Lombardia
Nasce ”AperitivAdmo”, il progetto Vogherese per sensibilizzare la donazione di midollo osseo
Pubblicato
1 anno fa-
di
redazione
La sede ADMO di Voghera ha intrapreso un progetto denominato ”AperitivADMO” che coinvolgerà alcune cittadine dell’Oltrepò Pavese per diffondere il messaggio della donazione di midollo osseo e cellule staminali da sangue periferico, all’interno di alcuni appuntamenti già esistenti o organizzando banchetti appositamente finalizzati a tale scopo.
Un’iniziativa che da tempo era fondamentale in città ed in Oltrepò per diffondere quanto sia importante essere donatori di midollo osseo e soprattutto quanto sia importante comunicare ai giovani l’esistenza di alcune realtà poco conosciute. La sede di Voghera per esempio, nonostante i 26 anni di attività ed i tanti traguardi raggiunti, non gode ancora di una certa fama come altre associazioni sul territorio, ragione per la quale non poteva nascere progetto migliore di quello dell’aperitivo conoscitivo.
L’evento è stato pensato in collaborazione e grazie al prezioso aiuto del Consigliere Dr. Cristian Achille, che ha preso a cuore le sorti della sede di Voghera, aperta da ben 26 anni, e che da tempo personalmente si occupa della donazione di cellule staminali da sangue cordonale.
Le Terme di Rivanazzano, il Collegio di Perfezionamento in Osteopatia R. Fulford DO e l’Azienda Agricola Ca’ del Santo collaborano alla perfetta riuscita del tour ”AperitivADMO”, che ha anche ottenuto i Patrocini della Provincia di Pavia e delle città di Voghera, Varzi e Romagnese.
Al termine di ognuno degli incontri informativi viene offerto ai presenti un aperitivo per un momento di convivialità e di allegria.
Gli eventi saranno, dopo quello di successo di presentazione in occasione della ”Sensia” di Voghera:
l’8 giugno ore 16.20 presso il parco Brugnatelli di Rivanazzano Terme all’interno del Gluten Free Day & Wellness Food; Il 29 giugno ore 17 presso la Piazza del Municipio di Varzi (vicino alla Torre Malaspina delle Streghe); 13 luglio ore 11 presso la piazza del Castello di Romagnese; 14 settembre ore 10.30 chiusura del tour e saluti istituzionali presso il Comune di Voghera.
Per concludere, il 28 settembre ore 11 in sede ADMO a Voghera, in via Scarabelli 27, in occasione del MATCH IT NOW annuale di ADMO, verrà effettuata la tipizzazione con i tamponi salivari di chi, durante questi incontri, avrà deciso di iscriversi al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo e di diventare così un potenziale donatore. La volontaria della sede di Voghera, Orietta De Alessandri, raccoglierà tutti i nominativi e organizzerà gli appuntamenti per effettuare i tamponi salivari, che saranno raccolti dal Responsabile Admo di Pavia Dr. Roberto Primi.
Grazie all’idea del Presidente di ADMO Lombardia, Giuseppe Saponara, in questo modo la sede di Voghera potrà avere una nuova vita, dato che ormai la maggior parte delle tipizzazioni avviene tramite semplice raccolta salivare. Questa è una novità, poiché la sede di Voghera si è sempre avvalsa della fondamentale collaborazione del centro di analisi MAD del Dr. Tartara, che per 25
anni ha eseguito le tipizzazioni tramite prelievi di sangue.
I volontari ADMO e la Presidente della sede di Voghera Arianna Valle desiderano ringraziare di cuore i Comuni di Voghera, Varzi, Rivanazzano e Romagnese che hanno aiutato concretamente alla realizzazione dell’evento.
Quindi ricordiamo che l’evento sarà aperto a tutti i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 35 anni, con un peso corporeo di almeno 50 kg e ovviamente in buona salute, tutti uniti dal denominatore comune del volontariato e del donarsi al prossimo, perché nessun regalo vale quanto un dono di speranza!
Alessandro Paola Schiavi

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A2A inaugura un nuovo data center a Brescia, riscalderà 1.350 appartamenti
Cronaca
A2A inaugura un nuovo data center a Brescia, riscalderà 1.350 appartamenti
Pubblicato
4 ore fa-
25 Giugno 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Cinquant’anni dopo essersi dotata – prima città italiana a farlo – di una infrastruttura di teleriscaldamento, Brescia continua nel suo percorso come laboratorio della transizione ecologica. A2A ha infatti inaugurato oggi nella centrale Lamarmora un nuovo data center progettato dalla società francese Qarnot che, grazie a un avanzato sistema di raffreddamento a liquido, consente di recuperare energia termica a temperature elevate, fino a 65 °C, da immettere direttamente in rete per portare calore agli edifici. Il progetto rappresenta una delle prime applicazioni in Italia di recupero di calore dai data center, la prima in una rete cittadina con l’innovativa tecnologia di raffreddamento a liquido, e risponde a una sfida energetica globale: sfruttare il calore di scarto delle infrastrutture digitali – in continua espansione e fortemente energivore – per produrre energia termica utile per le città.
A regime consentirà di soddisfare il fabbisogno termico di oltre 1.350 appartamenti, evitando l’emissione in atmosfera di 3.500 tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti alla capacità di assorbimento di oltre 22.000 alberi. Al taglio del nastro hanno preso parte la sindaca di Brescia Laura Castelletti, l’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini e l’amministratore delegato di Qarnot Paul Benoit.
“La rapida diffusione dei data center e la crescente elettrificazione dei consumi richiedono importanti investimenti nelle reti elettriche per sostenere la maggiore richiesta di energia. Ma apre anche una straordinaria opportunità per le città dotate di reti di teleriscaldamento: recuperare il calore di scarto dai server e trasformarlo in energia termica – ha spiegato Mazzoncini -. In Lombardia, con i progetti in pipeline, si stima che potrebbero essere riscaldati 150.000 appartamenti, semplicemente catturando quel calore residuo. Non si tratta solo di un vantaggio tecnologico, ma di un asset per la decarbonizzazione urbana: con il teleriscaldamento 4.0, le reti diventano sistemi intelligenti, capaci di integrare ogni cascame termico e accelerare l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica Brescia si conferma un modello, non solo nazionale. Il progetto pilota con Qarnot che inauguriamo oggi è la riprova che integrare fin da subito il recupero energetico nella progettazione dei data center significa creare infrastrutture strategiche per il futuro: città più competitive, territori più sostenibili, calore disponibile dove serve, senza bisogno di fonti fossili”.
“Ancora una volta Brescia si conferma città-laboratorio, sperimentando tecnologie sempre più avanzate per il miglioramento del livello di emissioni di Co2 in atmosfera – ha commentato Castelletti –. Un tassello fondamentale e non più rimandabile della strategia di contrasto al cambiamento climatico, che la nostra Amministrazione ha avviato con convinzione negli ultimi anni”.
“Come è stato per il teleriscaldamento negli anni Settanta, quando Brescia, con Asm, è stata la prima in Italia a mettere questa infrastruttura a disposizione dei cittadini, oggi inauguriamo una nuova tecnologia che affina le strategie di contrasto all’inquinamento atmosferico e segna un passo avanti verso la decarbonizzazione della città. Siamo orgogliosi che questo laboratorio parta da Brescia e convinti possa diventare un modello in Italia e in Europa. A2A ci accompagna, nell’evoluzione verso prospettive sempre più sostenibili”.
“Questo primo progetto realizzato in Italia rappresenta una tappa strategica per Qarnot – è intervenuto Benoit -. Reso possibile grazie alla collaborazione con A2A, ci permette di rispondere alla crescente domanda del mercato italiano di soluzioni cloud ad alte prestazioni (HPC), efficienti dal punto di vista energetico e in grado di garantire un elevato livello di autonomia tecnologica. La nostra infrastruttura è particolarmente indicata per settori come l’automotive, l’aerospazio, l’energia, il comparto marittimo e, in generale, tutte le industrie a forte intensità di simulazione: ambiti che richiedono non solo potenza di calcolo, ma anche controllo e sicurezza dei dati, viste le sfide strategiche che si trovano ad affrontare. Il nostro modello ci consente di presidiare l’intera catena del valore del cloud HPC, dalla progettazione di infrastrutture a basse emissioni alla fornitura di servizi di calcolo intensivo. Progettando data center capaci di generare calore riutilizzabile, uniamo prestazioni, sostenibilità e creazione di valore sul territorio”.
Con questa iniziativa prosegue quindi il percorso avviato da A2A per rendere il teleriscaldamento sempre più sostenibile, attraverso i diversi progetti di recupero e valorizzazione delle fonti di calore decarbonizzato disponibili sul territorio: da quello prodotto dal termoutilizzatore e dai suoi fumi a quello proveniente da altre fonti industriali come le acciaierie Alfa Acciai e Ori Martin, fino all’utilizzo di accumuli termici per lo stoccaggio dell’acqua calda. Grazie a queste soluzioni, che hanno contribuito a ridurre il ricorso al gas, l’83% del calore distribuito a Brescia nel 2024 è derivato da fonti non fossili. Una quota destinata a crescere ulteriormente grazie all’apporto dei processi computazionali dei data center: il loro funzionamento genera grandi quantità di calore che, invece di essere disperse, possono essere recuperate per riscaldare gli edifici senza ricorrere a fonti fossili. Per Qarnot, questa iniziativa rappresenta un’importante espansione a livello europeo, resa possibile grazie alla stretta collaborazione con A2A. Qarnot mette a disposizione una piattaforma ad alte prestazioni, intuitiva e progettata per semplificare le simulazioni numeriche (CAE, Computer-Aided Engineering) in ambiente cloud.
Sviluppata per sostenere l’innovazione in settori come aerospazio, automotive ed energia, la piattaforma consente di gestire carichi di calcolo intensivi riducendo al minimo l’impatto ambientale, grazie a un’infrastruttura a basse emissioni. Un elemento distintivo è il controllo diretto che Qarnot esercita sull’intera catena del valore del proprio cloud HPC: dalla progettazione di data center sostenibili fino all’erogazione di servizi di calcolo ad alte prestazioni. La rete di teleriscaldamento di Brescia è oggi tra le più estese e virtuose d’Europa: oltre 684 chilometri di condotte, 22mila clienti allacciati (pari a 180mila appartamenti equivalenti) e più dell’80% del calore già prodotto da fonti non fossili. Il calore digitale dei data center si aggiunge ora a queste fonti, rafforzando ulteriormente il modello bresciano di energia circolare. Il progetto Qarnot è strutturato in due fasi. La prima, già operativa, prevede 30 unità computazionali QBx capaci di generare circa 800 MWh termici all’anno, grazie al raffreddamento a liquido che consente di recuperare calore fino a 65 °C, idoneo all’utilizzo diretto per la rete del teleriscaldamento, attraverso gli scambiatori di calore. Il raffreddamento ad aria, invece, recupera calore a circa 30 gradi con la necessità di integrare il gap termico necessario utilizzando pompe di calore.
Già in fase di progettazione anche il secondo step, “Qarnot 2”, che prevede l’installazione dei server nell’ex deposito del carbone della centrale Lamarmora: una riconversione simbolica e concreta. Il progetto, beneficiario di un finanziamento europeo, produrrà 16 GWh annui di energia termica pulita, in grado di fornire calore e acqua calda a circa 1.350 appartamenti. L’obiettivo è renderlo operativo nel prossimo biennio. La tecnologia di Qarnot non solo garantisce alte prestazioni computazionali, ma rende disponibile energia termica di qualità, pronta per essere valorizzata in un sistema urbano intelligente. Lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale richiederà una densità di potenza tale da rendere necessario l’impiego del raffreddamento a liquido, più performante rispetto ai sistemi tradizionali.
– foto xm4/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
City Angels, i volontari che ogni notte aiutano chi dorme per strada
Pubblicato
6 ore fa-
25 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – In Italia migliaia di persone vivono in condizioni di marginalità sociale, spesso invisibili agli occhi delle istituzioni: secondo i dati Istat e delle principali organizzazioni umanitarie, si stima che oltre 96mila persone siano senza dimora, con una presenza significativa nelle grandi città; a queste si aggiungono individui che pur avendo un tetto vivono in situazioni di povertà estrema, isolamento sociale, disagio psichico o dipendenze. Si tratta spesso di persone che hanno perso il lavoro, anziani soli, migranti, giovani emarginati, vittime di violenza domestica o persone uscite da percorsi penitenziari o di cura.
“Il Comune da solo non può risolvere tutte le criticità, specialmente quelle più grandi. L’attività di City Angels è assolutamente necessaria: a Milano i nostri ragazzi partono in tre gruppi alle 21 dalla stazione centrale e iniziano a girare per la città al fine di assistere le persone che dormono in strada, che adesso li conoscono; a tantissimi viene proposto di andare in un ricovero, perché i posti ci sono, ma il 90% si rifiuta categoricamente quindi ogni sera i nostri volontari gli forniscono medicine, cibo e tutte le necessità”, ha dichiarato Daniela Javarone, madrina dei City Angels, intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
Per una simile attività sono arrivati riconoscimenti importanti, ma l’emergenza non sembra arrestarsi: “Di recente siamo stati premiati con la Rosa Camuna, che è la maggior onorificenza della Regione Lombardia – racconta Javarone, – Questo è un ulteriore premio, abbiamo avuto anche Ambrogini d’Oro e in generale il palmares è sterminato. Tutte queste persone che dormono in strada danno molto fastidio alla gente, c’è molto più interesse verso gli animali: a Milano sono un po’ tutti arrabbiati, la situazione è diventata più pericolosa perché non sai mai chi hai davanti e il 70% di chi dorme per strada ha problemi mentali. Abbiamo una casa famiglia che il Comune di Milano ci ha dato in gestione, anche se all’inizio era in condizioni disastrate: lì c’è un servizio medico capace di fronteggiare le situazioni più drammatiche, purtroppo il Comune ci lascia ricoverare solo uomini ma all’occorrenza c’è anche il servizio di psicologia”.
La madrina dei City Angels spiega poi la procedura per entrare a farne parte: “Durante l’anno ci sono due periodi per le selezioni: chi viene chiamato dopo le iscrizioni deve fare un’accurata diagnosi medica e se sta bene viene istruito nelle palestre messe a disposizione dalla polizia. Non è un lavoro facile, perché ci si può trovare di fronte a situazioni di pericolo, ma sono talmente tante le richieste che i gruppi si possono anche ruotare: ognuno di questi ha un caposquadra, che è una figura che ha grande esperienza nei City Angels”.
Javarone si sofferma poi sul momento più toccante della sua avventura: “È stato quando ho conosciuto Mario Furlan: è stato uno strano gioco del destino, in cui sapevo che dovevo finire quello che avevo iniziato. Il merito dei miei inizi con City Angels è stato di un mio carissimo amico giornalista: molte volte, tornando a casa dalla Scala, passavamo davanti alla stazione e vedevamo tutte quelle situazioni di disagio. Un giorno, mentre ero ospite a Tele Nova, ho visto Furlan e ho voluto che avesse il mio indirizzo: quando ho accettato ho dovuto avvisare il mio segretario degli Amici della lirica, ma non sapevo come dirglielo e l’ho presa alla lontana. Il ricavato dei nostri eventi veniva dato ai meno fortunati, ma ho comunque deciso di fare la madrina di City Angels: sapevo di poter essere utile a loro, perché dandogli visibilità si può creare un ponte in due mondi. I soldi per andare avanti ci arrivano da diverse persone, ma non dura tanto perché spesso chi ci finanzia perde la motivazione quasi subito”.
– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).
Cronaca
Omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello condannato all’ergastolo anche in appello
Pubblicato
6 ore fa-
25 Giugno 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – La Corte d’Assise d’appello di Milano ha confermato anche in secondo grado la sentenza di primo grado, che aveva condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano, la fidanzata al settimo mese di gravidanza, uccisa il 27 maggio di due anni fa nella loro abitazione a Senago nel Milanese. La Corte le aggravanti della crudeltà e del rapporto di convivenza, escludendo però quella della premeditazione.
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“Vergogna, vergogna. La chiamano legge ma si legge disgusto. L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet: ‘Quanto veleno serve per uccidere una donna’. Poi l’ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano”. Con queste parole Chiara Tramontano, sorella di Giulia, commenta su Instagram la sentenza del processo d’appello a carico di Alessandro Impagnatiello, con la quale i giudici hanno confermato la pena dell’ergastolo, escludendo però l’aggravante della premeditazione.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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