Cronaca
Sali “In Camera Arbitrale di Milano il maggior numero di casi in Italia”
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1 anno fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Numeri alla mano, la Camera Arbitrale di Milano tratta il più alto numero di casi d’Italia, sia di arbitrato che di mediazione, ma anche di composizione di crisi aziendali. Nell’arbitrato, dove l’accesso è libero e quindi non legato alla territorialità della disputa, nel capoluogo lombardo si tratta circa il 15% dei casi nazionali e a volte si rivolgono alla Camera Arbitrale anche soggetti stranieri. Più vincolato è il discorso della mediazione e della composizione delle crisi, dove la Camera Arbitrale può gestire le eventuali crisi lombarde, non di altre regioni. Lo ha detto in un’intervista ad Italpress, il vicedirettore generale della Camera Arbitrale di Milano, Rinaldo Sali, il quale ha voluto innanzitutto chiarire la differenza tra arbitrato e mediazione. “Stanno entrambi dentro l’area complessiva del risolvere contenziosi, risolvere liti tra imprese o tra imprese e consumatori. La differenza è che la mediazione tende a giungere a un nuovo accordo tra le parti, che si mettono finalmente di nuovo d’accordo su un loro contenzioso, mentre in caso di arbitrato abbiamo una vera e propria sentenza emessa da dei giudici privati, cioè da arbitri che risolvono con una sentenza la controversia” spiega Sali. “L’arbitrato ha più l’aspetto di un procedimento, di un processo vero e proprio alternativo o complementare rispetto a quello ordinario. Lì vi partecipano normalmente le imprese, impresa contro impresa, per valori medi che stanno attorno ai 2-3 milioni di Euro, come valori di lite, di contenzioso, però tendenzialmente l’arbitrato è un cosiddetto B2B, cioè un contenzioso governato che vede l’impresa verso un’altra impresa. Nel caso della mediazione abbiamo spesso la presenza del consumatore, cioè del cittadino che litiga con un’impresa, ma anche in mediazione si può avere, e ne abbiamo, casi di lite tra due imprese” aggiunge. “Nel caso dell’arbitrato il tutto deve essere stato già deciso prima. Nel contratto che le due società hanno c’è una clausola, di solito una clausola finale dei contratti, che dice “se abbiamo un contenzioso invece di andare in tribunale, utilizziamo l’arbitrato, utilizziamo i tre arbitri o l’arbitro unico per gestire la nostra controversia davanti alla Camera arbitrale”, quindi deve essere una condizione del contratto. Nel caso della mediazione tutti i soggetti che vogliano accedere ad una mediazione possono farlo attraverso l’accesso all’organismo della Camera arbitrale, all’organismo di conciliazione” dice ancora Sali. Rinaldo Sali spiega i motivi che possono spingere molte aziende e consumatori ad accedere alla via arbitrale anzichè ai tribunali… “Posto che non siamo in concorrenza con il tribunale perchè il nostro discorso è di una giustizia complementare e integrativa rispetto al tribunale, ma direi che mi vengono in mente tre parole chiave. La prima è tempi. La mediazione dura normalmente attorno ai tre mesi come durata complessiva, l’arbitrato un pò di più, proprio perchè è un processo che si innesta e sta attorno all’anno, quindi considerati i tempi del tribunale, questi sono i tempi di arbitrato e mediazione. Poi l’altra parola è costi, perchè i costi sono preventivati, prevedibili per chi accede, per lo più correlati al valore su cui si sta litigando. L’ultima parola che mi viene a dire è flessibilità, cioè ti gestisci un pò il procedimento come vuoi. Tu con la tua controparte, gestisci tempi e quindi durata e elementi del processo come meglio ritieni”. Più recente è il servizio della Camera Arbitrale a supporto delle aziende in crisi… “E’ un servizio nuovo che direi quasi completa il ventaglio di servizi, di soluzioni, di problemi delle imprese. Se con arbitrato e mediazione gestiamo sostanzialmente contenziosi A contro B, nel caso, per esempio, della composizione negoziata della crisi noi abbiamo a che fare con un’impresa che non sta litigando con qualcuno, ma che chiede di essere aiutata nella ristrutturazione o del debito o comunque di una situazione complessiva di crisi o di precrisi. Perchè dico precrisi? Perchè nel caso della composizione negoziata l’impresa si muove prima, quando avverte i primi segnali di crisi e meglio è. Con la composizione negoziata ad esempio, l’impresa, rivolgendosi in via digitale alla Camera di commercio, chiede la nomina di un esperto che la aiuti a risanare la propria situazione e che avrà il compito principale di prendere le carte dell’impresa e svolgere le trattative con i creditori nel caso della composizione della crisi” conclude Sali.(ITALPRESS).
Foto: Italpress
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Cronaca
BREAKING NEWS LOMBARDIA – 29 OTTOBRE 2025
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40 minuti fa-
29 Ottobre 2025di
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Cronaca
Organismo Congressuale Forense, eletti Moretti Coordinatore e Brusa Segretario
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2 ore fa-
29 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – I 55 componenti dell’Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense (OCF) hanno proceduto all’elezione dei nuovi membri dell’Ufficio di Coordinamento.
Fedele Moretti (Foro di Taranto), assume il ruolo di Coordinatore; Elisabetta Brusa (Foro di Varese), nuovo Segretario; Antonino Distefano (Foro di Catania) è il Tesoriere. L’ufficio di coordinamento sarà composto poi dagli avvocati Giovanni Barile (Foro di Torre Annunziata), Carlo Morace (Foro di Reggio Calabria), Paolo Rossi (Foro di Bologna) e Mariangela Spinella (Foro di Matera).
L’OCF è l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana, ed esercita la rappresentanza politica del Congresso Nazionale Forense, di cui ha il compito di attuare i deliberati, ed elabora progetti e proposte a tutela degli interessi dell’Avvocatura e della società italiana.
“L’assemblea di OCF si insedia e lancia la campagna referendaria. L’Avvocatura è unita: sì alla separazione delle carriere dei magistrati – hanno dichiarato il Coordinatore Moretti e il Segretario Brusa – Abbiamo costruito una squadra che riflette la pluralità dell’Avvocatura italiana, le sue radici territoriali e la sua capacità di rinnovarsi. E’ una squadra che unisce esperienza e nuove energie, continuità e innovazione, con l’obiettivo di dare voce a un’Avvocatura sempre più protagonista nelle sfide che la giustizia e la società ci pongono. Al recente Congresso dell’Avvocatura di Torino sono emersi temi fondamentali per il futuro della professione: l’impatto dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali nell’esercizio della professione forense, la centralità dell’Avvocato nel processo e nelle attività non giudiziali, e l’apertura a nuovi ambiti di consulenza legale, con particolare attenzione all’equo compenso, alla tutela dei diritti dei cittadini e alla prevenzione del contenzioso”.
“Sentiamo forte la responsabilità di tradurre in azione queste istanze, rappresentando un fronte unitario e autorevole dell’Avvocatura italiana, anche in vista del completamento dell’iter della legge professionale”, concludono Brusa e Moretti.
Fedele Moretti è avvocato a Taranto con una lunga carriera nell’ambito dell’Avvocatura. E’ stato Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto dal 2019 al 2021. Nel 2022 è stato eletto per la prima volta componente dell’Assemblea Nazionale dell’Organismo Congressuale Forense, rappresentando il Distretto di Lecce.
Elisabetta Brusa è avvocato a Varese, specializzata in diritto penale e di famiglia. Ha ricoperto ruoli di rilievo nell’Ordine degli Avvocati di Varese, tra cui Presidente dal 2019 al 2023, ed è attiva in iniziative di sensibilizzazione sociale. E’ al suo secondo mandato nell’Organismo Congressuale Forense.
Antonino Distefano è avvocato a Catania e si occupa prevalentemente di diritto civile e tributario. Attualmente è Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, dopo aver ricoperto in passato il ruolo di Tesoriere e Vice Presidente dello stesso Consiglio. E’ stato Vice Presidente dell’Unione Regionale degli Ordini Forensi della Sicilia.
– nella foto, fornita dall’ufficio stampa Organismo Congressuale Forense, da sinistra a destra: Distefano, Spinella, Rossi, Moretti, Brusa, Morace e Barile –
(ITALPRESS).
Cronaca
UniBg, gli smartphone dei cittadini possono essere utilizzati dopo un sisma per creare mappe ad alta risoluzione spaziale
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2 ore fa-
29 Ottobre 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – L’impatto di un terremoto sulle persone e sugli edifici dipende non solo dalle caratteristiche del terremoto stesso, ma anche dalla geologia locale che contribuisce ai cosiddetti “effetti di sito”. La mappatura degli effetti di sito ad alta risoluzione spaziale in contesto urbano è fondamentale per comprendere quali aree sono a maggior rischio e quali edifici sono sottoposti a maggiore sollecitazione durante una sequenza di eventi sismici.
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da Francesco Finazzi (Università degli studi di Bergamo, Italia), Fabrice Cotton (GFZ Helmholtz Centre for Geosciences, Germania) e Remy Bossu (European-Mediterranean Seismological Centre, Francia) rappresenta una svolta: gli smartphone dei cittadini possono essere utilizzati per creare mappe ad alta risoluzione spaziale degli effetti di sito e dello scuotimento del suolo dopo un sisma.
Grazie agli accelerometri integrati, gli stessi sensori che consentono di giocare in modo interattivo, gli smartphone sono in grado di misurare le vibrazioni indotte dalle onde sismiche. Combinando migliaia di queste misurazioni con modelli statistici avanzati, i ricercatori dimostrano che è possibile mappare il modo in cui la geologia locale amplifica le onde sismiche, raggiungendo un livello di dettaglio spaziale ben superiore a quello che possono fornire le sole stazioni della rete sismica nazionale.
Questo approccio si basa su Earthquake Network, un’iniziativa di citizen science lanciata nel 2013 da Francesco Finazzi. Earthquake Network trasforma gli smartphone in un sistema globale di monitoraggio dei terremoti. Quando si verifica un terremoto, gli smartphone dei cittadini che partecipano all’iniziativa lo rilevano in tempo reale e inviano informazioni a un server centrale. In pochi secondi è possibile allertare la popolazione nelle zone circostanti, concedendo loro tempo prezioso per mettersi al sicuro prima dell’inizio dello scuotimento più forte.
La regione dei Campi Flegrei, in Italia, dove vivono circa 500.000 persone esposte ad alto rischio vulcanico e sismico, ha fornito il banco di prova perfetto. Tra aprile e giugno 2024, durante un periodo di intensa attività sismica che ha messo sotto pressione cittadini e amministratori locali, fino a 9.000 residenti della zona rossa (la zona a maggior rischio) hanno contribuito attivamente con i propri smartphone, rispetto alle sole 29 stazioni sismiche tradizionali presenti nella stessa area (Figura 1).
L’analisi congiunta dei dati smartphone e delle stazioni ha permesso ai ricercatori di produrre la prima mappa ad alta risoluzione dell’amplificazione di sito. La mappa mostra che l’amplificazione dovuta alla geologia locale varia da un fattore tra 0,25 e 0,75 nelle aree di Bagnoli, Fuorigrotta e del Rione Traiano, dove le onde sismiche tendono quindi a essere smorzate, a un fattore tra 2 e 3 nelle aree di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Arco Felice, dove le onde tendono a essere amplificate.
In caso di un nuovo terremoto nei Campi Flegrei, l’approccio sviluppato dai ricercatori consente inoltre di generare in modo rapido “ShakeMap” (mappe dell’accelerazione di picco del suolo) ad alta risoluzione partendo dalla mappa di amplificazione e dalle misurazioni degli smartphone raccolte durante lo specifico evento sismico. Queste mappe sono fondamentali per guidare le squadre di soccorso, stimare i danni e organizzare le risposte di emergenza. Con la crescita della popolazione urbana in tutto il mondo e l’urgente necessità di ShakeMap ad alta risoluzione, questo studio dimostra che i cittadini hanno un ruolo fondamentale nella raccolta di dati sismici tramite smartphone, in un’ottica in cui i cittadini offrono alla scienza qualcosa che gli appartiene (gli smartphone) per avere in cambio servizi utili alla collettività.
-Foto UniBg-
(ITALPRESS).

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