Economia
Mattarella “Commercio è libertà”, Sangalli “Terziario crea crescita”
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10 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il commercio è libertà. E’ veicolo di libertà. Libertà di fare. Libertà di scambio. Libertà di impresa. Di scelta per i consumatori. Volontà e capacità di corrispondere ai bisogni delle persone, delle famiglie. Il commercio è valore: dà valore alle cose. E’ specializzazione. E’ territorio. E’ innovazione. Circolazione di consumi e di costumi, di idee. Il commercio accompagna la crescita delle persone, alimenta, con l’accesso ai beni, la società del benessere. Quella che l’Italia ha conosciuto con la Repubblica, dopo la Liberazione. Quella società garantita dalla pace, conseguita in Europa con la realizzazione dell’Unione. Il commercio è dunque servizio alla coesione sociale, spinta allo sviluppo. Strumento essenziale per obiettivi come la sostenibilità ambientale. Palestra per l’integrazione, come testimonia la presenza, significativa, di aziende guidate da immigrati da altri Paesi”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’Assemblea 2024 di Confcommercio, sottolineando come il commercio “costituisce un pilastro del modello sociale del continente, oltre che un motore decisivo, imprescindibile, dell’economia. E’ stato un elemento generativo della società moderna”.
Il capo dello Stato, accolto in sala da un lungo applauso e da una standing ovation, ricorda come il commercio in Italia sia stato colpito “severamente dalla contrazione dei consumi, dovuto alle crisi che abbiamo attraversato, a partire da quella del Covid per giungere alla aggressione russa all’Ucraina, con ripercussioni sulla rete distributiva al dettaglio. La Repubblica ricorda e deve conservare memoria. Questa è l’occasione per rinnovare la riconoscenza per quello che avete fatto nei momenti più duri della pandemia, quando le nostre società erano paralizzate, le strade deserte: i negozi aperti sono diventati presidi della resilienza collettiva, anticipatori di quella ripartenza che poi è avvenuta. Grazie per quanto avete fatto”. Mattarella, inoltre, parla dei divari territoriali che penalizzano “le aree interne e insulari, i territori montani, insomma quelle parti del Paese più lontane dalle reti infrastrutturali e da alcuni servizi essenziali. Questo divario frena lo sviluppo nazionale nel suo insieme e si tratta di un tema decisivo della competitività del Paese. Lo sviluppo tecnologico e digitale, il potenziamento delle reti immateriali, una più efficiente organizzazione del welfare possono fare molto per la vitalità dei centri più piccoli e dei borghi, anche per potenziare il turismo, interno ed esterno. Ma questo non riduce anzi accresce l’esigenza di evitare lo spopolamento di persone e di negozi. Vi è un rapporto diretto tra insediamenti abitativi e servizi”, conclude.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella sua relazione osserva che “le imprese del terziario di mercato, ogni giorno, creano buona occupazione, coltivano conoscenza, abilitano innovazione, immaginano il futuro collettivo”. Ma parla anche di rischio desertificazione spiegando che “turismo, ricettività e cultura dicono molto della centralità delle nostre città e dei nostri territori. Nei quali, però, il ruolo economico e sociale del commercio, dei servizi di prossimità, sempre più si scontra col preoccupante fenomeno delle chiusure delle attività nelle città, dai centri storici alle periferie. Bisogna essere chiari però su un punto. Una cosa è il pluralismo distributivo, di cui la Confcommercio è da sempre la casa comune. Questo pluralismo mette insieme piccole, medie e grandi imprese. E’ un valore: perchè arricchisce la qualità dell’offerta, agisce a favore della concorrenza, produce e diffonde innovazione. Ben altra cosa, invece, è una riduzione del numero di negozi, che, negli ultimi undici anni, ha addirittura superato in alcuni territori, il 25%. Insomma, il rischio di desertificazione commerciale è alla fine una ferita per l’idea di cittadinanza. Conosciamo bene il valore che hanno le attività di vicinato, per la qualità della vita e per la sicurezza di città e territori e ci batteremo fino all’ultimo. Reagire è necessario e possibile. Va livellato il campo di gioco: stesso mercato, stesse regole, amministrative o fiscali che siano. E va dato impulso all’innovazione ‘sartorialè, fatta su misura delle imprese. Per questo – evidenzia – servono politiche pubbliche che riconoscano appieno la funzione economica, sociale e di innovazione dei servizi di prossimità, nel contesto di un’agenda urbana italiana orientata allo sviluppo sostenibile”.
Il presidente, poi, tocca il tema della contrattazione e la necessità di rafforzare il suo ruolo. “Di questa contrattazione, va affermata la valenza erga omnes: è la risposta più efficace alla questione del salario minimo. Produttività, occupazione, crescita: è un circuito che abbiamo tenuto ben presente anche nel rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Terziario. E’ un buon contratto: è il risultato dell’impegno comune delle parti sociali e risponde tanto alle attese del mondo del lavoro, quanto alle esigenze delle imprese. E’ un buon contratto: perchè interpreta le trasformazioni profonde del nostro tempo. E’ un buon contratto: perchè è espressione concreta di responsabilità, e viene applicato, nel 2023, da oltre il 93% delle aziende italiane del terziario. Un buon contratto – spiega -, all’insegna della responsabilità, è anche quello siglato, la scorsa settimana, dalla nostra FIPE, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. Di responsabilità, di responsabilità comune, c’è poi bisogno per contrastare una volta per tutte – anche con interventi normativi – il dumping contrattuale, i contratti pirata”.
Centrale anche la questione fiscale. “Occorre proseguire nella riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Bisogna farlo con misure strutturali, confermando, intanto, per il 2025, i tagli fin qui operati, nonchè i connessi interventi sul fronte IRPEF. Va, poi, valorizzata la sinergia tra welfare pubblico e welfare contrattuale e aziendale, così da rendere più sostenibile ed inclusivo il nostro sistema di sicurezza sociale”.
Il fisco è “un tema che da tempo meritava un ridisegno complessivo con la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti, la certezza del diritto. Il percorso attuativo della riforma deve necessariamente ‘fare i contì con il ‘sentiero strettò della finanza pubblica e con la disciplina di un rinnovato Patto europeo di stabilità e crescita. ‘Nessun pasto è gratis’: è, allora, necessario razionalizzare la struttura della spesa pubblica e, in particolare, riordinare le spese fiscali. Anche sul tema del fisco – conclude Sangalli -, le strategie nazionali si intrecciano con quelle europee. Penso alla ‘Global Minimum Tax’, per la quale occorre un deciso impegno europeo: resta determinante per raggiungere una giusta tassazione delle grandi multinazionali, delle grandi piattaforme digitali globali”.
A concludere la mattinata il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commenta il taglio dei tassi da parte della Bce e la decisione dei dazi sulle auto cinesi. “Quello che ci auguriamo è che il taglio dei tassi della Bce, comunque giunto troppo tardi, non sia stato solo un mero spot elettorale a poche ore dal voto delle europee, ma il primo di una serie di tagli strutturali che permettano alla nostra Europa di crescere in maniera significativa”. Occorrono “misure commerciali che tutelino il mercato europeo dalla concorrenza sleale. Quindi saluto con soddisfazione l’annuncio che la Commissione ha dato oggi, guarda caso dopo il voto, sull’introduzione di dazi sull’ingresso di auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare l’Italia con l’industria automobilistica italiana come uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro Paese, a cui non vogliamo rinunciare assolutamente”.
Infine, Urso ribadisce come “nelle prossime settimane porterò in Cdm una legge a cui stiamo lavorando da un anno con il collega Gilberto Pichetto: la legge di riordino del settore dei carburanti, per migliorare l’efficienza della rete, rendere sostenibile questa attività produttiva e compatibile con la sostenibilità ambientale e con le nuove frontiere della decarbonizzazione, a cui tutti puntiamo”, conclude.
– Foto ufficio stampa Quirinale –
(ITALPRESS).
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Economia
Giorgetti “Approvato documento finanza pubblica diverso dal passato”
Pubblicato
5 ore fa-
9 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo approvato provvisoriamente il documento di finanza pubblica: è un documento diverso dal passato, come previsto dalla normativa europea; viene adottato in una situazione globale complessa sul piano economico, che rende difficili previsioni sia a lungo che a breve termine”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.
“Abbiamo deciso di adottare stime di crescita allineate a quelle recenti – prosegue Giorgetti, – La crescita reale del Pil è prevista allo 0,6% nel 2025, 0,8% nel 2026 e nel 2027, dimezzando la previsione originale del piano di 1,2%; nonostante ciò il profilo di finanza pubblica, con riferimento a indebitamento netto, si mantiene al 3,3% nel 2025, 2,8% nel 2026 e 2,6% nel 2027. Il debito pubblico sul Pil previsto sarebbe pari al 136,6 nel 2025, 137,6 nel 2026 e 137,4 nel 2027, quando finalmente l’effetto Superbonus tenderà a sgonfiarsi; anche il piano di traiettoria sulla finanza pubblica risulta rispettato, prevediamo l’1,3% nel 2025, l’1,6% nel 2026, l’1,9% nel 2027, l’1,7% nel 2028 e 1,5% nel 2029. Le previsioni di crescita per il 2025 sono state ridotte in funzione delle stime più pessimistiche e, in base all’evoluzione della situazione, possono presentarsi circostanze sia peggiorative che migliorative: questo piano non sconta la riprogrammazione del Pnrr, che sarà eseguita entro fine maggio, quindi profilo temporale e ammontare della spesa risultano distribuiti come originariamente previsto nel documento che abbiamo presentato. La destinazione verrà scelta anche in funzione della vicenda relativa ai dazi”.
– Foto: Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Economia
CDP, nel 2024 utile netto a 3,3 mld. Superati gli obiettivi del Piano
Pubblicato
9 ore fa-
9 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP), presieduto da Giovanni Gorno Tempini, ha approvato il progetto di Bilancio d’esercizio, il Bilancio consolidato al 31 dicembre 2024, la Relazione degli amministratori sulla gestione che comprende anche la prima Rendicontazione consolidata di sostenibilità del Gruppo CDP. Il CdA ha inoltre approvato una proposta di destinazione dell’utile netto dell’esercizio 2024 a dividendo per 2,1 miliardi di euro. Il progetto di Bilancio e la proposta di destinazione dell’utile netto dell’esercizio saranno sottoposti all’approvazione dell’Assemblea degli azionisti che verrà convocata dal Consiglio di Amministrazione. Infine, il Consiglio ha dato il via libera a nuove operazioni per un valore complessivo di circa 4,3 miliardi di euro. Nel dettaglio, nel 2024 il Gruppo CDP ha impegnato risorse per circa 24,6 miliardi di euro, in aumento del 23% rispetto ai 20,1 miliardi del 2023, confermando il focus sugli impieghi ad alto impatto per il Paese. L’operatività del Gruppo ha consentito di sostenere investimenti per complessivi 68,8 miliardi, in crescita del 28% rispetto ai 53,8 miliardi dell’anno precedente, anche grazie all’attrazione di capitali addizionali, con un effetto leva di 2,8 volte le risorse impegnate. Lo stock di crediti di CDP a sostegno di imprese, Pubblica Amministrazione, infrastrutture e cooperazione internazionale è pari a 126 miliardi di euro, in aumento del 2% se confrontato con l’esercizio precedente e del 10% rispetto al 2021. In un contesto di mercato caratterizzato dalla contrazione degli impieghi verso le imprese in Italia, lo stock di crediti stipulati, che tiene conto anche degli impegni e delle garanzie, ha superato a fine 2024 i 150 miliardi di euro complessivi, con una crescita dell’8% rispetto al dato registrato nel 2021. La raccolta complessiva è pari a 356 miliardi di euro, di cui 290 miliardi relativi al risparmio postale, in rialzo del 2% rispetto a fine 2023 (285 miliardi). Contestualmente, la raccolta obbligazionaria si attesta a 20 miliardi, in aumento del 10% rispetto alla chiusura dell’esercizio precedente, anche grazie al collocamento della seconda emissione obbligazionaria in dollari (“Yankee Bond”) e del decimo Bond ESG di CDP. Il patrimonio netto di CDP SpA, pari a 30 miliardi di euro, è in crescita rispetto al 2023 (28 miliardi) grazie all’utile maturato nell’esercizio, al netto dei dividendi distribuiti in coerenza con le ipotesi di Piano. L’utile netto di CDP SpA sale al massimo storico di 3,3 miliardi di euro, in aumento del 7% rispetto al 2023 quando per la prima volta aveva superato la soglia dei 3 miliardi, attestandosi a 3,1 miliardi. Il risultato è stato raggiunto grazie anche alla crescita del margine d’interesse e al miglior andamento complessivo del portafoglio partecipativo. L’utile netto consolidato è pari a 6 miliardi di euro (5 miliardi nel 2023), in crescita di 1 miliardo principalmente per il maggior apporto delle partecipate. Nel triennio 2022-24 il Gruppo CDP ha ampiamente superato gli obiettivi fissati nel Piano Strategico. Le risorse impegnate sono salite a 75 miliardi, rispetto ad un target di 65 miliardi (superando del 15% le stime). Gli investimenti sostenuti hanno oltrepassato i 200 miliardi (attestandosi a 202 miliardi), contro i target di inizio Piano di 128 miliardi. L’effetto leva generato tra le risorse impegnate e gli investimenti sostenuti, pari a 2,7 volte nel triennio, si è attestato a un valore superiore al target triennale, pari a 2 volte. Nel periodo, la crescita dell’operatività del Gruppo ha consentito la realizzazione di utili per circa 9 miliardi di euro complessivamente, mentre l’adozione di un approccio prudente nella gestione del capitale ha consentito un significativo rafforzamento della solidità patrimoniale, che a fine triennio è risultata fortemente superiore rispetto ai valori di inizio Piano. “La congiuntura storica sta ponendo l’Europa e l’Italia di fronte a numerose sfide: dalla tecnologia, alla difesa, dall’energia al clima fino all’andamento demografico. In questo contesto Cassa Depositi e Prestiti ha dimostrato di agire con responsabilità e consapevolezza, adottando un nuovo modello di business con soluzioni finanziarie innovative, legate a obiettivi ambientali e sociali, servizi di advisory per le Pubbliche Amministrazioni e strumenti dedicati alle infrastrutture e all’abitare sociale – dichiara il Presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini -. Gli eccellenti risultati del 2024 e di tutto il triennio del Piano Strategico 2022-2024, sono il frutto delle incisive azioni intraprese, del progressivo emergere della nostra cultura aziendale e dell’impegno dei nostri dipendenti. La fiducia dei nostri azionisti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Fondazioni di origine bancaria, ci consente di essere costantemente efficaci nel nostro ruolo di motore dello sviluppo dell’economia”.
L’Amministratore Delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, evidenzia che “il 2024 si chiude con un risultato storico per Cassa Depositi e Prestiti: l’utile più alto mai registrato conferma l’andamento positivo degli ultimi anni che ci ha consentito di superare ampiamente tutti gli obiettivi del Piano Strategico 2022-2024. In linea con il suo ruolo anticiclico, CDP ha operato efficacemente per lo sviluppo e la modernizzazione del Paese, in uno scenario segnato da profonde trasformazioni geopolitiche e tecnologiche. Puntando su sostenibilità, innovazione e nuovo impulso ai settori strategici per l’economia, CDP ha rafforzato il suo ruolo cruciale per il tessuto economico e sociale, arrivando quest’anno a impegnare 24,6 miliardi di risorse che hanno sostenuto 68,8 miliardi di investimenti. Questi numeri rappresentano una solida base per il nuovo Piano Strategico 2025-2027, che ci vedrà lavorare in sinergia con il mercato e le altre istituzioni per essere sempre più una piattaforma di finanza e competenze a servizio del Paese”, conclude.
– foto xb1/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Webuild, la controllata statunitense Lane completa la tratta strategica del progetto I-275 in Florida
Pubblicato
15 ore fa-
9 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Fine dei lavori sull’Interstate 275 in Florida per Lane, controllata statunitense di Webuild, che completa così la Fase 1 della Sezione 7 del progetto, cruciale per rispondere ai flussi crescenti dell’area di Tampa Bay garantendo una mobilità più efficiente e sicura. “Il progetto – spiega Webuild in una nota – ha previsto l’ampliamento delle corsie autostradali e la realizzazione di sistemi avanzati di segnaletica e illuminazione per migliorare visibilità e la sicurezza, dallo svincolo con la I-4 fino a nord di Hillsborough Avenue. Utilizzati materiali innovativi e soluzioni progettuali ecosostenibili, oltre all’installazione di generatori di emergenza per le telecamere di monitoraggio per garantirne il funzionamento anche durante eventi climatici estremi”.
Lane è attualmente impegnata in numerosi progetti stradali in Florida, tra cui i progetti I-275/I-4 Downton Tampa Interchange e Westshore Interchange per il potenziamento di due degli snodi più trafficati e vie di evacuazione principali in occasione di eventi climatici eccezionali nell’area di Tampa Bay, il Seminole Expressway/SR 417 Widening Project nella contea di Seminole, e l’intersezione tra la I-4 e Sand Lake Road nella contea di Orange.
Il Gruppo Webuild, con un track record di circa 82.600 chilometri di strade e autostrade realizzate nel mondo, è all’opera per l’ammodernamento delle infrastrutture stradali e autostradali degli Stati Uniti con progetti come la tratta Newport News del progetto I-64 Hampton Roads Express Lanes (HREL) in Virginia e il progetto I-440 Beltline Widening nella Contea di Wake, in North Carolina. Lane è inoltre è impegnata nel progetto di ammodernamento “495 Express Lanes Northern Extension (495 NEXT)” nell’area metropolitana di Washington, D.C., e nei lavori di sostituzione e ammodernamento dei ponti Wateree e Pond sulla I-20, nella conta di Kershaw, in Carolina del Sud.
– foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).


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