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Politica

Meloni “Chiari con la Cina, smetta di aiutare la Russia”

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ROMA (ITALPRESS) – “Con Xi Jinping è stato un confronto franco e rispettoso su tutte le materie sulle quali la Cina resta un interlocutore indispensabile e lo abbiamo fatto con trasparenza. Penso e spero che sia utile per ingaggiare in interlocutore molto importante in questo momento”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a Pechino.
“Ho ribadito che l’aggressione della Russia all’Ucraina è un attacco frontale alla convivenza pacifica fra i popoli e alle regole del diritto internazionale”, ha aggiunto. Quanto al sostegno della Cina alla Russia, “dicuramente noi siamo stati abbastanza chiari nel porre la questione provando a ragionare insieme anche su quali siano gli interessi che ha ciascuno. Penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione perchè lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili e immaginabili e lo abbiamo ribadito e io spero che ci si renda conto che questa nazione può giocare veramente un ruolo dirimente. Il presidente Xi diceva ieri che la Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli ecco mi piacerebbe che si facessero dei passi in questo senso”, ha concluso Meloni.
(ITALPRESS).
– Foto: Palazzo Chigi –

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Meloni “A Gaza situazione umanitaria ingiustificabile, Governo in prima fila sulla vicenda”

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ROMA (ITALPRESS) – “C’è un costante impegno a sostegno degli sforzi dei mediatori per porre fine al conflitto, ho in più riprese sentito Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale umanitario a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del premier time alla Camera.

“Fin dall’inizio del conflitto a Gaza il governo è stato in prima fila, un ruolo riconosciuto da tutti gli attori in campo. L’Italia ha svolto un ruolo di primo piano per fornire gli aiuti alla società civile”, ha aggiunto, sempre in riferimento alla vicenda di Gaza.

Parole decise, poi, nei confronti di Netanyahu: “Non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori. Consapevoli però come siamo, che non è stato Israele a iniziare l’ostilità e che c’era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas. Quel disegno puntava all’isolamento e questo non può non farci riflettere su quanto sarebbe pericoloso assecondare i terroristi che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita di israeliani e palestinesi”.

Sui dazi interni UE: “E’ fondamentale rimuovere i dazi interni che minano la competitività europea, è arrivato il tempo di invertire la rotta in modo deciso. E’ chiaro a noi, è quello che chiedono imprese e lavoratori ed è quello che hanno ribadito i cittadini europei con il loro voto”. 

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Sul Pil italiano: “Ricordo i dati positivi dell’Italia conseguiti in questi anni nonostante la situazione internazionale complessa. I dati non sono un’opinione e raccontano un’Italia va meglio rispetto al passato”. 

“Penso che rispetto all’Italia che raccontate voi il giudizio vada chiesto ai cittadini e penso che i cittadini vedano un cambio di passo, una linea più chiara. Un cambio di passo anche rispetto al variegato mondo delle opposizioni che, quando è al governo fa delle riforme e quando è all’opposizione fa i referendum perché vuole abolirle. Penso che gli italiani vedano che noi abbiamo una linea chiara di politica economica”, ha aggiunto sul referendum.

Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha presentato un’interrogazione sulle spese per la Difesa. Questa la risposta della premier: “La libertà, la sovranità e la difesa degli interessi nazionali hanno un costo, se fai pagare ad altri significa che non sarai tu a decidere del tuo futuro. Noi dobbiamo lavorare per rafforzare la nostra sicurezza non perché dobbiamo fare un favore agli Usa ma a noi stessi. Oggi Italia ed Europa non sono autonomi e io non cambio idea rispetto a come gira il vento. Non vi seguo quando dite che le spese per la difesa sono risorse sprecate, è noto a tutti che investire anche in questi ambiti genera effetti espansivi sull’economia. Non accetto grandi lezioni da chi ha sempre detto che si deve investire su competitività e filiera, ma non mi pare che su questo si siano messi centinaia di migliaia di euro cruciali. Quindi grazie, ma no grazie”.

Infine, in risposta a Schlein sulla sanità: “In Italia quali sono le priorità e come si deve operare sulla sanità è deciso dal Piano sanitario nazionale e l’ultimo è stato scritto nel 2011, era un governo di centrodestra, siete stati al governo 10 anni e non avete non avete mai scritto un Piano sanitario nazionale e oggi ci venite a spiegare quanto sia importante la sanità? Spero che la gente capisca il gioco che si sta portando avanti. Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano sanitario nazionale, speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano invece che stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male e magari potete risalire nei sondaggi”.

– foto screenshot video Palazzo Chigi –

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(ITALPRESS).

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Politica

Ue, Mattarella “Sulla difesa comune siamo in ritardo e su competitività progredire senza indugi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Occorre mettere in campo misure efficaci e allo stesso tempo ambiziose. Ne cito una, che nella sua attualità e urgenza ben esemplifica le conseguenze dell’inazione e delle ingiustificate ritrosie a procedere lungo il cammino dell’integrazione. La Difesa comune europea. Gli Stati membri ne discutono da oltre settant’anni. Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell’Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Simposio Cotec Europa, a Coimbra, in Portogallo. “Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l’urgenza”, ha aggiunto.

IL VIDEO DEL DISCORSO DI MATTARELLA

 “Le iniziative avviate in materia dalla Commissione europea sono un primo fondamentale passo e testimoniano piena consapevolezza della posta in gioco. Rappresentano anche una dimostrazione di concretezza, volendo porre a fattor comune strumenti e vantaggi di scala propri di un ordinamento sovranazionale che già in passato ha dimostrato capacità di adattamento a diversi shock esogeni”, ha sottolineato il capo dello Stato.

“La competitività compare in cima all’agenda dei governi europei e in quella delle istituzioni comunitarie. Progredire senza indugi e con efficacia in quest’ambito è largamente considerata condizione indispensabile all’approfondimento ulteriore del progetto d’integrazione continentale, al rilancio strategico dell’Unione Europea e alla preservazione di un’economia prospera per i suoi Stati Membri e per i suoi cittadini – ha proseguito il Capo dello Stato – Un’Europa rinnovata, più competitiva, più resiliente, più presente nello scacchiere internazionale. È una sfida epocale per il nostro continente, tanto più urgente se raffrontata a recenti evoluzioni negli equilibri mondiali”, ha aggiunto.

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“È necessario rafforzare la capacità europea di crescere, generare opportunità e benefici economici, creando le condizioni affinché ciascun cittadino possa accedervi secondo equità. Questo vuol dire lavorare, con unità d’intenti tra Stati Membri, per migliorare quelli che sono i nostri punti di forza, a cominciare dal Mercato Unico Europeo. Esso contribuisce già in maniera significativa al prodotto interno lordo dell’Unione, ponendola tra i principali attori dell’economia mondiale. Il rapporto Letta ha presentato proposte valide per estendere il mercato unico a settori che in passato ne sono stati esclusi. Tra questi: la finanza, l’energia, le telecomunicazioni. Ma anche – ed è questo un aspetto fondamentale – la ricerca, l’innovazione e l’istruzione”, ha concluso.

-Foto ufficio stampa Quirinale-
(ITALPRESS).

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Politica

Foti “Transizione demografica fondamentale per il futuro della nazione”

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ROMA (ITALPRESS) – “Questi sono temi fondamentali per il futuro della nostra nazione, ma anche dell’Europa, poiché vi sono delle situazioni che ormai rappresentano qualcosa di più di un indicatore, ma ahimè è una tendenza, e quando si ha una tendenza che si consolida nel tempo, bisogna cercare di intervenire nel limite del possibile, perché devo dire che di soluzioni in tasca pronte non ce ne sono molte”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, nel corso dell’audizione nella commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica.

Il ministro Foti ha spiegato che “oggi le dinamiche della transizione demografica portano a un aumento della longevità e ad una diminuzione della natalità, questo determina degli effetti di difficile equilibrio sociale che non possiamo ignorare. Uno degli argomenti di forte preoccupazione è che il valore del livello di sostituzione generazionale, due figli che sostituiscono i due genitori, in Europa non lo raggiunge nessuna nazione. Questo indica un mutamento fatale sia sulla composizione della popolazione europea e italiana in termini numerici, sia soprattutto sulle prospettive nell’ambito del welfare. Questa è una situazione che ci deve far riflettere”.

“Gli studi, sulla base dei dati Istat, ci dicono che, raggiunto il livello record dei 60,3 milioni di abitanti del 2014, vi è stato un progressivo, lento ma inesorabile calo del numero di abitanti nel nostro paese, calo che ha già portato alla perdita di circa un milione e 500-900 mila abitanti. Lo scenario e gli scenari che devono preoccupare di più sono quelli del futuro, tra l’altro l’inversione della curva demografica è un’inversione che non si fa in un anno – ha spiegato il ministro -. Occorrono almeno 18-20 anni per poter stabilizzare una inversione della curva demografica – ha aggiunto – e le previsioni, pubblicate dall’Istat, dicono che secondo uno scenario mediano la popolazione residente scenderà dagli attuali 59 milioni a meno di 55 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080″.

Foti ha sottolineato: Facciamo e prendiamo uno scenario che non sia mediano ma uno scenario più ottimistico, e questo però comunque ci dice che nel 2080 l’Italia perderà ad esempio più di 6 milioni di abitanti. Non è solo un problema numerico, ma è un problema che poi va a incrociarsi con una situazione, per esempio, che vede cambiare il rapporto tra i 65enni e la fascia da 0 a 14 anni, con inevitabili riflessi anche per quanto riguarda il mondo della produzione, dei consumi, la necessità o meno di abitazioni, i servizi sociali che fatalmente rischiano di cambiare. Se vogliamo fare una politica di cambiamento dobbiamo partire da oggi”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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