekwondo, Angelo Cito, è stato eletto all’unanimità nel Board della Taekwondo Humanitarian Foundation (THF) nel corso dell’assemblea di Losanna. La THF è la fondazione umanitaria della World Taekwondo, impegnata dal 2016 in progetti che
promuovono la pace e l’inclusione attraverso il Taekwondo in diverse aree colpite da guerre e discriminazioni. “Ringrazio di cuore per la stima e la fiducia accordatemi da parte di tutti i membri – ha dichiarato il Presidente Cito – In particolare, un sentito grazie al Presidente
Choue, ideatore di questo straordinario progetto umanitario che coinvolge bambini e ragazzi vittime di guerre e discriminazioni in tutto il mondo. Il mio impegno, così come quello della Fita, sarà sempre a favore della pace e dell’inclusione”.
– Foto Ufficio Stampa Fita –
(ITALPRESS).

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Riparte Nba: Boston favorita per il bis

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Hanno dominato la scorsa regular season, mettendosi al dito il 18esimo Anello della loro storia, e anche se la concorrenza non manca i grandi favoriti per il titolo restano loro. I Boston Celtics hanno scelto la linea della continuità e non sarà facile fermarli: Tatum, Brown, White, Porzingis e Holiday formano un quintetto pronto a entrare nella storia visto che l’ultima squadra a centrare il back-to-back è stata Golden State nel biennio 2017-18. Ma, come detto, gli sfidanti non mancano, già a Est. In primis i New York Knicks, primi rivali di scena al TD Garden nella gara inaugurale della nuova stagione: dopo aver già aggiunto Anunoby a Brunson, in estate sono arrivati altri due tasselli come Bridges e Towns, con coach Thibodeau che si ritrova fra le mani un roster da contender. L’arrivo di Paul George la dice lunga anche sulle ambizioni di Philadelphia ma resta l’incognita delle condizioni di Embiid per quanto a profondità di roster i Sixers sono ben messi (vedi Lowry, Jackson, Drummond e Gordon). Un gradino sotto si collocano Milwaukee (atteso il riscatto di Lillard) e Indiana, che ha cercato di fornire ad Haliburton un degno casting di supporto. Nemmeno a Ovest sembra esserci una squadra al livello di Boston ma tutti si sono dati da fare, a partire da Dallas che – dopo la finale persa – ha affiancato Klay Thompson a Doncic e Irving. Ma le contender, almeno sulla carta, sono altre. Minnesota ha sacrificato Towns ma ha guadagnato Randle e DiVincenzo che bene possono combinarsi con Gobert, Edwards e Conley, senza dimenticare il veterano Ingles. Già nella scorsa stagione i Wolves hanno dimostrato di poter puntare al titolo, così come OKC che al trio formato da Gilgeous-Alexander, Holmgren e Williams ha aggiunto Hartenstein e Caruso, aumentando le opzioni a disposizione di coach Daigneault. Jokic è il biglietto da visita dei Denver Nuggets campioni nel 2023 ma occhio anche a Phoenix, che ha affidato a Budenholzer, artefice del titolo dei Bucks tre anni fa, le chiavi di una squadra con Durant, Booker, Jones e Beal. Ma gli spunti che offrirà la stagione Nba sono tanti, da un Wembanyama che ha messo su diversi chili di muscoli ed è pronto alla consacrazione definitiva, ai due James, papà LeBron e il figlio Bronny, che comunque vada fanno la storia in maglia Lakers. E l’Italia? In attesa che Danilo Gallinari trovi squadra, non ci resta che Simone Fontecchio, sul quale Detroit punta forte per provare finalmente a rilanciarsi.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Bittner rieletto presidente Fipm “Al via un lungo percorso”

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ROMA (ITALPRESS) – Allargare il movimento del pentathlon in tutta Italia sfruttando gli ottimi risultati internazionali, riorganizzare internamente la federazione, rivedere il modello di programmazione delle gare, consolidare i rapporti con gli enti locali. Sono solo alcuni punti del programma presentato da Fabrizio Bittner, che è stato confermato presidente della Fipm per il secondo mandato consecutivo, il terzo totale, considerando una breve parentesi tra fine 2016 e inizio 2017. Bittner è uscito vincente dall’assemblea elettiva che si è tenuta questa mattina al Centro di preparazione olimpica Acqua Acetosa “Giulio Onesti” e che ha visto un testa a testa molto serrato con l’altro candidato, Gabriele Vescio: Bittner, infatti, si è imposto con il 50,36% delle preferenze, mentre Vescio ha ottenuto il restante 49,64%. Una vera e propria “spaccatura”, come l’ha definita il presidente riconfermato: “E’ un peccato. Nella normalità di un movimento sportivo, l’aver vinto una medaglia olimpica dopo 36 anni (con il bronzo di Giorgio Malan a Parigi, ndr), oltre ai risultati ottenuti a livello mondiale negli anni precedenti, non dovrebbe portare all’ipotesi del cambiamento”, il pensiero di Bittner. Risultati che “mostrano un movimento in salute che ci fa guardare con ottimismo a Los Angeles 2028”, aveva spiegato in apertura di assemblea. “Siamo solo all’inizio di un lungo percorso che deve partire dalla base rafforzando gli investimenti, portando il pentathlon dove non c’è e consolidandolo dove già c’è. Mai come in questi quattro anni abbiamo ricevuto attestati di stima: tanto è stato fatto ma molto di più rimane da fare. Ci sono delle riforme da fare che passano anche da una nuova direzione tecnica e probabilmente da una riorganizzazione interna”, ha concluso Bittner. Per quanto riguarda il Consiglio federale, Irene Marotta, Adriana Fabbri, Federica Bondioli, Luigi Giardullo, Ennio Panetti, Pierluigi Giancamilli e Raoul Rossi sono stati eletti in quota dirigenti, Claudia Cesarini e Lorenzo Sciarra in quota atleti, Gianluca Montecchia in quota tecnici. Davide Sgarro è stato confermato presidente del Collegio dei revisori dei conti.
– Foto Ufficio Stampa Fipm –
(ITALPRESS).

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